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Autore: Quinny El FW    23/07/2014    1 recensioni
Quinn è rimasta vittima di un incidente che l'ha costretta sulla sedia a rotelle, non sa quanto ci rimarrà se per poco o se per tutta la vita quello che sa è che oggi è un grande giorno per lei e deve tornare al McKinley dai suoi amici del Glee che ricorda uno ad uno ed in particolar modo Santana.
Sola in camera Quinn passa il tempo a pensare a com'era e a come potrebbe essere, ma il tempo trascorre e sembra che nessuno si vada ad interessare di lei per darle aiuto e deve provvedere da se od almeno così sembra...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray | Coppie: Quinn/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo VIII
 
Erano passati un po' di settimane da quando ero andata a stare con Santana e da quando...beh...ecco, da quando c'eravamo baciate la prima volta. Ovviamente nessuno,a parte Rachel "la spiona", sapeva di questa cosa. Santana era così insicura e così titubante sull'esternare i suoi sentimenti e dunque fare coming-out ammettendo davanti a tutti (od almeno al Glee Club) la sua omosessualità e non si può dire di certo il contrario di me che non ne accennavo nemmeno minimamente con nessuno.
Il problema non era che io stessi ancora qui confinata su questa sedia a rotelle e che lei mi dovesse accudire, anzi, il problema erano i commenti che avrebbero fatto le persone... qui a Lima meno cose si sanno meglio è e meno si dicono le cose meno le voci gireranno.
Lima non è una cittadina famosa per la sua mentalità aperta o tollerante verso le coppie dello stesso sesso quindi figuriamoci se si sapesse che non solo viviamo insieme e che lei mi deve aiutare a fare tutto compreso lavarmi, ma che stiamo pure assieme.
Oggi, in ogni caso, era un grande giorno. Maribel era fuori casa per il lavoro al ristorante e noi saremmo rimaste da sole a casa. Certo la mia situazione non ci permetteva di avere rapporti completi, ma avremmo lo stesso potuto avere un po' di libertà e poi oggi era il nostro anniversario.Un mese.
Ero in camera nostra a mettere in ordine le mie cose ed i miei vestiti che erano stati collocati ai ripiani più bassi dell'armadio in modo che fossi autonoma almeno in questo, Santana era sul letto a non so far bene cosa con un quaderno in mano ed era così bella.Perfetta, un angelo.
Finito di riordinare misi le mani sulle ruote della mia sedia a rotelle, la mia prigione, e mi diressi verso il letto al lato dov'era lei.Arrivata la guardai negli occhi cercando un modo di salire lì, ma i tentativi erano vani per quanta forza potessi mettere nelle braccia non ci riuscivo; le gambe erano si insensibili, ma non senza peso. Santana sembrava non vedermi nemmeno, o forse la sua lettura era troppo interessante per accorgersi di una povera in carrozzella che voleva farle due coccole quasi come un gatto che fa le fusa e così non potevo fare altro che continuare a provare e mettere tutta la forza che avevo nelle braccia senza però ottenere mai nulla fino a che dopo un tentativo più azzardato non mi ritrovai stesa a terra con la mia sedia a rotelle che era praticamente schizzata più in lì , mossa dal mio corpo in caduta libera, quasi come un razzo. A quel punto tutto quello che vedevo era il soffitto bianco sopra di me e solo allora sentì Santana alzarsi dal letto e venire da me ed in men che non si dica, mentre avevo la vista appannata e la mente confusa e stavo ancora digerendo la cosa dell'essere caduta ed essere impossibilitata a fare qualsiasi cosa come un sacco di patate, me la ritrovai davanti. La mia vista era troppo confusa e la mia mente era troppo in tilt per poter sentire cosa mi stesse dicendo con la mia solita lucidità e tutto quello che riuscivo a pensare era a come mi ero ridotta. Io, Quinn Fabray, una stupida paralitica. Le mie gambe ne avevano fatta di strada eppure tutto era solo passato e non sarebbe più tornato ed ora tutto quello che c'era erano le mie stupide gambe insensibili anche agli stimoli più forti. Probabilmente anche camminandomi adosso non avrei sentito nulla. Ora sono qui stesa a terra come un pesce lesso e non posso fare nulla, sono una sardina arenata- si arenano le sardine?