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Autore: Vichy90    24/07/2014    6 recensioni
Isabella ed Edward vengono promessi sposi alla loro nascita.
All’età di 7 anni per aumentare il prestigio delle proprie famiglie convolano a nozze senza però comprendere nulla di ciò che in realtà accade, ed essendo ancora giovani ritornano successivamente a vivere ognuno con i propri genitori nell’attesa dell’arrivo dell’età matura.
Isabella, dopo lungo tempo, raggiunge i 17 anni ed è venuto il tempo per lei per cominciare la propria vita con suo marito che però non vede dal giorno delle nozze.
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ch. Three

-Never Interfere between Husband and Wife-




Edward uscì dalla sua stanza solo tre ore dopo. Aveva distrutto mobili, stracciato tende e ingurgitato un buon quantitativo di alcool, necessario per non farlo pensare ma insufficiente ad annebbiargli la mente.

La porticina dietro l’arazzo cigolò ma Isabella non si rese conto dell’ingresso dell’uomo nella stanza finché non si destò di soprassalto sentendo un braccio robusto circondarle il corpo e un petto ampio e caldo aderire alla sua schiena.
<< shh, sono io >> le sussurrò il Duca all’orecchio, stringendola forte a sé e aspirando l’odore dei suoi capelli.
<< Duca mi avete spaventato. >>
Sentiva il suo fiato caldo accarezzarle la guancia e le gambe intrecciarsi alle sue in un gesto intimo a cui ancora non era abituata.
<< non darmi del voi. Quando siamo soli chiamami con il mio nome Isabella.. adoro quando lo fai >>
<< Edward >> sussurrò allora lei intimidita da quelle inaspettate e appassionate parole e sentendo le braccia del suo sposo stringersi a lei con maggior vigore.
<< sembra tutto così bello quando il mio nome esce dalle tue labbra. >>
Isabella non aveva mai sentito il Duca lasciarsi andare alle parole a quel modo e questo la mise in allarme. Si voltò delicatamente fino a portare il suo viso a pochi centimetri da quello di Edward e riuscirlo così a fissare negli occhi. Il fiato del suo sposo le si infranse sulle guancie e un forte odore di whiskey le fece comprendere la natura di quelle parole tanto dolci. Aveva bevuto. E non ci voleva grande arguzia per capire che era per lo stesso motivo per cui quella stessa sera a tavola era fuggito via furioso. Era successo qualcosa con suo padre.
<< cosa ti turba marito mio? >>
<< nulla, non voglio tediarti con le mie inquietudini >> borbottò il Duca nascondendo il volto tra i capelli della ragazza e iniziandole ad accarezzarle il corpo nel tentativo di distrarla dall’argomento.
<< non è questo il ruolo della moglie? Ascoltare il proprio marito nei momenti di sconforto? >>
<< ti ha insegnato tua madre a parlare così? >>
Isabella arrossì colta sul fatto.
<< è una cosa brutta? >>
<< no, ma sono così stanco di dover costantemente vivere seguendo le parole degli altri. Tu obbedisci alle parole di tua madre e io devo seguire quelle di mio padre... >> sospirò lui.
<< ma è questo il dovere dei figli. Seguire le parole dei padri per renderli fieri di noi. >> Ma Edward alle sue parole non rispose. Temeva di lasciarsi sfuggire il diverbio avuto con Carlisle quello stesso pomeriggio e quella frase infelice con cui era stato letteralmente minacciato. Non voleva che lei lo venisse a sapere. Non voleva che lei ne avesse paura. E fu per quel motivo che si allungò appoggiando le sue labbra su quelle della ragazza.
Fu un bacio morbido, dolce, rilassato, al quale Isabella rispose allungando una mano e accarezzando con delicatezza i capelli dell'uomo, respirandogli sulle labbra e lasciandolo giocare con la sua bocca e la sua lingua.
Piano Edward si spinse contro di lei fino a scivolarle sopra.
<< Edward aspetta.. >>
<< non vuoi? >> le soffiò piano sulle labbra aprendo gli occhi per osservarla. Aveva tanta voglia di farla sua. E non aveva nulla a che fare con le parole di suo padre e quel suo avvertimento che avrebbe dovuto obbligarlo ad unirsi ad Isabella il prima possibile per ingravidarla. In quel momento il suo era solo desiderio. Di non pensare, di perdersi in lei, di sentirsi amato e desiderato.. almeno da sua moglie.
