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Autore: saramermaid    23/07/2014    1 recensioni
Febbraio. San Valentino è quasi alle porte e tutti sono in completo delirio. Tutti tranne Thad che da sempre odia questa ricorrenza ritenendola prettamente consumistica. Ma una conversazione con Sebastian cambierà leggermente le cose. Enjoy!
"Per i primi minuti nessuno osò disturbarlo, forse a causa della sua espressione distaccata persa in chissà quali ragionamenti, finché il rumore della sedia scostata di fronte alla sua non lo riportò alla realtà. Sollevò lo sguardo con cautela, pregando di non ritrovarsi di fronte un Jeff fin troppo esaltato e dagli occhi a cuoricino, e fu stranamente sollevato nel rispecchiarsi in un paio di iridi verdi.
«Posso sedermi?» Chiese Sebastian con tono monocolore.
«Accomodati pure.» Rispose Thad, annuendo, con un breve cenno del capo."
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Closer (When you hate Valentine’s Day)









La Dalton era ufficialmente in piena fibrillazione a causa della festa di San Valentino che si sarebbe tenuta di lì a qualche settimana e la popolazione studentesca era già profondamente divisa in specifiche categorie. C’erano i romantici cronici, o più precisamente gli isterici, che giravano già con liste chilometriche al seguito in cerca di un regalo perfetto per la persona amata. A seguire vi erano i ritardatari, quelli che la prendevano in modo superficiale non curandosi minimamente di organizzare tutto per tempo e che si riducevano all’ultimo secondo, salvo poi comprare cose del tutto stupide e fuori luogo.

Infine vi era certamente la categoria sostanzialmente più ampia composta da tutti coloro che odiavano profondamente quell’insignificante 14 Febbraio e che non vedevano di buon occhio tutta quella pubblicità inutile volta soltanto al mero consumismo ed allo sperpero. Tra questi incredibilmente era annoverato Thad che, sebbene fosse certamente un ragazzo dolce e romantico, era fermamente convinto dell’idea che bisognasse dimostrare il proprio amore a qualcuno anche per tutto il resto dell’anno e non solo perché si era obbligati a farlo a causa di una ricorrenza segnata sul calendario.

Spazientito quindi a causa di tutta quella confusione che gli rimbombava nelle orecchie, si era diretto al bar della scuola del tutto intenzionato a restare il più a lungo possibile lontano dal delirio e gustandosi in santa pace un caffè. Per i primi minuti nessuno osò disturbarlo, forse a causa della sua espressione distaccata persa in chissà quali ragionamenti, finché il rumore della sedia scostata di fronte alla sua non lo riportò alla realtà. Sollevò lo sguardo con cautela, pregando di non ritrovarsi di fronte un Jeff fin troppo esaltato e dagli occhi a cuoricino, e fu stranamente sollevato nel rispecchiarsi in un paio di iridi verdi.

«Posso sedermi?» Chiese Sebastian con tono monocolore.

«Accomodati pure.» Rispose Thad, annuendo, con un breve cenno del capo.

Il castano si accomodò con naturale eleganza, accavallando le gambe fasciate dal pantalone grigio della divisa e portando entrambe le mani ben curate a stringere il bicchiere di carta contenente quello che Thad intuì fosse del caffè. Sorseggiarono le loro bevande in silenzio, gustandosi l’aroma forte della caffeina che gli riscaldava piacevolmente la gola finchè un sonoro Biip, proveniente dal cellulare del moro, non spezzò quel momento di quiete. Thad prese in mano l’apparecchio notando la busta illuminata di un nuovo messaggio in arrivo e fece scorrere le iridi castane sulla casella di testo.


Da: Jeff

Appena puoi vieni immediatamente in camera mia. Devi aiutarmi col regalo per Nick.


«Merda.» Si lasciò scappare attirando l’attenzione di Sebastian su di sé.

«Qualcosa non va, Harwood?» Domandò, infatti, quest’ultimo con sguardo indecifrabile ma con una lieve nota di curiosità nella voce.

«Jeff.» Si limitò a rispondere sperando che l’altro lasciasse cadere l’argomento vista l’evidente antipatia che provava nei confronti del biondino.

