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Autore: vale93    24/07/2014    3 recensioni
«C'era qualcosa di estremamente strano e inquietante nel modo in cui si era comportato Malfoy quel giorno, quasi non fosse stato lui a parlare, ma un ragazzo con le sue sembianze. Rivalutò l'ipotesi di un compagno della serpe imbevuto di polisucco, ma ciò le sembrò ancora più assurdo. Chi mai si sarebbe arrischiato a rubare l'identità al figlio del Mangiamorte più temuto della scuola, e per quale scopo?»
La storia si ambienta durante l'ultimo periodo di apprendistato ad Hogwarts, e non tiene conto degli ultimi avvenimenti riguardanti il viaggio del trio in cerca degli Horcrux nè del fatto che Silente sia stato assassinato. Niente di ciò che avviene nell'ultimo libro ha a che fare con questa fiction, che si propone come uno spaccato sulla vita di due dei più interessanti personaggi della saga, sui quali molti aspetti sono rimasti oscuri.
Sul vero carattere di Draco, sul suo rapporto con gli altri, su quello che può succedere fra due individui ostili nel momento in cui si trovano a interagire in ragione di una scommessa ruota la storia che vi apprestate a leggere, la quale trae il suo titolo dall'omonima canzone di Fabrizio Moro.
Genere: Mistero, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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12 alternativo
Capitolo 11
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Ginny le si affiancò sulle scale, accompagnandola lungo la rampa della torre. Hermione sorrise, voltandosi, ma lei sembrò non notarla affatto. Camminava con espressione seria guardando dritta davanti a sè, la fronte appena disturbata da una ruga.
Pensò che dovesse essere di cattivo umore, e rinunciò a fare conversazione.
Quando giunsero al primo piano si divisero con appena un cenno, ed entrambe presero una direzione diversa.
La prova del giorno consisteva in cinque esercizi di Trasfigurazione, da applicare a oggetti inanimati, a una pianta e per ultimo a un essere senziente.
Hermione osservò il passero rinchiuso nella gabbia a campana posta sul suo banco, e si augurò di cuore di essere sufficientemente pronta. Non poteva rischiare di fare del male a quella creatura per un errore.
Accanto a lei Draco sedeva soltanto due file più a destra, fissando con la stessa intensità l'animaletto rinchiuso nelle sbarre. Per un momento, le sembrò che si fosse girato a guardarla. Mosse appena gli occhi, per non far vedere che li stava spostando, e sbirciò a sua volta in quella direzione. Due iridi grigie la fermarono subito, incatenandone lo sguardo.
La voce della McGranitt si schiarì con un colpo di tosse ed Hermione riportò l'attenzione alla cattedra.
La prova non durò che un'ora e poco più.
Al termine della simulazione Draco riposizionò il passero bianco sul trespolo di legno, lisciandone le piume con un dito. Poi prese la borsa, agganciandosela alla spalla, e lasciò l'aula.
Quel giorno notò diverse strane cose, momenti, dettagli sfuggevoli. All'uscita di un'aula Pansy e Blaise si scambiarono un'occhiata, con un cenno della testa. E prima di entrare in Sala Grande li vide parlare fittamente addossati a una colonna.
Per ultimo, Zac lo fissò per gran parte del pasto, insieme a pochi altri Serpeverde.
Quando venne il momento di andare, scese in Sala Comune allentandosi la cravatta.
Trovò Tiger e Goyle su un divano impegnati in una partita a scacchi. Dispersi sulle poltrone e poggiati al muro pochi altri studenti, fra cui Pucey, Baddock, Blaise e Zac. Quest'ultimo gli rivolse un sorriso sghembo, reso ancora più tetro dalla mancanza di un dente nella parte sinistra della mascella.
-Ciao Draco- disse, girandosi a salutarlo.
Il biondo rispose con un cenno appena visibile del mento, senza fermarsi.
