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Autore: Yuki Kiryukan    24/07/2014    6 recensioni
Terza e ultima serie. Seguito di Awakening e Rebirth.
Ora a capo dello Scudo Rosso, Rebecca non può più permettersi di sognare: deve condurre una guerra e i Chimeri non sono più i suoi soli nemici.
Infatti, la prima persona con la quale la nostra protagonista dovrà confrontarsi è sé stessa, e tutti i sentimenti che albergano nel suo cuore.
Zach è finalmente al suo fianco, proprio come aveva sempre desiderato, ma le cose non sono più come una volta. Troppi avvenimenti hanno scosso il suo cuore e sembra addirittura aver dimenticato come amare.
La sua mente è ormai occupata dal desiderio di vendetta; quel profondo rancore rivolto alla persona che dovrebbe essere la sua famiglia: Jean Stain.
Riuscirà a riscoprire la forza dei sentimenti che l'hanno sempre spinta a lottare?
Esiste davvero quel miracolo chiamato amore, per cui vale la pena tradire?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Carissimi lettori. 
Prima di tutto è mio preciso dovere dirvi che sono sinceramente mortificata per il ritardo nel postare questo capitolo. Non so se sono credibile, visto che stavolta sono passati davvero un sacco di mesi, ma è così. 
Questa è una storia a cui tengo molto, i cui personaggi mi sono entrati dentro dalla prima volta che ho provato a metterli per iscritto, e ci tengo a concluderla.
Purtroppo, che io voglia o meno, l'ispirazione se ne va per periodi lunghissimi, si concentra su altro, e non sono più capace di scrivere come vorrei.
Poi, ieri sera dal nulla, un'illuminazione. Apro la cartella di Eternity e scrivo l'intero capitolo in mezz'ora.
Come vedete, è così, imprevedibile. Ma, adorati lettori, c'è una cosa che dovete tenere a mente: IO NON ABBANDONERÒ QUESTA STORIA. 
Quindi, anche se impiegherò mesi ad aggiornare, se ancora mi piacciono le vicende e siete affezionati ai personaggi, se ancora avete pazienza da dedicarmi, ASPETTATEMI. 

**Questo capitolo lo dedico a tutti voi lettori. Rileggere le vostre recensioni mi aiuta tantissimo a caricarmi e mi incoraggia a scrivere!**

Qui parliamo completamente di Jean e dei Chimeri... spero vi piaccia.
Sabato partirò per Corfù e tornerò il 4 agosto... ma conto di aggiornare almeno la settimana dopo.

Un bacione e, come sempre, grazie a tutti.
Yuki è tornata. 





                                                                       

                                              Dall'altra parte








La Matricola  A-18 guardò con diffidenza tutti i presenti riuniti nella “sala d'aspetto.” Erano persone dalla più svariata provenienza, aspetto e passato. Non avevano nulla in comune; più si sforzava di pensare a qualche aspetto che potesse unirli, più si convinceva che non esistessero. 

Era davvero possibile che persone così diverse l'una dall'altra potessero diventare di punto in bianco al pari di fratelli? Com'è che si sarebbero chiamati, d'ora in avanti? 

Ah, già: Chimeri

Poi, riflettendo, trovò il punto in comune. Una verità che li univa tutti, come un filo spinato: il desiderio di ricominciare da capo. 

Non che si fossero scambiati confidenze o chissà cosa. Più che altro se ne erano stati tutti in un religioso silenzio, tranne qualcuno. 

Era qualcosa che si poteva leggere con facilità negli occhi di ciascuno di loro. Tutti nascondevano profonde cicatrici radicate in un passato che desideravano dimenticare al più presto. Diventare Chimeri era la loro ancora di salvezza.  

Era umano, dopotutto, aggrapparsi con tutte le energie al filo della sopravvivenza e della dignità, anche se la  Matricola  A-18 non era molto convinta che, alla fine di tutto, in loro sarebbe rimasto ancora qualcosa di “umano”. 

