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Autore: Nivees    21/07/2014    4 recensioni
[ Feathers across the seasons | Len/Rin ]
Inverno; ~ L'ha guardato da lontano per molto tempo e ora che ha trovato un modo per potergli stare accanto sente la pelle rabbrividire, ma le guance scottare come tizzoni ardenti, così bollenti che sente la neve sciogliersi al contatto con la pelle.
Primavera; ~ Sente l'erba accarezzarle la pelle esposta delle caviglie, calpesta la rugiada fresca del mattino e sorride chiudendo gli occhi, intonando quelle note dedicate solo a lui e che solo lui poteva ascoltare, accompagnata dal fischio del vento e il canto dell'usignolo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo come piume attraverso stagioni ormai finite

 

inverno; – passano i mesi e le tue guance continuano ad essere fredde

 

Piccole stelle candide e ghiacciate cadono dal cielo, si posano leggere sulle spalle e sui capelli striati d'oro. Sono umidi, un po' arricciati – non un bello spettacolo, si sente inguardabile e forse sporca, troppo fredda per poter avvicinarsi a qualcuno, a lui. L'ha guardato da lontano per molto tempo e ora che ha trovato un modo per potergli stare accanto sente la pelle rabbrividire, ma le guance scottare come tizzoni ardenti, così bollenti che sente la neve sciogliersi al contatto con la pelle. Che strano, non si è mai sentita così. Le è tutto così estraneo, tutto così nuovo. Ma non è una brutta sensazione: il cuore che batte forte nel petto non fa male, quindi nemmeno quel maestrale l'avrebbe tirata indietro. Lei sta continuando ad andare avanti, ad affondare i piedi nudi nella terra ricoperta di neve mentre da lontano, sente delle campane suonare – chissà che ore sono, il cielo è così coperto da nubi grigie che le è impossibile capirlo se porta le iridi cerulee in alto. Chissà se è ormai tardi, se lui sta già dormendo o forse lavora, mangia o forse è lontano da casa sua, unico punto di ritrovo che lei conosce e dove si sta dirigendo così in fretta.
        Perché vuole vederlo, e la neve che lenta continua a cadere non l'avrebbe di sicuro fermata. Anche se casa sua è ancora così lontana, anche se riesce a vedere solo un punto nero all'orizzonte, lei sa che ad ogni passo che fa, meno strada la separa da lui e al solo pensarci il cuore batte ancora così forte, senza sosta, senza fermarsi. Ha il fiatone, ma non demorde. Nel frattempo continua a pensare, pensa al momento esatto in cui lui aprirà la porta di casa e la vedrà: che faccia farà? La vorrà? Sarà contento? La riconoscerà? No, non vuole. Non vuole che si ricordi di lei, vuole soltanto che la sé attuale si prenda cura di lui – perché ha aspettato così tanto e tanta neve è caduta, prima che sia riuscita a stargli accanto.
        Manca così poco, manca ancora così poco. Quella casa circondata da alberi spogli e secchi è sempre più vicina e lei aumenta sempre di più il passo, volendo arrivare lì davvero presto, maledicendo un po' la sua lentezza e giurando a se stessa di diventare più veloce e più forte in futuro – per essere più degna di stargli accanto, per non essergli un peso inutile. Persa nei suoi pensieri, non si rende conto di essere ormai arrivata all'entrata e non si accorge dei piedi nudi che camminano su un legno freddo ma liscio, finché non poggia le dita che tremano un po' sulla porta.
        Si prende un momento per tirar su un respiro profondo, vuole darsi coraggio e vuole dare coraggio anche al suo cuore perché sente che a momenti sarebbe uscito fuori dal petto talmente che batte forte, tanto da insordirla e a farle girare un po' la testa. Che strane sensazioni... eppure continuavano a non essere brutte. Bussa, carezzando leggera il legno della porta con le nocche della mano – non vuole far troppo rumore, non vuole disturbarlo. Quando la porta si apre, il suo cuore perde un battito, per tornare a pompare più forte e veloce di prima, mentre le gote si imporporano e gli occhi sorridono lucidi, così come le sue labbra screpolate. Quegli squarci di cielo iniziano a fissarla un po' confusi, curiosi ma bellissimi, e lei si sente all'improvviso come la cosa più bella del mondo – prima di rivivere quella sensazione l'aveva quasi dimenticato, è così bello sentirsi osservata da quegli occhi. Cosa importa ora del resto? Cosa importa di come sono i suoi capelli, di cosa indossa, di cosa ha tra le mani e di cosa sta dicendo, di come tremante lei abbia avvicinato la mano alla sua guancia e di come l'abbia trovata terribilmente fredda; avrà tempo per poter guardare ogni sua sfaccettatura in futuro, adesso vuole soltanto godersi quello sguardo su di sé e nient'altro.
        «Rin» mormora lei, piano, impaurita che lui scappi o scompaia all'improvviso se solo alzasse un po' la voce. Lui continua a fissarla ancora interrogativo e lei sorride sempre più felice – oh, è la prima volta che prova la felicità, che strana sensazione. Ma non è affatto brutta. «Chiama il mio nome, ti prego! Chiama Rin!».


Salve salvino, fandom che avevo ormai quasi dimenticato. Già, era da tantissimo che non pubblicavo qualcosa qui (un anno?!!??!) però eheheh mica sono morta! La Niv torna sempre, a rompere le palle soprattutto, con una nuova raccolta! Devo ancora finire quella vecchia ma shhh sh sssh. Btw, ho amato questa canzone e sinceramente le parole per questo capitolo sono uscite fuori come semplice acqua - l'ho finita in mezza giornata, tanto per farvi capire - ma ho pubblicato comunque tardi perchééé mi avevano staccato internet sobs, ma nemmeno questo mi ha fermato eheh.
Non so perché sto scrivendo queste inutilità, so solo che loro sono troppo otp e li amo tanto, e che quindi tornerò presto, anche se non so quando, per il prossimo capitolo okay bye. Niv.

  
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