-Ti fermi con noi?-
Non rispose. Il ragazzo non sembrava però intenzionato a lasciarlo andare come se niente fosse, quel giorno.
-Di' un po', con la mezzosangue stai facendo qualcosa?-
Si arrestò, appena a fianco del bracciolo del divano.
-Sono passate due settimane dalla gita, dovresti essere a metà dell'opera.-
Draco fissò le pupille sul legno della porta chiusa, senza accennare la minima espressione.
-So contare i giorni, Barker.-
-E alla prima domanda che rispondi?-
Spostò appena gli occhi di lato, ricambiando lo sguardo del ragazzo che lo fissava dalla poltrona di pelle.
-Non preoccuparti, tutto andrà come previsto.-
L'espressione del Serpeverde cambiò appena aprendosi in un ghigno di trionfo, che non sembrò però dipendere dalle parole appena pronunciate dal biondo.
-Oh sì- s'intromise un ragazzo da una poltrona più a destra, -La vedremo uscire a testa bassa come le conviene, finalmente!-
-Draco, oh, Draco come hai potuto? La mia dignità.. oh Draco, che cosa hai fatto- pigolò qualcuno imitando il tono della ragazza.
-Draco ti prego non lasciarmi, Draco- rincarò qualcun altro dal divano.
Pucey rise poggiando i piedi sul tavolo di vetro e molti altri presero a prendere in giro la Grifondoro imitando i lamenti che le sarebbero usciti una volta abbandonata dal ragazzo.
-Credevo saremmo stati insieme per sempre, come hai potuto farmi questo? Oh no, non posso sopportarlo!-
-Dai prendimi ti prego, prendimi dai, sì- ululò Baddock imitando i gemiti di una ragazza in calore.
-Oh sì ti prego fammi quello che vuoi, picchiami!-
Malfoy strinse i denti, assottigliando gli occhi grigi puntati sulla porta.
-Ah, ah, Draco ah, continua!-
Serrò le labbra, irrigidendo la mascella per non farsi uscire un suono. Per la prima volta in vita sua, odiò quelle parole. Per la prima volta, sentì il vago, incerto sentimento di protezione che Hermione aveva manifestato nei confronti di Weasley quando lui stesso lo aveva preso in giro. Ora capiva quel fastidio.
Zac sembrò accorgersi del suo irritamento e piantò gli occhi sul suo profilo teso.
-Qualcosa non va?-
Malfoy deglutì muto con un respiro, e si girò a ricambiare l'occhiata del ragazzo.
-Non c'è nulla che possa andare meglio- rispose aprendosi in un ghigno che nulla aveva in meno rispetto a quelli che era solito mostrare in situazioni analoghe. Dopodichè sistemò nuovamente la cravatta, drizzando le spalle, e raggiunse a passo schietto la porta. Zac lo seguì uscire scrutandone i movimenti, l'espressione illeggibile. Poi, un lampo di comprensione gli attraversò le pupille, mentre con la testa prese ad annuire impercettibilmente.

Hermione lasciò la biblioteca alle diciotto precise, prendendo un tomo in prestito dalla bibliotecaria. Legò il nodo del mantello al collo e sperò come sempre di non incontrare nessuno.
Una volta fuori, attraversò il sentiero sterrato che s'inoltrava serpeggiando fra gli alberi, e pensò che da diverso tempo non faceva più visita ad Hagrid. A dire il vero, da diverso tempo non faceva più nulla di quello che faceva prima. Compreso stare insieme ai suoi amici.
Quando aprì il varco fra le fratte scure circondanti la laguna, si stupì di non trovarlo già lì. Era solita ritrovarselo sempre fra i piedi, appena arrivava, come se si fosse messo di bella posta ad attenderla. Stavolta, invece, la sponda era completamente deserta.
Si avvicinò a riva, dove l'acqua scura bagnava la terra nuda e dura. Poche strane bolle d'aria ne riempivano la superficie di schiuma bianca ed Hermione si sporse per riuscire a vedere cosa nascondessero.
