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Autore: Tem_93    04/09/2008    7 recensioni
-Non è vero kankuro, noi insieme possiamo avere tante cose – mentì sia a lei che a lui. Era una frase senza senso quella che aveva appena detto, e sapeva che lui glielo avrebbe fatto capire.
-Cosa Ino. Cosa possiamo avere insieme? Non posso sposarti, perché penso che tuo padre lo verrebbe a sapere, non possiamo avere un figlio perché tuo padre noterebbe che sei incinta, non possiamo nemmeno camminare mano per mano per la strada. Non ci sto più io. Abbiamo cominciato con del sesso è vero. Ma allora voglio che sia solo quello, sesso non amore quello che facciamo la notte.- le dure e vere parole arrivarono dritte dritte a Ino, e i suoi occhi ben presto si bagnarono di lacrime amare. Distolse ancora lo sguardo dall’amante.
-No kankuro. Non mi va. Non sono una puttana, non trattarmi come tale. Io non voglio solo del sesso da te e lo sai.- non fermò i singhiozzi e le lacrime. Prese la borsetta e uscì dalla casa. Kankuro restò lì, su quella sedia, senza fare niente. –Non ti ho mai trattato come tale,Ino –. [KankuroxIno, Vieni qui di Vasco , dedicata a Lily_90 e bambi88]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Ino Yamanaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHINA DOLL

Si rivoltò nel letto morbido, girandosi dalla parte opposta. Cercò con le mani il suo corpo e lo tirò a se. Lei farfugliò qualcosa, ma lui non l’ascoltò. Appoggiò il suo mento nell’incavo della sua spalla e annusò il suo sapore di fiori freschi, che aveva sempre addosso. Aprì piano gli occhi, premendo le sue labbra sul collo della ragazza. La sua pelle era chiara e liscia e i suoi capelli biondo chiaro le ricadevano sulle spalle. Il suo copro perfetto era attaccato al suo e gli trasmetteva un piacevole calore.

-Buongiorno- le sussurrò nell’orecchio, svegliandola un po’ di più.

-mmm- mugugnò lei cercando di sottrarsi al suo possente abbraccio. Ma lui la strinse di più, facendole quasi male.

-mi fai male stupido!- sibilò subito acidamente. Lei era raramente dolce con lui, mentre lui con lei lo era troppo spesso.

- Buongiorno- ripetè il ragazzo baciandole il collo. Un brivido percorse la schiena della ragazza, veloce come una scheggia. Succedeva tutte le volte che lui la baciava, qualunque fosse il posto. Non resisteva alle sue labbra, non riusciva a farlo. Si voltò verso di lui e lo baciò, leggermente, piano e dolcemente. Lui le sistemò il ciuffo di capelli chiari che le copriva sempre i suoi bei occhi azzurri, azzurri come il cielo in estate. Le sorrise teneramente.

Lei era bellissima, era tutto quello che non credeva di conquistare. Invece lei si era innamorata di lui, prima che lui lo fosse veramente di lei. Lui vicino a lei sembrava stonasse, ma solo in apparenza. Lei in apparenza sembrava una bambolina di porcellana e lui accanto a lei sembrava troppo grosso e duro, vicino a lei che appariva fragile. Ma era quasi il contrario. Rotta la porcellana Ino era una belva. Isterica e lunatica non perdeva occasione per parlare ed alzare la voce. Lui invece era più dolce di quello che si potesse credere , e paziente. Inoltre era l’unico che l’amava. Già, perché lui l’amava veramente, non come quelli venuti prima, che invece di lei amavano i suoi soldi. Ino aveva una lista lunga di persone che aveva amato e che non avevano ricambiato. Kankuro era l’eccezione. Lei lo amava ed era ricambiata, del tutto. Ma lui non era il ragazzo per lei, o almeno non lo era per suo padre, Inoichi Yamanaka, uno degli uomini più ricchi di tutto il Giappone. Kankuro non aveva molti soldi e non stava aspettando enormi eredità dai parenti. Lui era un normalissimo ragazzo, ma sapeva che non era abbastanza per essere il fidanzato di Ino Yamanaka, anche se non aveva intenzione di perderla.

