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Autore: Rage The Soldier    23/07/2014    1 recensioni
In un futuro non troppo lontano, l'esercito ha preso il controllo della Terra, attraverso l'uso di soldati molto speciali, in grado di trasformarsi in ibridi fra umani e animali diversi. Sono senza pietà e piuttosto bellicosi, molto difficili da sconfiggere. Questa è la loro storia.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Campo base di addestramento, sala della resistenza, ore 19:36
 
Due figure si stavano scontrando nel mezzo del campo, la prima attaccando violentemente, la seconda cercando di schivare raffiche di micidiali morsi velenosi.
"Avanti, muoviti! Sssei una perditempo!"” urlò l'aggressore, un grosso serpente dotato di braccia umane che la stava mitragliando di colpi su colpi. La ragazza evitò l'ennesimo morso e piantò le unghie nere ed affilate da gatto fra le scaglie grigiastre del maestro, che si bloccò e scattò all'indietro, trascinandola con sé e facendola rovinare a terra sotto di lui.
"Non diventerai mai più forte continuando a combattere così!" la rimproverò nuovamente il capo militare. Lei si riprese e balzò subito all'indietro per allontanarsi, digrignando i denti affilati di un vero felino pronti a ripagare l'avversario son la sua stessa moneta, scartò di lato e si portò velocemente di fianco al grosso serpente.
"Bene Dark Rose, così va meglio..."
Questo evitò l'affondo e neanche tre secondi dopo avvolgeva nella sua stretta presa l'allieva, pronto a stritolarla in tutti i suoi tre metri di lunghezza.
"Ma non abbassstanza."
Il serpente iniziò a stritolarla senza darle possibilità di reagire, con una furia che solo un intenso odio poteva donare. Cercando velocemente una via di fuga, Dark Rose si divincolò dalla presa, liberando la testa quanto bastava per allungare un morso vicino al capo del rettile: immediatamente il dolore della dentatura aguzza lo costrinse ad allentare la presa ed allora con uno strattone la ragazza liberò gli arti intrappolati.
I due balzarono all'indietro e lei riprese sembianze umane: la lunga coda sinuosa, le orecchie e la pelle color nero pece lasciarono il posto ad una carnagione pallida come la luna, quasi innaturale.
"Beh, che hai? Sssei già stanca? Spero per te che non ssia così!" la riprese il grosso Mamba nero, tornando umano a sua volta. Le gambe si divisero, facendo sparire la coda, le scaglie e gli aculei. Il viso si trasformò da quello di un serpente dai canini aguzzi a quello di un umano con gli occhi azzurri e i capelli corti e biondi.
"No, generale Memphis..." cercò di spiegare l'allieva che, trattenendosi un braccio il cui colorito si avvicinava pesantemente al viola, accusava i segni dell'evidente rabbuiamento del suo maestro. Stava guardando dietro le spalle del generale, dove qualcosa era apparso come dall'ombra.
"Non voglio scuse ragazza, per oggi basta così." sibilò con il suo solito tono duro, prima di avvertire una presenza alle sue spalle e voltarsi di scatto.
"Ehy, Ferrari, la vuoi smettere di imitare zio Adolf?" canzonò ironica una voce nella penombra.
"No, no, no! Non lei!" si lamentò Memphis, portandosi la mano alla faccia. Se c'era qualcuno che non sopportava era proprio quella impertinente capofazione.
"Ehy, che c'è di male a prendere un po'in giro il mio generale preferito alla vigilia del suo compleanno?" rispose in tono ironico la voce di una giovane.
"Dovrai smetterla con questa storia prima o poi, Rage!"
"E perché mai?"
Una ragazza ventitreenne piombò dall'alto, travolgendolo. Dark Rose sobbalzò all'indietro dalla sorpresa: poco prima le era sembrato di vedere un paio di ali nere scomparire in un soffio. Il povero generale venne investito in pieno da 23 anni di puro spirito ribelle.
"Ti ho detto di andartene, stupida rompiscatole che non sei altro!" urlò Memphis.
"Eddai, nonno Hitler..." sogghignò la ragazza, che trattenendo a stento le risate, prese per la spalla il generale, se lo mise al fianco ed iniziò a fargli una di quelle grattate alla testa che bruciano come il fuoco dell'Inferno in un'afosa giornata d'estate.
Alla povera allieva scappò una risatina, che fece scoppiare di rabbia e di vergogna il suo maestro.
Ma prima che l'orgoglio ferito dell'uomo parlasse, Rage intervenne: "Bando alle ciance, sono qui per farti una proposta: è già da un po'che vi guardo durante i vostri allenamenti..." disse rialzandosi e puntando i suoi penetranti occhi grigi su quelli viola scuro della giovane allieva. Sorrise, e stese un braccio davanti a sé puntando l'indice contro di lei.
"Voglio arruolare Dark Rose nel mio reparto, ovvero quello ninja e di spionaggio."
Per un attimo Dark Rose rimase spiazzata dalla determinazione della caporeparto, per quale motivo vorrebbe anche solo averla fra i suoi? Ma il piccolo sorriso formatosi sul suo viso morì subito dopo alla vista dello sguardo indignato del suo maestro.
"N-non se ne parla nemmeno!" gridò in risposta alla fine, temendo una brutta reazione del suo superiore.