-Gradirei che non ne facessi parola.-
Sobbalzò, voltandosi a cercarlo. Lo vide uscire da un gruppo di alberi appena distante, le braccia conserte.
-Come?- chiese.
-Riguardo a ciò che hai visto ieri.-
-E perchè dovrei?-
Voltò appena la testa di lato, un'espressione sarcastica stampata in viso. -Che ne so cosa vai a raccontare in giro dopo avermi visto?-
-Io non racconto proprio un bel niente, mister egocentrismo- rispose infastidita drizzandosi.
Lui le lanciò un'occhiata scettica.
-Qual è il problema- insinuò allora con una punta di ironia, -Ti preoccupa mostrare la parte più sensibile e umana di te?-
-Non c'è nessuna parte sensibile. Non capisci nulla!- sbottò il ragazzo contraendo i muscoli del viso. Hermione sbarrò gli occhi colpita.
-Cosa avrei dovuto capire?-
Non rispose, fissandola cupo. Poi allentò la tensione delle braccia e tornò a guardare altrove, passandosi un palmo sulla tempia.
Hermione inarcò un sopracciglio perplessa.
-Quella è una parte di me che preferisco tenere privata. Tutto qui.- disse infine sbrigativamente.
-Privata, ma non a me-.
Draco strinse le dita attorno a un laccio della divisa. -E' diverso. Io non volevo ma.. non ha importanza. Non mi sembri il tipo da giudicare senza conoscere.-
-Ma che significa?- chiese accigliata. -Perchè qualcuno dovrebbe giudicare questo, cosa ci sta di male nel..-
-Non sono cose che ti riguardano, e in ogni caso non ti devo alcuna spiegazione.- sputò. Hermione sgranò gli occhi. -Ti ho chiesto un favore, un piccolo favore: non parlarne, pensi di poterlo fare?-
Non rispose, colta di sorpresa.
Draco sedette con un tonfo, tirando con stizza un sasso dentro all'acqua. I suoi movimenti erano bruschi, segno che era nervoso.
-Si può sapere che cosa è successo? Sei più intrattabile del solito.-
Malfoy si rifiutò di rispondere, continuando a massacrare l'acqua con le pietre.
-Dovresti fregartene dell'opinione della gente- aggiunse poi guardandolo dall'alto. -Sei troppo insicuro.-
Si fermò. -Insicuro?- tuonò. La sua espressione sembrò congelarsi in una piega sarcastica.
-Ah.. è questa la tua diagnosi?-

-Non bisogna avere una laurea in psicologia per capirlo. Hai paura a mostrare lati positivi di te, perchè? Perchè potrebbero farti apparire debole? Pensi che le persone ti apprezzino di più se ti dimostri stronzo, e insopportabile..-
-Le persone- disse lui inasprendo la voce in tono asciutto -hanno l'innata capacità di deformare la realtà traendo conclusioni personali e oltremodo avventate, quando le si lascia fare-. Le lanciò un'occhiata eloquente, sottintendendo un riferimento a lei.
Hermione si sentì investire dall'imbarazzo e avvampò mordendosi la lingua.
-Io non sto traendo nessuna conclusione. Vuoi che non ne parli? Tranquillo. Non racconterò a nessuno quello che ho visto. Solo, penso che dovresti imparare a lasciar perdere i giudizi inutili.-
Draco alzò gli occhi su di lei, aggrottando le sopracciglia, e lei si voltò, andando a sedersi su un masso poco distante.
-E così tu pensi che io sia un vigliacco- disse. Hermione non rispose, fissando gli occhi sulla distesa di acqua torbida del lago.
-Pensi che mi vergogni di far sapere quello che c'è in quella stanza per non venire deriso o preso in giro. Non mi conosci proprio. Tu non sai nulla di me, nè della mia famiglia. Non sai di mia madre, e non sai il motivo per cui è comparsa quella casa là dentro.-

Hermione tacque, abbassando lo sguardo.