Sebastian inarcò un sopracciglio ed incurvò la bocca in una smorfia sollevando una mano per invogliarlo a continuare. In tutta risposta Thad prese a mordersi le labbra, indeciso se confidarsi proprio con Smythe che non brillava certo per affidabilità e comprensione. Alla fine, sotto lo sguardo insistente di quelle pozze verde prato, decise che forse gli avrebbe fatto bene parlarne con l’unica persona che odiava il 14 febbraio tanto quanto lui.

«Vuole che lo aiuti a trovare un regalo di San Valentino per Nick.» Mormorò con tono sofferente immaginandosi la tortura a cui sarebbe andato incontro. Poteva già chiaramente vedere un Jeff fin troppo pimpante ed ansioso trascinarlo praticamente in ogni singolo negozio del centro commerciale situato tra Lima e Westerville.

«Mon dieu!» Sbottò l’altro in francese con una perfetta faccia disgustata stampata in volto. «Ti faccio le mie più sentite condoglianze Harwood, anche se credevo ti piacesse questa festa pacchiana.»

Thad dischiuse le labbra in procinto di rispondere a quella affermazione salvo poi richiuderla automaticamente quasi come se stesse riflettendo bene prima di dare una risposta effettiva. Si passò invece stancamente una mano tra i capelli neri e studiò con innaturale calma il via vai fuori dalla porta della caffetteria.

«Per quale motivo credevi mi piacesse San Valentino?» Disse infine preferendo porre un’altra domanda e riportando lo sguardo sulla sagoma dell’altro.

«Harwood ogni dannata volta che organizziamo la serata film tu proponi sempre storie strappalacrime e sei noiosamente gentile, disponibile ed altruista con tutti.» Constatò Sebastian lanciandogli uno sguardo eloquente.

«Essere una persona gentile non vuol dire necessariamente amare il 14 febbraio. E ad essere del tutto sincero lo odio.» Replicò con convinzione giocherellando col bicchiere ormai vuoto.

Sebastian lo scrutò per pochi istanti terminando anch’egli la bevanda in un ultimo sorso e posando le dita lungo il bordo del tavolino in legno. Si stava preparando a porre i quesiti che gli ronzavano in testa da un paio di minuti, precisamente da quando quella conversazione era iniziata, ma una zazzera di capelli biondi gli ostruì la visuale impedendogli di portare a termine il suo proposito. Jeff si fiondò letteralmente su Thad saltellando sul posto come un imbecille e continuando a ripetere quando amasse San Valentino.

«Jeff per l’amor del cielo ti vuoi sedere? Mi stai facendo venire il mal di testa.» Proruppe all’improvviso Thad costringendo il diretto interessato a zittirsi di botto e a prendere posto sulla sedia rimasta libera accanto a lui. «Non ho capito un accidente di quello che hai detto.» Riprese, dopo essersi accertato che l’amico avesse smesso di sembrare la versione adulta dei Teletubbies.

«Hanno aperto un nuovo negozietto in fondo alla strada che ha ben il 30% di sconto su qualsiasi regalo comprato per il 14 febbraio. Non è fantastico Thad? Dobbiamo assolutamente andarci questo fine settimana così trover- »

«Mi spiace infrangere i tuoi sogni da luna di miele Sterling, ma Harwood questo fine settimana ha già un impegno con me.» Lo interruppe Sebastian facendo sgranare gli occhi ad entrambi i suoi interlocutori.

Thad lo guardava con un’espressione del tutto spiazzata cercando di capire se avesse sentito bene o se nel caffè avessero messo degli allucinogeni mentre Jeff era del tutto sconcertato ed alternava lo sguardo tra il francese ed il suo migliore amico quasi come se si aspettasse di veder sbucare la troupe di una candid camera. Sebastian a quel punto lanciò un’occhiata d’intesa a Thad stampandosi abilmente il solito ghigno sulle labbra.

«Cosa?», sbottò il biondino dopo essersi ripreso, «Da quando in qua tu e Smythe uscite insieme?» Completò con tono indagatore rivolgendo la propria attenzione solo ed esclusivamente su Thad.