<< io.. non sono sicura di.. >>
<< hai paura che ti faccia male di nuovo? >>
All’inizio fu titubante nel rispondere, ma poi Isabella annuì con sincerità facendo sorridere il Duca che le si accostò nuovamente, poggiando la fronte contro la sua.
<< credimi quando dico che non sarà come ieri.. e io farò piano, molto piano, te lo prometto. >>
Isabella sospirò cercando di sciogliere a tensione e si lasciò baciare di nuovo da Edward.
<< mi credi? >>
Un altro bacio.
<< mi credi mia Bella? >>
E lei annuì .
Le mani salirono sulle cosce, alzandole la veste e proseguirono la loro salita fino a portare l’abito ad aggrovigliarsi sulla pancia.
<< Aiutami a sfilartelo >> e così lei, non senza un pò di insicurezza, si mosse goffamente fino a riuscire a far passare l’abito dalla testa.
Ora era tutta nuda e nel suo cuore sentiva un misto di profondo imbarazzo ed emozione. Il buio della notte la copriva come un mantello dallo sguardo indiscreto del suo sposo e la faceva sentire al sicuro.
Edward tornò a baciarla con dolcezza sulle labbra, sulla mandibola, il collo.. il petto.
<< Edward.. >>
<< ti stò facendo male? >>
<< ..no >> Un sospiro profondo uscì dalle labbra di Isabella quando le labbra calde del suo sposo iniziarono a baciarle con dolcezza il seno.
<< ti piace? >>
<< si.. >>
E le piacque. Questa volta le piacque molto.
Un’ora dopo erano distesi sul talamo disfatto ed illuminati malamente da una piccola candela posta sul comò che Edward aveva avuto la premura di accendere alla fine dell’amplesso. Isabella si era coricata sul petto del suo sposo e non riusciva a pensare ad altro se non a quanto fosse profumata e calda la sua pelle e a come fossero state morbide e passionali le sue mani in questa sua seconda volta.
<< questa volta non ho perso sangue >>
<< solo la prima volta si sanguina, poi non accade più. Diventa piacevole. >>
<< sì, è vero.. >> mormorò Isabella arrossendo e nascondendo il viso contro petto di suo marito.
<< mi racconti com’è stata la tua? >>
Edward si mosse piano, per fissarla dubbioso negli occhi.
<< intendo dire, come è stata la prima volta che hai giaciuto con una donna. >>
<< non sono argomenti consoni Isabella >>
<< e perché mai? Tu sai com’è stata la mia, e non sono di certo una bambina. Ho già avuto conferma del fatto che hai avuto delle donne prima di me. >>
Edward sospirò chiudendo gli occhi e cercando di soffocare l’irritazione che certi discorsi troppo personali gli causavano sempre. L’effetto dell’alcool era ormai svanito, evaporato con gli ansiti ed il sudore, e la pazienza e la tranquillità avuti prima ora erano scomparsi.
<< è stato come accade a quasi tutti i figli di nobili. Un giorno mio padre ha deciso che ero diventato abbastanza maturo per imparare a possedere una donna e mi ha portato una meretrice nella stanza. >> affermò secco.
Isabella rimase attonita non aspettandosi una risposta del genere e si richiuse nel silenzio. Forse non avrebbe dovuto chiederlo.
<< ti sei ammutolita tutto d’un colpo adesso? >>
<< hai avuto molte donne? >>
<< come qualsiasi uomo normale >>
<< e chi erano? >>
<< nobildonne, cortigiane.. >>
<< meretrici? >>
Edward schioccò la lingua capendo dove la sua sposa voleva andare a parare.
<< stai cercando di domandarmi se frequento i postriboli? >>
<< sì.. >>
<< li ho frequentati da ragazzo, ora non più >>
<< perché non più? >>
<< perché sono sposato con te. >>
<< anche prima lo eri. >>
<< Isabella era diverso! Ancora non ti conoscevo. Se non fossi stata come desideravo forse li avrei frequentati tutt’oggi. >> sbottò infine lui non sopportando più quella serie di domande a raffica di tipo personale.
Ci fù un momento di silenzio dopo lo scoppio di irascibilità di Edward, che però venne nuovamente rotto dalla voce sussurrata di Isabella.
<< quindi io ti piaccio.. >>
<< smettila di cercare di strapparmi parole dalle labbra >>
<< è che mi piace conoscere i tuoi pensieri.. >> rispose sincera la ragazza, avvicinandosi alle labbra del Duca e baciandolo leggero come a chiedere perdono per tutte quelle domande che gli avevano fatto perdere la poca pazienza che possedeva.
