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Autore: Evil_Regal    21/07/2014    2 recensioni
Ho deciso di fare una serie di oneshot SwanQueen,tutte indipendenti l'una dall'altra.
Saranno per la maggior parte fluff.
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Okay non potevo aspettare domani per pubblicare la terza parte. Probabilmente stasera,pubblico anche la quarta(che sarà l'ultima) dato che sono talmente elettrizzata che non riesco davvero ad aspettare. Spero vi piaccia!




Mary Margaret e David rimasero lì a guardare impotenti e distrutti la loro primogenita andare via,di nuovo.

Forse era destino?Forse non erano destinati a stare insieme?
Neal cominciò a piangere tra le braccia di sua madre.

“David?” chiese Mary Margaret. Lui le diede un bacio sulla fronte,si asciugò una lacrima e disse “Tu sta qui,io vado da Regina”

“Cosa?No!” disse

“Deve saperlo,Henry deve saperlo” e corse via.

Intanto Henry si era messo a letto. Era stata una giornata pesante per lui e aveva deciso di andare a dormire perché era stanco. Regina si mise a sedere accanto a lui. Gli accarezzò i capelli e il viso.

“Mamma?” disse

“Dimmi” Regina sorrise.

“Se dovesse tornare…cosa faresti?” chiese e Regina chiuse gli occhi non volendo far vedere a suo figlio il suo dolore.

“I-io” balbettò e le lacrime si formarono immediatamente nei suoi occhi. Henry le prese la mano e la strinse. Regina fissò la sua mano stretta in quella di Henry e poi guardò suo figlio,il suo piccolo principe

“Io vorrei tanto riuscire a fare finta di niente,ma Henry….non ci riesco” pianse “Lo farei,per te. Lo farei in questo stesso istante. Ma non ce la faccio. Fa male” disse “Troppo”

“Mamma” disse “Non ti chiederei mai di soffrire per me. Ho già fatto la mia parte e voglio rimediare”

Regina scosse la testa tra le lacrime “Non c’è nulla a cui tu debba rimediare” lo guardò “Henry,te lo chiedo di nuovo. Sei sicuro,completamente sicuro di voler rimanere qui?Se vuoi tornare a casa i-“

Henry la interruppe “Questa è casa mia”  Regina lo guardò. Era inutile cercare di nascondergli i suoi sentimenti. Non ci riusciva comunque.

“Mamma,io sono nella tua stessa esatta situazione. Lei sperava che io non mi ricordassi di nulla per poter tornare a New York. E face dolo ha ferito te,ma anche me. So come ti senti. E questa è casa mia,voglio stare qui!” disse poi furono interrotti dal campanello.

“Chi sarà mai a quest’ora?” chiese Regina e all’improvviso il gelo tornò nei suoi occhi.

“Se vuoi vado io mamma”

“No tesoro,rimani a letto. Vado io.Non preoccuparti” gli diede un bacio sulla fronte “Buonanotte”

“Buonanotte” rispose. Lei spense la luce e uscì dalla stanza. Stavano bussando freneticamente. E lei corse giù.

Aprì la porta.

“Emma è andata a New York” fu la prima cosa che sentì non appena aprì la quel portone. Regina era confusa ma anche arrabbiata e,anche se cercava di negarlo a se stessa,ferita. Emma non aveva nemmeno provato a sistemare le cose tra loro due anzi,loro tre.

“Perché dovrebbe interessarmi?” chiese fredda come il ghiaccio e distaccata come David non aveva mai visto prima.

“Perché è la donna che ha messo al mondo tuo figlio. Perché è la donna che hai amato e che nel profondo tu ami ancora” disse e apparve anche innervosito.

