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Autore: auroramyth    22/07/2014    4 recensioni
Caro diario,
questa è la prima volta che scrivo qui una pagina, nonostante tu mi sia stato regalato molti anni fa. Ho deciso di cominciare ora perché sento l'esigenza di mettere per iscritto la mia storia, la mia vita, perché tenermi tutto dentro non mi riesce più.
Sono tanti, troppi, i pensieri che affollano la mia mente. Ma sfortunatamente non ho nessuno a cui raccontarli. I miei genitori sono lontani e non me la sento di parlare con loro dei miei problemi attraverso un apparecchio impersonale come il telefono. Avrei bisogno di averli a tu per tu, ma non ci vediamo così spesso come a me piacerebbe e quando capita il tempo è talmente poco che non me la sento mai di rovinare l'atmosfera di festa ed allegria intavolando una conversazione potenzialmente triste e annichilente.
Quali saranno mai i miei problemi, ti starai chiedendo... Beh, in realtà tutti si risolvono in un unico enorme dramma. L'amore.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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22/06/2014


Caro diario,
questa è la prima volta che scrivo qui una pagina, nonostante tu mi sia stato regalato molti anni fa. Ho deciso di cominciare ora perché sento l'esigenza di mettere per iscritto la mia storia, la mia vita, perché tenermi tutto dentro non mi riesce più.
Sono tanti, troppi, i pensieri che affollano la mia mente. Ma sfortunatamente non ho nessuno a cui raccontarli. I miei genitori sono lontani e non me la sento di parlare con loro dei miei problemi attraverso un apparecchio impersonale come il telefono. Avrei bisogno di averli a tu per tu, ma non ci vediamo così spesso come a me piacerebbe e quando capita il tempo è talmente poco che non me la sento mai di rovinare l'atmosfera di festa ed allegria intavolando una conversazione potenzialmente triste e annichilente.
Quali saranno mai i miei problemi, ti starai chiedendo... Beh, in realtà tutti si risolvono in un unico enorme dramma. L'amore. Non sono capace di amare, o provare affetto, per qualcuno che non sia un mio parente, e così mi sono ritrovata a vent'anni senza amicizie e senza affetti, sola in un appartamento in affitto in una città straniera a un continente di distanza da casa.
Mi sono lasciata la Germania alle spalle quando ero ancora un'adolescente, ottenendo il visto di permanenza negli Stati Uniti d'America come studente e raggiunti i diciotto anni sono semplicemente diventata una cittadina tedesca risiedente in un paese estero. Gli americani sono molto più flessibili degli europei in quanto a burocrazia.
Fatto sta che ora mi trovo qui, tutta sola, seduta sul divano con un libro sulle gambe e te in mano, a fissare fuori dalla finestra, domandandomi come sia possibile non avere prospettive per il futuro a vent'anni. Lavoro come cameriera per mantenermi, ma è davvero questo che voglio fare per tutta la vita? Pulire tavoli, prendere ordinazioni e servire gente spocchiosa che crede di essere meglio di te solo perché SIEDE al tavolo e non è lì per servirlo?
Non lo so, ma so che mi basterebbe avere qualcuno da amare e che mi ricambiasse per sentirmi realizzata e accontentarmi anche del mio umile lavoro. Ma io mi sento annichilita nella mia impasse. È come se fossi ad un bivio senza sapere che strada prendere, aspettando un segno rivelatore del percorso giusto per me.


