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Autore: lapacechenonho    24/07/2014    2 recensioni
Adesso Lily era a casa con le braccia tremanti appoggiate al lavandino che fissava il suo riflesso nello specchio, era sudata, nonostante facesse freddo e aveva delle occhiaie profonde. Suo marito era fuori casa già da parecchie ore, lei avrebbe dovuto seguire un seminario su come curare la Leptospirosi Magica, con le ultime scoperte e le ultime innovazioni, ma si era sentita male poco dopo che suo marito era uscito. Nausea, debolezza e stanchezza. Questo portava ad una sola parola: influenza.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Lily Luna Potter era probabilmente una delle streghe più determinate del mondo magico, o almeno così l’aveva definita Hagrid. Peccato che l’anziano mezzo gigante la conoscesse dal punto di vista scolastico, e allora le sue parole avevano senso. E peccato anche che non fosse così determinata quando si parlasse di sentimenti, infatti la povera ragazza aveva ormai lasciato la Scuola di Magia e Stregoneria, da più o meno, sette anni, iniziando, così la vera vita, come l’aveva definita sua madre Ginny un giorno. Dapprima aveva trovato posto nel negozio dello zio George, e dopo il passare dei mesi estivi aveva deciso di intraprendere la carriera di Guaritrice, una scelta al di fuori della normalità, dato che entrambi i suoi fratelli avevano deciso di entrare al Ministero, “un medico in famiglia non fa mai male” aveva sospirato Albus quando gliel’aveva detto.
Essere la figlia di Harry Potter e Ginevra Weasley le era costato non poco nella sua breve vita. Ricordava che i primi tempi ad Hogwarts aveva paura di tutto ciò che faceva e diceva a causa del terrore provocatogli da Rita Skeeter qualche anno prima alla Coppa del Mondo di Quidditch, ma il momento in cui aveva più temuto Rita Skeeter era stato il giorno del suo matrimonio.
Già, la piccola tigre di Harry Potter si era accasata, con grande riluttanza del padre, ovviamente, dello zio George, dello zio Ron e di suo suocero. Circa due anni e mezzo prima aveva suggellato il fatidico “sì” all’altare, con non poche lacrime di sua nonna, come ad ogni matrimonio. Erano una famiglia numerosa, matrimoni ne vedevano ogni due e tre, ma ogni matrimonio aveva una particolarità, nel suo caso la particolarità era proprio lo sposo, niente di meno che Scorpius Hyperion Malfoy in persona. Proprio lui: figlio di Draco Malfoy. Draco Malfoy, l’eterno nemico di suo padre. Sembrava un cattivo gioco del destino, eppure loro si amavano e né le filippiche di suo padre né i suoi zii e gli scherzi – decisamente di cattivo gusto – di James e dei suoi cugini erano riusciti a spegnere l’amore che c’era tra i due. Le uniche persone felici di quell’unione furono Albus amico fidato dello sposo e più o meno tutte le donne della famiglia, ad eccezione della zia Hermione che non si era mai fatta sfuggire niente ma qualche battutina velata da un soffio di ironia si notava chiaramente.
Con Scorpius non era stato subito amore, ci misero anni prima di abbassare le barriere d’orgoglio Malfoy/Potter. Era abituata alla sua presenza da quando aveva la tenera età di nove anni, quando suo fratello iniziò a portarlo a casa un pomeriggio sì e l’altro pure, il primo periodo fu solo indifferenza, ma quando una volta entrò nella sua immacolata stanza e trovò tutte le teste delle bambole staccate, fu lì che giurò guerra a quella (ex)lastra di ghiaccio, di certo non sapeva che quel ragazzo sarebbe diventato suo marito.
Adesso Lily era a casa con le braccia tremanti appoggiate al lavandino che fissava il suo riflesso nello specchio, era sudata, nonostante facesse freddo e aveva delle occhiaie profonde. Suo marito era fuori casa già da parecchie ore, lei avrebbe dovuto seguire un seminario su come curare la Leptospirosi Magica, con le ultime scoperte e le ultime innovazioni, ma si era sentita male poco dopo che suo marito era uscito. Nausea, debolezza e stanchezza. Questo portava ad una sola parola: influenza. Non aveva la febbre, di solito mamma Ginny quando aveva questi stati influenzali la prima cosa che faceva era misurarle la temperatura, ma per fortuna questa volta l’aveva scampata. Decise che stare nel bagno non l’avrebbe aiutata molto, scese nel salotto e si accomodò nel divano bianco, quel divano non era mai stato più comodo come in quel momento. Chiuse gli occhi e scivolò nell’incoscienza del sonno.