Rage si voltò verso il generale Memphis e incrociò le braccia: "Caro il mio Ferrari, non ti è mai passato per la testa che l'ibrido di un gatto debba esercitare meglio le sue capacità in velocità piuttosto che in forza? E come diavolo farebbe contro un Mamba Nero, che è il serpente più veloce che esista?" lo rimproverò riferendosi al serpente con cui condivideva il suo DNA.
“"Non ascoltare questo pallone gonfiato." riprese risoluta Rage. "Un ibrido-gatto come te ci sarebbe molto utile, e le tue capacità sarebbero espresse al massimo... Pensaci su... E oltretutto..."
Rage fece una pausa, poi si tolse dalla tasca un pacchetto.
Ne estrasse un oggetto rotondo, poi disse: "...Noi abbiamo i biscotti! Perché rifiutare? Un biscotto ripieno di crema alle nocciole, con gocce di cioccolato e..."
Si ficcò il biscotto in bocca e lo inghiottì in un sol boccone.
"Oh, scusate... Sono troppo buoni. Dicevo, noi... NOI ABBIAMO I BISCOTTI!"
"Proposta allettante, ma no." disse Memphis, precedendo Dark Rose.
"Sta zitto per una buona volta, Mamba Morboso!" urlarono le due ragazze all'unisono.
Memphis cercò di mantenere il controllo di sé, cercando di essere il più impassibile possibile, ma il suo colorito divenne rosso come i capelli di Rage, e con una voce cavernosa e severa scandì: "DA DOMANI DOPPIO ALLENAMENTO, DARK ROSE! ANZI, TRIPLO!"
"Lasciala decidere in pace per una buona volta." rispose con calma Rage al generale, poi, rivolgendosi a Dark Rose disse: "La mia proposta è ancora valida."
La ragazza abbassò lo sguardo e non rispose.
"Brava la mia allieva." sogghignò Memphis.
Rage sospirò, volgendo la testa al cielo: "Se vuoi provare ad allenarti con me, presentati nella sala delle armi domani mattina alle 6 in punto." le ricordò sorridendo, poco prima di lanciarsi in un attacco che prese di sorpresa il generale, il quale fece in tempo ad evitarlo, spiccando un salto fulmineo all'indietro, evitando un poderoso calcio rotante.
"Ma ricorda: questo con lui non lo puoi imparare. Punta troppo sulla forza fisica e non sulla tua agilità e furtività. Male, molto male."
"Non ascoltarla. L'importante è la forza che riesci a tirar fuori quando sei al limite." ribatté Memphis rialzandosi seccato e voltandosi in direzione della porta.
"Tu, fila nel tuo appartamento, è un ordine." aggiunse infine, lanciando uno sguardo severo verso la ragazza, che nonostante il suo colorito pallido riuscì ad impallidire ancora di più. Quando egli fu uscito, sbattendosi la porta dietro di sé, Rage si avvicinò a grandi passi verso la sua possibile neo-allieva e le domandò un'ultima volta se voleva ripensarci. Dark Rose non scollò gli occhi dal pavimento, e si voltò sussurrando un pacato arrivederci. Ma dietro le spalle aveva il dito indice e medio incrociati.
Rage sorrise trionfante.
"Mi raccomando la puntualità. Ora vai a riposarti. Per domani ne avrai bisogno." disse a voce bassa dandole una pacca sulla spalla.
"Agli ordini Signore." Rispose lei con un filo di voce.
"Chiamami pure Rage."




Campo base di addestramento,– sala delle armi, ore 6:19


Puntuale come un orologio svizzero. Dark Rose era lì, in piedi al centro del campo, aspettando l'arrivo della sua nuova maestra. Si era dovuta dare infortunata per evitare l'allenamento con il suo Maestro Assegnato, presentando il braccio sinistro che, nonostante un giorno di riposo, non aveva ancora riassunto il colore giusto. Non le doleva, ma vederlo le ricordava in ogni momento che se fosse stata scoperta avrebbe passato guai molto più seri.
Sbuffò, aspettava da 19 minuti esatti, e il ritardo non era una cosa che le piaceva molto. Osservava le armi scintillanti riposte lungo le pareti della stanza, quando sentì qualcosa planare dolcemente sul suo capo. Si portò le mani alla testa.
Era un pacchetto di biscotti.
La ragazza alzò la testa e con voce tremante disse: "R-Rage... È... È lei, signore?"
Nessuna risposta, solo una folata di vento che spostò i vaporosi capelli neri della ragazza. Se li sistemò con la mano libera, poi chiese di nuovo se ci fosse qualcuno.
Nulla.
Non aveva mai avuto paura della solitudine, ma in quel momento stava sudando freddo al pensiero che il suo Maestro l'avesse scoperta.
Si sentì un rumore di passi, poi nulla...
Dark Rose iniziava ad avere un po'di paura.
"Il punto, mia cara, è giocare d'astuzia, giocare con la mente dell'avversario... E l'avrai in pugno." rispose una voce nel vuoto.
Dark Rose sobbalzò e rischiò di far cadere il pacchetto di mano. Una voce era appena sbucata da ogni direzione, rimbombante, come una specie di ultrasuono.
"Chi sei? Mostrati!" urlò la ragazza, cercando la persona che stava parlando, muovendo la testa in tutte le direzioni, ma senza scorgere nulla.
"Sono qui, sopra di te."
"Che... Che cosa?!"
Alzò lo sguardo, e vide Rage a testa in giù, appesa ad una balaustra.
