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Autore: NikoruChan    24/07/2014    5 recensioni
Partita dalla mia mente geniale (?) ecco una one-shot che riguarda la mia coppia preferita di Super Mario: Luigi X Daisy ^^
Dal testo:
"-Ti voglio bene, io pregherò fino a quando non aprirai quegli occhi stupendi che amo, ma ti prego…svegliati….Daisy…- "
Spero che vi piaccia e...buona lettura :D
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daisy, Luigi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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GELATO ALL'AMARENA


-Ecco qui il suo gelato al limone- mi sorrise un dipendente della gelateria, consegnandomi il gelato
-E tu Daisy? Che gusto prendi?- mi girai verso di lei, aveva praticamente il viso spiaccicato verso al vetro dove era presente ogni gusto possibile ed inimmaginabile.
-Penso proprio che sceglierò l’amarena- esordì consegnando i soldi all’uomo.
Da quando eravamo piccoli, lei sceglieva sempre quel gusto, io la trovavo simpatica per questo. Ogni volta io cercavo di cambiare gusto, proprio per non sembrare monotono. Invece Daisy prendeva solo ed esclusivamente l’amarena.

Uscimmo dalla gelateria con “la nostra merenda” in mano. Camminavamo per un vialetto, affiancato ad una strada come tutte le altre, dove abitualmente passavano alcune automobili.
Quando notai che aveva perfino il naso sporco di gelato, non potei fare a meno di prenderla in giro. Lei per tutta risposta si sporcava il dito di amarena e me lo passava sul braccio apposta.
Ad un certo punto cominciai a giocherellare con un bracciale di gomma di sua proprietà, amavo far girare gli accessori sul dito, era un ottimo hobby per passare il tempo.
Lei mi guardava con occhio vigile, non voleva evidentemente che lasciassi cadere il suo gioiello.
Però sfortunatamente accadde, e per colpa del vento (dato che era di gomma) andò a finire in mezzo alla strada. Daisy mi guardò male e sbuffò:
-Fortuna che ti avevo detto di non farlo cadere…- con il gelato in mano si diresse verso il braccialetto.

Io all’inizio non mi resi conto della situazione, però quando alzai lo sguardo, vidi una cosa che mi fece gelare il sangue. Accadde l’inevitabile.
Urlai il suo nome, ma invano. Sentii un boato allucinante, ed urli della gente che vedeva l’accaduto.
Vedevo solamente Daisy accasciata a terra immobile, e il suo gelato all’amarena lontano metri e metri. L’auto l’aveva investita…
 
In ospedale nessuno voleva dirmi niente delle sue condizioni. Continuavo a chiedere ad ogni infermiera passante, ma senza risposte. Perché volevano tenermi nascosto tutto?
Iniziavo a temere il peggio, mi sedetti in sala d’attesa e mi presi la testa tra le mani, e piansi.
Non ero pronto a sentirmi dire…che non ce l’aveva fatta. Volevo solamente che lei si riprendesse, anche se le probabilità fossero state minime.
Non aveva parenti, solo un vecchio nonno che non aveva nemmeno la forza di alzarsi in piedi. L’unica persona che poteva starle vicino ero io.

La conobbi ad un parco pubblico quattro anni prima, e da li restammo migliori amici. La sua risata mi era piaciuta fin da subito, certo, aveva un carattere abbastanza strano, ma io le volevo bene lo stesso. Le piaceva lo sport e correre in mezzo ai campi. Amava la libertà.
Non potevo nemmeno sopportare di vederla costretta in sedia a rotelle. Non me lo sarei mai perdonato.
In quel momento continuavo a ripetere a me stesso che la colpa era solo mia. La colpa era se il bracciale era finito in mezzo alla strada, e per le derivate conseguenze.

