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Autore: izifish    21/07/2014    1 recensioni
Qualcuno mi diceva che la vita è come una partita a scacchi, il problema è che non sempre si vince, che cosa può succedere allora ai pezzi rimasti sul campo?
Genere: Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sassi, crepacci, fango e radici, il terreno su cui posano il loro verde e soffice velluto non è mai liscio se si va a guardare bene. Di certo nel Mondo non è tutto in bianco e nero, lo sporco dilaga un po' ovunque, i pezzi si mischiano e la scacchiera quasi scompare in modo da confonderci la strada il più possibile.

La direzione? nessuno ne ha la certezza: la Torre ci vede lungo dall'alto della sua sicurezza eppure non riesce bene a distinguere il confortevole tracciato dell'orizzonte, oltre il quale gli amici mangiati dal tempo ci attendono.

I pezzi si radunano al centro del campo da gioco, si osservano cupi ed infreddoliti, ancora troppo deboli per la battaglia, ancora troppo amareggiati dalla sconfitta.

Stanno tutti in cerchio a chiedersi cosa fare, che senso ha continuare a giocare se il Re non c'è? Chi proteggere, per chi sacrificarsi, per cosa lottare? Arrendersi al nemico e cambiare colore?

Come sempre, gli Alfieri sono pronti a passare all'attacco, eppure non si schiererebbero mai e poi mai per una causa diversa; fedeli come i cani, l'audacia li porta troppo spesso a farsi del male. Ansiosi e leggermente incauti muovono sempre per primi, di certo il coraggio non gli manca; un po' stupidi forse, si, ma con tanta voglia di agire, di sfondare le linee nemiche tagliando in diagonale il muro che gli si pone davanti, di cacciarsi nei guai con minacce e provocazioni.

Uno bianco ed uno nero, nel prendere una decisione si è sempre schierati; eppure è proprio questo dualismo imperfetto che ci permette di giocare al meglio, mentre solo una partita infelice può nascere se uno dei due alfieri viene a mancare. Un vuoto che precipita sempre nell'incomprensione e lascerà un lato debole e incompleto, mentre a volte i giocatori negano uno per sfruttare l'altro, cosa succederebbe se l'avversario cambiasse di posizione? Come affrontarlo se si trova nel colore che manca?

Fermali! Gridano le Torri; tienili a bada, quei cagnacci, prima che combinino il solito disastro! A loro a cui era stato affidato il compito di proteggere, proprio non va giù. Qualcosa andava storto, il controllo viene a mancare, la linea di difesa si è incrinata, il Re fu scoperto. Come è potuto accadere? Né la logica né l'intelligenza di cui dispongono possono far fronte ad uno scacco matto. L'arrocco mai avvenuto è solo un rimpianto amaro; d'altronde, come incatenare il proprio Re all'interno di un guscio? Un azzardo che solo i giocatori più esperti riescono a gestire.

Così le Torri si danno da fare, sempre nella serietà che le contraddistingue, per trovare una soluzione al dilemma; quasi del tutto inutili all'inizio della partita si rivelano sempre essenziali col campo sgombro, quando ormai ogni altra arma a disposizione viene annientata.

Meno preoccupati sembrano i Cavalli; loro, i pazzi, i sognatori incompresi che rendono la partita sempre interessante. Sono troppo abituati a saltare i problemi per rendersi conto di quello che sta accadendo; loro che sognano la libertà, impossibile imprigionarli; hanno sempre il coraggio di affrontare chiunque senza mai sentirsi minacciati. L'imprevedibilità è la loro forza e solo con quella potrebbero vincere partite che sembravano ormai perse, ma ora cavalcano imbizzarriti a destra e sinistra, tre caselle e due, cambiando opinione su tutto, una volta si dice bianco, la volta dopo si dice nero, ma nessuno li sta più ad ascoltare perché alla fine si ritrovano a girare in tondo non guidati dalla loro luce che è la Regina.

Che fine ha fatto la Regina? Dov'è andata? No, non si trova nel cerchio con gli altri, è là, pietrificata dal dolore come un obelisco che segna la sommità della valle; sola e immobile, la vedova trattiene le lacrime di legno attendendo il ritorno di un Re che non c'è più.

L'amore, il pezzo più pericoloso. Mai azzardarsi a muoverla se non è protetta, ma una volta fuori è capace di tutto, ci difende e ci conforta, va ovunque e compie balzi da gigante, corre per tutta la scacchiera e se colpisce l'avversario può fare di quel male che nessuno degli altri pezzi arriverebbe ad immaginarselo. Come vorrebbe aver perso la vita per salvare il suo sposo! Come vorrebbe essergli stata accanto, nel momento in cui era necessario! In troppi sacrificano la propria Regina per vincere la partita, nell'ultima mossa, nonostante sia cruciale, come si può lasciare il Re con un regno senza una dama forte al suo fianco? Che valore ha la vittoria a quel punto?

Nel suo disperato scrutare l'orizzonte, ella vede infine qualcosa che non si aspettava; forse gli occhi lucidi le avevano appannato la vista? No, non poteva sbagliare, c'era una piccola figura che avanzava passo dopo passo nella desolazione. No, non si tratta di una, sono di più, guardale, ma dove vanno?

Ebbene questo è un mondo strano, è vero, ciò non toglie che ci sono pur sempre delle regole da rispettare ed i Pedoni questo lo sanno bene: loro non dimenticano. Perché non si dimentica la propria partita, le mosse che abbiamo fatto, non si dimenticano tutti i pezzi che abbiamo incontrato, quelli che abbiamo mangiato e quelli che se ne sono andati, non si dimenticano le posizioni che calpestiamo, siano esse bianche o nere, non si dimenticano le emozioni che si prova nel rischiare, nel combattere, nel vivere; sono tutti là, oltre il limite e c'è solo un modo per eleggere un nuovo Re, uno scopo per cui schierare le proprie pedine, per farle funzionare all'unisono nel costruire la partita che sempre abbiamo sognato.

Sono piccoli, è vero, deboli, incapaci di difendersi o di tornare indietro, i Pedoni si fermano a tutti gli ostacoli che incontrano nella loro strada e aspettano solo l'occasione buona per tagliare in diagonale. Attendono, come hanno sempre fatto: loro è la pazienza perché consapevoli che la strada è lunga e difficile mentre la scacchiera sembra sempre più grande di quello che è in realtà. Eppure sono gli unici che non mollano mai; tante piccole speranze, tanti Pedoni che puntano dritti ai confini del mondo per andare a riprendersi ciò che gli era stato sottratto.

La torre sbigottita chiama gli altri, gli Alfieri non stanno più nella pelle ed i Cavalli cominciano a galoppare nella fantasia come solo loro sanno fare ora che la Regina si illumina più forte che mai. Difendili, difendili sempre perché alla fine del gioco è solo sulle piccole cose che puoi contare per rialzarti, nel trovare finalmente il motivo per cui vale la pena continuare a lottare. Questa è la mia partita, la partita che voglio tornare a giocare, l'unica partita possibile, la mia partita senza te.

  
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