Il giorno prima aveva visto giusto! Quelle che pensava fossero un miraggio erano i realtà nere e consistenti ali da pipistrello, decorate da alcune nervature rosse come il sangue. La capofazione era aggrappata al contrario ad uno dei cavi pendenti dal soffitto grazie alle gambe, e teneva le braccia incrociate mostrando alla sua piccola preda un sorriso munito di due lunghi e pericolosi canini. Dark Rose fece un passo indietro e immediatamente mutò aspetto nell'ibrido di un gatto nero.
"Ahahah, Sono un ibrido come te in fondo, ricordi? E sono il caporeparto della mia divisione. Ma questo non è il punto. Devi aspettarti qualsiasi cosa da chiunque. Si inizia." disse indicandole il pacchetto di biscotti che ella teneva in mano.
Dark Rose rimase perplessa, mentre la ragazza-pipistrello la incitava a prendere un biscotto dalla scatola, ma si disse che un senso l'avrebbe avuto e infilò la mano nel contenitore.
Un secondo dopo non aveva più il pacchetto fra le mani.
Rage planò davanti a lei sventolandole davanti alla faccia il piccolo bottino, e commentò: "Prima regola: aspettati tutto da tutti. Seconda regola: mai abbassare la guardia. Mi segui?"
Dark Rose fece un cenno col capo, così Rage abbassò lo sguardo sulla sua collana formata da due piastre di metallo, come a cercare la forza di parlare. Sbuffò, e cercò di spiegare: "Bene. Prima di tutto, mi scuso per averti fatto aspettare. Stavo dormendo qui sopra... Mi ero svegliata, te lo giuro, ma poi mi sono riappisolata... Beh, sto divagando: combatti contro di me per i biscotti. Se riesci a prenderne almeno uno, ti accetto in squadra. A te la prima mossa."
La prima mossa. Da quello che aveva capito durante tutti i suoi allenamenti, un avversario con molta velocità è avvantaggiato nella prima mossa, ma chi non ne possiede abbastanza no, se l'avversario se lo aspetta. Analizzando le possibili alternative come una calcolatrice, Dark Rose chiuse gli occhi. E scattò in avanti.
E fu quasi uno scherzo del destino, se così vogliamo chiamarlo, se proprio in quel momento Memphis era entrato col suo solito atteggiamento freddo e distaccato, ma visibilmente alterato, per non dire altro. Vide Rage e Dark Rose che stavano combattendo.
Quest'ultima si stava abituando velocemente ai ritmi dell'avversario, cercando di cogliere l'essenza del suo stile di combattimento. Rage si avvicinò a lei e la ragazza evitò il colpo che le stava per arrivare. Nel mentre le fregò sotto il naso il pacco di biscotti.
"Non... Non ci credo! Ce l'ho fatta!" scandì la vincitrice.
Rage mostrò uno sguardo sorpreso e divertito, sia nel vedere che ce l'aveva fatta sia nell'aver capito in cos'altro peccavano gli allenamenti di Memphis: "Bene... Molto bene. Davvero! Ma devo dire che la mia nuova cintura mi dona molto!"
Dark Rose si guardò i fianchi e vide che la sua amata cintura viola non c'era più, ma al suo posto c'era quella grigia di Rage.
"Ma che diavolo... Come hai fatto!?"
"Terza regola: non concentrarti su una cosa e basta, studia e sta attenta a tutto ciò che ti sta intorno."
"O...ok... Ma ora me la puoi restituire?"
"Va bene, vienila a prendere. So che tieni molto alle tue cose... Ti ho osservato per un solo combattimento e mi è bastato per capirlo." la provocò Rage, tendendo il braccio nella posizione in cui la ragazza lo tratteneva dolorante il giorno prima per aizzarla e facendo cenno con la mano di cederle la prima mossa.
"Ridammela subito!" gridò Dark Rose per darsi forza, per poi lanciarsi in uno scatto fulmineo contro di lei, afferrandola per un piede.
Rage si librò in volo ancora più in alto, sbattendo la gamba a cui la gatta era aggrappata contro i tubi pendenti dal soffitto per provare la sua resistenza, ma nel mentre i canini, le unghie e le orecchie si allungarono e il suo viso assunse un ghigno a dir poco sadico.
"Ora iniziamo a ragionare! Visto come si fa, eh, Ferrari?" urlò Rage, che aveva ignorato finora Memphis, nonostante si fosse accorta di lui appena era entrato.
"Ge-Generale?! Me-Me...Memphis è qui!?" balbettò Dark Rose, che per lo spavento perse la presa e balzò dall'altro lato della sala con un'agilità che neanche lei conosceva, quella donata dal terrore.
Cavolo no, e adesso cosa avrebbe fatto?
"Sì. Ti ricordo che ti avevo detto di concentrarti su tutto l'ambiente che ti circonda e non solo sull'avversario..." la rimproverò benignamente Rage, poggiando i piedi per terra e facendo scomparire le grandi ali nero-grigiastre. Ma a quel punto l'allieva non la stava ascoltando più perché aveva gli occhi puntati sul parecchio incazzato individuo che le si stava avvicinando a grandi passi.
"Un infortunio, eh? Impossssibilitata a combattere eh?" ripeteva sempre più forte fino a che i loro sguardi non furono lontani di neanche trenta centimetri. Due cristalli di ghiaccio molto, ma molto ariani e molto, ma molto razzisti penetravano quelle due fioche fiammelle viola che erano diventate gli occhi di lei.