«Io e Sebastian non usciamo insieme Jeff.», ci tenne a precisare il moro, «Mi ha semplicemente chiesto una mano ed ho accettato. Tutto qui.» Aggiunse cercando di sembrare convincente.

Voleva bene a Jeff e lo considerava una sorta di fratellino ma decisamente non ci teneva a sopportarlo in versione super smielata. Aveva già sperimentato la cosa l’anno precedente quando il biondino si era appena messo con Nick e la verità era che in un certo senso si sentiva di troppo in quelle circostanze. Non era geloso del rapporto che legava i suoi migliori amici ma non gli sembrava giusto nemmeno fare la parte del terzo incomodo solo perché lui non aveva un ragazzo con cui condividere ogni cosa. In più sentiva il bisogno di ritagliarsi uno spazio tutto per sé dedicandosi un po’ agli hobby che aveva accantonato a causa delle lezioni e delle prove con i Warblers.

«D’accordo», concesse alla fine Sterling, «ma pretendo che tu mi racconti tutti i dettagli dopo questa fantomatica uscita.» Bisbigliò, infine, per non farsi sentire da Sebastian che continuava bellamente a sogghignare soddisfatto.

Quando Jeff li lasciò nuovamente da soli, dopo aver ricevuto un messaggio da parte di Nick, Thad tirò un sospiro di sollievo non dimenticandosi di dover chiedere chiarimenti all’altro per quella sua uscita improvvisata di poco prima.

«Mi devi un sacco di spiegazioni Smythe e vedi di essere cristallino.» Disse.

«Che vuoi che ti dica Harwood? Ho solo colto l’occasione per prendermi una rivincita personale su Sterling.» Spiegò candidamente come se fosse la cosa più naturale del mondo.

«Sei incorreggibile.» Sbuffò Thad incrociando le braccia tra loro ed assumendo una smorfia contrariata a causa delle motivazioni addotte dall’altro.

«Sono fatto così», rispose il castano scrollando le spalle con noncuranza, «in ogni caso l’uscita la pretendo lo stesso quindi vedi di farti trovare davvero libero per il weekend.» Mormorò con tono fermo alzandosi in piedi e sparendo oltre l’uscio della porta dopo aver gettato nel bidone il bicchiere di carta che reggeva tra le mani. A Thad non restò quindi che alzare gli occhi al cielo mentre sentiva la necessità di prendere a testate il primo muro disponibile. Chissà perché era certo di essere passato dalla padella alla brace senza nemmeno essersene accorto.



Il finesettimana arrivò fin troppo in fretta per gli standard di Thad che non sapeva che pesci pigliare né tantomeno come comportarsi nei confronti dell’uscita programmata con Sebastian. Ci aveva rimuginato sopra per tutti i giorni precedenti facendo una lista di pro e di contro ma alla fine non aveva ottenuto risultati e, se possibile, le idee gli si erano ingarbugliate ancora di più. Non sapeva cosa aspettarsi da uno come Smythe e sinceramente loro due non è che avessero poi questo gran rapporto, sebbene condividessero la stessa stanza. Sbuffando aprì le ante dell’armadio passando in rassegna con occhio critico tutti i suoi vestiti per scegliere qualcosa di comodo ma anche leggermente elegante. Sebastian, come previsto, non gli aveva nemmeno detto dove sarebbero andati.

«Harwood non sei ancora pronto?» Constatò l’altro uscendo dal bagno con indosso un paio di boxer neri ed i capelli ancora umidi che gli ricadevano sulla nuca.

«Non mi pare che tu sia vestito. A meno che non hai intenzione di uscire mezzo nudo.» Rispose Thad lanciandogli un’occhiata veloce per poi scegliere un paio di pantaloni scuri ed una polo a maniche lunghe rossa.

Sebastian si lasciò scappare un ghigno divertito indossando velocemente il pantalone grigio e la maglietta verde scuro che aveva appoggiato in precedenza sul letto, stando attento a non farsi vedere mentre studiava i lineamenti del corpo di Thad. Indubbiamente era ben messo ed aveva un fisico niente male, constatò il francese. Una volta che furono pronti si diressero verso la macchina di Sebastian e per i primi minuti nell’abitacolo ci fu silenzio. Gli occhi del moro erano persi a scrutare il paesaggio fuori dal finestrino sul lato del passeggero, mentre l’altro prestava attenzione alla strada.