Il bacio si trasformò preso in qualcosa di più prodondo che fu volutamente interrotto da Edward.
<< fai la brava moglie e mettiti a dormire, o non posso prometterti di aggredirti di nuovo >>
<< questa volta mi è piaciuta la tua aggressione. >>
<< oh, credimi me ne sono accorto! >> ridacchiò l'uomo.
Isabella soppresse anch’essa una risatina divertita affondando il viso nel collo del Duca e stendendosi per bene al suo fianco, pronta a dormire.

Un rumore fastidioso lo strappò dai sogni e dal riposo, ma quando aprì gli occhi per capire da dove nascesse tale fracasso un raggio di luce accecante lo abbagliò, obbligandolo a richiudere gli occhi di scatto, per poi tentare di socchiuderli piano. Quando lo sguardo si abituò alla luce del mattino Edward vide davanti a sè Jessica, la dama di Isabella, che vagava attorno al letto, preparando gli abiti, apparecchiando il tavolino per la prima colazione e versando la calda acqua per il risciacquo mattutino. Jessica ad ogni gesto gli lanciava delle strane occhiate, ed Edward aveva abbastanza esperienza per capire che il suo era uno sguardo di puro interesse nei suoi confronti. E ne comprese la causa nel momento seguente in cui si rese conto di essere ancora nudo, con Isabella distesa quasi completamente su di lui, ancora profondamente addormentata. Continuò per un po’ a fissare Jessica studiandone i comportamenti e quello sguardo allusivo, finchè con voce bassa non le disse di uscire dalla stanza. Quella ragazza non prometteva nulla di buono. Isabella aveva raccontato che era la sua unica amica, ma quale amica rivolgeva al marito di un’altra tali attenzioni e sguardi? Avrebbe dovuto controllarla.
<< Isabella è mattino inoltrato. Sveglia. >>
Edward si sentiva un po’ in imbarazzo ad avere lui il compito di svegliare la sua sposa. Non aveva mai dormito con una donna dopo aver giaciuto con lei la notte, e il trovarsi nudi, aggrovigliati alle lenzuola e illuminati dalla piena luce del giorno, avere un che di romantico e allo stesso tempo impudico.
Isabella infatti ebbe la stessa reazione e dopo aver aperto gli occhi e rivolto un sorriso rilassato al marito, notando la situazione lanciò un piccolo urletto, catturò l’angolo del lenzuolo e si coprì alla meglio con il poco tessuto disponibile, facendo ridere il Duca.
<< non nascondi nulla che io non abbia già visto, lo sai? >>
<< è diverso. E’ mattino! >>
<< e credi che certe cose non si facciano anche di mattino? O nel pomeriggio? >> ridacchiò il Duca alzandosi e infilandosi veloce i mutandoni che la sera prima aveva lascito abbandonati a terra ma che quella stessa mattina Jessica aveva ripiegato con estrema cura e posti sulla mensola di lato al giaciglio.
<< io non so.. pensavo che certi affari fossero solo argomento notturno. >>
<< credimi Isabella, questi affari sono argomenti di ogni ora del giorno. >>
In modo spontaneo si chinò verso di lei per lasciarle un leggero bacio sulle labbra prima di dirigersi verso la porta comunicante con la sua stanza. << Fai colazione e goditi la giornata. Io oggi ho molti affari da sbrigare >>
<< non ci vedremo neanche per pranzo? >>
<< no. >>
Edward notò lo sguardo deluso della ragazza ma non disse nulla. Intrattenersi con lei nelle coltri fino a mattina inoltrata gli aveva già fatto perdere parecchio tempo. Aveva un sacco di lavoro da sbrigare e non poteva permettersi di perdere una giornata a camminare per il giardino solo per farle compagnia.
Nonostante questo, quando si recò nel suo studio pronto a svolgere i suoi doveri, il malessere dovuto alla visione di Isabella che abbassava gli occhi abbattuta lo spinsero a chiamare Sir Thomas e consegnargli una lettera.
La giornata passò lenta. Isabella passeggio per il giardini e curiosò per il palazzo, mentre Edward non si prese un attimo di tregua svolgendo i suoi affari quotidiani. Non venne disturbato da nessuno fino all’ora di cena, quando si diresse verso la sua stanza per rinfrescarsi e prepararsi per la serata. Quando aprì l’uscio e sospirò di sollievo per il termine di quella giornata fu infatti sorpreso di vedere seduta sul suo giaciglio la dama di compagnia di sua moglie, Jessica. Aveva un abito bordeaux, con ricami bianchi sulle maniche e il petto, e la scollatura generosa le metteva in mostra i seni gonfi e floridi. Era ovvio il motivo per cui era lì.