"Come pensi di giustificare questo tuo comportamento immaturo ed egoista?!" le gridò in faccia con una quantità indicibile di fiele in gola, facendola sprofondare nel terreno.
"Battila!"”
"Eh?"”
La pelle dell'’uomo si era coperta per un attimo di scaglie grigio-metalliche, ma subito dopo l'autocontrollo del generale prese il sopravvento. E lui ripeté quell'ordine, la pena da scontare per aver marinato l'allenamento.
"Battila." disse con più calma, e per un singolo istante sembrò che nella sua voce ci fosse un briciolo di incoraggiamento, ma molto probabilmente fu solo un'impressione.
Dark Rose abbassò il capo e chiuse gli occhi, che le stavano inspiegabilmente bruciando, e tornò umana. Memphis si allontanò a bordo campo e si trasformò nel suo ibrido, raggomitolandosi su se stesso per assistere allo scontro.
"Cavoli." pensò Rage, "Per forza la ragazza è terrorizzata da lui."
Ma questo pensiero le sfiorò la mente per un istante, perché sapeva con certezza che fra pochi minuti avrebbe acquistato una nuova e promettente allieva.
"Avanti, ti aspetto, trasformati e vienimi a prendere!"
Dark Rose si guardò le mani, e capì che aveva raggiunto il limite.
"Non posso! Da ora in avanti perderò il controllo!" le stava per dire, ma si ricordò della presenza a bordo campo e non fece storie. Si trasformò, e si notò la differenza: gli artigli erano più lunghi dalla precedente trasformazione e i suoi occhi fiammeggiavano impazienti.
Rage sorrise, sapeva benissimo cosa stava succedendo, ma sorrise lo stesso, e spalancò due ali nere ancora più minacciose.
"Anche tu perdi il controllo, eh? Vediamo chi delle due resisterà di più." sogghignò, e immediatamente si librò in volo con una velocità molto maggiore della precedente, sguainando due canini lunghi e affilati e assetati della fatica del nemico.
"VIA!" urlò a pieni polmoni, e con una spietatezza incredibile piombò sul terreno. Dark Rose evitò l'attacco per un soffio e atterrò qualche metro più in là, rialzandosi subito e balzando su di lei. Il pipistrello si voltò di scatto e si richiuse all'interno delle sue ali, deviando un'artigliata che però le lacerò parte di un ala, riaprendole entrambe in un sol colpo provocando una folata di vento tale da sbalzare la gatta dall'altra parte dell'arena. Atterrò sulla parete con le unghie piantate in essa e non perse tempo a caricare un altro colpo, ma l'avversaria spiccò il volo e si portò sopra di lei, troppo veloce, e l'atterrò.
"Vedi dove ti porta un allenamento con quello lì? Ti porta stesa a terra supplicante della grazia del nemico!" esclamò Rage, mollandole un pugno sul volto. Dark Rose lo subì, subì tutti i pugni che le diede, e non implorò pietà. Memphis abbozzò un lieve sorriso, complimentandosi di aver lavorato molto sull'atteggiamento mentale di sottomissione. Rage stava per mollare l'ennesimo pugno, quando un paio di mani lo fermò a mezz'aria. Mani di un nero pece, munite di lunghi artigli che penetrarono attraverso i suoi guanti di pelle neri senza dita e la costrinsero a fermarsi.
“"Ucci..." sussurrò piano la ragazza.
“"...dere..." gli occhi viola di lei divennero due spilli e Rage fu catapultata dall'altra parte della stanza con un poderoso calcione. Dark Rose si rialzò in piedi e senza attendere si scagliò contro l'avversaria, ma all'ultimo istante fu bloccata e sbattuta a terra. Da Memphis.
"Ora basta." sentenziò lui grave, stringendo la presa sui polsi e sulle caviglie della giovane.
"Memphis! Non dovevi interrompere l'incontro!" gli gridò contro Rage, che seppur colta impreparata da quel repentino cambio di forza era ancora prontissima a combattere. Memphis non la ascoltò e morse delicatamente il braccio della ragazza, iniettandole una piccola dose di un veleno inibitore del sonno.
"Perché credi che l'abbiano assegnata a me? Cosa ne sai di che ho a che fare? Lo sai bene cosa succede quando un ibrido non ha controllo sul suo DNA, te più di tutti!" le rispose contro acido.
Colpita dalle parole del generale, Rage si bloccò e si guardò le mani: era vero, sapeva benissimo cosa succedeva. Cosa accadeva a chi non poteva controllare il DNA del proprio animale.
E lei più di tutti, lei che era nata con una malattia genetica che rendeva instabile il suo stesso DNA, doveva saperlo. Si guardò le mani, i suoi artigli, e comprese che in quel momento doveva avere gli occhi di un grigio rossastro. Ecco, aveva perso il controllo. Ancora.
"U-ugh… Ma che è successo?" ancora stesa a terra, Dark Rose riprese conoscenza, rimettendo a fuoco ciò che le stava attorno. "Oh, Maestro Memphis..." biascicò confusamente, stropicciandosi gli occhi.
L'uomo-serpente guardò Rage negli occhi: "Rage, non so cosa ti abbia spinta, ma non puoi avere questa ragazza. Ora vattene."