“TU NON HAI ALCUN DIRITTO DI DIRMI QUESTE COSE” rispose infuriata lei “NESSUNO L’HA OBBLIGATA AD ANDARSENE. ANZI,RITORNARE A NEW YORK E’ STATO IL SUO PIANO SIN DA QUANDO HA LASCIATO LA CITTA’. E QUANDO L’HA DECISO NON HA PENSATO NE’ AL FIGLIO CHE HA MESSO AL MONDO E NEMMENO ALLA DONNA CHE L’HA AMATA E CHE NEL PROFONDO,ANCHE DOPO CHE L’HA DISTRUTTA,BUTTATA,UCCISA DENTRO,LA AMA ANCORA. QUINDI DAVID NON VENIRE QUI A INCOLPARE ME. NON SE NE E’ ANDATA PER COLPA MIA. NE’ PER COLPA DI HENRY. SE NE E’ ANDATA PERCHE’ ERA QUELLO CHE AVEVA DECISO DI FARE” David la vide arrabbiata ma non era come la Regina Cattiva. All’epoca nei suoi occhi,quando parlava con lei,vedeva solo cattiveria e voglia di vendetta.

Ora,mentre lei gli urlava contro,non aveva visto niente di tutto ciò. Aveva visto nei suoi occhi una donna distrutta,che soffriva e che si era arresa. A tutto.

“E Henry?”

“Henry?!Chiedi di Henry?!Sta male,perché sia è sentito messo da parte,per niente considerato. Emma ha sbagliato con entrambi. Non ci ha preso in considerazione David. Spero che ovunque stia andando,riesca ad essere felice,perché evidentemente noi non eravamo abbastanza per lei” stava per chiudere la porta quando lui la fermò

“Regina aspetta” disse con le lacrime agli occhi.Ecco di nuovo,il ghiaccio in quelli di Regina. Sentiva il freddo che l’avvolgeva.

“Emma ha detto di dirvi che vi ama,da morire. E che buttare quello che aveva con te è stato l’errore più grosso della sua vita. Le dispiace molto” disse. Regina lo guardò. Lo guardò nel profondo dei suoi occhi azzurri.

“Dispiace anche a me” disse in un sussurrò rotto dal pianto “Non hai idea di quanto mi dispiaccia” si schiarì la voce “Buonanotte David” disse e chiuse gentilmente la porta.

Si appoggiò ad essa e scivolandole contro,finì sul pavimento,a piangere. Ancora. Di nuovo.

E David fece lo stesso. Si sedette su uno dei gradini della grande casa di Regina e pianse.

Regina pianse fino a che non prese sonno. Dormì tutta la notte lì. Sul pavimento freddo. Ma quel freddo non la infastidiva,non lo sentiva. Perché dentro lei era più fredda del pavimento stesso.

Henry la trovò addormentata lì la mattina dopo.

“Mamma?!” gridò preoccupato e terrorizzato. Ma si tranquillizzò non appena la sua voce alta la fece saltare sveglia.

“Si?Cosa?” domandò

Lui si avvicinò a lei e la aiutò ad alzarsi “Che ci fai sul pavimento?” chiese

“David” disse frastornata “Lui è venuto ieri” si guardò intorno. Poi portò una mano alla testa. Le faceva male.

“Su andiamo a fare colazione,devo parlarti” disse.

Per svegliarsi si mise ai fornelli mentre Henry la guardava. Nessuno dei due aveva un’aria troppo felice.

Portò i due piatti a tavola e cominciarono a fare colazione.

“Henry” disse “David è venuto a dirmi una cosa ieri”

“Cosa?” chiese lui

“Emma” guardò in basso “Lei” cercò le parole giuste per dargli la notizia. Ma alla fine optò per la verità secca,sincera e diretta “E’ tornata a New York” e fu come se il mondo fosse crollato addosso ad entrambi.

Henry la guardò. Aveva le lacrime agli occhi. Poi,bruscamente,si alzò e corse via.

“HENRY!” chiamò Regina. Ma lui non si fermò.

Henry era in pigiama ma non gli importava. Quando sei solo un ragazzino e affronti tutto ciò che aveva affrontato lui,non ti importa di nulla. Regina aveva dormito sul pavimento. Non aveva avuto nemmeno l’opportunità di cambiarsi.