«Posso almeno sapere dove stiamo andando?» Si costrinse a chiedere Thad spostando lo sguardo sul profilo di Sebastian, dopo aver soppesato per bene se fosse il caso di porre quella domanda o continuare a tacere.

«Lo scoprirai quando arriveremo.» Mormorò l’altro continuando a tener d’occhio l’asfalto percependo uno sbuffo provenire dalla sua destra.

Precisamente non sapeva nemmeno lui per quale assurdo motivo avesse davvero invitato fuori Thad Harwood. Quando aveva affermato di volersi prendere una piccola rivincita su Sterling non mentiva ma poi, stranamente, si era ritrovato a constatare che non sarebbe stato così disdicevole uscire per davvero. Per questo aveva intimato ad Harwood di non prendere impegni ed era sparito prima che l’altro riuscisse anche solo a protestare.

Nelle ore precedenti si era convinto che alla fine il suo compagno di stanza avrebbe cambiato idea rifiutandosi di assecondarlo ma era rimasto del tutto sorpreso nel constatare di aver torto. Perso in quelle riflessioni si accorse che erano arrivati a destinazione solo quando i riflessi dell’insegna gli ferirono gli occhi, per questo si affrettò a parcheggiare l’auto in uno dei posti liberi spegnendo il motore e slacciandosi la cintura di sicurezza.

«Sebastian spero che tu non abbia avuto la brillante idea di portarmi allo Scandals.» Tornò alla carica Thad mentre si dirigevano verso quello che sembrava un locale notturno.

«Rilassati Harwood, non siamo allo Scandals.» Replicò questi con tono annoiato sospingendolo verso la porta di quello che poi il più basso riconobbe essere un normale disco-pub.

Il locale all’interno era magistralmente suddiviso a scaglioni, nella parte superiore vi erano i tavolini per poter ordinare da mangiare mentre la parte inferiore era completamente adibita a pista da ballo con tanto di luci fluorescenti ed un bar posto in fondo alla parete. Sebastian condusse entrambi proprio in direzione di quest’ultimo, prendendo posto su uno degli sgabelli girevoli del bancone e facendo cenno al barman di voler ordinare.

«Per me una semplice birra mentre per lui un-»

«Una birra anche per me, grazie.» Lo interruppe Thad mentre il cameriere spariva con le loro ordinazioni segnate su un foglietto.

«Una birra? Sul serio?» Gli chiese Sebastian con sguardo confuso e la fronte leggermente aggrottata.

«Non ho nessuna intenzione di ubriacarmi, l’ultima volta che è successo io mi sono ritrovato a dormire nella vasca da bagno di Trent e tu eri praticamente disteso sul tappeto accanto al lavandino.» Replicò Thad con espressione neutra ripensando all’ultima festa in stile Warblers proposta da Flint.

Smythe ridacchiò leggermente a quei ricordi prendendo a sorseggiare la birra che, frattanto, gli era stata servita. Thad lo imitò subito dopo mandando giù la bevanda a piccoli sorsi per evitare di essere anche solo lontanamente brillo. Non era una buona idea perdere i freni inibitori quando si era nelle grinfie di Sebastian e men che meno all’interno di un luogo pubblico. A prescindere da quel piccolo particolare, tutto sommato il posto dove l’altro l’aveva condotto non era poi tanto male come si era immaginato. Almeno non è un locale prettamente gay, pensò scuotendo leggermente la testa. Ed era appena giunto ad un quarto di birra quando Sebastian gli porse la mano per invitarlo a ballare.

«Sebastian non so ballare questa roba.», urlò per farsi sentire in mezzo al frastuono mentre veniva letteralmente trascinato dall’altro al centro della pista.

«Harwood balli ogni giorno alle prove, è impossibile che tu non sappia muoverti.» Gli sussurrò Sebastian all’orecchio cercando di incitarlo ed infondergli sicurezza.