Rage fece dietrofront immediatamente, senza salutare, senza voltarsi. Non si voltò quando fu uscita dalla sala, quando attraversò il corridoio, quando si fermò davanti alla porta del suo più diretto superiore. E a quel punto, giratasi di poco, cercò di trattenere una lieve risatina.
"Caro il mio Ferrari... Tu non sai quanto possa essere tenace. E se voglio qualcosa..." disse a bassa voce prima di entrare nello studio.
"La otterrò."”
Poi si guardò la vita. E scoprì di avere di nuovo la sua cintura grigia.




Campo base di addestramento, ore 6:23


Il mattino seguente Rage aprì gli occhi ancora assonnata. Si mise a sedere stiracchiandosi, e si accorse dell'assenza del suo fratellone, Shinoda.
"Brotha?" mugugnò ancora con la bocca impastata, alzandosi in piedi e sfregandosi le mani sul viso per riprendere in fretta lucidità. Aveva un serpente duro di comprendonio da convincere.
Si vestì in fretta e percorse i lunghi corridoi fino ad arrivare all'ingresso della sala della resistenza. Non c'era nessuno.
"Strano." si disse. Dov'era andato il caro generale brontolone?
Uscì dalla sala sbuffando, quando sentì un rumore proveniente dalla sala delle armi. "Che strano." si disse "A quest'ora a nessuno era assegnata l'esercitazione in quella sala..."
Si diresse con passo spedito fino all'entrata ed aprì senza fare rumore la porta, giusto uno spiraglio, per vedere cosa stava succedendo all'interno. Non appena aprì quella porta, fu investita dalla potenza di un grido di rimprovero di centinaia di giga volt e si ricordò per quale motivo i costruttori insonorizzano i muri di queste aree.
Al centro della sala, invece, una figura nera schizzava da tutte le parti, brandendo una grossa spada contro una trentina di manichini robot animati che dai loro movimenti sconnessi assomigliavano di più a degli zombie, brandendo colpi su colpi per metterli fuori combattimento.
"Muoviti, carica la potenza nell'impugnatura! Tienila eretta! Non è il tronco di un albero, maneggia quella lama!"
"Ma io dico, perché non è andato a fare il cantante di lirica? La voce ce l'ha..." si disse fra sé e sé Rage, trattenendo una risata, e spinse delicatamente in avanti la maniglia antipanico della porta. Approfittando del fatto di non essere stata vista, si trasformò nel suo ibrido-pipistrello e salì verso l'alto portandosi, sopra di lui, sbattendo le ali nere senza far rumore, fino ad essergli vicinissimo. Poi gli planò addosso all'improvviso, ma all'ultimo momento una coda grigio metallica serpentina le bloccò le gambe e rimase a mezz'aria.
"Riflessi pronti come sempre eh, Spidigonzales?"
"Strafottente come sempre eh, rompiscatole?" rispose Memphis, liberandola dalla presa della sua coda e tornando umano. Rage compì un balzo all'indietro e si guardò intorno: "Beh, oggi ti sei dato alla lirica?" gli chiese con fare sarcastico. Non trovando il nesso logico di quell'affermazione, ma non avendo molto apprezzato il commento, l'uomo incrociò le braccia e le lanciò uno sguardo torvo: "Senti non ho tempo per qualsiasi cosa tu mi voglia dire, non oggi" disse lui tagliando corto.
"Rage!" gridò la ragazza al centro della cerchia di robot-zombie, compiendo un balzo all'indietro sul capo di uno dei manichini viventi e saltando fuori dalla cerchia di nemici: era Dark Rose, che a quanto pare sembrava non accusare alcuna ammaccatura dello scontro del giorno prima. "Sei tornata!" disse esultante, mentre cercava di riprendere il fiato. Rage le rivolse un sorriso raggiante, per poi rivolgersi a Memphis stranamente cordiale: "Caro il mio Ferrari, hai sentito la novità?"
"Eh? Di che parli?"
"Oooh, ma mi stupisci sai? Tu che sei sempre così diligente... I tuoi superiori hanno deciso di dimezzare il tuo allenamento con la suddetta allieva e donarne metà a... Me!" gli esclamò in faccia.
"C-COSA!? Brutta bugiarda non ti permett-" Memphis stava per scoppiare quando un magico foglietto gli si parò davanti alla faccia, i cui caratteri decretavano nero su bianco il patto.
"Tu. T-tu."
Il generale, ormai fuori dalla divina grazia, si trasformò istintivamente in ibrido, ma cercò di contenersi. Puntò su di lei uno sguardo infuocato d'ira, ma allo stesso tempo glaciale e privo di pietà.
"E va bene. Fate quello che vi pare! Tanto qui sembra che tutti possano ormai... Io me ne vado!" sbottò pieno di ira e fiele in corpo che dovette trattenere, e voltò sui tacchi uscendo spedito, come se nulla fosse accaduto. Quando il tonfo della porta rimbombò nella sala, la ragazza corvina poté tirare un sospiro di sollievo: "Grazie... Ma come hai fatto?" chiese con un filo di voce.
Rage si voltò di scatto con fare autoritario e con un inaspettato cambio di umore esclamò a pieni polmoni: "Non importa come ho fatto, da adesso sono la tua metà maestra e quindi preparati all'Inferno!"
