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Autore: Sekunden    22/07/2014    3 recensioni
{Pure Envy}
Per la prima volta in vita sua, Zelena non soffrì il freddo inverno di Oz. Al contrario, lo visse con gioia e speranza ritrovata. Così, col passare dei mesi, quell’inverno sembrò andar via, portandosi il gelo che risiedeva nel suo cuore. Le stagioni passarono, con esse ogni briciolo di speranza. […] Fu così che la stagione più lunga e rigida tornò a regnare sia in quel mondo che nella sua anima.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Glinda, Zelena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Good Winter In The West



Quando Zelena sollevò lo sguardo in cielo, persino le stelle non le parvero più illuminarsi di verde.
Accarezzava la propria pelle con serenità, accennando più volte un sorriso sincero. Quello strato ruvido e fastidioso era svanito, così come l’odio e l’invidia che la stavano consumando sia dentro che fuori. 
Era così strano specchiarsi nell’acqua limpida del pozzo e non rivedere lo stesso fuoco negli occhi, bensì una luce nuova che s’impegnava a restare, lottando contro qualunque spiraglio di oscurità. 
Zelena ripensò all’offerta che aveva accettato, al modo in cui ella stessa era stata accettata. Per la prima volta in vita sua, si sentiva padrona del suo destino e il merito era solo di una persona: Glinda.
Gli occhi colmi di speranza e la voce gentile della strega buona furono incredibilmente efficaci nei confronti della rossa, la quale si sentiva più sicura di sé, ma soprattutto più amata.
Ella chiuse gli occhi e si lasciò andare alla sua immaginazione, pensando proprio alla nuova ‘sorella’ che le aveva salvato la vita. “Se solo potessi udire i miei pensieri, mia adorata Glinda. La tua fiducia mi ha salvata, rendendomi migliore. Ero convinta che sarei rimasta sola e malvagia, fin quando non avrei rivendicato il mio passato, ma solo tu sei riuscita a credere in me più di quanto non l’abbia fatto io. Non smetterò mai di ringraziarti, perché grazie a te so che il vero amore esiste, sotto qualunque forma. So che non mi tradirai, così come io non oserei mai”, pensò, concentrandosi ancora una volta sul viso angelico della donna.

«Zelena, ehi!» una voce così familiare la destò, facendole credere per qualche secondo di aver pensato ad alta voce.
«Oh, sorella, sei tu!» Zelena rivolse un sorriso immenso a Glinda, felice di vederla lì con lei. Vi era qualcosa nei loro incontri che la faceva sentire unica, al centro dell’attenzione, come non lo era mai stata.
Glinda si avvicinò alla strega, abbozzando un sorrisetto consapevole.  «Ti ho cercata nelle tue camere, ma poi ho capito che ti avrei trovata qui. Ami così tanto la solitudine?».
Zelena guardò altrove, un sorriso amaro dipinto sul suo volto. «Beh, probabilmente ho vissuto con lei così tanto da non volerla lasciare… sola», rise leggermente, coinvolgendo Glinda con la sua risata. Difatti, la strega buona era ipnotizzata da quel suono così grazioso e vivace, un tono di voce decisamente innocente, proprio come l’elemento rappresentativo dell’Ovest.
Eppure, l’affermazione della donna la rattristò. Continuava a provare dispiacere per il passato di Zelena, così aveva deciso di perfezionare il suo presente nel migliore dei modi. «Sai che non hai più bisogno di tenderle la mano, mia cara. Devi lasciarla andare, devi accarezzare la gioia dell’essere una persona positiva e fondamentale per il prossimo». 

Le parole di Glinda erano sempre così giuste e precise, ma Zelena non fece tanto caso a esse. Piuttosto, si preoccupò di seguire il suo consiglio e allungò una mano verso le sue, prendendone una e stringendola con determinazione. La stretta, poi, tramutò in un tocco delicato e lento. Le sue dita accarezzarono il guanto di velluto della strega buona, mentre spostava lo sguardo sul suo viso e lo ammirava in silenzio.
Tra le due, Zelena era colei che agiva sempre d’istinto, per questo quella stretta piena di sentimento sorprese Glinda. Entrambe socchiusero le labbra, fissandosi per lunghi istanti e sperando che la notte non terminasse più. Le stelle illuminavano i loro visi coinvolti, mentre si avvicinavano e si scrutavano continuamente.
In tutto ciò, Zelena voleva dire qualcosa. Le parole si erano bloccate nella gola, incapaci di fuoriuscire. Come se l’avesse intuito, Glinda posò l’altra mano sulla guancia destra della donna e l’accarezzò lentamente, per poi scendere sul collo. Il suo sguardo era un chiaro invito a parlare, per questo il cuore di Zelena cominciò a battere all’impazzata.
«Glinda, io…», si bloccò, poiché una lacrima scese sulla guancia in cui la donna aveva posato poco prima il proprio tocco. La strega buona posò subito l’indice sulle sue labbra, invitandola a fare silenzio. «Mi basta sentire il tuo cuore, Zelena. Lo so».
La rossa fissò incredula Glinda, mentre i suoi occhi chiari scoppiavano di felicità.

Senza perdere troppo tempo, la strega dell’Ovest posò le proprie labbra sulle sue, trattenendo il respiro per qualche secondo. Glinda non si staccò, al contrario si avvicinò ancora di più a lei per fare aderire i loro corpi freddi e al contempo stracolmi di calore. Bastò solo un bacio a unirle per tutta la notte, libere e pensanti, ma strette in un abbraccio che si sarebbe sciolto al mattino.

[…]

Per la prima volta in vita sua, Zelena non soffrì il freddo inverno di Oz. Al contrario, lo visse con gioia e speranza ritrovata. Così, col passare dei mesi, quell’inverno sembrò andar via, portandosi il gelo che risiedeva nel suo cuore. Le stagioni passarono, con esse ogni briciolo di speranza. Le stelle tornarono a riflettere l’oscurità, mentre la solitudine – affiancata dall’odio e dall’invidia – si apprestava a raggiungere la sua amica di vecchia data. Fu così che la stagione più lunga e rigida tornò a regnare sia in quel mondo che nella sua anima.

   
 
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