<< che ci fai qui? >>
<< La Duchessa mi ha dato l’ordine di portarvi qualcosa da bere per rinfrescarvi prima di cena. >> e infatti sul tavolino vicino al camino era stata posta una bottiglia di vino bianco umido di condensa . Il Duca però con sguardo attento notò anche che sul vassoio erano poggiati due bicchieri.
<< La Duchessa ti ha anche dato l’ordine di farmi compagnia per caso? >> chiese irriverente Edward avvicinandosi per riempire i calici di vino.
<< Veramente questa è stata una piccola libertà che mi sono concessa. Se non è di vostro gradimento comunque posso andarmene via. >>
Edward non le rispose, si limitò solo a porgerle il calice di vino ricolmo e guardarla bere tutta d’un fiato.
<< mai bevuto un vino così buono. >>
<< l’ha scelto mia moglie? >>
<< ha importanza? >>
In realtà per Edward ne aveva. E anche tanta. Isabella aveva avuto un gesto delicato nei suoi confronti e a quanto pareva lo aveva anche fatto con estrema attenzione. Di certo non immaginava che la sua dama avesse eseguito l’ordine aggiungendo al vino anche se stessa.
Edward sentì montare la collera all’idea che Jessica stesse sporcando il tenero dono di sua moglie con la sua immoralità.
<< no >> mentì Edward. << però ora voglio sentire quali sono i tuoi propositi. >>
<< non li immagina Mio Signore? >>
<< io immagino tante cose. >> rispose lui malizioso sedendole accanto e alzandole con modi spicci la gonna per osservarle le cosce. Erano magre e muscolose. Si vedeva che era una donna dedita alle fatiche fisiche. Non era come Isabella, le cui cosce lattee risultavano morbide, calde e tenere. Quelle facevano venire voglia di morderle e stringerle tra le dita.
<< ho visto stamani come mi guardavate >> sussurrò Jessica al suo orecchio << mi desiderate come io desidero voi.. siete un uomo di tale bellezza e carisma.. e avete un corpo… >>
<< siete rimasta ad osservarmi mentre dormivo nel giaciglio con Isabella? >> domandò Edward reprimendo un moto di disgusto verso la donna che aveva di fianco.
<< sì, l’ho fatto.. >> ammise lei ridacchiando sfacciata e allungando la mano per posarla nel cavallo dei suoi calzoni.
Forse si aspettava di trovare qualcosa di rigido, la stessa eccitazione che lei provava e che il Duca aveva fino a quel momento espresso a parole. Ma invece non trovò niente di tutto ciò, e quando il suo sguardo confuso e deluso passò dall’inguine al viso del Duca, Jessica si rese conto in un attimo ciò che era successo.
<< vattene. >> Edward era una maschera di ira.
<< i-io.. >>
<< vattene, prima che ti prenda a frustate con la mia cintura. >>
<< ma.. c’è stato un disguido.. io avevo capito.. >>
Edward però non parlò più. Semplicemente si alzò e iniziò a slacciasi la cinta di cuoio.
<< l’ho fatto perché avevo capito che eravate voi che lo volevate.. non ero io a volerlo, siete voi che mi avete spinta! >>
La cinta scivolò lungo le asole e la fibbia tintinno quanto le mani di Edward iniziarono ad arrotolarla attorno al palmo della mano destra. Fu a quel punto che Jessica capì che non avrebbe trovato soluzione con le parole. Gettò il calice di vino a terra frantumandolo e fuggi via precipitandosi fuori dalla stanza.

Quando Isabella, la sera stessa si diresse nella sala per la cena, dopo aver passato un intero pomeriggio sola a passeggiare per il palazzo senza meta, il suono di chiacchiericcio e risate la sorprese.
Nella ampia stanza dove si aspettava di trovare solo il suo severo marito, vi erano attorno al tavolo un uomo e una donna che ridevano e brindavano.
<< Isabella, ben arrivata. >> la accolse Edward sorridendo tranquillo come se mezz’ora prima nella sua stanza non fosse successo nulla.
