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Autore: theysavedmylife    24/07/2014    0 recensioni
-La danza è l’unica cosa concreta della mia vita, l’unica cosa che sento mia per davvero. Lavoro giorno e notte. Mentre tu stai qui fermo ad aspettare qualcosa che da sola non accadrà mai. Quindi non sei nella posizione di giudicarmi-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.


"L'inferno non esiste.
Il vero inferno è una vita
andata storta."

-Al di là dei sogni-

 
Le selezioni per la Royal Ballet si avvicinavano ed io non potevo perdere l’occasione di entrarci. Sarebbe stata la mia unica opportunità di scappare da qui. Scappare da questo posto che per anni non mi ha dato altro che delusioni e rimpianti. Portai lentamente la gamba in alto stendendola per bene e guardando le curve nello specchio per poi abbassarla dirigendomi verso le casse.
Staccai l’mp3 dal computer della grande sala e lo buttai nella tasca laterale della mia enorme borsa nera. La presi e mi diressi negli spogliatori. Da sempre ero l’ultima a lasciare la sala, volevo un po’ di tempo solo per me.  
Sfilai le scarpette e osservai i miei poveri piedi insanguinati e pieni di graffi e bolle. Per le selezioni avrei dovuto comprare delle scarpette nuove, ossia avrei dovuto fare più turni nel negozio. Cosa non si fa per il proprio futuro.
Entrai in una delle docce e lasciai raffreddare i miei muscoli dall’acqua fin quando uno starnuto non mi fece salire i brividi e decisi di uscire avvolgendo il mio corpo nell’asciugamano.
Presi l’intimo dalla borsa infilandolo per poi strofinare i miei capelli nell’asciugamano.
Una fitta all’alluce mi fece gemere dal dolore mentre osservavo la mia immagine riflessa nello specchio.
Abbassai lo sguardo osservando qualche gocciolina di sangue che usciva.

“La prossima volta che vieni in ritardo, considerati licenziata ragazzina” mi sbraitò contro Olga da dietro il bancone, puntandomi il dito contro. Olga insieme ad Amelia reggevano il negozio, due anziane che se la cavavano egregiamente. Le sorrisi per poi farle la linguaccia e posarle un leggero bacio sulla guancia. Il nostro era un rapporto abbastanza strano, ma credo che infondo ci volevamo bene.
“Ho portato il mio mp3 così potete sentire cosa ascolta questa ragazzina che viene sempre in ritardo, vecchiette mie” dissi indicandomi.
Corsi dietro al bancone  e feci partire la mia Playlist.
Olga abbastanza contrariata mi lanciò la pelle e mi indicò alcuni scaffali in fondo al negozio pieni di giocattoli.
“Olga, ma non sei contenta di scoprire cosa ascoltano questi ragazzi di oggi?” chiese Amelia portando le mani in aria e muovendo i fianchi, almeno per quanto ci riuscisse.
Olga sbuffò e sparì nel magazzino.
“Giurerei di aver visto un mezzo sorrisetto” esclamai indicando la porta ormai chiusa.
Amelia mi fissò annuendo e prese le mie mani per poi iniziare a ridere.

“Con quello che ti paga il negozio non puoi permetterti delle scarpette nuove Bree, lo sai benissimo” esordì Camille alzandosi sulle punte mentre si guardava nello specchio.
“Ti direi di provare al bar qui all’angolo, ma sarebbe troppo sforzo” continuò portandosi le mani sui fianchi. Aveva ragione. Gli allenamenti mi portavano via la maggior parte del mio tempo. Il resto lo passavo in negozio e qualche volta nella panetteria di Amelia.
Sospirai continuando a riscaldarmi.
Camille si buttò al mio fianco posando le mani sulle mie spalle.
“Fatti aiutare da me. Ho dei risparmi da parte e con il tuo potremmo fare un bel gruzzoletto” mi chiese per l’ennesima volta.
Avevo da sempre rifiutato tutti i tipi di aiuto economico da parte sua, facendocela sempre con i miei sforzi, ma adesso la situazione era critica e ne andava del mio futuro. Sospirando annuì guardando gli occhi neri di Camille.
“Solo per questa volta però” le puntai il dito contro. Lei mi sorrise abbracciandomi per poi farmi alzare. Ci mettemmo in riga ed iniziammo a danzare. Sentì di nuovo quella fitta all’alluce, ma continuai a sorridere danzando. Nulla mi avrebbe fermato adesso.

“Vuoi un passaggio Bree?” mi chiese Camille buttando poco ordinatamente i suoi panni sporchi nella borsa.
Scossi la testa cercando di massaggiarmi le spalle al meglio.
“Camminare mi farà bene” disse semplicemente.
“Come vuoi, domani ti porto i soldi” si girò verso di me spostandosi i capelli castani all’indietro.
Mi lasciò un bacio sulla guancia e poi correre fuori.
Presi la borsa estraendone il leggins mentre riposi accuratamente l’mp3 nella tasca laterale. Infilai il leggins ed uscì salutando Nelly, la segretaria.
Chiuso il grande portone strinsi il giubbino intorno ai fianchi infilandomi anche il cappello bianco. Portare il leggins non era stata una grande idea.
Iniziai ad incamminarmi verso casa ignorando i tre ragazzi vicino ad una macchina nera ed i loro commenti.
Sospirando mi infilai nel piccolo spazio tra due palazzi, meglio evitare certi individui.
Uscì da quello stretto e quando mi trovai di fronte alla strada mi fiondai senza pensarci dal lato opposto.
Due fari accecanti mi fecero frenare sul posto.
Portai il braccio destro davanti agli occhi per cercare di coprirmi e riprendere la mia corsa, ma una botta molto forte mi fece saltare.
Strinsi istintivamente il telefono nella mano sinistra quando la mia schiena venne sbattuta contro il tettuccio della macchina e sentì il cappello volare in via. Quando pensai che tutto era finito il mio leggins si incastrò. Lasciai andare il telefono urlando dal dolore.
Il dolore mi stava lacerando. Non riuscivo a respirare, del sangue usciva dalla ferita della gamba. Cercai di urlare, ma non avevo aria a disposizione  nei polmoni.
I pochi respiri che facevo mi uscivano a sbuffi dai quali usciva del sangue.
La macchina continuava a correre mentre io cercavo di staccarmi da essa.
Quando ci riuscì la mia testa si scontrò violentemente contro l’asfalto.
Il nero fu l’ultima cosa che vidi.




TAA-DAAAA
Non so precisamente come mi sia venuta questa idea.. sta di fatto che tutto sommato mi piace. E a voi?
Spero di si.
La storia volevo caricarla ieri che era 23 per festeggiare anche i quattro anni con quei cinque idioti, maa non ho avuto il tempo.
 Adesso devo scappare.
Cieo Beli!


 
 

 
 
   
 
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