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Autore: h o r o    23/07/2014    3 recensioni
| Remus-centric | one-shot slash |
Dunque. Non so come prenderla questa storia... è un esperimento, in realtà, il cui risultato mi lascia un po' interdetta. Spero solo che leggerla non si riveli un'inutile perdita di tempo, ecco. Dal testo:
“Sono troppo vecchio per te.”
Non è vero, non lo pensa e non l’ha mai pensato. È solo che è facile da dire e da credere. È solo una scusa valida, che non fa indignare le persone, che non fa soffrire così tanto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il posto vuoto


Si è reso conto che forse quello che sente non è reale.
Non dovrebbe esserlo, è sbagliato, è persino innaturale.
È che James ha Lily, è che James ha Sirius, è che James ha tutto.
Remus ha paura di chiamarla gelosia. Sta combattendo da troppo tempo per meritarsela, la sua amicizia. Tiene a James come terrebbe a un fratello.
C'è sempre stato, per lui, anche quando non c'era nessun altro. Gli è grato, e mai penserebbe di poter provare per lui altro se non gratitudine, eppure…
Eppure.
James ha Sirius, James ha tutto.

Siede da solo al funerale di James e Lily, Remus.
Fissa un punto imprecisato davanti a sé, mentre il peso dell’ennesima perdita gli scivola addosso, gli scava dentro.
Remus è solo come è sempre stato, solo che stavolta sa – Dio, se lo sa – cosa si prova a non esserlo.
Forse sarebbe stato meglio non averli mai incontrati, si dice, mentre dei membri dell’Ordine che conosce solo di vista portano avanti le tombe dei coniugi Potter con un gesto della bacchetta. Non ha neanche lacrime da piangere.
Siede da solo al funerale di James e Lily, Remus.
Ha un posto vuoto da entrambi i lati: uno per Peter, morto assassinato, e uno per Sirius, il traditore che l'ha ucciso.
 
Azkaban l’ha consumato, pensa, fissando il viso scheletrico di Sirius Black, famigerato e pluriomicida evaso di prigione, sulla Gazzetta del giorno.
Lo odia per avergli portato via tutto, ma una piccola parte di lui lo odia ancora di più, perché sarebbe stata pronta a rinunciarvi di sua sponte, se solo glielo avesse chiesto.
È una cosa stupida da pensare, quasi se ne vergogna. È l’uomo che gli ha distrutto la vita, che ha preso la sua felicità e l'ha sbirciolata in un pugno chiuso, ma lui lo vede ancora come un salvatore.
Cosa vuoi fare, Remus?
La mano che stringe il succo di zucca trema appena. Si avvicina la luna piena, ma deve tenere d'occhio Harry.
 
La notte al Ministero è stata la peggiore della sua vita. Ha impedito ad Harry di lanciarsi oltre quel velo, sperando di salvare Sirius, e dentro di sé ha sentito il cuore spaccarsi a metà, perché sapeva che non c'era modo di salvarlo.
Si è dato dell'idiota quando, nei giorni successivi, è tornato a quell'arcata vuota non una, non cinque, ma ben tredici volte.
Cosa sperava di trovare non lo sapeva neanche lui. Forse un Sirius più giovane, dei tempi di Hogwarts, che ancora si faceva chiamare Felpato e che scorrazzava in giro per la scuola insultando i Serpeverde. Forse si aspettava di vederlo accucciato in un angolo, nella sua forma animale, ad aspettare l'arrivo di qualcuno per saltargli addosso e leccargli la faccia. Magari sarebbe sbucato fuori da quell'arco e avrebbe urlato: "Ci sei cascato, Lunastorta!", e sarebbe tutto tornato come prima.
Ma non esisteva più un prima a cui tornare.
 
Non ama Tonks. Non l’ha mai amata. La respinge e lei non si dà per vinta.
“Sono troppo vecchio per te.”
Non è vero, non lo pensa e non l’ha mai pensato. È solo che è facile da dire e da credere.
È una scusa valida, che non fa indignare le persone, che non fa soffrire così tanto.
Strano, ha passato la vita a cercare di convincere gli altri di non essere un mostro, e ora lo sente un appellativo più azzeccato che mai.
Mente, finge, forza sorrisi tristi.
Deciderà di sposarla un giorno, lo sa, perché non vuole deluderla.
E mente, finge, si trattiene dall’urlarle contro di lasciarlo stare, perché non vuole passare il resto della sua vita con nessuno, tantomeno con lei.
Perché lei gli ricorda lui. E lui è morto.
 
È caduto al fianco di Tonks – Ninfadora Tonks Lupin – la notte della battaglia.
Non ha avuto l’istante di chiedere perdono, non ha avuto l’istante per dirle l’ennesimo “ti amo”, un po’ per abitudine un po’ perché credeva che a forza di ripeterlo avrebbe finito col convincersene. Non ha avuto l’istante di pregare un Dio invisibile che gli aveva voltato le spalle una volta di troppo, né quello di vedere da quale bacchetta proveniva l’incantesimo che l’aveva colpito.
Solo un’immagine è scattata nel suo cervello, mentre cadeva riverso, fissando gli occhi di sua moglie che cadeva accanto a lui, e lo ha fatto sorridere come non gli capitava da anni. In quegli occhi non aveva visto Tonks, ma Sirius.


- end -
Ok, probabilmente è una delle cose più pietose che abbia mai scritto, ma ho provato, anche in vista di qualcosa di più impegnato (anche su altri personaggi).
Tra l'altro era anche la prima Remus-Sirius che scrivevo, non sapevo cosa ne sarebbe venuto fuori. Un esperimento, ecco.
Grazie per avere letto fin qui, comunque!
Magari lassssiate una recensione, se vi va. Anche brutta, anche negativa. Anche un ciao.
Xoxo,
h o r o
  
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