-Senti Ino, quando hai intenzione di dire a tuo padre di noi- chiese , ormai per l’ennesima volta

-Senti Kankuro, ne abbiamo già parlato. Se lo scoprisse e fosse contrario farebbe di tutto pur di dividerci.- lo liquidò velocemente lei. Prese il lenzuolo chiaro e se lo portò alla gola, come se si vergognasse.

- Senti da quando siamo insieme abbiamo sempre fatto tutto di nascosto, pensi cha mi piaccia, sapere che per te non posso essere niente più di un gioco?- domandò, schietto. Ino incassò il colpo. Aveva ragione. Aveva sempre dannatamente ragione lui. E sapeva sempre farglielo pesare.

-Senti sai benissimo che non sei solo quello per me, sai che se fosse per me non ci dovremmo mai nascondere .- rispose frettolosa alzandosi col busto e buttando le gambe esili giù dal letto.

-Non mi sembra che tuo padre ti abbia ordinato di farlo!- esclamò lui furbo
Lei alzò gli occhi, scaldandosi. Lo sapeva anche lei, lo sapeva che non gli aveva ordinato di fare tutto in segreto ma se non avessero fatto così sicuramente lui avrebbe scoperto di loro due. Ma cosa aveva quello al posto del cervello??

-Senti kankuro, per favore la smetti. Troverò una soluzione prima o poi- aprì la porta del bagno entrandoci.

-Quindi io fino a che non trovi una soluzione resto il giocattolino di turno –mormorò, sbuffando. Ino uscì immediatamente dal bagno.

-kankuro smettila con questa storia! Sai che non è così- gridò arrabbiata. Poi sospirò, confusa. Camminò fino al letto del ragazzo e tornò tra le sue braccia. Lo strinse a se, mentre lui non rispondeva all’abbraccio. Nascose la sua testolina nel suo petto nudo, come una bimba . Rialzò il capo- senti Kankuro ti giuro che glielo dirò – gli promise, speranzosa che la perdonasse. Ancor a per una volta non riuscì a resistere ai suoi occhi tristi. Distolse lo sguardo e l’abbraccio a sua volta.

-Ti amo kankuro –sussurrò lei, più sicura.

-Anche io Ino –rispose lui, socchiudendo gli occhi.

***

Kankuro socchiuse gli occhi. Il chiarore del sole al mattino era chiaro, riflesso nelle finestre assumeva un colore unico, un giallo chiaro, pulito. Era facile collegarlo a qualcuno, era il colore dei capelli di Ino. Si alzò dal letto sfatto e vuoto, dirigendosi in bagno. Ino e lui non si vedevano da circa una settimana, ma dopotutto lo aveva previsto. Era il 50° compleanno di Inoichi e per tutta la settimana lei era stata col padre. Sì, era ancora il suo giocattolino, la sua marionetta . Ma per lei avrebbe ancora aspettato, ancora un po’. Si svestì, buttando i boxer nel cesto degli indumenti sporchi, poi entrò nella doccia, aprendo l’acqua calda. Le goccioline cominciarono a scendere sul suo corpo, togliendo da lui anche la stanchezza. Nel pomeriggio sarebbe dovuto andare dalla sorella che non vedeva da qualche mese. Era furiosa, ma in realtà la colpa era non era di kankuro. Se lei aveva di meglio da fare cosa voleva da lui. Un’altra donna bionda e pazza. Prese l’asciugamano e lo legò in vita. Usci dal bagno e si sdraiò ancora sul letto. Quel Nara lo stava contagiando con la sua pigrizia. Accese la televisione. Si accese sul quello stupido canale che guardava solo Ino quando era lì. Uno stupido canale di moda, o di gossip come diceva lei. Un canale spazzatura insomma! Prese il telecomando e fece per cambiare canale. Ma qualcosa attirò la sua attenzione.