<< buonasera. >> mormorò lei confusa
<< Quindi è lei Edward? Vostro padre ha fatto un’ottima scelta devo ammetterlo! >> parlò una donna dai capelli corvini e arricciati in una intricata pettinatura.
<< Vi presento la Contessa Mary Alice Brandon , promessa sposa del mio più fidato collaboratore nonché amico, il Conte Jasper Whitlock Hale >>
Isabella si inchinò ad entrambi facendoli ridere dato che ella aveva un titolo nobiliare ben più alto del loro.
<< Di certo non le mancano le buone maniere! >> scherzò Jasper notando il comportamento assurdo della ragazza che notato l’errore grossolano era arrossita.
<< Le ha solo quando decide di usarle.. >> lo corresse Edward ricordando le frecciatine che Isabella a volte era capace di lanciare.
Si misero a tavola poco dopo e Alice la travolse con le mille chiacchiere sulle nuove mode della città, la preparazione imminente del suo matrimonio e quanto elegante fosse l’arredamento del loro palazzo.
Isabella inizialmente si sentì travolta ma poi pian piano quelle chiacchiere convivali la misero a suo agio. Sorridente si guardò attorno e incrociò senza volere lo sguardo con il suo sposo che la osservava tranquillo e rilassato mentre il Conte Jasper continuava a parlare al suo fianco a ruota libera.
Edward accennò un sorriso e Isabella deliziata gli sorrise dolce a sua volta.
Aspettò che la coppia di amici tornasse al proprio palazzo per andare nelle stanze del Duca e porgli la domanda.
<< Lo hai fatto per me? >>
<< Ho pensato che avresti apprezzato conoscere qualche dama con cui fare amicizia. Spero di aver fatto cosa gradita. >>
<< l’ho apprezzato molto. Grazie Edward >>
Di nuovo il suo nome. Di nuovo quella sensazione strana all’altezza dello stomaco nell’udirlo.
<< di nulla Isabella. >>
<< desideri che rimanga qui? >>
<< sei libera di scegliere ciò che desideri fare. >>
E Isabella scelse, e si infilo tra le lenzuola profumate del talamo.
Quando a notte inoltrata Edward si ritrovò al buio a contemplare l’oscurità dopo aver soddisfatto gli appetititi del corpo, si ritrovò a pensare a Carlisle e a rendersi conto che non gli interessava nulla di ciò che egli aveva detto. Isabella era sua, non di suo padre, e non sarebbe stato di certo sotto il suo controllo e obbligo che lui la avrebbe ingravidata. Lei era sua moglie, perdio, sua moglie! E solo sua sarebbe stata per sempre. Se non fosse arrivato un figlio entro il mese pattuito, non avrebbe mai permesso a suo padre di far del male ad Isabella. E anche se il destino avesse voluto Isabella gravida, Edward non avrebbe mai permesso al padre di far fare a suo figlio la stessa vita che era capitata a lui. Perché la fortuna di trovare una buona consorte era rara, e di certo non poteva girare due volte nello stesso luogo. Lui non era riuscito ad avere una infanzia normale a causa delle decisioni egoistiche del padre.. suo figlio non avrebbe avuto la stessa sorte.
Anche Isabella il giorno dopo, svegliandosi nuovamente tra le braccia del suo sposo pensò a quanto la fortuna dovesse esse stata clemente con lei. Fino ad una settimana prima si trovava ancora a casa dei suoi genitori, con il pensiero terrorizzante di chi potesse essere il suo sposo e come avrebbe potuto trattarla quando avrebbero iniziato la loro vita insieme. E invece ora si trovava abbracciata al corpo caldo di un Duca dai modi severi e freddi in apparenza, ma caldi e generosi nel privato. Edward era un uomo dall’anima buona nascosta sotto un pesante mantello di regole e costumi, e nonostante all’inizio non si fosse mostrato amorevole come la ragazza aveva sperato, con il passare dei giorni e l’approfondirsi della loro conoscenza le stava dando prova di tutta la dedizione che era capace di donare e l’affetto che stava iniziando a provare nei suoi confronti.
<< il mio cuore si stà affezionando a voi, Edward >> gli sussurrò Isabella sulle labbra stringendolo in quell’abbraccio caldo. Il Duca non rispose, ma le sorrise dolcemente, prima di ricoprirle le labbra di piccoli baci.
Sì, Isabella si sentiva fortunata quella mattina. Solo più tardi si rese conto di quanto la sua fortuna fosse fittizia. Esattamente nel momento in cui la sua dama di compagnia Jessica entrò in stanza con un’espressione tetra e impaurita, e gli occhi pieni di lacrime.