- e davanti ai miei occhi l'immagine sfocata che forse sta lentamente diventando più nitida di quella ragazza mulatta che mi fa battere il cuore all'impazzata dappertutto. San sta parlando eppure credo che lo stia facendo troppo velocemente come suo solito perchè io possa capire quello che dice anche considerando che ogni tre parole c'è un rigo o anche tre di parole in spagnolo; tutto quello che capisco delle sue parole è quando mi chiede se mi sono fatta male :- " N-no no...non credo di avere nulla di rotto...tutto funzionante..."- dico fermandomi poi solo uno o due minuti prima di terminare la frase con un malinconico e sospirato :-"... almeno fino all'ombelico circa."- Sannie non si scompone molto limitandosi, si fa per dire, ad avvicinarsi a me e lasciarmi un leggero e delicato come il petalo di una rosa rossa bacio sulle mie fragili ed esili labbra e mentre me lo godo piano gustandomi il sapore dolcissimo delle sue labbra così dannatamente perfette e del suo lucidalabbra fruttato sento il suo braccio mettersi sotto la mia schiena ad altezza braccia e fine delle ossa delle scapole e quando le sue labbra si allontanano dalle mie mi sento sollevare ed apro piano gli occhi prima socchiusi per intensificare il piacere e vedo che ora sono al sicuro tra le sue braccia e che il suo possente altro braccio mi scorre sotto le ginocchia tenendomi così dolcemente posata su di lei quasi come una sirena. Mi limito a sorridere cingendo poi le mie braccia intono al suo collo senza volerle però fare in alcun modo del male :-"Non mi sono fatta male, non è grave solo mi fa un po' male la schiena"- dico semplice guardandola ed accenno un altro timido sorriso vedendo il mio riflesso in uno specchio lì vicino e notando che le mie guance si sono colorate di rosso come mai e quasi me ne vergogno.   
:-" Mmmm... non so se davvero ti fa male o se stai inventando una scusa per farti coccolare Fabray."- mi rispose semplice Santana con quel suo sorrisetto malizioso e scherzoso allo stesso tempo e concretamente abbastanza difficile da descrivere, io mi limitai ad accennare uno dei sorrisi più idioti che abbia mai fatto credo in vita mia e lo specchio alle spalle di S. mi condannava alla grande :-" Non sto mentendo! Dannazione! Non sto mentendo nemmeno un po'! Mi fa davvero male!"esclamai mettendo il broncio guardandola, le mie parole erano vere mi ero davvero fatta male la schiena cadendo prima era come se mi si fossero tutte incriccate le ossa, mi facevano male certo non da ospedale ma mi davano fastidio. Santana allora scoppiò a ridere e devo ammettere che non capivo perchè lei lo stesse facendo sinceramente non ci trovavo nulla di divertente in quello che mi era successo, non era stato per nulla bello cadere e così vedendola ridere iniziai a parlare con tono offeso per lo men all'inizio del mio discorso :-" ...Non c'è nulla di divertente Santana Lopez!Nulla! Nulla da ridere, puoi smetterla per favore? Non è stato per nulla bello cadere perchè...- ed eccomi fregata di nuovo imbrogliandomi io stessa nelle mie parole e con la mia mente che mi faceva pensare sempre alla mia situazione ed alle mie gambe insensibili.Così in men che non si dica in un tempo molto,troppo, breve come il tempo di uno starnuto di un bambino mi ritrovai a scoppiare in lacrime ed in un lamento singhiozzato continuai il mio discorso :-" n-n-non è b-b-ello, per nulla, n-nemmeno un p-po'... s-stavo s-s-solo cercando d-di salire su-sul letto p-per farti le c-c-coccole e sono caduta perchè ho queste fottutissime gambe che non funzionano... non servo a nulla. Sono un disastro.Una scema ragazza in carrozzella.Mi v-vedi? Non posso fare nulla!"- dissi mente lei mi fissava con un espressione perplessa credo che non si aspetasse una mia reazione così tragica ed improvvisa, ma quando finì di parlare calmandomi un po' se non altro per respirare lei mi iniziò ad accarezzare il viso e non disse nulla come spesso fa in situazioni del genere capendo alla perfezione che la maggior parte delle volte mille parole sono inutili e che i gesti contano di più.
La vidi avvicinarsi al letto e piano mi posò su di esso facendomi stendere sul morbido materasso matrimoniale che mi sembrava ora essere fatto di ovatta e poi la vidi sedersi accanto a me e posare le sue mani sui miei fianchi e poi sopra l'ombelico dove ancora avevo sensibilità ed iniziò a muovere lentamente le sue dita facendomi  un massaggio delicato e senza dire una parola semplicemente guardandomi e facendomi così calmare, rilassare e smettere definitivamente di piangere fino poi quando San all'improvviso decise di rompere il silenzio e smise di farmi quel massaggio per poi dire piano :-" Vado a prepararti un bagno caldo."
