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Autore: Maryleescence    22/07/2014    0 recensioni
[Tom Odell]
[Tom Odell][Tom Odell] Lavinia Marika Emberson, è un'avvincente cassiera di ventidue anni che sta per diventare la moglie di James Odell, il fratello di Tom Peter Odell, un famoso cantante britannico. La ragazza, si trasferisce nella lussuosa villa di campagna della famiglia Odell, per accogliere i primi ospiti. Proprio lì, Tom e Lavinia si conoscono per la prima volta e dal loro incontro nascerà un amore travolgente, passionale, ma soprattutto clandestino a un passo dalla cerimonia nuziale, riportando alla mente l'astio presente tra i due fratelli, poiché James era stato l'amante di Jane, l'ex fidanzata di Tom, all'epoca in cui stavano insieme. Ciò porterà alla gelosia sfrenata, ma soprattutto alla pazzia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 23°: La tragedia dal finale maledetto.
 
Lavinia.

 

Odio, era tutto ciò che provavo.
Mi fissavo in quello specchio e pregavo con tutta me stessa che quella che stava indossando quell’abito bianco non ero io. Il mio volto era deturpato dalla malinconia, eppure nessuno sembrava accorgersene. Tutti erano convinti che ero felice, anche Tom, il quale era andato fuggito a causa mia.
Fissavo quell’ampia gonna e quel corpetto stretto. Più lo facevo e più mi rendevo conto che il giorno del supplizio era arrivato. Mancava poco e sarei diventata la signora Odell, ma appartenente all’uomo sbagliato. Mi sentivo semplicemente soffocare e crogiolare. Volevo sparire e scappare, ma sapevo che James mi avrebbe trovato ovunque mi fossi rifugiata.
Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta. Mi accinsi ad aprirla con la pelle già appiccicosa per il sudore della tensione e quando feci capolino, notai Peggy. Le sorrisi e la lasciai entrare.
<< Oh, sei bellissima Lavinia… >> mi disse, dandomi due baci sulla guancia. << Ma non sei felice… >> continuò, fissandomi negli occhi.
Scoppiai in lacrime tra le sue braccia, non riuscendo più a soffocare quella sofferenza che aveva preso il sopravvento su di me. I gemiti incominciarono a fuoriuscire senza alcuna sosta, ma non cercai neanche di fermarli, anzi mi aggrappai più che potei a Peggy, la quale continuava ad accarezzarmi come se per lei fossi peggio di una figlia. Ci sedemmo sul letto e lei mi porse un fazzoletto, affinché mi potessi asciugare le lacrime.
<< Perché cara? Non lo amavi forse così tanto come mi stai dimostrando ora? >> chiese, poggiando una mano sulla mia spalla.
<< Io lo amavo e lo amo ancora alla follia, ma credimi Peggy… Non potevo… Ho un matrimonio da celebrare… >>.
<< Un matrimonio che ti hanno obbligato a celebrare… >> disse, non lasciandomi neanche finire la frase.
Quelle parole fecero crollare tutta l’angoscia di quei giorni, sul mio corpo inerme e simile a quello di un futile cadavere. Oh ma che razza di vita era la mia?! Ricolma d’insidie e ostacoli. Avrei mai visto quella luce che altro non era che opera della mia salvezza?! No, James avrebbe fatto di me un vero e proprio cadavere dopo la cerimonia. Mi avrebbe usata e uccisa. Ma cosa avrei avuto più da perdere?! Ormai Tom, non sarebbe più tornato da me.
<< No, ti stai sbagliando… >> riposi singhiozzando.
<< E allora perché i tuoi occhi me lo dicono? Ascoltami attentamente Lavinia. Sono sempre stata capace, fin in giovane età, di poter percepire cose che altre persone non riuscivano a vedere, semplicemente perché loro erano superficiali. Quello che ho visto in te è stata la tua sincerità, ma soprattutto il tuo coraggio. Oh Lavinia, qualsiasi cosa sia che ti abbia fatto cambiare idea, tu devi lottare contro di essa per il tuo bene… O, sarai infelice… >>.
I miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime e abbracciai forte Peggy, perché sapevo che probabilmente quella sarebbe stata la nostra ultima conversazione. Guardai quella stanza e le dissi addio con lo sguardo, perché ero a conoscenza del fatto che quella sarebbe stata l’ultima volta che ne avrei avuto l’accesso.
Improvvisamente, qualcun altro bussò alla porta, ma l’aprì da solo proprio quando pronunciammo il nostro “Avanti”. Si presentò un uomo dai capelli grigi e con parecchie rughe che solcavano il suo volto. Era elegante, poiché indossava un completo di giacca e cravatta. I suoi occhi verdi, ci fissarono, ma quando il suo sguardo si posò su di me, divenne sconvolto.
<< Scusate, volevo avvisarvi che l’auto è pronta per portarvi alla chiesa. Il signor James Odell vi sta già aspettando al luogo… >> disse.