<< Jessica, ma che è successo? >>
<< Mia Signora.. ho una cosa da darvi. Ma vi prego non mi punite.. io lo faccio per voi! >> Jessica si mise a piangere, accostandosi ad Isabella e girandosi un foglio tra le mani.
<< di cosa si tratta? >>
La serva però non disse nulla. Semplicemente si accasciò a terra e le porse la lettera.

Mio carissimo Edward,

penso non ti sia sfuggito quanto il nostro incontro recente al ballo sia stato a dir poco freddo. Non puoi immaginare quanto questo tuo ignorarmi sia stato doloroso per me, e sarebbe imperdonabile lasciare che i nostri rapporti venissero intaccati da rancori che ormai sono solo parte del passato. Per cancellare ogni inutile ombra tra noi sarei lieta di riceverti al più presto, in amicizia.
Con il più profondo affetto
La tua amica
Rosalie Hale

Rosalie Hale.
Hale. Come Jasper Whitlock Hale.
Non era una coincidenza e Isabella lo sapeva. La somiglianza tra i due era indiscutibile, e durante la cena nella mente della ragazza era perfino saltato alla mente il nome di quella donna che aveva incontrato al ballo e che aveva avuto una relazione con suo marito prima del suo arrivo, ma non ci aveva fatto caso e aveva scacciato il pensiero come un pensiero fastidioso.
Quella donna sfacciata che davanti a lei aveva avuto l’ardire di osservalo durante tutta la festa, persino nel momento in cui Edward l’aveva presentata a lei come sua moglie. La stessa donna che non si era fatta scrupoli a chiedergli un ballo, prontamente rifiutato dal suo sposo. La stessa donna che dopo il ballo gli aveva mandato quella lettera informale per rivederlo e riavere un rapporto con lui.
In amicizia, diceva la lettera. Ma che amicizia poteva mai nascere tra un uomo e una donna che un tempo erano stati amanti e tra cui c’era stato un amore non corrisposto?
Era gelosa.
Isabella era gelosa e non voleva che suo marito vedesse di nuovo quella donna lasciva e sfacciata. Nemmeno in amicizia.
Ed era arrabbiata.
Isabella era arrabbiata perché il Duca le aveva nascosto il rapporto di parentela che c’era tra il suo migliore amico e quella donna proveniente dal passato.
Perché le aveva fatto questo? Non aveva pensato che lo sarebbe venuto a sapere? Non aveva compreso quanto lainfastidisse e umiliasse e ferisse la presenza nella sua vita di quella donna?
Aveva appena fatto amicizia con Alice Brandon e ora lei con il matrimonio si sarebbe imparentata con Rosalie McCarty.
Perché l’aveva fatto? Perché?
<< hai trovato una risposta? Sai se ha risposto alla lettera? >>
<< no, non lo so mia Signora ma vi prego, vi prego non ditegli che l’ho trovata io o mi farà frustare! >>
<< dirò che l’ho trovata io curiosando in giro. E comunque Edward non è violento.. al massimo ti caccerebbe via. >>
Jessica non rispose, ma sapeva quanto Isabella si stesse sbagliando.



Oddio, perdonatemi l’immenso ritardo!! Scusate ma in questo periodo è successo di tutto (cose tutte belle eh?!) Mi sono laureata e i miei genitori mi hanno fatto come regalo di laurea una vacanza. Insomma, è stato un periodo molto intenso e felice, pensavo di riuscire a postare il nuovo capitolo perché lo avevo già scritto in parte ma poi tra una cosa e l’altra non ho avuto tempo di fare nulla! Mi dispiace!!!!
Ma parliamo ora del capitolo, Edward stà iniziando a conoscere ed affezionarsi ad Isabella, ma il suo brutto carattere che lo ha contraddistino fino ad ora non è scomparso, anzi c'è ancora ma nascosto e smussato alla presenza della moglie. Riguardo a Jessica che dire.. non era raro all'epoca che le serve e le dame di basso rango cercassero di migliorare la propria condizione di vita sfruttando le situazione e le persone a proprio vantaggio.. ora rimane da capire se la lettera consegnata ad Isabella sia stata davvero opera di Edward oppure una mossa astuta di Jessica, che ormai abbiamo capito non essere esattamente interessata all'amicizia con la piccola e inesperta Isabella.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, settimana prossima posterò il prossimo!;) Bacio

  
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