Ecco cosa accomunava tutti, tranne lei. 

Lei era contenta della vita che conduceva, prima di essere portata lì. Aveva degli amici, una famiglia con dei problemi si, ma chi non ne aveva? A scuola era  nelle media, aveva progetti e speranze per il futuro... ma suo padre aveva rovinato tutto. 

Come ricercatore, sapeva che conduceva esperimenti di cui non era autorizzato a parlare, ma che riguardassero cose del genere...

Dopo il divorzio con sua madre era cambiato irrimediabilmente e, dato il lavoro poco precario e regolare di lei, era stato deciso che la sua custodia spettasse al padre. Nulla in contrario per la Matricola  A-18, se suo padre non si fosse rivelato un pazzo troppo assorto da quegli esperimenti diabolici.

Coinvolgere lei, poi. Non glie l'avrebbe mai perdonato. 

Aveva sentito spesso nominare quell'uomo: Jean Stain. La persona che suo padre venerava come un Dio sceso in terra. 


“Vedrai mia cara, quando conoscerai Stain e i risultati dei suoi strabilianti esperimenti, approverai anche tu. Lui è un genio, senza alcun dubbio, sono così onorato di far parte della sua ricerca. E ne entrerai a far parte anche tu. Stain ti renderà un essere migliore... oh, quando capirai mi sarai riconoscente!”


Maledetto suo padre, maledetto quello Stain e maledetti tutti quanti. 

Suo padre l'aveva venduta. E lei l'odiava per questo.

All'improvviso, le porte scorrevoli della sala d'aspetto si aprirono. Ne uscì quello che la  Matricola  A-18 aveva capito si chiamasse Ray. Sembrava essere uno dei leader o qualcosa del genere.  

  << Chi è la  Matricola  A-18? >> chiese con voce piatta e monocorde.

Lei si alzò lentamente sotto lo sguardo di tutti. 

Ray le fece un cenno con la testa  << Vieni dentro. È il tuo turno >> 

Obbedì in silenzio ed entrò nella stanza che aveva tutte le caratteristiche di una sala operatoria. Proprio in quel momento, due ragazzi col camice bianco che riconobbe come Josh e Stephanie, fedeli assistenti di suo padre che speso avevano frequentato casa sua, stavano trasportando su un letto il ragazzo che l'aveva preceduta. Era privo di coscienza e sembrava preda di dolori lancinanti. 

Si irrigidì e strinse i pugni.  Josh e Stephanie la guardarono e distolsero subito gli occhi con aria colpevole. Già, anche loro l'avevano tradita, assecondando suo padre nei suoi loschi e malati intenti, portandola in quel covo di pazzi psicopatici. 

  << Cosa volete farmi? >> chiese. La voce uscì un po' roca e tremante. 

  << Ti prepariamo per l'impianto >> rispose Ray.

  << Impianto? >>

  << Della Chimera. Tra poco verrà il Padre e procederà con l'intervento. Non preoccuparti, sarà indolore >>  spiegò, pratico.

  << Dallo stato di quel ragazzo non mi sembra qualcosa di indolore! >> ribatté. 

Ray sospirò  << È normale che ci siano dei fastidi, all'inizio. L'organismo deve abituarsi alla presenza di un corpo estraneo e non possiamo escludere una reazione di rigetto. Vi terremo sotto controllo, i primi giorni >> 

  << Ah, bene. Mi sento molto meglio, ora >> commentò, acida.

  << Confida dell'esperienza del Padre >> tagliò corto il Chimero  << Siediti qui, iniziamo le analisi >>

  << La fai facile tu! >> sbottò lei  << Io non voglio avere nulla a che fare con questo >> 

Ray la guardò e, per la prima volta, il suo sguardo si accese di interesse   << Perché sei qui, allora? >> 

La Matricola  A-18  si morse l'interno della guancia a sangue. "Il bastardo di mio padre mi ha venduta, ecco perché". No, quell'uomo non lo considerava neanche più suo padre. Lui la guardava solo come una cavia da laboratorio, dopotutto, anche se ripeteva che lo faceva per il suo bene. 