Stavo per dirle che non mi importava nulla del bagno caldo quando lei si alzò e si diresse verso l'altra stanza. Rimasi logicamente stesa come lei mi aveva messo non potendo fare a meno di sentire i rumori che provenivano dall'altra stanza cercando di capire cosa stesse facendo quella birbante oltre a star preparando la vasca, ma non riuscivo proprio a capire eppure dai rumori ero certa che stesse facendo qualcos'altro.
-"Cosa stai facendo lì dentro Santana?"- domandai semplice in un urlo continuando a sentire mille rumori oltre a quel suono semplice dello scorrere dell'acqua nella vasca :-" COSA STAI FACENDO LI' DENTRO SANTANA?"- domandai di nuovo alzando stavolta di più il tono della voce  per farmi sentire dato che prima non avevo ottenuto nessuna risposta, ma stavolta non fu molto diverso il risultato in realtà :-" Possibilmente non mi rispondere in spagnolo.Sai che non lo capisco bene"- dissi ridendo appena dopo aver sentito l'urlo di rimando di Sannie e voltai appena la faccia dall'altro lato rispetto alla porta del bagno fino a che non sentì dei rumori e poi dei passi avvicinarsi a me:-"Hai finito di fare confusione nel bagno?"- domandai senza nemmeno voltarmi e la sentì sedersi accanto a me:-"Si, ho finito curiosona"-disse lei poi prendendomi di nuovo tra le sue braccia e andando verso il bagno. Ero troppo curiosa di sapere cosa aveva combinato lì dentro una disordinata cronica come lei:-"la mia povera schiena ha bisogno di coccole..." - dissi mordendomi appena il labbro e facendo gli occhi da cucciolo che la mandavano in tilt fissandola nei suoi bellissimi occhi neri:-" La tua schiena è complice della tua mente..."-mi rispose ed io feci uno strano sorrisetto compiaciuto :-"...sei curiosa come una bambina Quinn"-aggiunse ancora poi guardandomi ed io tenni il mio sguardo da cucciolo per poi rispondere con un tono un po' provocatorio:-"e la cosa ti dispiace Santana?"- la risposta fu rapida e già nota:- " no, non mi dispiace affatto piccola Quinn"- disse ed io sorrisi per almeno un paio di minuti poi scossi la testa come a disincantarmi e dissi, pizzicandole il collo,scherzosamente e curiosa :-" E allora che aspetti? Vogliamo andare in questo bagno si o no? Diamoci una mossa su.Muovi quelle gambe su su!"- .
Sannie scoppiò a ridere dopo la mia frase e mi guardò negli occhi ancora ridendo:-"Vuoi fare un po' di corsetta eh Q?" mi domandò ridendo ed in meno tempo di quanto ce ne misi io a capire lei iniziò a correre per la stanza. Mi aggrappai a lei tenendomi forte impaurita :-"FRENAAA!FERMATI!NON ti ho detto di correreee!"- esclamai spaventata mantendendomi più che potevo a lei. Si fermò e sorrise:-"Non ti avrei mai lasciato cadere sciocchina, andiamo in bagno su curiosona"- disse poi lei mentre io cercavo ancora di riprendermi dalla corsa :-" Scommetto che avrai messo tutto in disordine"- dissi io  guardandola:-"secondo me invece ti stupirò"- disse lei con sicurezza dirigendosi al bagno ed aprendo la porta con un calcio.
Devo ammettere che lo scenario che mi si aprì davanti ricompensò al massimo l'attesa e,sì, mi stupì.
-"Allora che ne pensi?"- mi domandò lei dopo avermi messo poggiata su una panca il che rendeva il mio equilibrio molto precario :-" penso che...è bellissimo, molto romantico"- dissi rispondendole mentre continuavo a guardarmi intorno per catturare tutti i dettagli dell'arredamento e tutte le cose che aveva messo cercando al contempo di non slittare giù dalla panca e finirle in quel modo addosso.
C'erano candele ovunque e nell'aria un dolce e delicatissimo profumo di rosa che si diffondeva leggiadro nell'aria disperdendosi in ogni angolo ed anfratto della stanza. Mentre mi guardavo intorno successe proprio quello che non volevo che succedesse: caddi.