-Ti piace dispensare consigli e fare la morale a tutti, ma cosa ne sai tu di come stanno le cose? Eh? Nulla, questa è la verità. Parli senza cognizione di causa e questo da una come te non me lo sarei aspettato-
Non rispose, fissando aggrottata l'erba sotto alle sue scarpe.
Draco si alzò di scatto spolverandosi la terra dai pantaloni e lei sollevò gli occhi credendo che se ne volesse andare.
Ma lui prese soltanto a scalciare le pietre che aveva fra i piedi, riprendendo il lavoro che aveva iniziato da seduto. Lo fissò, concentrandosi sulla sua espressione tesa.
-Non volevo- sussurrò, piano, -sembrarti inopportuna. Hai ragione, non so nulla di te. E non so nulla di tua madre, sicuramente. Però penso di aver capito qualcosa in questi giorni. E non è come sembra.-
Si fermò, tenendo a mezz'aria il piede che stava per scagliare l'ennesima pietra.
-Io credo che tu sia migliore di quello che vuoi far credere... Certo, ti comporti da stronzo, sei un egoista, un ragazzo viziato a cui tutto sembra dovuto. Però non sei sereno, questo mi sembra chiaro. Hai qualcosa, che ti fa stare male. E cerchi di nasconderlo così.-
I suoi occhi sembrarono per un breve millesimo di secondo spalancarsi sul vuoto, colti alla sprovvista.
Ma quell'espressione si dissolse subito in un sorriso sghembo che voleva essere sarcastico, ma che sembrò tutt'al più tirato e poco sincero.
-Hai finito di fare la strizzacervelli?- disse. -Parlami di quella canzone- aggiunse poi come se nulla fosse -Hai capito da dove veniva?- 
Hermione si stupì del suo ritiro fulmineo dall'argomento, come un riccio chiusosi di colpo alla presenza di un pericolo.
-Canzone..?-
-Il pezzo che hai suonato al pianoforte, quella che dovevi ricordare. L'hai riconosciuta?-
-Sì- rispose, cauta.
-Allora?- insistette.
La sua espressione era pulita, come un bambino innocente e curioso che non avesse nulla da nascondere. Hermione si disse che per fingere bene avrebbe dovuto trovarne una più realistica.
-E' un pezzo babbano uscito quest'estate, è nel mio mp3- rispose storcendo la bocca in una smorfia.
-Cosa?-
-Mp3. Il mio..- si fermò, accorgendosi dell'aria smarrita negli occhi del ragazzo. -Non sai cos'è?- 
Malfoy si limitò a tacere fissandola.
Portò la borsa sul grembo e ne estrasse un rettangolino nero avvolto da uno stretto nodo di fili.
-Tieni- disse porgendoglielo.
Lui assottigliò gli occhi per cercare di capire di cosa si trattasse.
Un altro oggetto babbano che quelli come lui si rifiutano di usare, pensò storcendo il naso.
-Se non hai paura che ti morda le orecchie puoi venire a provarlo- 
Malfoy sembrò prendere sul serio la minaccia e lanciò un'occhiata diffidente all'oggetto.
-Che cosa starebbe a significare?- chiese.
-E' un lettore musicale, un mezzo con cui ascoltare della musica. Come una radio, no?-
Gli occhi di Malfoy si accesero di consapevolezza e la sua espressione mutò in una sarcastica smorfia di scherno.
-Ah certo, le radio- disse come se si parlasse di cimeli risalenti a un periodo anteriore a quello della pietra.
-Già, le radio. Con questo puoi scegliere la musica da ascoltare senza cercarla nelle stazioni. La inserisci, e te la porti appresso. Un po' come.. una raccolta- esitò. -E' un oggetto utile.-
Malfoy assottigliò gli occhi e si avvicinò chinandosi leggermente.
-Ci sono le tue canzoni preferite lì dentro?-
Annuì, muovendo la testa.
