Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: peetarms    25/07/2014    13 recensioni
Winter Davis, ragazza totalmente imprevedibile, testarda e chiusa nel suo dolore si ritrova a essere la damigella d'onore al matrimonio di sua madre quasi tre anni dopo la perdita di suo padre. Ma quello che Winter non sa è che da questo matrimonio la sua vita cambierà.
«Catching Fire?» una voce mi fa uscire dal meraviglioso mondo della lettura facendomi tornare alla realtà.
«Si, di Suzanne Collins, lo sto rileggendo per la milionesima volta, lo hai letto?» non alzo lo sguardo dal libro quindi non vedo da chi proviene la voce.
«Posso sedermi vicino a te?» chiede il ragazzo.
«Solo se mi rispondi» controbatto mentre finisco di leggere la pagina.
«Facciamo che se mi siedo ti rispondo» la sua voce è divertita.
«Okay» alzo le spalle mentre cerco il segna libro nella borsa. Sento che si è seduto vicino a me dal calore del suo corpo di fianco al mio ormai freddo per le ore passate a leggere fuori «Allora, mi rispondi?» finalmente trovo quello che stavo cercando.
«Certo che l’ho letto, l’ho anche interpretato, piacere Josh Hutcherson»
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I hurt your feeling, nothing’s going bright
Why don’t you let me stop the vibe
The clock is ticking, running out of time
So we should party, all night
- Birthday, Katy Perry

 








«Così vuoi diventare attrice?» domanda mia nonna mentre ceniamo.
«Sì, fra qualche mese mi diplomo e poi mi dedicherò completamente alla cosa che amo fare di più» annuisco dopo aver tagliato un pezzo di bistecca.
«Per quale motivo non ci hai provato già prima?» beve un sorso di vino.
«Credevo di non essere abbastanza brava, ma ora so che ho perso solo tempo» sospiro.
«E se prima di andare al college provassi a fare qualche provino per qualche film?» sorride.
«Non ci avevo pensato, è un'ottima idea» faccio cadere la forchetta all'interno del piatto.
«Sono contenta di esserti stata d'aiuto»

Gli sorrido «Scusatemi, ma dovevo rispondere» esclama Josh tornando in sala da pranzo. Annuisco senza guardarlo.
«Diglielo» mi incita mia nonna.
«Dirmi cosa?» chiede sedendosi e bevendo un sorso di coca-cola.
«Ho pensato di fare qualche provino quest'estate, nulla di importante» alzo le spalle.
«Ah okay» mette in bocca un pezzo di carne. Dopo un paio di secondi comincia a tossire, scoppio a ridere mentre mia nonna gli versa della coca-cola nel bicchiere che poco dopo porta alla bocca.
«Nulla di importante?» mi guarda sconvolto.
«Scherzavo, volevo vedere la tua reazione»
«Sempre simpatica vede?» Josh si rivolge a mia nonna dopo avermi guardato male.
«Credo che ormai sia ora di darci del tu» dice Cyndi «In fondo non sono così vecchia» ridacchia.
«A che età hai avuto mamma?» allontano il piatto ancora pieno.
«Non mangi più cara?» mi guarda.
«No grazie, sono piena»
«Ho avuto tua madre a diciotto anni» mantiene lo sguardo su di me.
Faccio un rapido conto. E' rimasta incinta di mia mamma a diciotto anni, lei è morta a ventitrè anni quando aveva quarantuno anni, passati diciotto anni, quindi ne ha cinquantanove.
«Hai cinquantanove anni?» domando.
«Sei un piccolo genio, in pochissimi secondi hai fatto il conto» ride «Sì ne ho cinquantanove» finisce la sua cena.
«Sei la nonna più giovane che conosco» asserisco.
«Più della mia sicuro» afferma Josh.

«Tutto perchè io ho avuto presto tua madre e lei ha avuto presto te»
«Si è vero» annuisco.

