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Autore: BlueSon    24/07/2014    5 recensioni
Salve dolcezze. Come Va?
Mentre pensavo a come importunarvi ancora con le mie fanfiction ho scovato tra i vecchi quaderni questa storia. La scrissi dopo aver letto uno dei favolosi romanzi di Johanna Lindsey. =D Sorpresa delle sorprese (la cosa ha meravigliato anche me :P) ho deciso di rendere protagonisti di quest'avventura Bulma e Vegeta. Ovviamente non mancheranno scene che riguardano la mia coppia preferita Goku e Chichi. Che dirvi di questa storia? Romantica sicuramente e diversa comunque dal libro. I nostri amati personaggi saranno catapultati nel 1882 in una zona moooooolto calda. Ma non voglio prendermi troppo spazio in questa introduzione. Leggere per credere. Un bacio e un ringraziamento particolare a chi lascerà spazio alle recensioni.
Nota: Carattere OOC inserito su consiglio per il personaggio di Vegeta.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: come ho già detto nella breve presentazione all’AU, questa storia nacque tanto tempo fa dopo aver letto il favoloso libro di Johanna Lindsey "Tenera è la tempesta"  :D A chi non lo conosce posso dire solo che è un romanzo che si legge tutto di un fiato. Bellissimo e sorprendente: mai vi aspettereste il finale, credetemi. XD A chi invece l’ha letto potrà notare che ci sono alcuni riferimenti come il luogo per esempio ma la storia si evolverà in maniera del tutto diversa. Premessa anche per il linguaggio che spesso non sarà proprio consono al 1882 (non saprei dire se già allora si usavano termini come “rompiscatole”) ma nulla  che guasti troppo con l’epoca che ho scelto. Detto questo vi lascio a questo primo capitolo. Buona lettura. Kiss
 