Dark Rose fece un balzo all'indietro, non aspettandosi questo repentino sbalzo di furia, ma fortunatamente era solo un trucchetto che Rage utilizzava per spaventare i propri allievi. Infatti dopo pochi secondi il broncio sul suo viso si trasformò in un sorriso compiaciuto, seguito da una chiara affermazione: "Orbene, questa è la regola. Tu ti alleni bene e noi ti diamo i biscotti. Intesi? Li vuoi i biscotti?"
Per Dark Rose i biscotti erano una manna dal cielo, non ne mangiava mai.
"Certo che li voglio!" rispose sorridendo convinta, poco prima di ritrovarsi stesa a terra con la faccia spiaccicata sul terreno, mentre il ginocchio di Rage le teneva bloccata la schiena.
"Allora comincia ad ingranare piccola lumachina." disse sorridendo.
Il giorno dopo, puntualmente di mattina, le due ragazze erano una di fronte all'altra. Fortunatamente, a dispetto di quanto Dark Rose temeva, quel giorno Rage non aveva trovato un posto dove appisolarsi.
"Bene, iniziamo subito. La lezione di oggi sarà sul controllo." affermò subito la maestra, staccandosi dalla sua posizione e avvicinandosi al vasto armamentario appeso alla parete.
"In che senso?"
"Controllo sul tuo ibrido." Si spiegò meglio Rage, trasformandosi nel suo ibrido-pipistrello e dispiegando le sue ali grigie per stiracchiarle.
"Ma... Ma..." tentò di dissentire la ragazza, che aveva avuto già a che fare con quell'argomento e non ne era mai uscita tutta intera.
"Neanche io ho molto controllo. Sarà l'occasione per migliorare per entrambe le parti! E inoltre, se non sei sicura... Ci sarà un mio fidato compare..."
Dark Rose alzò un sopracciglio "Chi?"
"Mio fratello, The Shinoda!" esclamò Rage, facendo un elegante inchino in direzione dell'altra parte della sala e presentando con enfasi il suo aiutante. La porta si spalancò come sospinta da un forte vento, lasciando entrare un bel ragazzo dai corti capelli biondo platino, gli occhi marroni e il corpo ricoperto in gran parte da tatuaggi. Indossava una giacca a maniche corte aperta, dello stesso colore dei pantaloni, abbastanza larghi, di una tonalità simile al beige, scarpe e maglietta di un nero intenso. Per un attimo Dark Rose ebbe l'impressione che quello non fosse la persona che le aveva presentato Rage.
"Ugh... È... È tuo fratello?! Non vi assomigliate per niente!"
La ragazza-pipistrello rise, e si portò una mano dietro la testa: "Vero, non siamo consanguinei e nemmeno parenti. È una lunga storia, lascia stare."
Intanto il ragazzo si era avvicinato alle due e, lanciata un'occhiata di intesa alla sorella, si presentò cordialmente.
"Piacere di conoscerti. Dark Rose, giusto? La mia sorellina mi ha parlato molto di te..." disse Shinoda tirando una pacca alla sorella, la quale si piegò in due per la forza.
"Perché devi essere sempre così manesco, eh?" rispose Rage, tirandogli uno schiaffo relativamente leggero.
Ne susseguì subito uno di risposta da parte di Shinoda, poi uno da parte di Rage, di nuovo del ragazzo, poi di sua sorella, finché non scoppiò una rissa fra i due.
"Smettetela, bambini!" disse ironicamente Dark Rose mettendosi a ridere piano.
I due si fermarono all'istante in un complicato intreccio di mani e gambe, nel quale Shinoda stringeva i lunghi capelli rossi della sorella fra le mani e aveva le sue due piastrine di metallo in faccia. Rage cercava di liberare queste ultime dalla sua presa e nel frattempo allentava la presa al collo del fratello.
I due si guardarono negli occhi, poi fissarono Dark Rose, poi di nuovo l'un l'altra, infine risero.
"Ok, ok, basta. Iniziamo." disse Rage ironicamente, fingendo di mettersi a posto i suoi guanti di pelle nera, privi delle dita e con spazi liberi per le nocche.
Si tirò indietro la maglietta dai bordi strappati, si riallacciò la cintura e mise a posto i drappi. Tutto con calma e sarcastica compostezza.
"Diventate pure ibridi, sono pronto." disse Shinoda, come se nulla fosse accaduto.
"Aspetta... Ma io non so..." disse Dark Rose balbettando un po', venendo subito fermata da Rage: "Tranquilla, nemmeno io ho il massimo controllo nella mia forma ibrida. Un motivo in più per allenarsi, te l'ho già detto!"
La ragazza rispose con un sì poco convinto e si trasformò nel suo ibrido felino, frustando la lunga coda nera nell'aria per la tensione. Si mise in posizione di battaglia, ma prima che potesse attaccare, venne nuovamente frenata da Rage.
"Woh, aspetta... Dimenticavo di chiederti una cosa: vuoi combattere con un'arma o a mani nude?" le chiese con scioltezza e senza far notare che se lo stava per dimenticare.
Dark Rose ci pensò su un attimo, e rispose decisa: "Dammi una spada e ti finisco in due secondi, Rage."
"Shinooodaaa... Fammi questo piacere! Portami la falce nera che ti ho indicato ieri!"
Il ragazzo obbedì, sotto lamento della ragazza-gatto: "Ma io avevo detto una spada!"
"E io ho detto una falce. Fidati..." rispose lei incrociando le braccia e sbuffando per la poca fede che l'allieva novella le attribuiva. In pochi secondi Dark Rose si ritrovò a maneggiare una grande falce nera dal design semplice ma aerodinamico, completamente nera. Non era particolarmente convinta.