Si svegliò con la sensazione di qualcosa di umido sulla sua bocca. Aprì gli occhi e vide una testa bionda. «Amore» disse flebilmente.
«Ehi…» rispose lui «Non saresti dovuta andare al seminario di non so quale strana malattia che nessuno ha mai contratto ma esiste?» la ragazza rise.
«Sì, ma diciamo che l’influenza ha avuto la meglio su di me».
«Ah, al matrimonio avrebbero dovuto farmi firmare un documento nel quale mi rendevano consapevole che avrei avuto una notevole diminuzione delle notti di passione a causa di una coniuge troppo cagionevole!»
«Non c’è dubbio che tu sia un Malfoy!» sospirò girandosi su un fianco.
«A parte gli scherzi, come stai?» Lily parve ripensarci un po’ su.
 «Non meglio» ammise.
«Effettivamente sei un po’ pallida, i tuoi studi non ti suggeriscono niente?»
«I miei studi confermano che una semplice influenza passa così come viene» rispose semplicemente.
«Mando un gufo ad Al e gli dico che la Burrobirra ad Hogsmeade sarà per un’altra volta».
«Ma no, vai!» disse tirandogli un leggero buffetto sulla spalla.
«Io me la cavo da sola, mi guarderò un film, cioccolata calda e coperta e tutto funzionerà a meraviglia, tranquillo!»
«Io la mia cara mogliettina in balia dell’influenza non la lascio! E vedi di riprenderti per domani sera che abbiamo la cena con Zabini!» le disse canzonatorio.
Si morse la lingua, se n’era completamente dimenticata. In quell’ultimo mese era proprio sbadata e sempre più stanca. Suo marito andò a farsi una doccia, e siccome era impossibile stare tranquilli con la famiglia Potter-Weasley, qualcuno suonò alla porta e sbuffando andò ad aprire. «Mamma?» disse sconcertata. «Oh cielo, che aspetto orribile che hai!»
«Non è il saluto che mi aspettavo, ma grazie comunque» rispose alzando un sopracciglio.
«Ma che ti è successo?»
«Influenza».
La madre si accomodò sul divano che prima era stato il suo letto. «Almeno non hai la febbre...» commentò.
La figlia boccheggiò cercando di capire come avesse intuito che non avesse la febbre. «Sono tua madre, ricordati che sei uscita dalla mia va…»
«Va bene mamma, basta!» la fermò prima che potesse continuare.
Quella era l’antifona per dirle che certe cose le capiva prima che Lily stessa le scoprisse. «Papà come sta?»
«Febbricitante, come te. Senti, che ne dici se domenica venite a mangiare a casa nostra?» Lily la fissò, forse aspettava una risposta, ma la donna continuò. «Così, uno di quei pranzetti di famiglia, quelli che facciamo anche con le ragazze dei tuoi fratelli».
C’era una strana aria innocente che aleggiava intorno a lei. Risse gli occhi a due fessure «Voi state tramando qualcosa».
«No cara, che dici?»
Non ebbe manco il tempo di ribattere che la donna si smaterializzò.
 
Andare a pranzo a casa Potter significava sacrificare un’intera domenica, o almeno gran parte di essa. All’interno della casa c’era una Ginny Weasley intenta ai fornelli, un Harry Potter che si divertiva a giocare con il primogenito di Teddy e Victoire, James che leggeva un articolo di sua madre e Albus che chiacchierava con Teddy, tutto nella norma, quindi. Cosa c’era di straordinario ancora non l’aveva percepito. Poi lo intuì. «James?» domandò.
«Eh sì, lo so che non lo credi possibile ma sono James Sirius Potter in persona!» disse non perdendo occasione di vantarsi.
«No, tu stai leggendo!» esclamò quasi sconvolta.
«È un articolo di Quidditch, non temere non diventerò come Rose!» Rise, ma l’odore del cibo proveniente dalla cucina le provocò un forse senso di nausea che dovette correre in bagno a vomitare il misero caffè che aveva preso la mattina. Nessuno parve accorgersene perché rimase in silenzio con i conati di vomito e la testa che pulsava per buoni dieci minuti. Poi la pace venne interrotta, ovviamente. La porta si aprì ed entrò Scorpius, più bello che mai anche con un semplice maglione. Si chiuse la porta alle spalle sedendosi accanto a Lily, accovacciata davanti al water. «Tra tutti i posti in cui siamo stati, direi che questo è quello più romantico» sentenziò guardando la stanza.