Amore Caldo
 

Bulma Brief era una ragazza dai sani principi. Un po’ sopra le righe alcune volte ma pur sempre rispettosa! I suoi genitori l’avevano cresciuta per bene e lei non si era mai lamentata di nulla. Certo, una ragazza come lei non poteva definirsi normale. Bulma discendeva dall’antica famiglia dei Brief, una delle più antiche famiglie nobili della cara vecchia Londra. Aveva ereditato un’ingente patrimonio prima ancora di nascere. Sì, non poteva davvero lamentarsi. E non l’avrebbe mai fatto se suo padre non si fosse incaponito per darla in sposa a soli vent’anni. Ma il signor Brief aveva un carattere abbastanza autoritario che nemmeno la moglie spesse volte riusciva a sopportare o peggio, a ribattere. Non amava essere contrariato: ciò che lui dettava doveva essere legge pena la confisca dell’ eredità e altre idiozie del genere. Bulma avrebbe preferito lavare il bucato come faceva la governante piuttosto che continuare a vivere secondo l’occhio vigile del padre. Sin da quando aveva imparato a camminare aveva fatto tutto quello che lui le aveva ordinato: aveva imparato a suonare il pianoforte e mai una volta che si fosse lamentata per le ore in più di lezione! Aveva imparato a ricamare anche se considerava quel lavoro noioso e tutte altre cose di cui suo padre andava fiero. Ma si sarebbe sposata quando si sarebbe innamorata. Punto. Questa volta non si sarebbe piegata. Suo padre non poteva sempre vincere: era il 1882 quello non il ‘500, maledizione! Sua madre cercava di intercedere per lei ma suo padre non ne voleva sapere: in casa si faceva solo quello che lui impartiva.
“È giovane, è vero, ma è ora che cresca e impari a guardarsi intorno. Alcuni miei amici hanno figli ben educati che lei potrebbe iniziare a frequentare. ”
Così rispondeva il Signor Lucas quando sua moglie Bunny gli faceva notare che non era il caso.  Bulma decise che doveva darsi da fare. Ogni volta che suo padre le presentava un giovane rampollo lei si comportava in maniera “stravagante” a seconda del tipo che le veniva messo dinanzi. Suo padre le aveva proibito di uscire con le amiche per il teatro o di fare compere ma tutto questo non aveva importanza se bastava ad allontanare i “prescelti”. Passò un mese e Lucas Brief non era ancora riuscito ad accasare la sua unica figliola. Bulma era soddisfatta. Non si sarebbe sposata solo per compiacere il padre. Inoltre non aveva intenzione di pensare all’altro sesso dopo l’ultima batosta che aveva dovuto subire. Nell’ultimo viaggio in Italia con le amiche durato circa un mese  aveva conosciuto un giovane di nome David che le aveva praticamente messo il giogo al cuore. Biondo con gli occhi verdi come smeraldi il giovane si era unito con la sua comitiva a quella delle giovani ragazze e per Bulma era iniziata la vacanza natalizia più bella che avesse mai vissuto. O almeno così credeva. David si era dimostrato un poco di buono. Un rintocco alla porta della sua camera la distrasse dai suoi pensieri.
“Bulma, vostro padre chiede di voi.” le disse la buona Baba, la governante, sulla soglia della porta.
Bulma non fiatò e scese le scale con il cuore in gola. Nell’ampio salone notò subito delle facce conosciute. Oltre i suoi genitori vi erano un uomo abbastanza anziano, molto più vecchio di suo padre, una donna con il viso tutto impasticciato di chissà quale nuova moda estetica e un altro uomo.  
“Bulma cara” squittì suo padre con un sorriso da guancia a guancia “ti presento il colonnello Marcus Stewart, sua moglie Sarah e suo figlio Yanko Stewart.”
L’uomo la guardò dalla testa ai piedi come se avesse voluto divorarla sul posto. Era…era parecchio grande. Che fosse affascinante non c’era alcun dubbio ma questo non toglieva il fatto che il suo sguardo di ghiaccio la gelò sul posto. Fu lì che incominciò ad avere paura perché per quanti sforzi facesse non riusciva a liberarsi di quel tipo. Scoprì che aveva trentacinque anni. Le venne un colpo e si chiese come suo padre potesse arrivare a tanto. Frequentò Yanko per una settimana intera. La seguiva come un’ombra e lei doveva fare attenzione a non dare di stomaco ogni qualvolta le baciasse la mano con fare tutt’altro che signorile. Suo padre sembrava non darci peso.  Bunny cercava di convincere il marito della decisione davvero impossibile ma Lucas era irremovibile.
“Avrebbe fatto bene ad accettare i giovani che ha rifiutato” rispondeva rabbioso “Inoltre il colonnello lascerà presto la carriera e ha un progetto, un progetto che potrebbe cambiare il modo di lavorare per sempre.”
Bulma trattenne un urlo disumano. Era al piano di sopra ma era da tempo che aveva abbandonato la sua camera per ascoltare la discussione. Suo padre era in affari con il colonnello e avrebbe voluto sigillare quell’alleanza con il matrimonio tra lei e il figlio. Avrebbe preferito piuttosto chiudersi in convento e gettare via la chiave. Le urla di sua madre sull’orlo di una crisi di pianto non scalfirono le dure espressioni del padrone di casa.
“Qui si fa come dico io. Non voglio altri piagnistei.”
“Non può essere sempre come dici tu.” gli fece notare la moglie sbraitando.
Bulma non poteva più sopportare di vedere la madre in quello stato. Scese l’ampia scala e prima che suo padre proferisse qualche altra idiozia urlò:
“La smettete?”
Calò un silenzio ghiacciale. Suo padre la guardò con rimprovero.
“Non ti è permesso alzare la voce in casa mia. Va’ di sopra.” tuonò duro come una roccia.
Bulma cercò di ammansirlo con le buone.
“Padre, la cosa riguarda me e devo essere presente. Perché non capite che io non posso stare con un uomo come Yanko?”
“Cosa c’è che non va? È bello, ricco…”
“Non c’è dubbio su questo padre mio” lo interruppe Bulma sapendo bene quanto suo padre non sopportasse che qualcuno gli mettesse a freno la lingua “ma non posso sposarlo. Non lo amo.”
“Se questo è il problema poco male. L’amore arriverà dopo.” fece l’uomo scrollando le spalle.