«Allora vuoi che ti racconti di tua madre?» si alza.
«Si»

«Allora ci vuole la mia torta, la vado a prendere» esce dalla sala da pranzo.
«Chi era al telefono?» mi volto verso il mio ragazzo.
«Nessuno» evita il mio sguardo.
«Hai detto che era importante» alzo un sopracciglio.
«Era Francis, ci ha chiamati per ricordarci di nuovo la data di partenza per Parigi» si allunga verso di me scoccandomi un bacio sulla tempia.
«Sicuro?» mi irrigidisco.
«Certo» beve un sorso di coca-cola.
Quando Josh risponde "certo" è come se dicesse "non è vero". So che non me la sta raccontando giusta, ma non mi sembra ora il momento adatto per parlarne. Rimaniamo in silenzio fino al ritorno di mia nonna con la torta e tre piattini.
«Win vieni con me che prendiamo le foto di tua madre» esclama appena appoggia la torta sopra al tavolo. La seguo fino in salotto e mentre cerchiamo gli album delle foto mi osserva.
«Tutto bene?» mi passa una scatola di latta contenente tantissime foto di mia mamma.
«Sì certo, perchè?»
«Mi sembravi pensierosa» chiude il mobiletto.

Hai ragione nonna, hai ragione.
«Voglio solo scoprire di più su mia madre» mormoro mentre prende tre bicchieri dalla credenza di un altro mobile.
«Se me lo dici tu ci crede» sorride «Vi piace lo spumante vero»
«Io lo adoro» stringo al petto la scatola di latta.
«Bene allora lo vado a prendere» dice mentre rientriamo in sala da pranzo.
«Tutto bene?» domanda Josh.
«Dimmelo tu» mi siedo di fianco a lui, però a debita distanza.
«Dirti cosa?» si volta verso di me.
«Sei strano da quando siamo entrati qui dentro, anzi da un paio di giorni. Hai lo sguardo assente non sembri tu» incrocio le braccia «Soprattutto da quando sei tornato dalla telefonata»
«Non è vero»

«No?!» spalanco gli occhi irritata.
«Cosa succede qui?» chiede mia nonna rientrando con in mano una bottiglia di spumante fresco,
«Nulla Cyndi» evito lo sguardo di Josh «Posso aprire la scatola?» gliela indico.
«Io vado a casa» esclama il mio ragazzo alzandosi.
«Come pensi di fare?» lo fulmino con lo sguardo.
«Prendo la tua auto, Cyndi la puoi riaccompagnare tu?» si infila la felpa.
«Ehm sì» risponde dopo averci osservato.
In un paio di secondi Josh è fuori di casa. Appoggio la schiena al sedile della sedia e mi porto le gambe al petto.
«Che è successo?» si siede di fianco a me.
«Non lo so neanche io, da quando è tornato è strano. Gli ho chiesto più volte cos'ha e lui mi risponde sempre dicendomi che non ha nulla» alzo le spalle «Ma so che qualcosa c'è» sospiro.
«Da quando è tornato? Perchè dov'era?» mi accarezza i capelli.
«Ad Atlanta per un mese»
«Per le riprese di un film?»
«Si» mi tolgo il giubbotto di jeans.
«Allora sarà soltanto stanco» mormora dolcemente.
«Non credo» scuoto la testa.
«Dai mangiamo un pezzo di torta. Questa notte rimani a dormire qui e domani parliamo di tua madre okay? Ora sei troppo presa dalla discussione con Josh» taglia due pezzi di torta per poi metterli nei piattini «Che ne dici se ce la andiamo a mangiare di là sul divano mentre ci vediamo un film?»
Annuisco e insieme ci alziamo dirigendoci in salotto dove divoriamo la torta e beviamo tutto lo spumante mentre vediamo Segnali dal futuro.
«Cyndi sicura che posso rimanere?» sbadiglio appena finiamo di vedere il film.
«Certo, vieni che ti faccio vedere la camera di tua mamma»
Mi alzo e dopo aver recuperato il telefono dal tavolo della sala da pranzo la seguo su per le scale.«Che carina» dico appena entro dentro alla camera ormai vuota.
«Vado a prenderti le lenzuola e una coperta» esce velocemente dalla stanza così io ne approfitto per uscire in terrazzo a fumare una sigaretta.
Faccio scorrere tutta la nicotina dentro di me e una sensazione di leggera calma mi pervade.
«Non sapevo che fumassi» appoggia le lenzuola guardandomi.
«Non lo sapeva neanche papà, ho cominciato poco dopo la sua morte» alzo le spalle buttando fuori il fumo.
«Non ti critico perchè anche io ho cominciato quando ero una ragazzina, ma a quattordici anni è troppo presto anche se ne hai dovute passare tante» asserisce mentre fa il letto.
«Quindici, papà è morto poco dopo il mio compleanno. Fra meno di dieci giorni sono tre anni che è morto» spengo la sigaretta con la punta delle vans nere.
Si siede sul letto a una piazza e mezzo ed io mi accomodo di fianco a lei stendendomi, per un paio di minuti rimaniamo in silenzio «Allora raccontami di te, oltre alla recitazione quali sono le tue passioni e cosa ti piace fare?»
«Beh, quando mi facevano questa domanda rispondevo: ho il cervello troppo occupato da cantanti, attori, libri, film, serie tv, otp, pizza, coca-cola e unicorni per trovare un ragazzo. Quindi come puoi aver già capito amo la musica, il cinema, leggere le serie tv, shippare le coppie più improbabili, tipo Josh e Jennifer Lawrence» rido «Amo la coca-cola e la pizza»
«Serie tv, leggere e la musica, tutte cose che amava fare anche tua madre. Immagino anche che passi notti in bianco per vedere film o episodi delle tue serie tv preferite»
«Sì e la maggior parte delle volte convinco anche Josh» rido «Ma si addormenta dopo un paio d'ore» scuoto la testa «Quando Josh non era a casa convincevo suo fratello» mi infilo sotto le coperte; passiamo il resto della serata e la notte a parlare di me e di mia madre. Scopro che la maggior parte delle abitudini le ho prese da lei, l'amore per i pancakes, il restare sveglia tutta la notte, bere tanto caffè. Sono più simile a mia madre di quanto pensassi.



