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Autore: gigiua    22/07/2014    1 recensioni
Dal testo:
"Vorrei poter sognare ancora, per non dover vedere il ricordo del tuo viso sbiadire nella mia mente.
Non c'è più nessuno ad asciugare le mie lacrime. Nessuno a scacciare le mie paure. Nessuno a tenere la mia mano.
Perché tu, nonostante te ne sia andata, possiedi ancora tutto di me: il mio cuore, e i miei pensieri."
* * *
storia basata sulla canzone My immortal degli Evanescence (no song-fict)
partecipa al contest Le dodici fatiche di Ercole... sort of! [multifandom] indetto da Daenerys Laufeyson
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PICCOLO AVVISO: le "e" accentate a inizio frase sono minuscole perchè ho scritto la storia su wordpad e non so come farle maiuscole. Non è un errore o una svista, semplicemente non so farle maiuscole.
P.S. consiglio di leggere la storia ascoltando My immortal degli Evanescence  ( https://www.youtube.com/watch?v=5anLPw0Efmo )
 
 
Mi dispiace, Annabeth.
è stato più forte di me.
Io non volevo, davvero. non volevo che tu te ne andassi, non volevo perderti.
Sto facendo il possibile, per convincermi che te ne sei davvero andata, ma la tua presenza è ancora salda nei miei ricordi e nel mio cuore.
Ci sono ferite che non si possono guarire, cose che neanche il tempo può cancellare.
Tu lo sai bene, Annabeth. Lo sappiamo bene entrambi.
Il tartaro ci ha cambiati, più profondamente di quanto abbiamo mai voluto ammettere.
Quegli incubi che tormentavano le nostre notti, erano troppo reali.
Non c'è stata notte in cui non ci siamo svegliati urlando. Ogni volta asciugavo le tue lacrime, ti abbracciavo e ti baciavo per scacciare le tue paure.
Durante tutta la nostra vita ho stretto la tua mano senza lasciarla andare.
è stata una bella vita, alla fine, l'abbiamo passata insieme.
è sempre stata questa la cosa più importante, che fossimo insieme. E ora, neanche questo è più possibile.
Anche se te ne sei andata, tu hai ancora tutto di me.
Pensavamo che la morte ci avrebbe portato serenità, non saremmo più tornati nel Tartaro se non avessimo più dormito.
Ma non è andata così.
Stare così vicini all'ingresso dei nostri incubi era più di quanto tu potessi sopportare.
Quando mia hai chiesto di rinascere, non ho potuto dire di no. perché senza di te non sarei nulla.
Senza la tua luce che mi pervade con la sua forza, sarei debole.
Dovevamo stare sempre insieme, senza più separarci, era questa la promessa.
Ma se fossimo rinati, se avessimo dimenticato la nostra vita, saremmo davvero riusciti a stare insieme anche nella prossima?
Tu eri sicura di si, credevi che dopo tutto quello che avevamo passato gli dei ce lo avrebbero concesso. Io non ne ero così sicuro.
Ti ho seguita fino alle rive del Lete, rispecchiammo la nostra immagine sulle acqua nere come pece del Lete.
Un ultimo " ti amo" un ultimo abbraccio, eri pronta, io no.
Ti sei avvicinata alla riva del fiume, gli spettri delle nostre mani uniti.
Neanche da morti siamo riusciti ad avere pace, a restare insieme.
Dovevamo allungare le braccia nello stesso momento, lasciarci bagnare dall'acqua e dimenticare.
Ma io non potevo. Nonostante tutti gli errori che ho visto e vissuto, non potevo dimenticare le cose belle che mi sono lasciato alle spalle.
Ho fatto un passo indietro, ti ho guardata un'ultima volta.
Un ultimo bacio, poi ti ho spinta nelle acque scure. Solo fino ala caviglia, in modo che la corrente non ti trascinasse via, ma abbastanza per vedere la memoria abbandonare i tuoi occhi, che si facevano sempre più vuoti.
Poi sei sparita, rinata.
Ci sono ferite che non si possono guarire, nemmeno col tempo. La tua perdita è una di quella.
Non so quanto tempo sia passato da quando sei rinata, qui negli inferi il tempo scorre in modo diverso - o forse, non scorre proprio - ma sono sicura che ovunque tu sia, chiunque tu sia nella tua nuova vita, sei felice. Ti meriti la felicità più di chiunque altro.
E, forse, chissà, un giorno ci rivedremo.
Non mi pento della mia scelta, ma a volte il dolore è troppo. Troppo vivo, troppo reale.
Non posso fare a meno di ripensare alla vita che ci siamo lasciati alle spalle, e di rimpiangere i sogni che , anche se mi riportavano sempre lì, sempre nel tartaro, erano pieni della tua luce.
Vorrei poter sognare ancora, per non dover vedere il ricordo del tuo viso sbiadire nella mia mente.
Non c'è più nessuno ad asciugare le mie lacrime. Nessuno a scacciare le mie paure. Nessuno a tenere la mia mano.
Perché tu, nonostante te ne sia andata, possiedi ancora tutto di me: il mio cuore, e i miei pensieri.
Continuo a ripetermi che te ne sei andata e che non tornerai, melo ripeto ogni minuto, ogni secondo.
Ma la promessa che saremmo rimasti insieme è ancora troppo vivida.
In qualche modo l'hai mantenuta, la promessa.
Non mi lasci mai, in ogni momento è come se fossi ancora qui con me, perché fai parte di me, hai sempre fatto parte di me, da quando ci siamo conosciuti.
Sento che sei con me, in realtà sono solo.
Ma va bene così, non avrei mai voluto dimenticarti.
 
Negli inferi si narra di un anima solitaria che si aggira nei pressi del fiume Lete.
Si dice che fosse l'anima di un grande eroe, il più grande mai esistito, e che avrebbe continuato a girare negli inferi senza meta, in eterno, finché non avesse ritrovato la persona che amava.
Nessuno sa chi sia in realtà, neanche lo stesso Ade.
Ma, prima di rinascere, le anime che si immergono nel Lete riescono a sentire un nome, il nome di colei che quello spirito aspetta.
Annabeth.
 
ANGOLINO AUTRICE: spero tanto che la storia vi sia piaciuta, di non aver fatto troppi errori e che i pensieri di Percy non siano troppo OOC.  Perfavore, lasciate una picola recensione (positiva o negativa) non costa nulla e potete far felice una povera autrice :3
gigiua
  
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