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Autore: theinterruptedgirl    04/09/2008    1 recensioni
Margaret è una ragazza ordinaria, che vive una vita ordinaria, senza eccessi.
Miky invece è una giovane studentessa di discipline nautiche che sbarca al paese di Margaret per via di uno stage sulla barca di un famoso armatore. Un incontro apparentemente banale, che però...
Genere: Romantico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il paese in cui era nata e cresciuta Margaret era un paese che basava la sua esistenza e sussistenza sul mare. Pesca, Porto e Turismo erano i tre concetti cardine attorno alla quale ruotavano l’intero paese e i suoi abitanti. La maggioranza infatti, era a capo di piccole e grandi attività legate al turismo e alla pesca. Anche Margaret e la sua famiglia.

La villetta nella quale la giovane Margaret aveva trascorso i primi 14 anni della sua vita, infatti, da tre anni era stata ormai adibita dai genitori a Bed and Breakfast, pronto ad accogliere turisti e navigatori di passaggio. La famiglia di Margaret si era dunque sistemata in una villetta adiacente che aveva rilevato da un’anziana vedova senza figli.

Margaret era una ragazza ordinaria, che usava trascorrere il suo tempo libero al B&B, ad aiutare i genitori. Altrimenti, la cosa che preferiva fare era andare al molo ad osservare in silenzio religioso il suo amato mare.

- Margaret, tesoro, ti sei accertata che le camere siano tutte in ordine e pronte? –, domandò ansiosa la madre della giovane, intenta a cercare delle carte sul bancone d’accettazione.

- Sì mamma, gli inservienti hanno sistemato tutto…ma si può sapere cos’è tutta quest’agitazione? – brontolò dal divanetto della sala d’attesa su cui si era sbragata.

- Ma come, ancora non lo sai? Oggi arriva in paese un famoso armatore che ha deciso di far alloggiare il suo equipaggio proprio qui da noi! Dobbiamo fare in modo che tutto fili liscio…dobbiamo fargli assolutamente una buona impressione! – fremette.

Margaret sbuffò: dentro di lei sapeva che a quell’armatore poco sarebbe importato di come avrebbero trattato il suo senza dubbio zotico equipaggio. Che le camere fossero in ordine o meno, sicuramente nessuno l’avrebbe notato.

- Ad ogni modo…loro arriveranno per l’ora di pranzo. Fai in modo di trovarti qui – concluse la madre.

Assai controvoglia, la giovane ragazza ritornò alla pensione per l’una, e trovò i genitori dietro al banco d’accettazione, con indosso i loro abiti migliori. Lei, invece, non si era neppure cambiata: era convinta che la maglietta e gli shorts che aveva indosso dalla mattina andavano più che bene per un gruppo di marinai.

Alla fine, il pullmino che li aveva raccolti al molo parcheggiò davanti al bed & breakfast intorno alle 14.00.

Non appena i portelloni si aprirono, le voci profonde e sguaiate dell’equipaggio si diffusero nell’aria come un tuono, il tutto farcito da risate cavernose. Da dove si trovava, Margaret poteva intravedere che cinque energumeni abbronzatissimi, con indosso una maglietta a righe bianche e rosse e un pantalone alla pescatora rosso, stavano scaricando dal retro i loro bagagli. Senza alcun tipo di formalità o di rispetto, quindi, entrarono. Le risate e le chiacchiere si spensero solamente davanti al bancone, quando una ragazza che Margaret non aveva notato in mezzo a quelle montagne tuonanti abbronzate, si avvicinò ai genitori di Margaret. Aveva i capelli castani tagliati corti, che le facevano risaltare straordinariamente il viso. Gli occhi erano verdi, di una sfumatura che Margaret non aveva mai visto. Vicino a quei ragazzi così forti e muscolosi, il suo fisico asciutto non sfigurava per nulla.

- Salve! – salutò cordialmente, con un sorriso sincero – Siamo l’equipaggio del Signor…-

- Sì, sì! Lo sappiamo – sorrise la madre di Margaret. – Vi stavamo aspettando! Ci sono da sbrigare delle piccole formalità…cortesemente, potreste fornirci i vostri documenti per la registrazione? – chiese.

Durante la registrazione, le chiacchiere ripresero, sempre più forti. La ragazza, che era la più vicina a Margaret si voltò verso di lei con un sorriso. – Scusateli…non sono dei campioni di buone maniere, ma sono dei bravi ragazzi. Non vi daranno senz’altro fastidio -.

- Perfetto…- proruppe la madre nuovamente – ecco le vostre chiavi. Margaret ora vi accompagnerà alle stanze e vi dirà gli orari della colazione -.

Tutti raccolsero le proprie borse e si incamminarono chiassosamente dietro alla giovane Margaret. La ragazza dell’equipaggio la raggiunse in fretta, mentre salivano le scale, poiché nessun altro sembrava interessato a conoscere gli orari.

- La colazione va dalle 07:00 alle 08.30…se vi serve la mattina mia madre o mio padre possono passare a svegliarvi…-

- Oh no…finalmente abbiamo la possibilità di riposare! Ti ringrazio …anche a nome loro…io sono Michelle, comunque. Ma loro mi chiamano Miky – disse, tendendole la mano con un sorriso. Margaret gliela strinse, presentandosi. Per un secondo la fissò negli occhi, ma non riuscì a sostenere l’intensità di quello sguardo e di quel verde così intenso.

- Non pensavo che ci fossero donne negli equipaggi… - osservò scioccamente Margaret, percorrendo il corridoio, mentre i ragazzi pian piano si disperdevano nelle camere assegnategli.

- Oh bé, sono molto rare, ma ci sono. Diciamo che l’emancipazione della donna non ha ancora raggiunto a pieno il settore nautico…a scuola siamo in cinque in tutto l’istituto! -.

- Ecco, questa è la tua camera. – disse Margaret, indicando una porta – Ah…io pensavo che tu lavorassi abitualmente per questo tipo di cui tutti parlano! -.

Michelle si mise a ridere. – No, no…per fortuna direi! Il mio capo è stronzo almeno quanto è famoso! No, io studio l’inverno. Quest’estate però sono riuscita ad essere ammessa a questo stage e allora sarò in mare per tre mesi. Ho 17 anni io! Lasciami godere ancora per un po’ lo studio! Va bene…allora ci vediamo in giro? Anzi: perché ‘sta sera non ci accompagni a fare un giro del paese? O meglio…mi accompagni. Loro probabilmente si rintaneranno nel primo pub che vedono ad ubriacarsi! – disse, appoggiandosi allo stipite della porta.

- D’accordo, non c’è problema. A che ora? –

- 7.30? Va bene per te? – chiese gentilmente.

- Ma certo! Non c’è problema. Allora…a più tardi! – salutò.

- Ok…ciao…- sorrise Miky.

“Che strano”, pensò Margaret, ripercorrendo il corridoio. Non le era mai capitato di sentirsi così. Per tutta la durata di quella conversazione un’agitazione mai provata l’aveva pervasa. Eppure Miky era stata così gentile! Non si può dire che la sua presenza la mettesse a disagio. Era stata estremamente disponibile ed educata. Tuttavia…c’era qualcosa di strano. Quegli occhi, ad esempio: Margaret non riusciva a fissare Miky negli occhi per più di un paio d’istanti. Timidezza? Margaret non si era mai sentita così prima d’ora: impossibile fosse timidezza. L’unica possibilità per capire quella strana sensazione era attendere e vedere come si sarebbe sviluppata quella sera.

  
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