Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Elibettysoul98    23/07/2014    1 recensioni
Salve a tutti! è da un po' che non frequento questo sito ed ho deciso di riprendere in mano carta e penna, dando sfogo alla mia immaginazione.
Dunque, questa storia tratta di un Oc di mia invenzione (Katarina Uzelac) rappresentante della Croazia e del fratello Serbia.
La vicenda si svolge durante la ribellione della popolazione croata nei confronti dei serbi, per ottenere l'indipendenza, nel 1991.
Spero che la storia vi piaccia e...buona lettura!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Republika Hrvatska: Cvijet preporođeni.'
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" Non mi importa."

- Un'atroce fitta al fianco mi coglie il fianco destro, facendomi mugolare come un cane che è appena stato bastonato.-

-Ecco cosa sono: un cane che è stata costretto da una corda alla gola, troppo streta che mi ha impedito di emettere alcun suono, che sia di dolore o di pura ribellione.

Mi accingo ad alzarmi da quell'asfalto freddo come il ghiaccio che non fa che aumentare il bruciore delle mie ferite, le quali non smettono di sanguinare.
Il sapore metallico che ho in bocca si mischia a quello nauseante del vomito, facendomi socchiudere gli occhi ma mi dà l'esule convinzione di essere ancora viva.
Mi sorreggo incerta sulle ginocchia sbucciate e sporche di polvere e mi passo il dorso della mano sulla guancia sinistra, lercia come il resto del mio gracile e distrutto corpo. 
Una forza a me sconosciuta mi aiuta ad alzarmi in piedi e ad alzare lo sguardo. -

"Non mi importa di morire."

- Mormoro con voce bassa e roca, una voce che ormai non ha più paura di nulla, neanche delle peggiori torture inventate dall'uomo, neanche della morte.
Stringo nell'altra mano il coltello, gocciolante del familiare liquido cremisi e lo alzo all'altezza del viso.
Deglutisco a fatica, prendendomi un'intera treccia corvina ormai sfatta e la taglio di netto, lasciandola cadere per terra.
Faccio lo stesso con l'altra e subito dopo il mio sguardo si infuoca di una determinazione mai provata prima.
Allungo la mano col coltello verso quello che prima ritenevo mio fratello e mi mordo le labbra screpolate, con tanta forza da farle sanguinare. Una ferita in più, non avrebbe fatto la differenza.-

"Serbia. Io ti cacceró e conquisteró la mia indipendenza. Costi quel che costi."

-Grido a pieni polmoni, prima che la mia voce sia coperta dal rumore assordante di migliaia di spari.-

"...non mi importa."
   
 
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