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Autore: Princess Kurenai    22/07/2014    1 recensioni
Rin non si era mai fermato a chiedersi seriamente il motivo delle sue continue fughe dal palazzo.
Poteva dire di farlo per l'eccitazione e l'emozione che provava nel riuscire a eludere la sorveglianza delle guardie, infilandosi poi in una piccola e stretta stradina. O perché adorava muoversi in libertà nella città senza persone false che lo adoravano solo perché era il Sultano. O per tanti altri motivi più o meno futili... ma alla fine, quando giungeva davanti all'abitazione di Makoto, e si arrampicava fino alla finestra della sua camera, sentiva in cuor suo di avere tutte le risposte - anche se non era ancora pronto a darle.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Makoto Tachibana, Rin Matsuoka
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: All the Answers
Fandom: Free!
Personaggi: Tachibana Makoto, Matsuoka Rin
Pairing: MakoRin
Genere: Introspettivo
Rating: SAFE
Avvertimenti: OneShot, Shonen ai
Conteggio Parole: 850
Note: 1. Questa fic ha partecipato alla Notte Bianca indetta dalla pagina No ma Free lo guardo per la trama, eh con il prompt: Makorin Arabian au! Rin ogni tanto scappa dal palazzo per incontrarsi con Makoto.
2. Non betata .w. verrà corretta in seguito!


Rin non si era mai fermato a chiedersi seriamente il motivo delle sue continue fughe dal palazzo.

Poteva dire di farlo per l'eccitazione e l'emozione che provava nel riuscire a eludere la sorveglianza delle guardie, infilandosi poi in una piccola e stretta stradina. O perché adorava muoversi in libertà nella città senza persone false che lo adoravano solo perché era il Sultano. O per tanti altri motivi più o meno futili... ma alla fine, quando giungeva davanti all'abitazione di Makoto, e si arrampicava fino alla finestra della sua camera, sentiva in cuor suo di avere tutte le risposte - anche se non era ancora pronto a darle.

Gli venne quasi spontaneo sorridere tra sé e sé, e ignorando quelle sensazioni si concentrò invece sul presente, sedendosi sulla finestra con un’espressione orgogliosa. Si concesse un istante per osservare l'ampia schiena nuda del suo amico che, sfortunatamente, venne presto nascosta dalla tunica verde che il ragazzo era solito indossare.

« Ohi!», esclamò a quel punto, attirando su di sé lo sguardo stupito di Makoto.

« R-Rin-sama»

Rin piegò le labbra in un ghigno piccolo e furbo, scivolando poi dentro la camera del giovane mercante certo di non essere scacciato.

« Quante volte devo ripeterti di smettere di chiamarmi in quel modo?», gli fece presente con una smorfia, « Almeno quando sono solo con te, chiamami Rin e basta».

L'altro ragazzo gli rivolse puntualmente quella sua solita espressione preoccupata, quella che gli riservava ogni volta che scappava dal palazzo per andare a trovarlo. Ovviamente sarebbe stata una menzogna dire che Makoto non apprezzava le sue visite - anzi, più volte aveva ammesso di aspettarle anche se sapeva di non doverlo fare -, ma quel ragazzo era fatto in quel modo: temeva per la sua incolumità.

Rin, che ovviamente non si curava minimamente dei pericoli che avrebbe potuto incrociare in città - almeno non quando doveva andare a trovare il mercante -, si buttò nel letto senza troppi complimenti, lanciandogli poi un'occhiata divertita.

« Non devi preoccuparti! Vestito il questo modo chi vuoi che mi riconosca?», dichiarò, indicando con un vago cenno della mano i suoi indumenti poveri e ben diversi da quelli ricchi che era costretto a portare al palazzo.

« Ma Rin... qualcuno potrebbe e...»

« E conoscerebbe il mio pugnale», tagliò corto il sultano, « Andiamo Makoto! Ti preoccupi sempre troppo, neanche mia madre fa così».

Il giovane mercante incassò il colpo, abbassando il capo e costringendo istintivamente Rin a sollevarsi un poco con lo stomaco già stretto in una ferrea morsa per i sensi di colpa. Odiava vedere quell'espressione e odiava il fatto di essere lui a farla nascere. Quando andava a trovare Makoto lo faceva per stare in sua compagnia e non per renderlo triste.

« Però... va bene, credo. Non mi dispiace essere... così importante per te», aggiunse con tono duro nel tentativo di rassicurarlo senza però apparire troppo dolce. Ritrovandosi poi a guardare altrove quando Makoto alzò lo sguardo verso di lui. Aveva degli occhi verdi e sinceri, più luminosi di tutti i gioielli che possedeva a palazzo... ed erano decisamente più belli quando non erano tristi o preoccupati.

« Sei più che importante, Rin», mormorò Makoto con tono accorato, « E non solo perché sei il Sultano», aggiunse, piegando le labbra in un sorriso dolce che l'altro non si lasciò sfuggire.

Rin, infatti, borbottò qualcosa di non meglio definito, incapace di nascondere il rossore che aveva iniziato a colorare il suo viso ed un piccolo sorriso soddisfatto ed emozionato.

« Benissimo! Allora, smettila di preoccuparti e vieni qui! Devi raccontarmi come è andato l'ultimo viaggio!», esclamò poi, battendo una mano sul letto di Makoto per invitarlo a raggiungerlo.

« Come ben sai, dovrei lavorare», rispose l'altro, accettando però di sedersi accanto a lui - incapace poi di trattenere una risatina nello scorgere le labbra di Rin piegarsi in un broncio infantile.

« Ti ripago la giornata che perdi!», si lamentò.

« Sai che non posso accettarlo, Rin... mi sembrerebbe di sfruttare la tua ricchezza e...»

« Neanche se è il tuo Sultano ad ordinartelo?», lo bloccò il giovane, mettendo fine alle parole del suo amico che alle sue orecchie suonavano come delle stupidate. Perché Makoto non era in grado di sfruttare la sua ricchezza, né si era mai messo in una posizione privilegiata come tanti altri prima di lui avevano tentato di fare.

Si era sempre e solo accontentato della sua amicizia, rifiutando ogni volta i doni che Rin desiderava fargli per sfizio o per aiutarlo economicamente - certo, poi il sultano trovava altri modi per dare una mano al giovane mercante, ma questo non doveva per forza scoprirlo.

« Se questo è il desiderio di Rin-sama, allora sarà ben lieto di esaudirlo», rispose a quel punto Makoto, assumendo un'espressione così seria che strappò all'altro un verso contrariato.

« Sei un idiota, lo sai vero?», borbottò, dandogli un leggero calcio sul fianco come per punirlo.

« Lo so. Lo so», ridacchiò Makoto.

« Affare fatto?», domandò allora, prima di venire sorpreso da un rapido bacio sulle labbra. Un bacio dolce e leggero come una carezza che conteneva tutte le rispose che Rin non era ancora disposto a dare.

« Sì...», soffiò lentamente il giovane mercante, « Ma solo perché mi sei mancato».

   
 
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