Henry corse per tutta la città. Regina lo seguì. Ma lui era più veloce.

Tutti li guardavano e sapevano che era per la partenza di Emma. Li guardavano con occhi tristi.

Ora per tutti Henry era il ragazzo abbandonato due volte da sua madre. E Regina,bhe lei era la Regina Cattiva,che nessuno era in grado di amare. Li guardavano così perché facevano loro pena.

Ancor una volta,né a Henry né a Regina importavano. Avevano questioni più importanti in ballo di come apparivano agli occhi della gente.

Henry corse con energia interminabile. Non sapeva nemmeno da dove proveniva. Regina gli correva dietro cercando di non perderlo di vista.

E arrivò la meta.

Henry era arrivato al confine della città.Aveva corso fino a lì e una volta che era vicino la linea rossa cadde. Le sue ginocchia sia arresero e lui si accasciò sull’asfalto. E pianse. Pianse come non aveva mai fatto.

Pianse e mentre piangeva gli faceva male il petto e lo stomaco. Gli faceva male tutto. Gridò e quando Regina arrivò lo trovò lì. A terra,distrutto come Henry non era mai stato.

Non si fermò nemmeno. Corse direttamente da lui. Si chinò e lo prese tra le sue braccia. E senza volerlo,cominciò a piangere anche lei.

Ma Henry non la sentiva piangere perché lui gridava. Lui gridava contro il suo petto e gridava così forte che le grida rimbombavano nelle ossa e nel cuore di Regina,spezzandola.

Regina lo strinse così forte che cominciarono a fargli male le braccia e lui si aggrappò a lei come se la sua intera vita dipendesse da lei,dalla forza che era rimasta a lei,perché lui di forze non ne aveva più.

Regina poggiò per lunghi attimi le labbra sul capo di Henry,tenendolo stretto a sé mentre piangeva.

La verità era che Regina si era sfogata mano mano che le cose erano successe. Aveva pianto e pianto ancora,pianto fino a finire le lacrime,fino ad addormentarsi,qualunque fosse il posto. Aveva gridato e aveva messo sotto sopra la cripta. Mano mano che le cose erano successe.

Henry no. Lui aveva accumulato. Non aveva pianto e la partenza effettiva di Emma. Il suo abbandonarli ancora,era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

“Henry” sussurrò dolcemente lei dandogli un bacio sulla tempia “Henry” ripetè ma lui non le rispondeva.

“Henry” disse “Henry,tesoro,ascoltami ti prego” disse. Lui tremava tra le sue braccia. Lei dolcemente gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi. Lui la guardò tra le lacrime.

“Ti prometto che andrà tutto bene” disse mentre piangeva. Era poco credibile in quel momento,ma avrebbe fatto di tutto per permettere a suo figlio e a se stessa di stare bene “Staremo bene,vedrai. Andrà tutto bene” disse e poi lo riabbracciò. Rimasero lì sull’asfalto per circa un’ora poi Henry si calmò.

“Voglio andare a casa” disse lui con gli occhi rossi e gonfi. Regina annuì lentamente.

“Ora andiamo” disse. Gli avvolse un braccio attorno alle spalle,lo strinse a sé e poi presero le strade meno affollate,anche se più lunghe,per evitare di vedere la gente e tornare a casa.

Tornati a casa Henry si sedette sul divano.

“Che ne dici se ti faccio una cioccolata calda?” chiese Regina dolcemente. Anche lei era distrutta,completamente distrutta. Ma doveva essere forte per suo figlio.

Lui annuì debolmente.

Regina accennò ad un sorriso e poi si incamminò verso la cucina. Proprio quando stava per uscire Henry disse qualcosa e lei si fermò di botto.

“Non metterci la cannella” disse con voce rotta e assente. Regina,fermatasi,girò lievemente il capo e vide lo sguardo di Henry perso nel nulla e poi andò in cucina a preparare la prima cioccolata calda di Henry senza cannella.

  
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