“Ma ha più di trent’anni! Abbiamo gusti e priorità diversi. Siamo diversi, padre.” rincarò la dose lei.
“Tu sposerai Yanko che ti piaccia o no. Questo accordo con il colonnello è molto importante.”
Bulma strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne.
“E alla mia felicità non ci pensate?” disse con il tono spezzato da un prossimo pianto.
“Ma certo che ci penso. Con Yanko sarai la donna più felice del mondo.”
“Non è vero.”
“Basta così.” sbottò l’uomo.
“Tu lo sposerai e questo è un ordine.”
Lucas Brief sorpassò la figlia per ritirarsi nelle sue stanze.
“Non sono un soldato.” urlò Bulma voltandosi.
Suo padre fece lo stesso. Bunny portò le mani al petto per l’agitazione. Il suo cuore tremava dinanzi a quella visione. Sua figlia che si ribellava al marito. Non era mia successo.
“Io non devo eseguire ordini.” continuò Bulma con le lacrime agli occhi. “Io non sposerò Yanko perché non lo amo. Non mi abbasserò nemmeno a chiedervelo in ginocchio di lasciar decidere me della mia vita perché sarebbe più facile spiegarlo a un mulo che a voi. Siete un egoista. Pensate solo a voi e…”
Bulma era così presa dal discorso e dalla rabbia che non pensò a evitare lo schiaffo che la colpì in pieno viso. Il colpo fu così forte da farla barcollare sulla spalliera del divano in salotto.
“Lucas…” lo chiamò sua moglie.
“Non osare mai più usare questo tono con me.”
“Che succede qui?” chiese una voce alle loro spalle.
Nessuno si era accorto dell’entrata in scena di Gine Smith, sorella più piccola di Bunny. Lei e Bulma erano pressoché coetanee visto che la giovane donna dai capelli lunghi e neri era prossima ai trent’anni. Gine aveva assistito alla scena allibita. Quell’uomo era un bastardo!
“Tutto bene?” chiese la nuova arrivata guardando la nipote.
Bulma si massaggiò la guancia.
“Scusatemi” bofonchiò prima di salire le scale e chiudersi in camera.
Si gettò sul letto dando libero sfogo alle sue lacrime. Perché suo padre era così egoista? Perché non voleva capire? Per lei l’amore era la prima cosa anche se aveva promesso e ripromesso a se stessa che non ci sarebbe caduta mai più. Ma non avrebbe voluto sposarsi comunque. Come fare per allontanarsi da quella follia?
“Bulma?!?”
Sua zia era dinanzi la porta.
“Entra” disse tirando su con il naso.
La donna entrò poggiandosi sul letto. Bulma si mise seduta al suo fianco.
“Vieni tra le braccia della zia più simpatica e pazza che hai.”
Bulma sorrise e così fece. Gine sapeva com’era suo cognato: un rompiscatole insopportabile. Davvero non riusciva a capire come sua sorella potesse amarlo. D’altro canto lei non si era mai sposata e questo per un uomo come Lucas Brief, dagli antichi principi, era una vergogna. Questo però le aveva permesso di mantenere le distanze da quell’odioso visto che per il cognato lei semplicemente non esisteva. Non solo per questo ma anche per la vita un po’ piccante che lei conduceva. Questa era la sua mentalità anche se era prossima ai trenta. Ma per Bulma non era così: lei era preda delle assurdità paterne. Fortuna che però era arrivata lei.
“Zia io non…”  
Lo so,Bulma.”
“Mi sembra di essere tonata bambina, a quando piangevo per un giocattolo che si era rotto. Questa volta però è diverso: ci va di mezzo la mia vita e la mia felicità. Perché è così difficile da capire?”
“È per tuo padre che è difficile. Dovresti sposare l’uomo che ami. Tu sicura che questo Yanko non faccio proprio per te?”
“Sicuro! Non voglio vederlo mai più. È la copia più giovane di mio padre: presuntuoso e arrogante. Vuole sempre averla vinta lui. Qualsiasi cosa abbiamo fatto in queste settimane non mi ha mai dato voce in capitolo. E sai perché?”
“Perché sei una donna?”
“Appunto! Questo è il 1882. Le cose sono cambiate da secoli!”
“Hai ragione, nipotina mia.”
“Sì, ma le cose non cambieranno mai per mio padre. Dovrei solo andarmene e vedere se capisce quanto insensata sia la sua decisione.” sbuffò rigettando sul letto.
 I lunghi capelli turchini erano sfuggiti all’acconciatura e ora le incorniciavano il viso coperto da un’espressione di rabbia e tristezza. Ci fu un momento di silenzio. Poi…
“E se lo facessi davvero?”
“Cosa?”
“Fuggire.”
Bulma ritornò seduta guardando la zia con la bocca aperta fino ai piedi.
“Sei pazza?!?”
“Sì, ma è un modo come un altro per dare a tuo padre il bene servito e la dimostrazione che tu non sei un pacco o la firma di un accordo, la dimostrazione che non può sempre vincere e…insomma: dimostreresti a tuo padre che si sbaglia su moltissime cose.” le fece notare Gine strizzando l’occhio.
“E dove me ne vado, semmai dovessi accettare questa proposta?”
“Verrei anch’io con te. Ho un’amica in una delle città della California che potrebbe ospitarci. Ci pensi? Io e te che la facciamo in barba al mitico e grandioso Lucas Jonas Robert Brief” disse la zia citando tutti i nomi del cognato.
Bulma rise: quando sua zia ricordava quei nomi era sempre per una presa in giro. Era un’idea davvero folle. Se sua padre l’avesse scoperta l’avrebbe diseredata sicuramente. Quella era Pura Follia, ma a Bulma erano sempre piaciute le pazzie. Ecco perché amava tanto sua zia e sicuramente soltanto quella sarebbe potuta essere la più grande trasgressione alle regole che avrebbe mai potuto compiere.

 


Allora ragazze come va?
Piaciuto questo primo assaggio? Le cose si sono messe proprio male per la nostra Bulma ma la zia è pronta ad aiutarla. Riusciranno a raggiungere quest’amica in California? O il presuntuoso e arrogante Lucas Jonas Robert Brief scoprirà sua figlia e la punirà? Lo scoprirete nel prossimo capitolo con altrettanti colpi di scena. Ringrazio anticipatamente chiunque voglia seguirmi in questa nuova avventura per la quale ho scelto come protagonisti Bulma e Vegeta come vi ho accennato. È la prima volta che scrivo su di loro e spero che il progetto piaccia.  
Baci. BlueSon
  
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