"Woh. Tocca a me. Allora..." disse scorrendo l'indice sulle varie armi bianche, armi da sparo ed esplosivi.
"Eccoli." si voltò verso Dark Rose. "Dimmi: che preferisci avere contro: i miei poderosi artigli o i miei fidati chakram?" continuò mostrando le armi scelte all'avversario.
Gli artigli erano due cerchi di metallo ricoperti di una lamina rossa. Da una parte spuntava una lama ricurva di circa venti centimetri e al centro del disco c'era un manico rosso.
I chakram invece erano dei dischi di metallo di circa trenta centimetri di diametro, con otto punte e con il manico centrale formato da due sbarre ricoperte di un materiale antiscivolo nero. Le rifiniture erano dello stesso colore.
Avendo capito di dover contare sui suoi insegnamenti precedenti e sapendo contro cosa sarebbe stata avvantaggiata, ma fregandosene altamente, l'avversaria impugnò più o meno decisa la nuova arma e rispose: "Entrambi."
"Bene. Una nuova sfida... Ricominciamo."
Le due intavolarono un combattimento feroce: immediatamente le punte dei chakram si contrarono contro la solenne lama nera della falce, che Dark Rose scoprì di saper maneggiare molto bene, e furono sbalzate all'indietro. Rage spiccò il volo e si portò velocemente sulla combattente, preparandosi a scendere in picchiata, arrivando a pochi centimetri da Dark Rose; subito lei fece perno con il bastone della lama e roteò su se stessa evitando lo scontro, mollando un calcio sulla pancia della pipistrella che si ritrasse dal dolore e, rimbalzando sul pavimento, le si schiantò contro. La ragazza perse l'equilibrio per il contraccolpo e non vide arrivare una scarica di colpi che fortunatamente furono dettati dal lato piatto dei chakram.
"Che c'è, sei già stanca? Si vede che mi sottovaluti micetto!"
Ritrovando l'equilibrio e acquistando anche molta rabbia il 'micetto' trovò la forza di parare i colpi con la falce e rispedirli indietro al mittente, che per la sorpresa incassò il contrattacco.
"Ora iniziamo a ragionare!" esclamò Rage di rimando, prima di incrociare gli occhi dell'avversaria e scoprire che si stavano riempiendo di un'insolita furia rossastra. Spiccò nuovamente il volo e si preparò ad attaccare. Dark Rose fece un balzo e le andò incontro.
Le armi cozzarono con un fragore terribile, simile al verso di migliaia di falchi, creando scintille che brillavano come lucciole, per poi spegnersi una volta arrivate a terra.
Il contraccolpo fu così forte che Rage venne scaraventata all'indietro e rimase incastrata nel soffitto, mentre Dark Rose cadde rovinosamente a terra.
Il chakram e l'artiglio caddero a terra a fianco del viso dell'ibrido-gatto, mentre la falce roteò nell'aria andando a conficcarsi nel terreno, lontano dal campo di battaglia.
Le ragazze riuscirono a liberarsi e a ripartire all'attacco, agli occhi di Shinoda era ormai evidente che se avessero continuato in quel modo, Dark Rose avrebbe perso il controllo e in seguito anche Rage, così intervenne immediatamente: sulla sua schiena spuntarono quattro grandi ali trasparenti da libellula e il suo fisico venne potenziato abbastanza da potersi mettere in mezzo alle due e sbatterle a terra con un colpo.
"Datevi una calmata! Rage, cosa stai facendo?" esclamò con un tono di voce a metà fra l'arrabbiato e il rassegnato, placcando entrambe le ragazze per calmarle.
"U-Ugh… S-Shinoda... Argh, dimmi che non è successo di nuovo..." mugugnò lei massaggiandosi la testa, facendo scomparire dalla schiena le sue grandi ali. Dark Rose invece non sembrava essersi ripresa, rimaneva a terra con gli occhi persi nel vuoto e quasi privi di pupille. "Ehy, tutto a posto?" chiese Shinoda sventolandogli la mano davanti al viso, per farla rinvenire.
"...Non ce la posso fare Rage. Hai visto?" fu la risposta di lei, amara e rassegnata, mentre ancora si riprendeva. La caporeparto non rispose, e, con aria sconfitta, sospirò e si ritirò silenziosamente nell'angolo della stanza per riporre le armi.
"Perché, secondo te io ho fatto di meglio?" riuscì a dire dopo un po'di silenzio. Dark Rose si sentì subito in colpa e volle scusarsi, ma Shinoda la interruppe sussurrandole di non menzionare più l'argomento. Ma Rage aveva compreso bene e, preso un gran sospiro, si girò verso i due.
"È tutto a posto. Vedi... Dark Rose... Ho una malattia genetica che mi porta ad una perdita graduale del controllo quando sono in forma ibrida. Inoltre, se mi fondo troppo, la fusione diventa irreversibile, così come la perdita di controllo... Per questo mi alleno con te. Anche te hai qualcosa di simile e ci dobbiamo aiutare a vicenda."
Shinoda ci rimase di sasso. Ma come, quello era un segreto, un segreto che non doveva conoscere nessuno! Lei stessa gli aveva proibito di parlarne!…
"E tu? Come mai hai questo problema?" continuò riprendendo la sua determinazione e il suo sorriso, come se non fosse successo niente.