Thad sembrò apprezzare quel gesto straordinariamente carino e, per non deludere le aspettative che il più alto stava evidentemente riponendo in lui, iniziò a muoversi seguendo il ritmo della musica. Ballarono appiccicati uno all’altro per diverso tempo del tutto incuranti del fatto che spesso i loro bacini venissero in contatto. Sebastian era un ottimo ballerino e si vedeva chiaramente che fosse completamente a suo agio, del tutto abituato a quel genere di divertimento. Thad d’altro canto avrebbe volentieri voluto avere la stessa sfrontatezza ma nonostante ciò se la cavava egregiamente. Resistette per più di metà serata tenendo testa al suo compagno di stanza, poi assetato lasciò Sebastian da solo sulla pista per ordinare qualcosa di analcolico da bere.

Ebbe appena il tempo di veder sparire ancora una volta il barista prima che lo sgabello accanto al suo venisse occupato da un ragazzo abbastanza alto con folti capelli scuri e penetranti occhi azzurri. Inizialmente fece finta di niente, continuando a scrutare alla sua destra in modo da poter tenere sott’occhio la sua ordinazione che stava lentamente prendendo forma e colore tra le mani abili del barman. Fu quando il ragazzo in questione iniziò ad attaccar bottone che Thad si voltò lentamente per osservarlo meglio, notando che questi gli stava rivolgendo un sorrisetto ammiccante. Le sue gote si imporporarono leggermente di rosso a causa di quello sguardo insistente che sembrava volerlo spogliare e con difficoltà distolse il suo.

«Posso offrirti qualcosa da bere?» Gli chiese, infine, in modo diretto l’altro.

«Ti ringrazio ma ho già ordinato.» Rispose Thad recuperando la sua fermezza nonostante l’imbarazzo e sperando di mettere a tacere il suo interlocutore.

«In questo caso credo che passerò direttamente ad invitarti a ballare.» Mormorò sfrontatamente l’altro ragazzo provocandogli un enorme senso di fastidio. Odiava i tipi appiccicosi e soprattutto odiava i ragazzi insistenti come quello che aveva di fronte.

«Non credo che sia una buon-» Iniziò a dire salvo poi venire interrotto dalla presa salda che il tizio teneva sul suo polso.

Thad si stava spazientendo ed era sicuro che tra meno di cinque minuti avrebbe perso la sua proverbiale calma e compostezza mandando per la prima volta a quel paese uno sconosciuto. Stava giusto cercando di sgusciare da quella stretta, quando un’altra mano picchiettò sulla spalla del tizio costringendolo a voltarsi. Un irritato ed alquanto minaccioso Sebastian entrò nel suo campo visivo facendogli tirare un impercettibile sospiro, visibilmente sollevato di vedere un volto familiare correre in suo aiuto.

«Non l’hai sentito? Lascia immediatamente il suo polso, le tue attenzioni a quanto pare non sono gradite.» Scandì sibilando Sebastian spostandosi automaticamente accanto al più basso e fissando con astio l’altro ragazzo.

«E tu chi saresti per dirmi cosa devo fare?» Rispose a tono questi mentre il francese stringeva i pugni per impedirsi di prenderlo a botte.

«Sono quello che ti spaccherà la faccia se non togli immediatamente le mani di dosso dal mio ragazzo.» Mormorò con tono di voce talmente serio e freddo da convincere l’altro a mollare la presa sul polso di Thad. «Sparisci di qui.» Aggiunse subito dopo facendolo scappare a gambe levate.

«Sebastian non so come ringraziar-»

«Sei stato un incosciente! Quel tizio aveva la sola intenzione di entrare nei tuoi pantaloni e ci sarebbe riuscito anche se non fossi stato d’accordo.» Sbraitò alzando leggermente la voce di fronte ad un Thad visibilmente sconvolto con tanto di occhi sgranati e labbra dischiuse.

«Io-», iniziò a dire, tremando, ancora del tutto scombussolato per quella mezza sfuriata, «mi dispiace.» Concluse con un sussurro abbassando la testa e prendendo a mordersi le labbra per evitare di incrociare quelle iridi verdi.

