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Autore: Nacchan Bei Fong    22/07/2014    3 recensioni
Azula non è più la stessa. La sua mente ormai è distrutta, instabile, fragile.
Quindi c'è la possibilità che lei non sia più in grado di mentire con così tanta facilita, mescolando verità e menzogne...
Zuko confida in questa speranza, ma solo una persona può aiutarlo a decifrare le parole della sorella. Toph Bei Fong.
Dal capitolo 1: "In un angolo del suo cuore, il dominatore del fuoco credeva che Azula potesse guarire. Era convinto che, con il tempo, si sarebbero potuti riavvicinare, era convinto che lei potesse dimenticare tutto quell'odio... o almeno, lo sperava."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Azula, Toph, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Titolo: Verità e Menzogne
Personaggi: Zuko, Toph, Azula
Coppie: Accenni alla Toko (TophxZuko)
Ambientazione: Post finale della serie, e con una leggera alterazione temporale: ci troviamo prima di "The Promise", ma il tempo passato è di più rispetto a quello originale tra la fine degli episodi e l'inizio del fumetto.
Note: Questa storia sarebbe dovuta essere una one-shot, ma ho preferito dividerla in due capitoli... questo il primo, a breve pubblicherò anche il secondo.
Il raiting è arancione perché nel secondo capitolo saranno presenti tematiche più delicate...
Che dire, ho sempre voluto scrivere qualcosa su Azula e Zuko, perché adoro il loro rapporto: voglio dire, non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico, però mi affascina. C'è odio tra i due, è inevitabile, ma credo che ci sia molto di più... e volevo provare a descriverlo.
Per quanto riguarda il comportamento di Zuko, ho preso spunto sia dalla serie che da "The Search"; in questo fumetto, infatti, lo vediamo molto addolcito, e molto predisposto a ristabilire un rapporto con la sorella.
Per quanto potrebbe sembrare in alcuni passaggi, me ne rendo conto solo dopo aver scritto il capitolo (lol) NON vi è presente incesto tra i due, solo un rapporto tra fratello e sorella, molto ambiguo certo, ma solo quello.
Anche perché, è stato più forte di me, ho dovuto metterci un po' di Toko. A livello di trama non serve a molto, perché Toph avrà un ruolo ben preciso in questa fanfic... ma non ho potuto farne a meno. Li amo troppo insieme.
Un'ultima cosa: la struttura del "manicomio" è una citazione al film Shutter Island, che, se non avete visto, consiglio vivamente.
Spero vi piaccia ^^
 
 
 
 
 
 
 
 
"Toph... posso chiederti una cosa?"
Zuko guardò la dominatrice seduta accanto a lui, aspettando una sua risposta.
La Bei Fong era andata a trovare di nuovo il Signore del Fuoco, nonostante si fossero visti in tempi recenti.
A dire il vero i due si erano frequentati molto negli ultimi mesi, lasciando un po' in secondo piano i loro doveri, quali la scuola di dominio del metallo e i vari doveri come capo di una nazione.
A sentire i pettegolezzi, i due stavano intrattenendo una relazione; per il momento, in realtà, erano solo buoni amici e, se qualcos'altro stava nascendo fra loro, non ne erano ancora consapevoli.
Stava di fatto che quei sorrisi fin troppo dolci e le serate passate nei giardini di palazzo non convincevano nessuno.
"Dimmi pure, testa calda".
Zuko sospirò, cercando di ignorare il nomignolo.
"Vedi--"
"No" lo interruppe Toph, ridacchiando.
"Era un modo di dire" sbuffò il dominatore del fuoco, nonostante si stesse rimproverando mentalmente; tra tutti i modi in cui poteva iniziare una frase, aveva scelto proprio il peggiore. Doveva ammetterlo, ammirava il fatto che lei riuscisse a scherzare così tranquillamente sulla sua cecità, il che lo faceva sentire meno in colpa, quando si dimenticava di quella sua caratteristica, però non poteva fare a meno di sentirsi un po' male per lei, quando si creavano quegli equivoci.
"Comunque, fammi iniziare di nuovo" disse Zuko, concentrandosi. Guardò fisso davanti a sé, cercando le parole migliori con cui esprimere il suo discorso.
"Tu sei la migliore dominatrice della terra che io conosca, anzi, probabilmente sei la migliore che esista, dopotutto hai inventato il dominio del metallo..."
Toph alzò un sopracciglio. Era convinta che quei complimenti non fossero totalmente disinteressati; Zuko non era tipo da elogi così diretti, quindi stava probabilmente cercando di predisporla per qualche altra cosa, quasi sicuramente una richiesta. Decise però di non interromperlo, aspettando che finisse di parlare.
"Con il tuo dominio riesci addirittura a capire se qualcuno stia mentendo, poiché riesci a percepire il respiro alterato di una persona, il battito cardiaco accelerato... però so che non ci riuscivi con Azula...".
Il ragazzo voltò leggermente la testa verso l'amica, cercando di decifrare la sua espressione; lei non era stupida, e molto probabilmente aveva già capito dove stesse andando a parare. Decise allora di terminare il discorso, per togliersi quel peso.
"Questo perché è sempre stata incredibilmente fredda e calcolatrice, in un modo quasi disumano... ora però, sai cosa le è successo... è praticamente impazzita, diventando fragile... o meglio, quasi fragile. Quindi mi chiedevo se...".
"Ssh, ho capito testa calda" lo zittì bruscamente Toph, provocandogli un'espressione tra il sorpreso e lo stizzito.
"Vuoi andarla a trovare insieme a me in modo che io possa capire se è ancora così brava a mentire e, in caso abbia perso questa abilità, riferirti se dice la verità o no... probabilmente perché vuoi chiederle qualcosa in particolare".
La ragazza incrociò le braccia, soddisfatta; riusciva a percepire la sorpresa dell'altro, segno che era riuscita a capire dove volesse arrivare.
"E'... è esatto" sussurrò Zuko, sperando di non ricevere un rifiuto. Dopotutto, era sicuro che non le avrebbe fatto esattamente piacere incontrare Azula.
"Tranquillo testa calda, ti aiuterò. Ma solamente perché è stato abbastanza frustrante non riuscire a definire le menzogne di quella pazza, e voglio riprovarci... non certo per altri motivi".
Toph si voltò, arrossendo lievemente; certo non era per fargli un piacere. Assolutamente no.
Il giovane Signore del Fuoco abbozzò un sorriso, appoggiandole una mano su una spalla, con estrema cautela, quasi avesse paura di infastidirla.
"Grazie Toph".
 