La cosa tragica del non avere sensibilità nel sedere e nelle gambe è che non ti rendi nemmeno conto di stare scivolando e stare cadendo e ti ritrovi all'improvviso a terra spiaccicato come un pesce che è stato trasportato da un onda a riva e che ora giace steso a terra sul bagno-asciuga. Mi è successo già altre volte di cadere in questo modo, di slittare, ma ogni volta è sempre la stessa storia e la stessa desolazione e le difficoltà poi relative all'alzarsi. E' come uno slittino che cade da solo dalla cima di una montagna facendosi tutta la pista da solo, non c'è modo di farlo risalire una volta sceso a valle;o almeno non puoi dirgli di rimettersi in sesto.
In quella frazione di attimi era successo un po' di tutto, io che mi guardavo intorno come se nulla fosse quasi dimenticando per un attimo la mia condizione e Santana inginocchiata davanti a me che mi sfilava i pantaloni ed ora ero scivolata e le ero precipitata addosso.
Devo dire che la prontezza di riflessi di Santana non è delle migliori alle volte, ma stavolta poteva andare peggio. La situazione attuale,riassumedo, quindi era questa: Santana era stesa a terra in tutta la sua lunghezza ed io le ero praticamente stesa addosso con le braccia chiuse attorno alla sua schiena il che voleva dire che il mio istinto aveva cercato in qualche modo di limitare la caduta non riuscendoci però. Ero mortificata, mortificata dalla situazione e diventai tutta rossa in viso per l'imbarazzo:-"M-m-mi dispiace, scusa..."- dissi piano con gli occhi lucidi guardandola negli occhi che ora logicamente distavano solo pochi centrimetri dai miei :-" Non preoccuparti,Quinnie, è tutto okay... "- disse lei accarezzandomi la schiena e poi continuò :-" ...non è successo nulla di male...è un abbraccio."- disse semplice, ma io non riunsicvo proprio a vederla in questo modo. Ero scivolata in quel modo perchè ero una stupida paralitica lo sapevamo bene, la guardai e non dissi nulla Sannie mi stava capendo senza bisogno di parole come sempre. Sentì la sua mano spostarsi dalla mia schiena alla mia nuca e poi al mio viso accarezzandolo dolcemente:-" è tutto okay Q. ci sono qui io con te,non devi preoccuparti di cadermi addosso.Ti amo..."- disse lei poi piano ed io mi limitai a sorridere con gli occhi ancora lucidi:-" oggi è un giorno speciale okay? Ed ho una sorpresa per te..."- disse ancora e non so bene come riuscì a metteresi le mani nella tasca dei pantaloni ed ad estrarne un piccolissimo scatolino:-" non è una cosa grossa, ma è un inizio...una piccola grande promessa."- disse mentre si posava quella piccola scatola sul seno ed io posavo la mia testa sulla sua spalla sinistra in modo da poter vedere quando l'avrebbe aperto.
-"Ti amo e anche se non lo diremo subito a tutti io so che voglio stare con te in qualsiasi modo. Per favore,Q. , vuoi essere la mia ragazza per sempre?"- mi domandò aprendo la scatolina dalla quale estrasse un piccolo anello d'argento con una piccola pietra al centro :-" non impressionarti non è chissà cosa, non mi è costato troppo e poi per te tutto amore mio. Buon anniversario."- aggiunse poi mentre io ero rimasta senza parole e guardavo quell'anellino che si era piccolo,ma aveva un grande significato specialmente se pensavo che era stato comprato per me con tutti i risparmi di Sannie :-" Oh Sannie!"- esclamai felice ed ancora stupita da quella sorpresa e dal fatto che si ricordasse del nostro anniversario:-" certo che voglio essere la tua ragazza, per sempre..."- dissi sorridendole e la vidi mettermi l'anello al dito e sorrisi guardando prima come mi stava e poi lei :-" Ora capisco tutti quel risparmiare e tutti i salvadanai che avevi."- dissi sorridendole ancora fino poi ad essere messa a zittire nel modo che preferisco ovvero con uno dei suoi baci passionali e che ti portano via l'anima e ti fanno battere il cuore in gola più veloce di un treno.

Quando finimmo di baciarci venne il problema di rialzarsi, ma prima lei mi tolse la maglia ed io glielo feci fare lasciando poi che rocambolescamente si alzasse tenendomi su di se ed andammo alla vasca dove lei mi fece entrare ed a ruota,dopo essersi completamente svestita entrò lei sedendosi dietro di me e mantenendomi tenendomi le mani sotto al seno come fosse la mia cintura di sicurezza.
-"Grazie di tutto quello che fai per me."- dissi guardando avanti a me ed iniziando a giocare con la schiuma nella vasca :-"Non devi ringraziarmi."- disse lei accarezzandomi il volto.
  
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