"Ehm... Io non... Non posso parlarne… Me lo ha vietato Memphis..."
"Oooh al diavolo quel pitone sbruffone, non ti fidi di me?" rispose Rage accigliandosi di proposito e allargando le braccia in segno di onestà.
"Oh signor no Maestra Rage! L-La mia perdita di controllo invece è frutto del veleno di Memphis appunto. Da piccola mi morse e stravolse i miei geni. E come punizione mi doveva fare da balia. Inoltre l'hanno anche retrocesso di grado..."
"Wow!" le interruppe Shinoda. "Beh, ci lavoreremo su ancora, forse... Ecco, tenete la vostra razione di biscotti ragazze!" disse sorridendo.
"Grazie!" risposero in coro, con un sorriso leggero sul volto.
"Da domani ci sarà una sorpresa." disse Rage, con tono misterioso.
"Cosa? Cosa? Cosa? Cosa?" domandò curiosa Dark Rose.
"È una sorpresa, baka!" rispose avvicinandosi e prendendole la spalla, fermandola.
Shinoda si rialzò insieme alle due e mollò una grande pacca sulla spalla a Dark Rose, che, impreparata al colpo, si sbilanciò in avanti rischiando di cadere, e il suo viso si tinse di un rosso intenso per la vergogna. Il ragazzo si portò le braccia alla pancia per trattenere una risata, e si congedò dicendo che le aspettava per il pranzo.
Poco dopo, nella sala della mensa, dove, possiamo veramente dirlo, sembrava che si stesse offrendo cibo ad un intero circo pieno di animali di ogni genere, i tre si sedettero ad un tavolo separato e non dissero una parola.
Almeno finché Dark Rose non intervenne con una richiesta strana.
"Rage... Shinoda... Posso chiedervi un favore?"
"Ma certo!" rispose lui.
"Dicci pure." continuò lei.
"...Vorrei che mi chiamaste Evelyn."
"E.. Evy?!" rispose con tono incredulo Rage.
"No, Evelyn, ma Evy va bene lo stesso, anche se mi fa sembrare una bambina! Hahaha!"
"Come mai questa richiesta?" domandò Shinoda sorridendo.
"È il mio nome, che c'è di male se qualcuno lo sa? E il vostro qual è?"
"Il mio è Diana, ma non lo uso da quando io e Shinoda siamo diventati fratelli, perciò ti chiedo di continuare a chiamarmi Rage e di non dire a nessuno che mi chiamo così, ok?" rispose prontamente la ragazza abbassando improvvisamente la voce. Per la seconda volta Shinoda venne colto alla sprovvista e si accigliò.
"Ricevuto Diana..." disse facendo il saluto con sarcasmo.
"Sul serio, per favore. Chiamami Rage." disse la ragazza abbassando la testa e scurendosi in volto.
"Oh, signorsì, ricevuto Rage. Farò come se non sapessi il tuo nome!" la rassicurò Evelyn, poi rivolse la stessa domanda a Shinoda.
"Io invece non ho un nome. Sono stato abbandonato alla nascita senza un nome, ma a quanto mi hanno detto, mi hanno trovato in un fagotto con la scritta 'The Shinoda' ricamata. In realtà questo nome non vuol dire assolutamente niente, hahaha!" esclamò con tono esattamente opposto a quello della sorella.
La campanella tintinnò in segno di conclusione del pranzo.
"È ora di andare. Ci vediamo domani Evelyn!" li interruppe Rage ancora un po'abbattuta per l'allenamento di prima.
"A domani! Non vedo l'ora di sapere di che sorpresa si tratti!" rispose Evelyn.
"Noi andiamo di qua. Tu invece?" chiese Shinoda.
"Anche io!"
Arrivati alla camera dei due fratelli e fatti i dovuti saluti, si congedarono: Evelyn alloggiava in una stanza poco distate dalla loro, circa due alloggi più avanti. Aprì la porta con cautela, come se si aspettasse di trovarci qualcuno dentro, quando sapeva bene che non avrebbe visto nessuno. Si sedette sul letto rustico dalle coperte rigorosamente grigio argento, ficcando la faccia sul cuscino. Fra meno di 15 minuti aveva un altro allenamento, quello con il suo solito e burbero Maestro.
Quella notte i due fratelli faticarono ad addormentarsi in quanto stavano chiacchierando e discutendo delle più svariate cose: dalla registrazione del loro nuovo album al fatto della perdita di controllo, dalla bontà dei biscotti allo sparlottare su Memphis, finché non uscì un discorso serio.
"Diana?" sussurrò Shinoda.
La ragazza gli saltò addosso e gli tappò la bocca in fretta, per poi 'urlargli' sottovoce di non chiamarla così, prima che qualcuno lo sentisse.
"Ok, ok, scusa! Lasciami, mi stai soffocando!" biascicò il ragazzo, con le mani di Rage ancora sulla bocca.
"Non dirlo mai più, e sai bene anche perché non voglia."
"Ok, hai ragione, scusa... Ma... Perché gliel'hai detto?"
"Perché... Perché è speciale e penso che farà strada qui. Ma soprattutto... Mi fido di lei." rispose Rage sbadigliando.
"Tu sei speciale, sista! Beh... Mi sembra di capire che tu sia stanca... Buona notte allora..." le sussurrò.
"Notte brotha speciale." sussurrò a sua volta Rage poco prima di addormentarsi.
   
 
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