<< Oggi a Tokio è stato festeggiato il 50° compleanno del miliardario Inoichi Yamanka, con l’inaugurazione di un nuovo hotel a cinque stelle . Inoichi l’ha voluto chiamare come la figlia, Hotel Ino . La ragazza in questione si è presentata al fianco di un giovane, l’erede di un’azienda che fattura qualche milioni di yen ogni anno . Il fortunato ragazzo si chiama Sai e ormai si crede che abbia fatto colpo sulla bella e giovane er … >>

Kankuro spense e buttò per terra il telecomando con violenza .Aveva voglia di spaccare il televisore, quell’inutile scatola quadrata . Sbuffo, furioso. Si sdraiò sul letto, cercando di non pensare a niente. Pensò a sua sorella che probabilmente stava urlando qualcosa a quel pover uomo, che era stato così pazzo da sposarla.

-Stronza- non ci riusciva. Lei era un chiodo fisso ormai. Una volta aveva pensato di sposarla, ma poi aveva ricordato suo padre. La vita era ingiusta con lui.
Tutti i precedenti ragazzi di Ino erano ricchi, belli e conoscevano Inoichi e lui li accettava. Ma loro non amavano Ino. Lui no . Lui non aveva soldi da buttare, ma lui amava Ino. Peccato che lei non avesse il coraggio di presentarlo al padre.
-Cazzo- borbottò . Buttò indietro la testa e lasciò che il cuscino si bagnasse, di rabbia.

***

La Mini viola girò a destra, fermandosi poi davanti ad un piccolo cancello di ferro. Ino parcheggiò la macchina, poi si guardò nello specchietto. Tolse le chiavi dalla macchina e le butto dentro alla borsetta che prese in mano. Usci e sbattè la portiera. Aprì il cancello e la porta di casa con le doppie chiavi.

-KANKURO! Sono io, Ino!- urlò richiudendosi la porta alle spalle. Lo cercò nella sala ma non era lì, nella sua camera non c’era. Andò in cucina sbuffando. Kankuro era seduto. Le gambe divaricate, le braccia incrociate, la schiena contro alla sedia, gli occhi chiusi a fessura.

-Kankuro, perché non rispondi quando ti chiamo- sbottò appoggiando la borsa sul tavolo e si avvicinò a lui per baciarlo. Lui la scansò con una mano.

-Dobbiamo parlare- disse lentamente, duro e serio come lei non l’aveva mai visto.

-Di cosa Kankuro?- chiese la ragazza. Prese una sedia e si sedette di fronte a lui, accavallando le gambe magre.

-Lo sai benissimo.- rispose solo continuando a fissare i suoi occhi – credevi che non sarei venuto a sapere?- le domandò

Ino spalancò gli occhi, spaventata. Sì, credeva che non lo sarebbe venuto a sapere, sperava con tutta se stessa che non l’avesse vista vicino a Sai. Calò velocemente il silenzio.

Almeno adesso che
Siamo seduti qui
Perché non mi racconti
Cosa non va per te
Perché non resti qui
…Non hai tempo mai
Perché non ti fermi
Dimmi dove vai

-Dimmelo- disse lui, senza forzarla e senza urlare, come se un per favore fosse sottointeso.

-Kankuro, io … Mio padre mia ha chiesto se avevo un giovane ad accompagnarmi per la festa del suo compleanno. Gli ho risposto che …- non finì la frase. Aspettò che lui capisse anche se era sicura che lui sapesse già cos’era successo. –Mi ha chiesto se mi dispiaceva andarci con Sai. Gli ho risposto di no, ma che non avrei riaperto la storia con lui. Lui ha accettato e poi ….. sai com’è andata – ammise senza guardarlo. Sapeva di averlo in qualche modo tradito.

-Certo, sai è pieno di soldi, è ovvio- farfugliò kankuro scuotendo la testa

-Ma sai che io non provo niente per lui – cercò subito di scusarsi la ragazza

-Lo so . Ma so anche che io e te non potremo mai avere niente più di quello che abbiamo Ino. Non sono arrabbiato con te- ammise, sorridendo debolmente.