 
L'Istituto di Riabilitazione Mentale della Nazione del Fuoco, all'apparenza, era un luogo come tanti.
Anzi, sembrava essere piuttosto accogliente, se non lo si conosceva bene.
Appena superato il cancello esterno, si accedeva ad un grande giardino, dove si potevano scorgere infermieri e ospiti passeggiare tranquillamente.
I pazienti che avevano il permesso di uscire facevano parte dei due edifici principali, il settore A e il settore B.
Erano entrambi adibiti ai casi meno gravi, e soprattutto meno pericolosi; il primo era per le donne, il secondo per gli uomini.
Erano due grossi edifici dall'aspetto piuttosto gradevole; i muri esterni erano tinteggiati in colori chiari e delicati, piuttosto rari tra i palazzi della nazione del fuoco, ma utilizzati per far sentire più in pace gli ospiti.
E poi c'era il settore C.
Quest'ultimo era un edificio isolato dagli altri due, ed era circondato da una recinzione molto alta e spessa, controllata da delle guardie.
Il settore C era adibito ai soggetti più gravi e aggressivi, per questo era ben protetto e gestito da medici e infermieri con molta esperienza.
Il grosso edificio era internamente strutturato come un labirinto, e solo chi vi lavorava, e il Signore del Fuoco, ovviamente,  conosceva esattamente la planimetria, in modo che, nel caso i pazienti fossero scappati dalle stanze, non sarebbero riusciti a trovare la via di fuga dal palazzo.
In realtà, però, il settore C ospitava una sola persona.
Solo una. Ma pericolosa, estremamente pericolosa, tanto da aver bisogno di quelle forme di sicurezza così elevate.
Nel settore C vi era Azula.
Nonostante quell'edificio sembrasse una prigione, e effettivamente lo era, Zuko aveva chiesto al personale dell'Istituto di trattare al meglio la ragazza, per quanto possibile. Infatti ella necessitava di una camicia di forza, di trattamenti particolare, di medicine specifiche e, spesso, di punizioni.
Infatti, nonostante fosse chiusa lì dentro da cinque anni ormai, non c'erano stati segni di miglioramento. La sua salute mentale peggiorava di giorno in giorno, e diventava sempre più difficile trattarla con riguardo.
Il Signore del Fuoco era sempre andato a trovarla con regolarità, ma aveva cominciato a diradare le sue visite dopo che i medici gli avevano riferito che era meglio lasciare il più possibile sola la ragazza, per evitare che commettesse atti sconsiderati.
Zuko, infatti, sapeva benissimo che Azula aveva tentato di suicidarsi diverse volte, in modo più o meno involontario.
Aveva sbattuto con forza il cranio sul muro, aveva provato a graffiarsi la gola con il sostegno del letto, aveva provato ad affogarsi durante il bagno.
Tuttavia, Zuko aveva assolutamente vietato che la si lasciasse morire. Quasi tutti gli avevano dato dello sconsiderato, compresi i suoi amici, giacché sarebbe stato meglio che un nemico così pericoloso fosse ben seppellito nella tomba... ma era sempre sua sorella.
In un angolo del suo cuore, il dominatore del fuoco credeva che Azula potesse guarire. Era convinto che, con il tempo, si sarebbero potuti riavvicinare, era convinto che lei potesse dimenticare tutto quell'odio... o almeno, lo sperava.