Draco lo scrutò con diffidenza, probabilmente chiedendosi come potesse un oggetto tanto piccolo contenere tante cose. Forse non pensava che dei babbani fossero capaci di costruire qualcosa che potesse interessargli. -Come hai fatto a mettercele dentro?- chiese incuriosito.
Hermione increspò le labbra in un sorrisetto ironico. -Questo è un segreto che solo i babbani possono conoscere.- 
Malfoy si accigliò ma vedendo l'espressione del suo volto capì di essere preso in giro. -So che muori dalla voglia di dirmelo- disse, fissandola.
-E tu dalla voglia di provarlo. Un affare babbano di cui tuo padre probabilmente farebbe un mucchio di cenere.-
Le sue guance sembrarono imporporarsi all'improvviso, ma il ragazzo cercò di mascherarlo con una risata.
-Le vostre invenzioni sono retrograde e superate, non mi interessa questa roba. Solo, sono curioso-.
-Ti sei contraddetto nel giro di venti secondi, secondo me hai le idee poco chiare-
Draco strinse i denti e si morse l'interno guancia.
-Hai sbagliato, vero?-
-Come?-
-Ieri sera. Hai sbagliato e ora non vuoi che me ne accorga sentendo l'originale-
Hermione sbarrò gli occhi, del tutto colpita da quell'insinuazione. -Non.. non si tratta affatto di questo. Come ti viene in mente?-
-Allora perchè così restìa?-
-Stavo solo scherzando. Pensavo- esitò -Credevo che uno come te non potesse usare oggetti come questo.-
-Io posso fare quello che voglio, se lo voglio- rispose sedendosi a terra con espressione risoluta.
Hermione lo fissò in silenzio senza la minima intenzione di muoversi.
-Beh?- chiese impaziente.
Lei strinse le dita attorno all'oggetto. -A una condizione- disse. -Non criticare.-
Malfoy incurvò le sopracciglia perplesso. -Che intendi dire?-
-Ci tengo a questa canzone. Se non ti piace, tienitelo per te.-
Lo sguardo del ragazzo si fece scuro, ma non disse nulla.
Hermione sfilò le cuffie attorcigliate attorno al quadratino nero, e ne porse una al ragazzo. Ci volle un po' per riuscire a tenergliela incastrata nell'orecchio, alla fine si decise a tenerla pigiata con un dito, per non farla cadere.
Hermione pigiò un tasto e lo schermo dello strano oggetto si illuminò di una luce debole e gialla, rivelando la scritta che aveva letto sullo spartito la sera prima.
La musica che partì era molto diversa da quella che Hermione aveva suonato al piano. La melodia era sovrastata da una voce calda e maschile che cantava, in maniera quasi parlata, quella che sembrava essere una lettera, più che un testo. Sotto alla voce, Draco riconobbe il pianoforte e le note già udite, ma la sua attenzione era distratta continuamente dalle strofe pronunciate dall'autore.
Con la testa china, ascoltò in totale silenzio l'intero brano senza mai muoversi. 
A fine pezzo, si tolse la cuffia rotonda dall'orecchio e gliela porse, con estrema serietà.
-Davvero incredibili questi affari babbani- disse soltanto senza guardarla.
Questo fu l'unico commento che gli uscì, ed Hermione si astenne dal chiedere qualsiasi considerazione ulteriore.
Il quadratino che teneva in mano si spense e lei riportò il pugno dentro alla borsa, mettendola da parte.
Il lago scuro si adombrò, sotto alla sagoma di una nuvola lunga e carica appena appostatasi sopra di loro. Draco fissava la sua acqua con espressione seria e concentrata, quasi fosse intento nel pensiero di qualcosa.
-Non hai mai avuto un ragazzo, vero?- chiese di punto in bianco cogliendola di sorpresa.
-Come?- balbettò.