La donna rise leggermente, non aveva la forza di parlare. Andò al lavandino e si sciacquò la faccia, mentre il marito tirava lo sciacquone. «Vuoi andare a casa?»
«No, ce la faccio. È solo questa maledetta influenza, appena torno a casa prenderò qualcosa» rispose semplicemente.
Baciò le labbra fresche e vellutate di Scorpius e in lei si scatenarono le stesse emozioni del loro primo bacio. Desiderio, passione, amore. «Calma Lily, nel bagno di casa tua, con tuo padre, tua madre i tuoi fratelli non mi sembra il caso» disse sorridendo e prendendola per mano.
«Ci rifaremo dopo» aggiunse volgendole uno sguardo malizioso.
A Lily, però, si era chiuso lo stomaco. Provò a magiare ma davvero non riusciva a fare altro che tenere il pezzo di cibo in bocca e sminuzzarlo per poi ingoiarlo contro voglia, il primo pezzo che le arrivò nello stomaco, quasi non la costrinse a vomitare di nuovo. Dovette trattenersi dal correre in bagno. Ormai era giorni che andava avanti così: beveva un caffè a colazione, cercava di mangiare qualcosa a pranzo, ma questo finiva immancabilmente riversato nel water. Per quanta fame avesse, aveva questo strano stimolo. La cosa peggiore, era che Scorpius non se n’era accorto, se non per quel giorno, dove già addirittura l’odore le aveva provocato quell’odiosa reazione. A pranzo non c’era quasi mai, a cena il più delle volte era stravaccato il salone e di certo non si metteva dietro la porta del bagno per sentire se la sua cara consorte vomitasse o meno.
«Lily non hai mangiato niente» le disse sottovoce per fare in modo che nessuno sentisse.
«Non ho fame» ammise sospirando.
«Vuoi che andiamo a casa? Magari per farci perdonare inviteremo i tuoi a casa nostra una domenica».
«No Scorpius, mia mamma era strana l’altro giorno, significa che qualcuno ci deve dire qualcosa di importante, non possiamo rovinare questo momento» disse inalberandosi un po’.
«Come vuoi...» sospirò l’uomo tornando al suo piatto di bistecca.
«Davvero un ottimo pranzo, signora Potter!» esclamò Scorpius.
«Quante volte ho detto che puoi chiamarmi semplicemente Ginny? Ok, mio marito sarà così tanto stupido da farsi chiamare ancora signor Potter, ma io mi sento vecchia»
«Ehi!» esclamò il Salvatore del Mondo Magico «Io non sono stupido, e tu non sei vecchia!» chiarì.
«È un complimento?» chiese sua madre emozionata.
«No, è semplicemente per ricordarti che io sono più grande di te e io sono giovane» disse avvicinandosi minacciosamente alla moglie.
I componenti della tavolata scoppiarono a ridere. E in mezzo alle risate Teddy disse «Io e Victoire aspettiamo un altro bambino!» le risate morirono pochi secondi dopo essere iniziate per poi esplodere in un tripudio di complimenti e di gioia.
Lily corse ad abbracciare prima Teddy, il suo cugino/non-cugino e fratello/non-fratello preferito di sempre, e poi andò da Victoire che era sorrideva radiosa e bellissima. «Sono così contenta per voi!» le disse abbracciandola forte.
«Grazie, Lily» rispose. «Lo sono anche io per te» aggiunse poi in un sussurro in modo tale che solo lei potesse sentire.
«Cosa?» chiese Lily non capendo.
«Non sei incinta?» domandò Victoire con l’aria imbarazzata. Lily scoppiò in una fragorosa risata isterica, facendo girare un po’ di teste che tornarono ad ignorarla dopo qualche secondo.
«No, Victoire. Sarebbe bellissimo se lo fossi ma è ancora troppo presto» rispose.
«Oh, scusa, mi era sembrato di avere intuito qualcosa. Sei diversa dall’ultima volta che ci siamo viste» rispose alzando le spalle.
«Diversa?» chiese Lily.
«Sì, il tuo volto. È più luminoso».
La conversazione terminò lì, perché il primogenito Lupin reclamava le attenzioni della madre e Gnny le aveva chiesto di darle una mano a sistemare la cucina. Nel frattempo un piccolo dubbio le era entrato nel cervello: e se fosse stata incinta?