15/07/2014


Caro diario,
oggi ho rischiato di morire.
Ero in spiaggia, in uno dei miei rari giorni di riposo dal lavoro, seduta sugli scogli frangionda in una zona poco turistica e frequantata di Los Angeles perché l'oceano lì non è idoneo ai bagnanti perché spesso è investito da risacche.
Un luogo solitario e relativamente isolato dove mi rifugio quando ho bisogno di evadere dalla mia vita e mettermi a contemplare la bellezza della natura, inviolabile e imperturbabile nonostante lo scorrere dei secoli e i tentativi dell'uomo di piegarla al suo volere.
Gli schizzi delle onde che si abbattevano sulle rocce mi bagnavano le gambe e un intenso profumo di salsedine raggiungeva il mio naso.
Il rumore confortante di fondo del mare è stato improvvisamente interrotto dall'abbaiare di un cane e dalle urla di un uomo che lo inseguiva. Non riuscivo a cogliere cosa stesse dicendo in quanto il vento mi portava la sua voce a sprazzi. Ero riuscita solo a riconoscere che era molto bella. Musicale, armonica... dolce.
Il cane intanto, un esemplare di bulldog inglese che fino a poco tempo prima doveva essere stato un cucciolo, vista l'energia e la giocosità che sprigionava, si era messo a saltellare tra gli scogli, sprovvisti di passerella di cemento per le persone, non essendo una spiaggia frequentata, tallonato dal suo padrone.
Un ragazzo bello come il sole, alto, biondo e di aspetto particolare.
Avrei detto di lui che fosse una rockstar. Era esattamente l'impressione che dava.
Idea che faceva un po' a pugni con quella sua voce troppo delicata per essere quella di un membro di un gruppo di graffianti rockettari tutti sesso, droga e rock'n'roll.
-Pumba, per amor di Dio, fermati! Torna qui! Pumba! Giuro che quando ti riacciuffo ti lascio senza cibo per due giorni, tracagnotto insolente di un cane!-
Parlava tedesco e sentire quelle parole a me così famigliari mi aveva fatto sentire a casa.
Ma la sensazione era durata un solo istante, appena mi ero resa conto della imprudenza con la quale procedeva tra gli scogli nel tentativo di raggiungere il suo cane che ormai era quasi arrivato dove mi trovavo io.
Un solo passo in fallo e sarebbe caduto in acqua tra le risacche. O peggio, avrebbe battuto la testa sulle rocce e POI sarebbe finito inghiottito da una risacca.
-Attento!- gli ho urlato, ma era troppo tardi.
Un piede gli era scivolato sullo scoglio sul quale appoggiava e io mi sono ritrovata a guardare la scena della sua caduta al rallentatore, con un altro ragazzo, moro, di cui prima non mi ero accorta, che urlava, trattenuto da una donna castana, tanto bella da poter essere una modella.
Il biondo ha cozzato contro uno scoglio con il fianco e poi è finito in acqua. In quell'istante mi sono ritrovata a ringraziare il cielo che fosse stato tanto fortunato da non battere la testa, ma il dramma era appena cominciato.
Il povero disgraziato stava per annegare tra le risacche, sotto lo sguardo mio, delle due persone a riva e del suo cane ora uggiolante e disperato.
Non ho perso tempo ad esaminare le possibilità alternative. Mi sono istintivamente buttata in acqua senza neppure togliermi gli abiti e ho cominciato a nuovare nella sua direzione.
Con quelle particolari correnti, l'unico modo per uscirne era nuotare paralleli alla riva e non cercare disperatamente di raggiungerla, altrimenti si rischiava solo di farsi risucchiare e una volta perse le forze per lo sforzo di contrastare le risacche il passo verso l'annegamento sarebbe stato breve.
Quando lo ho raggiunto il ragazzo aveva già perso conoscenza. Mettendolo nella posizione del nuotatore stanco sono riuscita  a fatica a portarlo a riva, dopo un tempo che mi è sembrato interminabile e durante il quale ho temuto di morire con lui nel tentativo di salvarlo.
Dio ha voluto che riuscissi a trascinarlo dove l'acqua era più bassa e calma, dove sono stata raggiunta dall'altro ragazzo che se ne è accollato il peso morto per concedere a me un po' di respiro.
Mi sono lasciata trascinare dalle onde fino a riva, dove il moro implorava il ragazzo svenuto di svegliarsi, toccandogli continuamente il viso e scostandogli i capelli dalla fronte e la ragazza teneva in braccio il cane incriminato, che ancora si lamentava per la sorte toccata al suo padrone, quasi si fosse pentito di aver fatto il biricchino e di essere stato la causa della sua sorte.
-Bill, fratellino, svegliati. Avanti. Non fare il coglione, ripigliati!-
Dal mio stato di sfiniminto ho colto le sue parole e istintivamente mi sono voltata verso di loro per cercare eventuali somiglianze che mi confermassero che erano fratelli.
E in effetti erano veramente molto simili, gemelli avrei potuto dire.
Appellandomi ai residui di forza che latitavano in me, mi sono messa in ginocchio e mi sono portata al suo fianco.
-Mi permetti di rianimarlo?- ho domandato nella nostra lingua madre al ragazzo moro il quale si è limitato ad annuire brevemente.
Gli ho praticato la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardio-respiratorio per qualche minuto finché il ragazzo, Bill, non ha preso a tossire e sputacchiare l'acqua salata e a contorcersi, evidentemente per i polmoni in fiamme a causa dell'acqua che glieli aveva riempiti, mi sono scostata in fretta per permettergli di riprendersi.
Quando ha smesso di agitarsi mi sono portata alle sue spalle sedendo in ginocchio e gli ho messo la testa sulle mie gambe, per permettergli di respirare meglio.
Ho alzato lo sguardo verso suo fratello, ancora accucciato al suo fianco e gli ho chiesto di chiamare i soccorsi ma Bill è intervenuto, parlando per la prima volta dalla sua tragica caduta.
-No, sto bene. Non chiamare nessuno, non voglio finire sui giornali. Ci manca solo uno scandalo da quasi annegamento. Ti prego, sto bene, davvero.- ha detto con voce gracchiante al fratello, mettendogli una mano sull'avambraccio.
Poi ha alzato lo sguardo verso di me e mi ha scrutato l'anima con quei magnifici occhi nocciola, tutti arrossati per il sale.
-Come ti chiami?-
-Arielle.-
-Sei tedesca, vero?-
-Sì.-
-Lo ho capito subito. Grazie, Arielle, per avermi salvato la vita.-
Il mio nome prononciato da lui sembrava essere il più bello del mondo.
-Non c'è di che.- gli ho risposto mentre prendendomi delle libertà non concesse gli toccavo i capelli morbidi e bagnati e glieli toglievo dalla fronte.
E così dopo qualche altro minuto è stato in grado di rimettersi in piedi e, così come era apparso, con la promessa di farsi vedere dal suo medico di fiducia, è sparito portandosi dietro il fratello, la ragazza castana, il suo cane e anche quel senso di appagamento che mi aveva invaso da quando per la prima volta si era rivolto direttamente a me.
Me ne sono andata anch'io da quella spiaggia, in un tale stato confusionale da dimenticarmi la borsa da qualche parte, tra la mia permanenza al mare e il tragitto verso casa, non saprei dirlo esattamente.
Una bella seccatura, visto che dovrò andare all'ambasciata a denunciare la predita dei documenti e rifarli, per non parlare del telefono e del mazzo principale di chiavi...