-Un ragazzo. Un fidanzato, uno con cui fare altro che parlare.-
-Io..- esitò, incerta. Che cosa voleva sapere esattamente? -Ho frequentato qualcuno, non molto tempo fa-
Gli occhi di Malfoy non cambiarono minimamente espressione, come se quella notizia non lo avesse colpito.
-Qualcuno del tuo mondo?-
Scosse la testa. -Un mago. L'ho conosciuto qui, durante il Torneo.-
A quel punto il volto di Draco si girò, illuminandosi. -Uno studente di Durmstrang?-
Annuì, e un ricordo confuso e poco nitido si fece strada nella mente del Serpeverde, riportandolo a una scalinata lunga e addobbata: una ragazza in abito scuro scendeva accompagnata da un giovane robusto, uno degli ospiti del castello.. -Viktor Krum- disse la voce, accompagnando la consapevolezza di quell'immagine.
La storia fra Hermione e il giocatore di Quidditch più famoso di tutto il mondo magico aveva fatto il giro della scuola subito dopo la sera del Ballo del Ceppo, scatenando i pettegolezzi più squisiti. Erano stati visti insieme pochissime volte, prima d'allora, ma dal giorno dopo, i due sembravano aver fatto coppia fissa, almeno fin quando il ragazzo non era stato costretto a ripartire. Malfoy si era completamente disinteressato alla vicenda, ritenendola una pagliacciata. Una volta, era persino arrivato a insinuare che la mezzosangue avesse utilizzato uno dei filtri d'amore molto in voga quell'anno, e che avevano mietuto numerose vittime fra i ragazzi di tutte le case. A dire il vero, ricordò di aver provato una sorta di incredulità quella sera. Cos'era successo per permettere alla ragazza meno corteggiata e più ignorata di tutto il castello di partecipare al ballo? Solitamente, personaggi come quel Krum si accompagnavano a ben altre bellezze.
-E' stata la tua unica esperienza, dico bene?-
-Si può sapere perchè ti interessa?- chiese non capendo quell'improvvisa insistenza.
-Perchè si vede.-
Sgranò gli occhi.
-Scusa..?-
-Si intuisce. Dal tuo modo di essere, dalla musica che ascolti-
-Che ne sai della che musica ascolto? Hai sentito un solo brano, non puoi usarlo come paragone-
-Non mi interessa sentirne altri, se è per questo.-
-Ti avevo chiesto di non criticarla-
-Non la sto criticando. Dico solo, che si capisce molto di te da quella canzone. E, per la cronaca, faresti meglio a non prenderla sul serio. Il testo è bello, ma è solo un testo. Non farti illusioni.-
Hermione lo guardò incredula, non capendo il motivo di quell'improvvisa durezza.
-Non ti offendere, lo dico per te.-
Fece per rispondere, ma si fermò. Cosa stava facendo esattamente? Voleva criticarla, o stava cercando di metterla in guardia? Perchè dirle quelle cose?
Un fulmine da qualche parte illuminò per un istante il cielo grigio, rendendolo elettrico.
-Sarà meglio rientrare- disse il ragazzo facendo per alzarsi.
Ma Hermione non glielo permise.
-Hai ancora il braccio indolenzito?- chiese.
Draco la guardò appena, fermandosi. -E' guarito- disse. -Non era grave.-
-Lo so, non hai fatto che ripeterlo. Molti sperano che tu non riesca a giocare.-
Malfoy rise, distendendo i muscoli del viso. -Mi temono?-
-Così sembra.-
Le lanciò una strana occhiata, incurvando le labbra. -E tu che cosa speri? Che giochi o no?-
Hermione ricambiò l'occhiata, e diede una risposta secca: -Che tu non possa giocare significherebbe esimerti dalle responsabilità di una sconfitta, quindi perchè perdere l'occasione?-
Inarcò un sopracciglio, ammirando la prontezza della risposta.