 
Toph venne condotta dall'amico all'interno dell'Istituto.
Si orientò dopo pochi istanti; con il suo dominio riusciva a percepire la disposizione degli edifici, la loro struttura, la loro forma.
E quando si accorse che uno di essi era circondato da guardie e protezioni, non fece fatica ad indovinare che quella fosse la loro meta.
"Si avvicina qualcuno" affermò la ragazza, girando la testa verso la direzione di provenienza dei passi.
"Sì, sono delle guardie, ci scorteranno da Azula" rispose Zuko.
"Le guerriere Kyoshi non si occupano di tenerla sotto controllo?"
"No, le ragazze si occupano della mia protezione... anche perché preferisco che stiano lontane da lei".
"Hai paura di lei, testa calda?"
La domanda di Toph sarebbe sembrata una presa in giro, se non fosse stato per quel tono duro e serio.
Il ragazzo sospirò. Evitò di rispondere alla domanda, prendendo come scusa il fatto che i soldati erano arrivati, e che doveva spiegare loro la situazione.
La giovane si accorse che aveva sviato apposta il discorso, ma decise di lasciar correre, almeno per il momento.
Scortati dalle guardie, i due si incamminarono verso il famigerato settore C, cercando di nascondere quel senso di nervosismo che attanagliava il loro stomaco.


 
Azula era seduta a terra.
Se non fosse stato per il lieve movimento del petto, che tradiva il respiro, sarebbe stata assolutamente immobile.
Lo sguardo era fisso a terra, vuoto, perso, distrutto.
I capelli le erano stati tagliati malamente dagli infermieri, probabilmente perché lei si dimenava ogni volta che qualcuno osava avvicinarsi, e le conferivano un'aria ancora più incolta e scompigliata.
Era dimagrita, molto anche, e i bei lineamenti del suo volto erano scavati, scarniti ed inevitabilmente imbruttiti.
La camicia di forza, seppur necessaria, certo non contribuiva a attribuirle un'immagine dignitosa; sembrava ormai un animale inferocito, pronto a scattare al minimo rumore.
E, effettivamente, alzò violentemente la testa quando sentì un rumore di passi avvicinarsi.
Sicuramente non gli stavano portando il pranzo, aveva mangiato da poco, e nemmeno erano venuti per lavarla; l'orario del bagno era alla mattina, e ormai era il crepuscolo. Le medicine le venivano somministrate sempre dopo il tramonto...
Era rimasta una sola opzione.
Zuko.
 
I soldati fecero cenno al loro sovrano e alla sua accompagnatrice di fermarsi, una volta arrivati davanti alla camera.
Il Signore del Fuoco aveva sempre dato disposizioni ben precise durante le sue visite: voleva rimanere da solo con lei, e non voleva che venisse incatenata. Nel caso di un suo scatto d'ira, lui avrebbe sempre avuto il suo dominio, e non gli sarebbe stato difficile allontanarla; Azula lo sapeva, per questo non aveva mai provato ad attaccarlo... almeno non ancora.
Le guardie aprirono la porta e, come da ordine, si allontanarono.
"Toph, aspetta qui. Preferisco prima entrare da solo... ti avviso io quando mostrarti".
La dominatrice fece cenno di sì con la testa. L'amico aveva tutte le motivazioni per voler prima vedere la sorella da solo...
Il ragazzo inspirò profondamente e, con poche lunghe falcate, entrò nella stanza.
 
Azula si ritrovò davanti il fratello.
Lo osservò per qualche istante, mantenendo la sua posizione.
Provò un eccessivo senso di rabbia nel vederlo ancora con il simbolo reale tra i capelli, il simbolo che sarebbe dovuto essere suo.
Non l'aveva visto per parecchio tempo, e provò invidia nel constatare che era cresciuto ancora, e in meglio. Mentre lui sembrava sempre più uomo, lei sembrava sempre più bestia.
"Ciao Azula".
A quelle parole, pronunciate con tono disgustosamente dolce, la ragazza si mosse, trascinandosi verso un angolo della camera, raggomitolandosi lì, distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
Zuko sospirò. Faceva sempre così, ogni singola volta. Sperava che, almeno quel giorno, gli avrebbe rivolto la parola... magari scossa dalla presenza di Toph.
Il giovane provò ad avvicinarsi, con risultato un rantolo nervoso da parte della sorella.
Non poteva andare così anche quella volta; aveva bisogno che lei rispondesse alle suo domande... aveva bisogno che parlasse.
Doveva provare qualcosa di nuovo, e in fretta.
Improvvisamente, un'idea gli balzò in mente. Decise di aspettare ancora un po' a chiamare l'amica e, nel frattempo, cominciò a togliersi la pomposa sopraveste regale, rimanendo con una tunica più semplice.
Quell'azione inaspettata fece alzare lo sguardo ad Azula, che si mise ad osservare ogni movimento dell'altro. In particolare, la ragazza fremette quando vide il fratello sciogliersi i capelli e poggiare a terra, sopra gli altri vestiti, la propria corona.
L'ex principessa seguì con gli occhi quell'oggetto d'oro, quasi incantata.
Zuko, a quel punto, si sedette davanti a lei, a gambe incrociate, attirando nuovamente l'attenzione della sorella e, fortunatamente, anche la sua curiosità.
"Non vengo qui in veste ufficiale. Vengo qui in veste di fratello, Azula".
   
 
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