Piansi talmente tanto che bagnai i miei pantaloni e il pavimento. Tentai di pensare positivo, ma senza risultato. Il mio “amore” per lei non mi faceva smettere.
Speravo ancora di vedere quegli occhi azzurri, quella personalità e quel sorriso che ci aveva fatto diventare amici per la pelle. Dentro di me avevo ancora una speranza, ma sembrava una candela dalla luce fioca e debole, che stava quasi per spegnersi.
All’improvviso mi capitò davanti un infermiera con ancora indosso i guanti in lattice. Io la guardai supplichevole con lo sguardo, lei mi spiegò la situazione di Daisy:
-E’ fuori pericolo, ha avuto un trauma cranico ma la sua memoria non ha ricevuto dei danni. In compenso però rischia di rimanere paralizzata, ma la probabilità è minima- mi scese ancora una lacrima che rigò la guancia.
-Non devi piangere- continuò la donna –ora sta dormendo, ha fatto un intervento lungo. Però ti consiglio di parlarle, più le parlerai più le farai venire l’istinto di svegliarsi, è la cosa migliore.
-Ma non morirà v-vero?- singhiozzai. All’epoca avevo solo 13 anni e non capivo ancora bene quello che accadeva intorno a me.
-La tua amica starà bene, però è necessario che tu metta in pratica ciò che ti ho detto- l’infermiera mi scompigliò i capelli sorridendo. Tirai su con il naso ed entrai dentro la sua camera.

La vidi immobile sul letto d’ospedale attaccata ad una flebo, aveva una fascia di garze che le circondava la testa ed era piena di cerotti sulle braccia e in viso. Perché non c’ero io al suo posto? Io avevo una vita monotona, anche se stavo paralizzato non cambiava niente…
C’era un silenzio infinito, solo il rumore del battito cardiaco risuonava con un bip assordante.
Mi avvicinai al letto e mi sedetti su una sedia dei paraggi, le presi delicatamente la mano ed iniziai a parlarle a bassa voce:
-Daisy, so che stai male, però tu sei una ragazza forte. Non devi lasciare che una stupida automobile ti riduca in quel modo…
Singhiozzavo tra le parole, e bagnai perfino il letto.
-Sei la mia migliore amica, e senza la tua presenza non posso vivere, sappilo. E’ stata colpa mia se ti è successo tutto questo, e se tu non dovessi farcela non lo sopporterei- da lì iniziai di nuovo a piangere.
Continuai a parlarle così tanto che non mi resi conto nemmeno che il sole si era nascosto dietro alle montagne. Mi addormentai senza accorgermi.

Quella mattina aprii gli occhi e vidi che Daisy era nella stessa posizione del giorno prima. La mia autostima scese a picco, gli occhi mi bruciavano dalle troppe lacrime versate e mi sentivo uno straccio. Ma non mi arresi, ricominciai a buttare fuori parole dalle mie labbra e senza fermarmi.
Mi avvicinai ancora di più al suo viso e sussurrai:
-Ti voglio bene, io pregherò fino a quando non aprirai quegli occhi stupendi che amo, ma ti prego…svegliati….Daisy…- le ultime parole non si percepivano nemmeno. Senza pensarci le detti un bacio piccolo sulla guancia, poi le accarezzai i capelli.
All’improvviso però sentii il battito cardiaco accelerare, mi voltai di scatto verso di lei, e notai che stava piano piano aprendo gli occhi. Non ce la feci. Scoppiai di nuovo a piangere e l’abbracciai delicatamente.
-Da quanto tempo sei qui Luigi?- aveva la voce roca e flebile
-Non importa, quello che è essenziale è che tu sia viva- mi sorrise con fatica.
Iniziammo a chiacchierare, cercavo di non far tirar fuori il discorso dell’incidente per non farla star male. Poi mi alzai, dovevo ancora far colazione e avevo una fame da matti.
-Hai bisogno di qualcosa?- le chiesi
Daisy mi guardò sorridente, poi fece il numero uno con il dito ed esordì:
-Un gelato all’amarena…














Spazio Autrice:
Allora, vi piace? :)
Ho anche versato lacrime a scriverla, secondo me è venuta abbastanza bene (modesta u.u)
Questa one shot mi è venuta in mente proprio ieri, quando stavo mangiando (indovinate?) un gelato all'amarena ^^
Come al solito la mia mente fa brutti scherzi xD
Spero che vi sia piaciuta ;)
Ciao ciao :)
NintendoLove00 >3<
  
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