-E' un sorriso quello?- chiese la ragazza osservandolo. -Allora non hai proprio la luna storta.-
Draco pensò che in fin dei conti non era male quando metteva da parte la pedanteria. La sua lingua sapeva essere pungente quanto quella di una serpe, ma al contrario di un suo compagno, sapeva mantenere un'innegabile eleganza.
-Hai ragione, riesco ancora a sforzarmi di ridere a una tua battuta, cosa che mi riuscirebbe noiosa se fossi di cattivo umore-
Hermione arricciò il naso in una smorfia di scherno, oscillando la testa.
Lui la guardò, e i suoi occhi si fissarono per un istante dentro i suoi, penetrandone il marrone scuro delle iridi. Hermione smise di sorridere, e la smorfia si dissolse all'istante dalla sua espressione.
Per una frazione di secondo, a entrambi venne in mente che quella era la prima volta in cui riuscivano a scambiarsi una battuta senza offendersi. Per la prima volta, stavano scherzando.
Draco abbassò lo sguardo sulle labbra della ragazza, che premevano l'una contro l'altra come una linea sottile e rosea. Gli venne in mente che quello sarebbe potuto essere il momento adatto per fare qualcosa. Dopotutto, aveva già colto segnali sufficienti per non ritenerla una mossa azzardata.
Ma, in quello stesso istante, le parole dei compagni nella sala di Serpeverde gli tornarono nelle orecchie, in tutta la loro cattiveria. Li sentì ridere, e sputare commenti volgari e inopportuni all'indirizzo della ragazza. I suoi muscoli si irrigidirono di nuovo, e distolse lo sguardo.
Hermione pensò che qualcosa in lei doveva averlo irritato, come quando si era azzardata a esprimere giudizi sul suo carattere. Lo vide alzarsi, finalmente, e spolverarsi le tasche.
Draco prese a camminare verso le fratte che limitavano la valle, senza aspettarla. Nella testa, stralci di conversazione con Blaise, con Zac e con gli altri compagni. Quelle parole gli frullavano nelle tempie, come tante api impazzite.
-Aspetta- disse la ragazza affiancandolo, ma lui non rispose.
Lei gli lanciò un'occhiata di traverso, abbassando la testa.
-Incredibile, sei tornato nervoso. Meno male che non eri di cattivo umore-.
Lui scosse la testa girandola dall'altra parte e affrettò il passo.
Hermione sgranò gli occhi, incredula.
-Ma insomma!- disse.
La sentì rincorrerlo e afferrarlo per un braccio, tirando. A quel punto si fermò, piantando i piedi a terra. Hermione fece il giro delle sue spalle e gli si posizionò davanti, scrutandolo aggrottata.
-Si può sapere che ti prende?-
Lui strattonò il braccio ancora chiuso nella sua stretta, e fece un passo indietro. Sul viso di Hermione, la stessa espressione che il giorno dell'incidente lungo il torrente le aveva visto addosso riapparve all'improvviso, come un'ombra scura. Draco la vide incrinare le sopracciglia brune.
-Beh, ho fatto qualcosa?-
-No. Quanta importanza ti dai?-
-Allora vedi di moderare i toni- rispose secca.
Draco la fissò accigliato ma non ribattè. Sapeva che aveva, e sapeva anche che non era colpa sua.
Ma quelle battute lo avevano inquietato in maniera spropositata rispetto ai suoi standard. Perchè? Sentirli parlare a quel modo un tempo lo avrebbe fatto ridere. Adesso, invece, gli dava fastidio. E a dargli ancora più fastidio era sapere di provare fastidio. Come aveva potuto lasciare che succedesse?
-Fatti gli affari tuoi- disse.
-Sono anche i miei quando te la prendi con me-
Sputò un verso di sprezzo, guardandola dall'alto. Lei gli lanciò un'occhiataccia e lui girò i tacchi per piantarla.
Hermione, a vederlo allontanarsi, si sentì improvvisamente svilita. Strinse i pugni lungo i fianchi, sentendo la rabbia montarle dentro alla pancia.