Io e Peggy ci alzammo in piedi e scendemmo insieme le scale, facendo attenzione a non scivolare. Entrammo nella macchina e ci recammo in quella chiesa. Davanti a quel grande portone c’era mio padre che mi aspettava, pronto a portarmi all’altare. Tra le mani stringevo il bouquet di fiori finti, che avrei voluto semplicemente gettare. Avvertivo ancora quella tristezza risucchiarmi all’interno del suo vortice oscuro. Rimasi paralizzata davanti a quella scalinata nel vedere che tutti gli sguardi degli invitati erano fissati su di me. Mi sbloccai solo nel momento in cui mio padre mi afferrò il braccio e mi trascinò all’interno dall’edificio. La marcia nuziale ebbe inizio, ma quello mi sembrò per lo più la mia marcia funebre. Sì, quel giorno avrei voluto morire, invece di sposare quel mostro che davanti all’altare mi fissava, mostrandomi un sorriso malizioso.
Gli occhi di tutti erano fissi su di me e la tensione all’interno del mio corpo sembrava aumentare, tanto che mi ritrovai a tremare. Le lacrime volevano fuori uscire, ma cercai di trattenerle per non cadere in un pianto disperato. Doveva sembrare tutto normale. Eppure vedevo il sorriso sul volto di tutti, ma nessuno sapeva che stava festeggiando alla mia morte. Non solo dell’anima, ma soprattutto fisica.
Giungemmo all’altare, dove James, mi baciò la mano ed io lo guardai con disprezzo e ribrezzo. Ciò che vedevo in lui era solo la cattiveria che emanava il suo animo. Lui avrebbe fatto di me una carneficina.
<< Oggi, siamo qui riuniti per celebrare il matrimonio tra James Odell e Lavinia Marika Emberson! >> disse il prete, elevando le mani al cielo. << Chiunque non fosse d’accordo a quest’unione, parli ora o taccia per sempre! >> continuò.
Il silenzio piombò nelle piccole navate della chiesa ed io mi sentì sempre di più morire dentro. Mi sembrava di essere caduta in un incubo senza fine.
<< Io non sono d’accordo! >>.
Era una voce maschile che urlò quelle parole e quando mi voltai, il mio cuore incominciò a battere forte dall’emozione.
Era Tom. Sì, esattamente Tom Peter Odell, l’uomo che amavo davvero.
Si trovava all’entrata della chiesa che fissava James senza fiatare. I loro sguardi erano minacciosi e intrisi di rabbia e rancore.
<< Perché figliuolo non è d’accordo? >> chiese il parroco.
<< Glielo dico io prete! >> rispose James.
Improvvisamente estrasse la pistola dalla giacca e sparò sul parroco. Le urla si avvertirono nell’intera navata e tutti gli ospiti incominciarono a scappare, ma la sua furia omicida non si arrestò, infatti, puntò la pistola dritta al cuore di Tom.
<< No! >> urlai.
Mi avventai sullo sposo, il quale sparò sugli innocenti ospiti.
Cercai di disarmarlo, ma lui con un pugno mi allontanò, facendomi cadere a terra.
<< Lo sapevo che tra te e Lavinia c’era qualcosa, se no perché rovinare questo splendido matrimonio?! >> urlò.
James e Tom, incominciarono a lottare. Potetti vedere mentre i pugni arrivavano dritti sulla faccia di Tom e come i calci volavano sul corpo di James. Tutti e due combattevano per me, ma dovevo fare in modo che non degenerasse. Cercai di alzarmi in piedi, ricorrendo a tutte le mie forze.
All’improvviso, poi, udì uno sparo.
Mi si raggelò il sangue quando vidi il corpo di Tom, cadere sul pavimento. Probabilmente era ancora vivo, ma era sdraiato a terra mentre quel liquido rosso sgorgava dal suo corpo. Mi avvicinai all’amore della mia vita e m’inginocchiai accanto a lui, mentre tremava e cadevo in un pianto disperato. Ecco che quella tragica storia stava per avere un finale ancora più maldetto di quanto già non lo fosse. Assomigliava per lo più all’opera di Shakespeare, Romeo e Giulietta. Due persone che si amavano, ma separati dall’ostilità delle loro famiglie. Entrambi avevano preferito la morte per l’amore dell’altro.
Ed io e Tom?
Oh, io e lui eravamo stati separati da un pazzo assassino che aveva appena diviso le nostre vite, usando l’arma più spietata che poteva utilizzare: l’imminente morte.
Improvvisamente avvertì un dolore lancinante alla schiena. Mi sentì soffocare, nonostante boccheggiavo per riunire l’ossigeno nuovamente nei miei polmoni. Il mio sguardo s’incentrò sul corpo di Tom e solo quando vidi del sangue accanto ai miei piedi mi resi conto dell’accaduto.
James, mi aveva sparato.
Mi accasciai e l’ultima cosa che notai fu che la mia mano era racchiusa in quella di Tom Peter Odell, l’unico uomo che avevo amato davvero in tutta la mia vita.
Finalmente potevamo essere felici, insieme.

   
 
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