Aveva tanta di quella voglia di sfogarsi con qualcuno e vomitare tutte le sue frustrazioni.  Sentì pungere gli occhi, come succedeva sempre quanto tratteneva le lacrime troppo a lungo. 

Era sola, ormai. Completamente sola, abbandonata ad un destino ignoto che avrebbe messo in dubbio anche quello che era, la sua umanità. Cosa le rimaneva? Nulla. Nemmeno qualcuno con cui confidarsi e piangere, sperando di essere rassicurata. 

Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche  << Niente >> si costrinse a dire. 

Ray sospirò di nuovo, più pesantemente questa volta.  << Essere Chimeri non è male, sai. Non ho idea di che passato tu abbia ma, quanto ti risveglierai, sarà come se tutti i tuoi problemi siano svaniti. Avrai una vita nuova, sarai migliore >> 

Pensò che, essendoci passato prima di lei, quel Ray doveva sapere ciò che diceva. Osò solo un'insinuazione:  << Se essere Chimeri è fantastico come dici, perché tu sembri così triste, allora? >> 

I suoi occhi marroni avevano una luce malinconica che aveva notato dal primo momento in cui l'aveva visto. 

Ray sobbalzò e, con sua sorpresa, sorrise con amarezza  << Il motivo non ha nulla a che vedere con l'essere un Chimero >> fece una pausa piuttosto lunga, poi aggiunse:  << Sono stato tradito dal mio migliore amico >> 

La  Matricola  A-18 sobbalzò. In quel momento, il Chimero gli era sembrato più umano di chiunque altro. Così tanto da farle tenerezza. Forse allora non avrebbe perso la sua umanità come temeva. 

  << Mi... dispiace >> si ritrovò a dire, con un certo imbarazzo.

Ray non mutò espressione  << Non devi >> 

  << Anch'io sono stata tradita >> si sentì in dovere di dire  << Da una persona... a me molto vicina. Quindi capisco come ti senti >>  riuscì persino a permettersi un piccolo sorriso  << Fa un male cane, vero? >> 

Ray sbuffò una risata macabra e densa di tristezza  << Fa schifo >>  poi scrollò le spalle   << Non siamo tanto diversi, allora >> 

Lei ammiccò un cenno affermativo del capo, poi si decise a raggiungere la sedia che le era stata precedentemente indicata. Quando si fu accomodata, Ray preparò una siringa. 

  << Adesso ti addormento. Ti faremo qualche analisi e poi procederemo con l'impianto >>  adesso la voce di Ray sembrava più morbida  << Quando ti sveglierai, sarà tutto diverso. Potrai dimenticare anche il dolore del tradimento >>  

Lei lo guardò  << Tu, però, non hai intenzione di dimenticare, vero? >> 

Scosse il capo  << Non potrei nemmeno volendolo >> 

La Matricola  A-18 annuì. Quando si veniva traditi da persone care, era impossibile che la cicatrice potesse rimarginarsi del tutto. Avrebbe continuato a sanguinare per sempre, ed ogni goccia avrebbe ricordato la fiducia tradita. Lo sapeva. Lo sapeva dannatamente bene. 

Prima di inserirle l'ago nel braccio, Ray chiese:  << Come ti chiami? >> 

  << Mi è stato detto che sono la Matricola  A-18 >> rispose in un sussurro.

  << Io voglio sapere il tuo nome vero >>  insistette  << È l'unica cosa che ci permettiamo di conservare del passato di cui vogliamo liberarci >>

Lei non riuscì ad impedire ad una lacrima di debordare  << Sono Annabeth Andrews >> 




                                                                                                         ************************




La  Matricola F-12 aveva aspettato quel momento con impazienza. Si sistemò i lunghi ricci corvini dietro le orecchie ed inspirò.  L'attesa di diventare finalmente una Chimero la stava consumando ma era ciò che le aveva permesso di andare avanti e arrivare fino a lì. 