15/07/2014


Caro diario,
oggi mi si è palesato il segno che aspettavo da tanto.
Il ragazzo che ho salvato, Bill, si è presentato alla porta di casa mia questo pomeriggio, qualche ora prima che attaccassi col mio turno serale al bar.
Con la borsa che avevo smarrito con sé.
-Ciao, Arielle. Mi sono permesso di venirti a trovare a casa per ridarti la borsa. L'ha trovata il mio cane oggi, quando ci siamo recati al luogo della disgrazia per venire a patti con quello che è sucvesso, ed era ancora straordinariamente lì sulle rocce dove l'avevi lasciata, forse perché effettivamente nessuna persona sana di mente a parte me e te si sarebbe avventurata su quegli scogli.  Comunque giuro che questa volta quando Pumba si è lanciato sulle rocce non l'ho inseguito. L'ho aspettato a riva, e lui mi ha riportato questa.-
Dopo quell'esordio sulla porta mi ha allungato la borsa e io tremante l'ho afferrata, gettando un'occhiata al cane che sedeva scompostamente ai piedi del padrone.
Bill continuò: -Pumba non è un cane da riporto, ma deve aver riconosciuto il tuo odore. Mi scuso se si è un po' rovinata ma i denti di Pumba non sono di certo delicati. Vorrei che mi permettessi di ripagartela.-
Sono arrossita all'idea di quel ragazzo che mi ripagava una borsa da quattro soldi.
L'ho lasciata scivolare a terra e mi sono chinata per raggiungere il testone peloso dell'animale e dargli una grattatina sul pelo corto e morbido.
-Grazie, Pumba, per avermi riportato la borsa. Sei un cane molto riconoscente e ben educato.-
Lui mi è venuto incontro con la testa per farsi accarezzare meglio.
Poi io mi sono rialzata e mi sono rivolta a Bill.
-Ti prego, entra. Posso offrirti un caffè?-
Si è messo a ridere.
-Dovrei essere io ad offrire il caffè a te, per avermi salvato la vita. Infiniti caffè e una borsa nuova non ti ripagherebbero abbastanza per quello che hai fatto per me, ma sarebbe un inizio.-
-Non sei in debito di nulla. Anzi, mi hai addirittura riportato la mia borsa sgangherata. Lascia che sia IO a offrire a te il caffè.- gli ho detto.
-Va bene. Accetto volentieri... ma... Pumba?-
-Pumba, cosa?-
-Posso farlo entrare?-
-Certo! Non vorrai mica lasciarlo alla porta, poverino! E togligli quell'orribile guinzaglio! Mi sento male io per lui!-
-Ti devasterà la casa se lo faccio...-
Io ho gettato un'occhiata in giro, poi ho ribattuto: -Non c'è molto da devastare qui come vedi. La mia casa non corre nessun pericolo. Lascialo libero.-
Bill si è chinato a sganciare il moschettone sul collare e io l'ho fatto accomodare sul divano mentre mi sono spostata all'angolo cottura del mio bilocale per preparare il caffè, tallonata dal piccolo Pumba.
-Hai sete, vero?- gli ho domandato mentre aspettavo che il caffè venisse pronto.
Concentrarsi su Pumba invece che sul suo bellissimo padrone era molto meglio.
Ho preso una ciotola e l'ho riempita d'acqua fresca, poi gliel'ho posata davanti. Lui si è fiondato a berla come se fossero settimane che non beveva.
-Ecco, adesso ti sbaverà anche da tutte le parti.- è intervenuto Bill un po' contrariato.
Io mio malgrado mi sono messa a ridere.
-E allora adesso gli pulisco questo bel musetto e siamo a posto.-
Ho preso un asciugapiatti dal cassetto e gliel'ho passato sul muso per asciugarlo, mentre il batuffolo rugoso mi guardava con quei suoi occhioni splendidi e vivaci.
-Ecco fatto. Ora sei a posto, cucciolone!- gli ho detto mentre gli davo un'altra grattatina sulla testa.
Poi ho servito caffè e biscottini per me e Bill.
Abbiamo parlato molto. Di tante cose. Del suo lavoro (effettivamente È una rockstar, ci avevo visto giusto!) e del mio, della sua famiglia e della mia.
Ha insistito molto per ripagarmi almeno la borsa. Ma io non ho ceduto.
Gli ho detto di venirmi a trovare qualche volta col suo Pumba e con suo fratello se gli avesse fatto piacere. Che sarebbero sempre stati i benvenuti a casa mia. E poi li ho lasciati andare.
Con questo incontro fortuito ho finalmente capito che non c'è niente che non va in me, e che se sono senza amici o amore non è perché non sono in grado di provare sentimenti, ma perché ancora non mi era capitato di incontrare le persone giuste per le quali valesse la pena di provare affetto.


