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Autore: kyaneoss    23/07/2014    2 recensioni
Gli insulti, gli sguardi, i graffi, le spiagge, il sole nelle ore più belle del giorno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 L’alba era arrivata anche lì. Erano le 5:53 del 15 luglio 2014. Mi ero svegliato circa un’ora prima, con la testa appoggiata ad un tronco vicino ad un ragazzo dalla felpa completamente sporca di vomito e l’aria che mi circondava puzzava di alcool, sudore e decisamente non di castità. Non avevo idea di che fine avesse fatto Allison, e Lydia era tra le braccia di un ragazzo seminudo, sdraiata sul suo petto dove l’acqua del mare bagnava la sabbia scura. La testa faceva un male cane, sembrava che qualcuno mi avesse scaraventato una bottiglia di vetro proprio al centro della fronte con una forza disumana. Cercai di alzarmi in piedi per sgranchirmi la schiena e poter godere della bellezza del silenzio che mi ero dimenticato esistesse fino a quel momento. Il sole schiariva gradualmente sempre di più, illuminando il disastro che avevamo combinato in una notte: gran parte delle persone dormivano in posizioni assurde sulla spiaggia, una rispettiva parte di loro era sporca di vomito o quasi completamente nuda. “Questo è stato l’ultimo falò della mia vita” pensai tra me e me. Non avevo voglia di pulire né di continuare a bere, così mi risedetti accanto al tronco chiaro dove mi ero addormentato, a osservare le sfumature arancioni che dipingevano le nuvole del mattino.

Il ragazzo sdraiato accanto a me emetteva suoni ambigui nel sonno, suoni impossibili da descrivere, di quelli che uno emette quando si è appena svegliato e si rifiuta da alzarsi dal letto, ma lui era ancora completamente assolto nel mondo dei sogni. Lo lasciai fare i primi minuti, sperando che prima o poi avrebbe smesso, dopo cominciò davvero ad infastidirmi e non potei fare altro:

“Hey amico – dicevo a bassa voce punzecchiandolo con un legnetto per non sporcarmi di vomito – o ti svegli oppure smetti di rompere con i tuoi versi.”

Continuava a dormire come se nulla fosse, aveva la guancia schiacciata sulla sabbia, il nasino all’insù rosso da scottatura e le mani scheletriche sotto sotto la testa. Mi incantai a fissarlo per un momento, era davvero molto bello, nonostante fosse ricoperto di vomito. Il suo viso era uno dei più dolci che avessi mai visto in vita mia.
Una voce femminile mi risvegliò:

“Buongiorno uomo orso!” – disse Allison a bassa voce con un sorriso stampato in faccia. Era l’unica ragazza della spiaggia ad avere ancora il trucco perfetto e il vestito che profumava di lavanda.

“Buongiorno a te – risposi accennando il peggiore dei miei sorrisi causato dalla stanchezza, poi spostai lo sguardo sul ragazzo magrolino – Per caso lo conosci?”

“Quello? Ovvio, è Stiles Stilinski. Frequenta il mio stesso corso di matematica ed è praticamente un genio, ma da quello che ne so io non ha molti amici, cerca solo di integrarsi imbucandosi a feste organizzate vicino al suo quartiere.”

“Beh se lo conosci trova un modo di svegliarlo, non riesco più a sentirlo.”

Allison alzò gli occhi al cielo infastidita dal mio modo di darle ordini, ma poco dopo avvicinò la bocca alle orecchie del ragazzo e gli sussurrò qualcosa che non riuscii a capire. All’improvviso sbarrò gli occhi e si catapultò in piedi. I capelli scompigliati gli ricadevano sulla fronte e aveva dei bellissimi occhi nocciola, nonostante fossero circondati da profonde occhiaie violacee. Si guardò con aria persa la felpa, poi girandosi verso di me:

“Sei stato tu a vomitarmi addosso?” – disse con tono accusatorio, corrugando le sopracciglia.

“Uhm, no amico, mi dispiace ma credo che sia stato proprio tu a farlo.”

“Se l’avessi fatto me lo sarei ricordato, non credi? Questo vomito non è mio.”

“Non è nemmeno mio, questo è certo.”


“Ma dai che cazzo!” – si tolse la felpa buttandola a terra, mostrando così il suo fisico praticamente inesistente. Era così magro che le costole e le clavicole si potevano notare anche a chilometri di distanza. La sua pelle era bianchissima, facevano eccezione le sue labbra e una cicatrice in mezzo al petto.

Quando notò il modo in cui guardavo la sua cicatrice mi disse:

“Se te lo stai chiedendo, a cinque anni ho avuto bisogno di un trapianto. – si risistemò la cintura e si incamminò verso l’uscita della spiaggia – Beh, è stato un piacere incazzarmi con te.. chiunque tu sia. A un’altra vita.”

Lo guardai camminare con attenzione, aveva la tendenza di piegare una gamba più dell’altra come se fosse zoppo, le scapole sporgenti facevano da cornice a delle piccole costellazioni di nei e le sue gambe erano come stecchini. Sembrava l’essere più fragile della terra, ed ebbi subito una sensazione: sarei dovuto essere forte per lui.




***

Salve persone, ebbene sì, sono tornata con un'altra Sterek, non potevo farne a meno. Questa è soltanto l'introduzione a tutto, spero che vi sia piaciuta. Alla prossima.


- Ronnie.
 
  
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