 
Nonostante già da qualche giorno avesse il sospetto, Lily rimase accigliata quando circa due settimane dopo si trovava a girare per il salotto torturandosi le mani. Non poteva essere vero, però quell’incantesimo funzionava sempre. Non poteva esserci alcun errore. Si sedette sul divano e iniziarono a sgorgare lacrime salate. Adesso capiva perché il vomito, la stanchezza, l’essere continuamente con la testa fra le nuvole, non era influenza, era incinta. Era una Guaritrice incinta e non si era accorta di esserlo. E cosa ancora più grave lei non si sentiva pronta.
Pannolini, poppate, nottate nelle quali sarebbero dovuti stare svegli a cullare quel piccolo diavolo, perché sapeva che sarebbe stato così. E se Scorpius non l’avesse voluto? Ammise che in fondo in fondo, lei si vedeva a fare la mamma, ma molto in fondo e in futuro molto lontano. Ma Scorpius? Lui si sentiva pronto?
Siccome tutti i Malfoy hanno la capacità di arrivare nel momento sbagliato, il biondo arrivò giusto nel momento in cui la disperazione iniziava a farsi sentire più fortemente. «Tesoro…» sospirò, anche lui era stanco dei continui atteggiamenti strani della moglie, un giorno era allegra, l’altro era depressa con una coppa di gelato in mano.
«Scorpius, ti devo dire una cosa» disse tirando su col naso e asciugandosi le lacrime.
Fece accomodare il marito e sorrise rendendosi conto che  non era una condanna. Era un nuovo inizio.
È vero, si era trovata spaesata all’inizio, e anche molto, ma adesso che aveva finalmente trovato quell’energia vitale necessaria sorrise. Era un sorriso vero, pieno, gioioso, che solo una futura mamma può donare.
«Non so come iniziare» non era certo la giornata fortunata per le sue mani.
«Non mi hai tradito come ha fatto una mia collega col marito, vero?» chiese allarmato.
«No, no, anzi!» fu tutto quello che riuscì a rispondere.
«Come ti vedresti con un bambino in braccio?».
Si sa, gli uomini godono di scarsa logica, a volte, e infatti la risposta fu: «Esattamente come sono ora con un bambino in braccio?» Lily cercò di reprimere l’impulso di affatturarlo.
«Certo capisco. Be’, perché tra nove mesi ti toccherà tenere tuo figlio tra le braccia e cullarlo e dargli da mangiare ogni volta che ce ne sarà bisogno».
Silenzio.
Nella faccia di Scorpius si lessero paura, euforia, gioia e amore. 
L’abbracciò così forte che Lily temette di morire soffocata da quella stretta. «Sai, oggi mi hanno proposto una promozione al lavoro e pensavo di tornare a casa con una bella notizia, ma credo che la tua sia più bella!» esclamò euforico baciandola con passione.
Non c’era niente che potesse andare storto, tranne per il fatto che avrebbero dovuto dire a Draco Malfoy ed Harry Potter che sarebbero diventati nonni, ma questa, è un’altra storia.
 
ANGOLO AUTRICE:
Ok, lo so che sono sparita per un bel po’ di tempo, però che ci volete fare? Ho il brutto vizio di rimuginare troppo sulle cose e di essere una persona discontinua, perciò preferisco prima scrivere tutta una storia e poi pubblicarla (ne ho alcune in cantiere che si spera arriveranno presto). È una mia colpa, lo so, me ne assumo tutte le responsabilità. Comunque, tornando a concentrarci su questa storia, che posso dire? Che ce ne sarà un’altra dove scopriremo le reazioni di Harry e Draco? Forse! Mi potrei divertire troppo a scriverla! E poi boh, me n’è venuta un’altra in mente (sempre Lily/Scorpius ovviamente) che forse potrei sviluppare in questo mese. Iniziate a pregare con me che ci riesca perché mi è venuta la fissazione. E detto questo basta, spero vi sia piaciuta, spero in una qualche recensione di qualche passante, magari misericordioso, che decide di far felice questa povera ragazza che alle tre meno venti di notte ancora scrive, nonostante domani mattina si debba alzare!
Ora vi saluto veramente,
A presto.
Chiara.  
 
Revisionata: 3/5/2020 – per chi avesse letto la storia ai tempi e l’avesse ripresa ora, sì, ho cambiato la parte di Teddy e Victoire perché era troppo triste che si separassero, non so come abbia potuto pensare una cosa simile, probabilmente nel 2014 mi drogavo, o mi stavano antipatici, non lo so ahahah.
Se la state leggendo adesso per la prima volta, be’, buon per voi, vi siete evitati un po’ di sofferenza e del trash.  
   
 
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