-Ah bene, te ne vai. Complimenti, scappa pure! Ma domani non venirmi a cercare in biblioteca se non mi vedi. Che farai, ti presenterai con una scusa? L'altra volta era il Quidditch, adesso cosa?-
Si fermò, colpito sul vivo.
-Ma certo, inventerai una balla. Dirai che hai i tuoi problemi, i tuoi segreti, e che io non c'entro. Ed è vero, non c'entro. Non hai il diritto di trattarmi così.-
Abbassò la testa verso terra, irrigidendo la mascella. -Forse è meglio se smettiamo di parlare- disse.
-Sei solo un ragazzino- fece lei per tutta risposta. -Un ragazzino viziato.-
La sentì affrettare il passo in sua direzione, raggiungendolo alle spalle. Ma quando gli passò accanto non si fermò, continuando la strada per il castello.
La nuvola scelse quel momento per scaricare a terra tutto il suo carico, e una fitta pioggia gelata prese a picchiare rumorosamente sul terreno.
Draco sollevò gli occhi sulle fronde, attraverso le quali lampi di luce accecanti sferzarono l'aria bagnata.
-Aspetta- chiamò, cercando di farsi sentire. Ma lei non lo ascoltò.
Strinse le labbra seccato, digrignando i denti, e poi corse a prenderla con sè, prima che qualche fulmine si abbattesse su uno degli abeti.
Hermione stava cercando di ripararsi i capelli col mantello, correndo, e intanto affondava i piedi sul terreno sempre più melmoso e bagnato. A un tratto si sentì afferrare per un braccio, e trascinare lontana a una velocità più sostenuta.
-Dobbiamo rientrare prima che cominci a essere pericoloso. I fulmini sono attratti dagli alberi.-
Sgranò gli occhi sconvolta, e si lasciò trascinare su per il bosco senza fiatare. Una volta dentro, i loro vestiti erano completamente zuppi, che neanche se si fossero immersi nelle acque del lago per farsi un bagno avrebbero sentito così appiccicati addosso.
-Per un pelo- soffiò il ragazzo guardando un lampo abbattersi con una scarica sulla foresta.
Hermione lo fissò accigliata, gocciolando coi lunghi capelli fradici sul pavimento del piano deserto. Si trovavano all'interno del corridoio laterale che sbucava sull'uscita secondaria, quella che Hermione aveva preso per raggiungere il lago due giorni prima.
-Beh- fece il biondo girandosi, e guardandola con gli occhi grigi e inespressivi di chi vuol fingere che non sia successo niente. -Sarà meglio tornare in stanza, non vorrei prendermi un colpo. Ci vediamo domani, se sopravvivi alla nottata.-
Voltò le spalle, e la lasciò a gocciolare sull'entrata allontanandosi rapidamente lungo il corridoio.
-Non vengo domani, ho lezione- rispose secca, continuando a fissarlo con gli occhi scuri ridotti a due fessure.
Lui non sembrò stupirsi, e continuò a proseguire dritto.
-Lo so- disse, prima di svoltare l'angolo.








Benritrovate a tutte! :)
Non voglio scrivere l'apologia della mia lunga assenza, è stato un periodo travagliato e pieno di problemi, non per ultimi gli esami, ma ora mi sono finalmente liberata!
Ho scritto questo capitolo in due momenti diversi, la prima metà subito dopo aver pubblicato l'undicesimo, e la seconda metà in questi ultimi giorni. Spero che lo stacco non si faccia troppo sentire e di essere riuscita a renderlo scorrevole. Fatemi sapere cosa ne pensate, soprattutto le nuove lettrici, che colgo l'occasione per ringraziare. E' sempre bello vedere aumentare il numero delle seguaci :')

Un bacio particolare a: barbarak, spero tu possa leggere, nonostante siamo in piena estate e, si spera, vacanza.

Vale
   
 
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