19/07/2014


Caro diario,
oggi Bill ha colpito ancora.
E ho scoperto un suo difetto: non ascolta nessuno.
Questa mattina un corriere si è fermato sotto casa mia e un fattorino mi ha portato un voluminoso pacco e una ricevuta da firmare.
Il pacco conteneva una busta molto grande dal marchio Gucci e un biglietto scritto a mano su carta intestata Universal Group.
Sul biglietto c'era scritto:
"Ci sentivamo in dovere di ringraziarti per la tua gentilezza e disponibilità.
Bill e Pumba."
La busta conteneva una splendida borsa di pelle nera, per nulla appariscente, proprio come piace a me, con le cuciture blu notte e delle catene a cerchio dello stesso colore per ancorare i manici ai passanti metallici sul bordo superiore, vicino alla cerniera.
Bill ha perfettamente centrato i miei gusti.
Mentre scrivo è proprio qui davanti a me. Non ho mai visto una borsa più bella e so che gli sarà costata qualche migliaio di dollari. So bene che lui può permettersi di spendere cifre simili ma io non mi sento a mio agio a pensare di usare questa borsa tutti i giorni e trattarla come trattavo la mia comprata a pochi soldi.
La userò nelle occasioni speciali, anche se non so bene cosa intendere per speciali...


29/07/2014


Caro diario,
oggi ho accompagnato Bill in una gita fuori Los Angeles.
Quando sabato si era presentato a casa a invitarmi avevo dovuto declinare per via del lavoro allora lui aveva fatto in modo di rivedere i suoi impegni per portarmici oggi, che è il mio giorno libero.
Mi sono divertita molto in sua compagnia. Abbiamo passeggiato per il parco naturale dello stato della California e abbiamo fatto un pic-nic sotto gli alberi.
Ho esordito ricordandogli che non era molto saggio sostare in un luogo sperduto dove magari non sarei riuscita a salvagli ancora la vita.
Lui ha ribattuto che lì non correva pericolo, a meno che non mangiasse mele o venisse punto dalle api, ma in quel caso la soluzione sarebbe stata semplice. Bastava un'iniezione di adrenalina, che teneva sempre in macchina.
E così la giornata è volata tra scherzi e battutacce da ragazzini delle superiori e io mi sto già innamorando di lui.