Di fronte all’evidente mortificazione dell’altro, Sebastian sbuffò perdendo la maggior parte della sua rabbia e riacquistando il suo autocontrollo. Quando aveva visto quel bellimbusto flirtare spudoratamente con Thad nonostante i continui rifiuti di quest’ultimo, non ci aveva pensato due volte a farsi largo tra la folla stringendo i pugni e ribollendo di rabbia. Certamente anche lui non aveva la reputazione di bravo ragazzo, ma sapeva quando doversi fermare. Non avrebbe mai costretto nessuno a fare qualcosa contro la propria volontà come invece cercava di fare quel tizio.

«La prossima volta cerca di fare attenzione», mormorò con voce meno dura dandogli una leggera pacca sulla spalla per fargli capire che era tutto apposto, «Direi che è ora di rientrare.» Aggiunse passandosi una mano tra il ciuffo castano abilmente sistemato.

Il clima nell’abitacolo della macchina era molto più pesante rispetto all’andata e la tensione si poteva tagliare con la punta di un coltello. Nessuno dei due aveva intenzione di proferire parola, probabilmente entrambi certi che avrebbero potuto dire qualcosa di sbagliato dando vita ad una litigata che volevano assolutamente evitare. Thad si torturava le mani a causa dell’imbarazzo, studiando di sottecchi il volto di Sebastian illuminato dai lampioni e puntato sulla strada davanti a sé. Fu quando arrivarono nel parcheggio dell’accademia e Sebastian spense il motore che l’ispanico si decise a biascicare qualche parola.

«Sebastian aspetta», disse prima che l’altro potesse aprire lo sportello della vettura, «dovremmo parlarne.»

«E’ tutto apposto Harwood, abbiamo già chiarito e non è successo nulla di grave.» Rispose Smythe facendo un cenno scocciato con la mano per sottolineare il concetto.

«Non è affatto apposto!», sbottò Thad girando il busto verso destra per poterlo osservare meglio, «Hai detto a quel tizio di essere il mio ragazzo!» Concluse sentendo le gote accaldarsi leggermente.

Questa volta fu Sebastian a ruotare il busto alzando gli occhi al cielo e con tutta l’intenzione di andare a dormire il più in fretta possibile. Aveva guidato praticamente tutta la sera – o quasi – e sebbene non fosse ubriaco, visto che uno dei due doveva restare sobrio, era comunque leggermente brillo per poter affrontare una conversazione del genere. E forse fu proprio questo il motivo che lo spinse ad annullare la distanza, posando le labbra su quelle di Thad per poi morderle leggermente. Le labbra dell’altro si schiusero rispondendo al bacio e permettendogli di far incontrare le loro lingue, mentre Sebastian sentiva chiaramente la mano del moro fermarsi dietro la sua nuca per stringere la presa su una ciocca di capelli castana.

«Ora hai avuto la tua dannata risposta.» Mormorò Sebastian con il respiro affannato per poi riprendere da dove si era interrotto. Un leggero e silenzioso Biip, prontamente ignorato da entrambi, segnalò un messaggio in arrivo sul telefono di Thad mentre il suo proprietario era impegnato in attività decisamente più interessanti.


Da : Jeff

Missione compiuta! Il regalo di Nick è già incartato.

Thad ci sei?

………….

Ommioddio dimmi che non sei tu quello che sta dando spettacolo con Sebastian nel parcheggio della scuola!

THAD!!!












A/N

So che probabilmente avrei dovuto dividere questa OS in due parti distinte vista la mole di parole – 3660 secondo word – ma ho pensato che sarebbe stato meglio lasciare il tutto unito per darle, appunto, uniformità. Se siete arrivati fin qui, avendo quindi letto questo poema epico che sembrava non aver fine, meritate la mia infinita riconoscenza per aver resistito e non aver gettato la spugna dopo i primi cinque righi. Non ho nient’altro da aggiungere ma come sempre se avete dubbi, domande o semplicemente volete farmi sapere cosa ne pensate non esitate a lasciarmi una piccola recensione. Sarò felicissima di rispondere ad ognuno di voi personalmente. Vi lascio alla lettura!

P.s. Un pizzico di Niff - alquanto velata - non poteva mancare e ormai conoscete la mia insana passione per la mia coppia pucciosa preferita!

xoxo

Sara
  
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