Ormai erano rimasti in pochi ad aspettare il proprio turno. Tre, lei compresa. Il ragazzo inglese, chiamato Matricola F-09, e la ragazzina bionda minuta, la  Matricola A-16. 

Si accomodò meglio sulla sedia. Ora che erano rimasti in pochi, l'atmosfera si era rilassata. Annoiata dalla snervante attesa, decise di provare a fare conversazione:  << Be', dato che siamo tutti sulla stessa barca, perché non cominciamo col dire i nostri nomi? Pare che gli altri li rivedremo a processo finito... >>

Il ragazzo si strinse le spalle e, nonostante fosse alto e robusto, appariva fragile ed insicuro. 

La biondina rispose per prima:  << Mary Misha Cooper >> 

Era molto più tranquilla di quanto ci si potesse aspettare da una ragazzina come lei. Sembrava che, anche lei, avesse vissuto solo per quel momento.

  << Io sono Lucy Flores >> si presentò la Matricola F-12   << Con quale nome vuoi essere chiamata? >> 

Lei sorrise  << Mary. Mio fratello mi chiamava Misha, quindi è un nome speciale riservato solo a lui >>

Lucy rispose al sorriso, intenerita  << Capisco >> poi guardò di nuovo l'inglese   << Andiamo, ragazzone! Manchi tu >>

Lui soffiò in risposta:  << William Turner >> 

  << Ti chiameremo Will >> decise Lucy, incrociando le braccia al petto e annuendo decisa. 

  << Ma veramente... >>

  << Zitto, ho deciso così >> 

Nonostante la stazza robusta, Will si zittì e incassò la testa nelle spalle con aria remissiva.  Mary ridacchiò e Lucy chiese, quasi con leggerezza:  << Siamo qui perché abbiamo tutti un passato di merda, giusto? >> 

Will non rispose, prevedibilmente, e strinse i pugni. Mary annuì e disse:  << Credo sia così per tutti >>

Lucy annuì perché la sua era stata una domanda retorica  << Già, già >>

  << Più di altre cose, però, io desidero trovare una persona >> la stupì Mary. 

  << Sul serio? >>

La ragazzina annuì e assunse un'aria nostalgica   << Mio fratello >> 

  << E pensi che diventare una Chimero ti aiuterà? >>

  << Non lo so, ma sono certa di avere più possibilità. Ero in un'ospedale psichiatrico prima che Albert mi aiutasse e da lì sicuramente non potevo cerarlo >>

Lucy annuì e preferì non approfondire la questione.  << Siamo simili, noi due. Anch'io cerco una persona >>

Gli occhi azzurri di Mary si illuminarono  << Davvero? >>

  << Si >>

  << È un parente? O un amico? >>

  << Diciamo un'amica >> la corresse   << Tengo molto a lei. So che le è stato fatto del male per colpa mia, quindi voglio trovarla al più presto >>

Mary le sorrise con aria comprensiva  << Capisco. Sono certa che ci riuscirai >>

Proprio in quel momento, il tale di nome Ray fece capolino dalle porte scorrevoli   <<  Matricola F-12 >> chiamò.

Lucy si alzò in piedi  << Pare sia il mio turno, finalmente >> 

  << Buona fortuna >> le augurò Mary, mentre Will si limitò ad un timido cenno col capo.

Lucy entrò nella sala operatoria senza paura. Si guardò intorno  << Cominciamo? >> chiese con impazienza.

Ray la squadrò  << Sei la prima che è tanto ansiosa di iniziare >> commentò. 

  << Aspettavo questo giorno da tempo >> si limitò a dire. Poi ebbe un'illuminazione:  << Tu sei un Chimero da molto? >>

  << Più di quattro anni >> rispose monocorde, armeggiando con una siringa. 