12/08/2014


Caro diario,
è quasi un mese che esco con Bill e che ci scambiamo messaggi anche quando siamo impegnati e non possiamo vederci.
Ormai sono innamorata persa di lui, e anche se prima di oggi pomeriggio non me ne ero resa pienamente conto ora lo sono, specialmente dopo i baci che ci siamo scambiati oggi.
Ebbene sì, mi ha baciata.
Eravamo a casa sua, nel suo studio di registrazione, una stanza quadrata dalle pareti insonorizzate e un quantitativo di armamentario musicale da far invidia al più fornito negozio di musica e buia come una tomba.
Sedevamo su in divanetto di pelle beige e guardavamo un suo live dal maxischermo di fronte a noi. Avevo insistito io per vederlo esibirsi con la sua band perché volevo conoscere un po' di più di lui anche come rockstar.
Nel bel mezzo di una conversazione scherzosa circa le sue mosse e facce durante quel live si è fatto improvvisamente serio e dopo avermi preso la mano a fatto voltare verso di lui mi ha domandato: -Posso fare una cosa che non ha niente a che vedere con la mia gratitudine nei tuoi confronti per avermi salvato la vita ma per quello che provo per te?-
-Sì.- ho risposto con espressione confusa, domandandomi cosa volesse dire davvero con quella domanda.
Cosa CELASSE quella domanda.
Le mani di Bill mi hanno circondato il viso e poi lui ha posato le sue labbra sulle mie, delicatamente.
Dolcemente.
Si è scostato per guardarmi negli occhi e capire che effetto avesse avuto il suo bacio su di me. Io mi ero semplicemente sciolta come neve al sole e volevo di più. Bill in qualche modi l'ha capito e siamo finiti a pomiciare sul suo divano, io a cavalcioni su di lui e con le mani affondate nella sua cresta morbida.
L'ho desiderato da impazzire, e anche lui mi voleva, lo so perché ho sentito sotto di me il suo... sì, beh, hai capito...
Lo amo da morire. È una sensazione bellissima e spaventosa insieme.


15/08/2014


Caro diario,
oggi Bill mi ha portata a cena in un ristorante elegante per festeggiare la notte delle stelle cadenti.
E mi ha detto che sono la sua ragazza.
Tutto è iniziato perché io inizialmente ho detto di no e non perché dovessi andare a lavorare visto che per questa serata il proprietario aveva deciso di tenere chiuso. Avevo paura di farmi vedere in pubblico con lui, insomma, un conto è essere io e Bill soli, un conto è essere io e BILL KAULITZ in un luogo pubblico. Non era tanto il timore di finire sui giornali, di quello mi è sempre fregato poco, ma di fare qualche mossa sbagliata e di metterlo in imbarazzo.
D'altra parte veniamo da due mondi completamente diversi, per quanto continui a ripetermi che prima di raggiungere il successo era stato un ragazzo come me, della mia stessa estrazione sociale, e che quindi non avrei mai e poi mai dovuto sentirmi a disagio con lui e la sua ricchezza.
Alla fine mi ha convinto e mi ha stupito con la frase con cui se ne è uscito: -Non penserai davvero di convincermi a non invitare a una dannata cena la mia ragazza, vero?-
E così ora sto ufficialmente con lui.
Che emozione!


12/08/2014


Caro diario,
oggi io e Bill abbiamo festeggiato il nostro primo mese insieme.
Ho anche preso un giorno di ferie per stare tutto il giorno con lui.
Fortunatamente le sue fans non mi hanno ancora dato la caccia armate di forche, pistole, fucili e quant'altro, ma so che prima o poi questa sua popolarità ci creerà qualche fastidio.
Ma lo amo e sono pronta a passare sopra pure a questo fatto.
Quando siamo arrivati al dolce, Bill ha fatto portare una bottiglia di Champagne e ha proposto un brindisi: -A te, che mi hai salvato la vita, in tutti i sensi.-
-A noi.- ho ribattuto, con la consapevolezza che la nostra relazione avrebbe sempre funzionato e sarebbe stata duratura fintanto che ci fossimo amati e salvati la vita a vicenda.


My Space: ebbene, oggi torno con un'altra OS, questa è nata proprio ieri, mentre ero in pausa studio e ascoltavo naturalmente Tokio Hotel... il protagonista indiscusso di questa storiella comunque è assolutamente Pumba, non si potrebbe fare una petizione da mandare agli amministratori di EFP in cui aggiungiamo anche Pumba tra i possibili personaggi della categoria Tokio Hotel? XD
Scherzi a parte, non vedo l'ora di scoprire che ne pensate di questo parto della mia mente malata alle cinque di un lunedì pomeriggio... XD
  
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