Ino rialzò lo sguardo verso di lui. Gli occhi nocciola la fissavano. Erano seri, erano duri, erano sinceri. Non poteva mentire a quegli occhi che di lei vedevano tutto. Un libro aperto, ecco cos’era per lui. Perché lui sapeva come andava il mondo, lui non era uno di quelli che vogliono e vogliono senza pensare a niente. Lui era diverso da lei. Lui era un uomo intelligente, lei una ragazzina capricciosa e viziata. Lui sapeva fare una scelta, fosse giusta o sbagliata, lui ne aveva il coraggio. Lei come una bimba che ha paura di perdere il proprio pupazzo non riusciva neanche a dir la verità al padre.

-Non è vero kankuro, noi insieme possiamo avere tante cose – mentì sia a lei che a lui. Era una frase senza senso quella che aveva appena detto, e sapeva che lui glielo avrebbe fatto capire.

-Cosa Ino. Cosa possiamo avere insieme? Non posso sposarti, perché penso che tuo padre lo verrebbe a sapere, non possiamo avere un figlio perché tuo padre noterebbe che sei incinta, non possiamo nemmeno camminare mano per mano per la strada. Non ci sto più io. Abbiamo cominciato con del sesso è vero. Ma allora voglio che sia solo quello, sesso non amore quello che facciamo la notte.- le dure e vere parole arrivarono dritte dritte a Ino, e i suoi occhi ben presto si bagnarono di lacrime amare. Distolse ancora lo sguardo dall’amante.

So che non è così
Quello che avevi in testa
Non ci puoi fare niente
La vita non si ferma

-No kankuro. Non mi va. Non sono una puttana, non trattarmi come tale. Io non voglio solo del sesso da te e lo sai.- non fermò i singhiozzi e le lacrime. Prese la borsetta e uscì dalla casa. Kankuro restò lì, su quella sedia, senza fare niente. –Non ti ho mai trattato come tale,Ino –

La Mini viola partì per non fermarsi più lì. Quello era stato probabilmente il loro ultimo incontro. Lei non lo avrebbe più visto, mentre lui sarebbe stato perseguitato da quelle foto nelle copertine dei giornali che avrebbero squarciato ogni volta la ferita. Ma dopotutto era quello che aveva voluto. Non voleva essere una marionetta per lei, ora non era più niente.

Non potrai mai trovare un altro come me
Sarà difficile perfino anche per te
Che hai sempre avuto tutto
Tutto facile

Ino nella macchina continuava a piangere. Si era fermata a pochi isolati da quella casa così familiare e così fredda. Gli occhi erano offuscati dall’acqua salata. Perché. Perché aveva rovinato tutto. Era tutta colpa sua. Se solo fosse stata più forte, se avesse avuto quel coraggio che le mancava. Invece no, aveva fatto un errore e ora ne pagava le conseguenze. Non avrebbe più trovato nessuno come Kankuro. Non avrebbe mai più trovato chi l’avrebbe amata per quella che era. Aveva avuto occasioni in passato e le aveva buttate tutte . Shikamaru l’aveva sempre amato, ma lui amava un’altra, proprio la sorella di Kankuro che non aveva neanche la metà dei suoi soldi . Sasuke aveva amato soli i suoi soldi. Kiba amava un po’ lei e un po’ i portafoglio di suo padre. Choji l’aveva amata, ma lei pretendeva qualcosa di più, che stupida era stata. Sai era un bastardo, un amico di Inoichi che aveva tentato in vari modi di arrivare ai soldi degli Yamanka, Ino era stata solo un tentativo. Poi c’era stato kankuro. E lei era stata una stupida, perché per conservare intatto quell’amore l’aveva chiuso in una campana di cristallo soffocandolo. Quale sarebbe stato il prossimo nome d’aggiungere alla lista, e quale sarebbe stato il motivo per cui il prossimo l’avrebbe lasciata. Sicuramente l’amore non sarebbe centrato . Tutta colpa dei soldi. Lei odiava i soldi con tutta se stessa, perché la privavano da sempre dell’amore. Erano pieni di soldi eppure sua madre pochi anni fa era morta di una malattia rarissima, e quei dannati soldi non erano serviti a un bel niente. Lei non era una da soldi, ma ci nuotava in mezzo da quando era nata, ed ora pagava le conseguenze anche di questo.