Lucy sorrise soddisfatta  << E ci sono altri Chimeri oltre a noi nuovi, qui? >> 

  << Si. Ci siamo tutti >> una pausa  << Almeno quelli che sono rimasti >>

  << Che vuol dire? >>

  << Nulla di cui tu debba preoccuparti >>

Lucy fece spallucce e si accomodò sulla sedia rivestita di pelle, pronta per l'impianto. Guardò Ray con trepidazione  << Posso chiederti se c'è anche una certa Eleanor qui? >>

Lo vide irrigidirsi e sgranare gli occhi marroni.  << Tu conosci Eleanor? >>

Lucy esultò internamente per aver fatto centro  << Da molto più di voi. Siamo, emh, amiche da quando era ancora umana >>

Ray appariva sconvolto. Poi la sua espressione si indurì all'improvviso  << Rimarrai delusa allora >>

  << Perché? C'è qualche problema? >>

  << Eleanor non è qui. Non più >> 

Lucy si allarmò immediatamente  << Le è accaduto qualcosa? >> 

Ray emise una risata carica di disprezzo   << Oh, no. Credo stia fin troppo bene, in effetti >>

  << E allora cosa?! >> 

  << Ci ha traditi, quella stronza. E con lei molti altri >> 

Lucy sussultò.  << T...traditi? >>

  << Ha rinnegato il Padre e tutti i suoi compagni per fuggire insieme ad un gruppetto di idioti >> spiegò, con voce piena di rancore. 

  << Di chi stai parlando? >> 

Sospirò  << È ovvio che tu non lo sappia, ma gli intenti del Padre sono contrastati da una pedante organizzazione governativa che mira a sterminarci tutti. In ogni caso, ve ne metteremo al corrente a tempo debito, quando vi sarete tutti stabilizzati >> 

Lucy sentiva il mondo girare  << Ed Eleanor si è schierata con questa organizzazione? >>

  << A quanto pare >>

  << Ma... perché? >>

  << Credimi, è quello che ci siamo chiesti tutti. Be', immagino che abbia trovato qualcuno per cui ne sarà valsa la pena >> 

Lucy si sentì tremare fin nelle ossa.   << Io... >> balbettò, confusa  << Non potrò più vederla...? >>

  << Oh, la vedrai senza dubbio. Solo dalla parte opposta alla nostra. Sarai capace di ucciderla, e con lei tutti gli altri traditori? >>

Sembrava che Ray stesse rivolgendo quella domanda prima di tutto a se stesso, ma lei non disse nulla a riguardo. La sua mente era sommersa di dubbi e paure. Fino ad un momento prima era così certa di averla ritrovata...

L'aveva cercata a lungo, dopo quell'incidente. Una volta incontrato Franck, lui le aveva rivelato che Eleanor era diventata un'essere particolare, una Chimero, ed era per questo che anche lei aveva deciso di entrare a far parte del progetto. Ma così... 

  << Ucciderla? No, io... >>

  << Quando sarete pronti, li attaccheremo >> le svelò Ray  << Sono sempre state queste le intenzioni del Padre. Distruggere il Red Shield e riprendere... una certa persona >>

Lucy non chiese spiegazioni a proposito perché era troppo spaventata da quanto appreso.  Tuttavia, al momento, c'era una sola cosa che potesse fare:   << Procediamo subito con l'impianto. Voglio diventare una Chimero ed incontrare Eleanor al più presto >> 




                                                                                                   **************************




Seduti davanti a tre bicchieri di vino, i tre scienziati avevano un'aria soddisfatta.

  << Gli impianti sono andati bene? >> chiese Franck. 

  << Alla perfezione >> lo rassicurò Jean  << Avete assistito voi stessi. E nessuna reazione di rigetto. Aspetteremo altre quarantotto ore, poi procederemo con l'iniezione  del vaccino >>

Albert inarcò le folte sopracciglia  << Vaccino? Cos'è questa storia? >> 

Jean strinse le labbra in una linea sottile  << Uno scomodo inconveniente che però mi sono affrettato a risolvere.  Fino a poco tempo fa, la Chimera aveva un solo punto debole: poteva venir danneggiata da particolari elementi contenuti nel sangue di una persona >>

  << Una persona? Questo è assurdo! >> intervenne Franck. 

  << L'ho pensato anch'io, all'inizio >> Jean ricordò il tempo in cui, del tutto ignaro della vera identità di Rebecca, l'aveva odiata e studiata. Era stato orribile, certo, ma ne aveva ottenuto risultati che sicuramente giustificavano il male involontariamente commesso  << Tuttavia ho condotto dettagliati esperimenti e sono arrivato alla formulazione di un vaccino capace di potenziare la Chimera >>

Albert prese un sorso dal suo bicchiere  << Questa storia dovrai spiegarcela più dettagliatamente. Ma sono contento di sapere che la Chimera è ormai perfetta >> 

  << Oh, c'è ancora un passo da compiere prima di raggiungere la vera perfezione >> 

  << E sarebbe? >> chiese Franck.

Jean fece un sorriso sghembo  << Voglio donare un nuovo potere alla Chimera: una rigenerazione cellulare più lenta >> 

Albert si mise più comodo   << Spiegati meglio >> 

  << Cercate di seguirmi. In un essere umano adulto ogni giorno muoiono dai 50 ai 100 miliardi di cellule. In un anno la massa delle cellule ricambiate è pari alla massa del corpo stesso. Ma, sappiamo tutti che, in un organismo, non tutte le cellule hanno la stessa durata di vita: le cellule della pelle, per esempio, vivono in media 20 giorni, quelle dell’intestino 7 giorni, i globuli rossi 120 giorni, le cellule neuronali e muscolari, invece, per tutta la vita >>

I due annuirono. 

  << Io voglio perfezionare il  meccanismo di rigenerazione umano >> continuò Stain allargando le braccia  << In modo tale da raddoppiare, triplicare, no, quadruplicare addirittura il tempo della vita! >>

Franck e Albert sgranarono gli occhi  << Stai scherzando? >> chiese il primo. 

  << Come potrei? Se la rigenerazione avvenisse più lentamente, se tutti i tipi di cellule del nostro organismo potessero essere rinnovate costantemente, il corpo si manterrebbe sempre giovane e forte. Con l'aiuto della Chimera poi, sarebbe immune da qualunque tipo di malattia e le sue qualità migliorerebbero in maniera esponenziale. Sarebbero addirittura migliori di adesso! >> 

  << Sarebbe come... arrivare a cento anni dimostrandone ancora trenta, o addirittura di meno >> azzardò Albert. 

  << Si, l'idea è quella >> annuì Jean. 

Franck si alzò di scatto  << Fenomenale! Sbalorditivo! Solo tu avresti potuto pensare a qualcosa del genere, Jean! >>

Lui sorrise  << Era una cosa a cui pensavo da un po'. L'obiettivo è quello di arrivare a prolungare la vita fino a nostro piacimento. Se qualcuno vorrà, grazie alla Chimera potrà vivere per sempre >> 

Albert riempì i loro bicchieri con febbricitante impazienza  << Dobbiamo metterci subito a lavoro! La comunità scientifica, ma che dico, tutto il mondo ci loderà come divinità per questa scoperta! >>

Jean rise e prese il suo bicchiere. In verità, non aveva minimamente pensato a come, il mondo che lo credeva morto, avrebbe accolto le sue creazioni una volta che la Chimera perfetta sarebbe stata ultimata. 

Ciò a cui pensava, costantemente, era solo Rebecca. La Chimera perfetta e la possibilità di vivere per sempre, avrebbe dato loro l'occasione di recuperare tutto il tempo perso.


Rebecca. Avrai tutto il tempo del mondo per imparare ad amarmi. 








  
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