***

La settimana era trascorsa in fretta anche per lui. Da quando temari aveva saputo cosa era successo al fratello era stata quasi tutti i pomeriggi lì con lui, trascinandoci anche Shikamaru e Gaara . Avevano scherzato, riso, mangiato, giocato insieme, ma mai erano passati sull’argomento “Ino”. Temari sapeva cosa stava passando il fratello e non aveva intenzione di fargli passare tutto quello da solo. Kankuro dopo che andarono via i tre si buttò sul divano. Credeva fosse stato facile scordare Ino, sperava che non si fosse innamorato troppo di lei. Ma si sbagliava . Era fin troppo coinvolto ed ora era come in astinenza . Era stato come privarsi della propria droga, ma se fosse stato così aveva fatto bene, perché la droga non fa mai molto bene alle persone. Eppure nei momenti in cui sua sorella non gli ordinava qualcosa lui riusciva a pensare solo a quello. Quella “droga” di nome Ino, con quei bei capelli lunghi e biondi, con due occhi azzurri, con la pelle candida e profumata . In poco tempo, però, era sicuro che sarebbe passata .

Sentì il rumore si una macchina fermarsi vicino a casa sua. Pensò subito che la sorella avesse scordato qualcosa. Senza infilarsi nuovamente la maglia andò ad aprire alla porta . Lo stupore fu grande, quando vide una Mini viola parcheggiata sotto il grande albero, nel suo solito posto. Di fronte a lui Ino sorrideva, debolmente, guardando per terra.Non gli lasciò il tempo di parlare

-Ho detto a mio padre che sono innamorata di un uomo, che non è affatto ricco e che lo amo con tutta me stessa. Lui mi ha risposto che non sapevo cosa stavo dicendo e che non conoscevo l’amore. Io gli ho ripetuto che invece lo amavo davvero, e che lui non mi avrebbe ostacolato. Lui mi ha ordinato di decidere tra quest’uomo e mio padre.- Ino si fermò.
Kankuro sapeva la risposta.

Aveva scelto lui.

Aveva rinunciato ad un eredità miliardaria per poter amare lui. Era stata cacciata da suo padre perché aveva avuto il coraggio di rivelargli di amare Kankuro. Ino Yamanaka, la bimba viziata e capricciosa, aveva messo da parte quella che era, per essere amata. Perché kankuro l’amava, oh sì. Lui cercava di mentire, di nasconderlo, ma lui sperava che Ino fosse riapparsa un giorno davanti alla sua porta a digli quello che gli aveva appena detto.

Vieni qui….. Vieni qui …Vieni qui …

-Vieni qui- mormorò il ragazzo. Lei non se lo fece ripetere, accomodandosi velocemente tra le sue braccia forti, contro il suo petto nudo. Alzò gli occhi verso di lui, e aspettò che la baciasse. Sul volto di kankuro scesero lacrime che non erano sue.

Perché dopotutto Ino era una bambolina di porcellana, e si sa, le bambole di porcellana sono molto fragili.

Kankuro la prese in braccio e la portò nella sua camera. L’adagiò sul letto, delicatamente. Lei, sotto di lui, lo tirò verso di se, baciandolo. Kankuro le sfilò i vestiti, percorrendo ogni parte del suo corpo con baci bollenti che infuocavano la ragazza . Brivido, passione, voglia, gioia, amore erano mescolati in quei baci che da troppo non trovavano l’altro, che da troppo non si posavano su quel corpo. Le lacrime versate, le ferite dolorose, le parole dure, furono tutte ripagate da quella notte di puro amore, e di cambiamento.

Da quel giorno in poi kankuro avrebbe sempre vegliato sulla sua bambolina di porcellana.

FINE

***

Dedico questa fan fiction a Sara (Lily_90) e a Roberta (bambi88) perché sono le prime sostenitrici di questa coppia e perché è grazie a loro che anche io adoro la KankuroxIno, oltre ad essere due delle migliori autrici di tutto EFP ^^ . Spero vi piaccia.

Ringrazio Ste, che mi ha dato per prima la sua preziosa opinione e mi ha convinta a pubblicarla

MiKy

  
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