La suoneria dell'avviso di chiamata mi sveglia. Allungo la mano alla ricerca del mio i-phone, quando lo trovo premo il tasto verde ancora con gli occhi chiusi.
«Winter che cazzo è successo?» la voce di Connor mi fa sprofondare ancora di più la faccia nel cuscino «Winter mi rispondi?» insiste, alzo la faccia dal cuscino e dopo aver fatto abituare gli occhi alla luce del sole rispondo a Connor.
«Chiedilo a tuo fratello» la mia voce esce acida.
«Sei incazzata con lui ma non lo devi essere anche con me eh»
«Scusami» sospiro «Ma io no-»
«Non sai che succede e vorresti saperlo anche se ti dovesse fare male, lo so. Ormai ti conosco» completa la frase.
«Esattamente» mi copro totalmente con la coperta.
«Dove sei?» chiede dopo un paio di minuti.
«A casa di mia nonna, sto dormendo nella camera di mia madre» alzo le spalle anche se non mi può vedere.
«Pensi di parlargli o di stargli lontana ancora per molto? Domani è il tuo compleanno» me lo ricorda.
«Che palle» sbuffo.
«Ascolta siete in Kentucky da un paio di giorni e non vi vedete da quando se ne è andato da casa di tua nonna» fa cadere qualcosa e io rido leggermente «Cosa ridi?» urla.
«Connor Hutcherson! Lo so anche io, ma lui non mi scrive e io non scrivo a lui. Se ci tenesse mi spiegherebbe, forse mi sono sbagliata su di lui» alzo la voce.
«Non lo puoi dire sul serio Winter» la sua voce è sconvolta.
«No? E invece sì cazzo» grido «Basta, ora voglio fare una doccia e tornare a dormire, ciao Connor» chiudo la chiamata.
Butto il telefono sulla poltrona di fianco prima di alzarmi diretta alla finestra dove chiudo le persiane quando sto per ritornare sotto le coperte mia nonna entra di colpo.
«Sveglia nipotina mia, è la vigilia del tuo diciottesimo compleanno non puoi rimanere a letto» si siede di fianco a me.
«Nonna» premo la faccia sul cuscino «Voglio dormire»
«No, ora ti alzi, ti fai una doccia, dopo di che farai colazione e andrai a fare una passeggiata per Louisville, okay?» apre le persiane.
«No» rispondo atona.
«Lo prendo come un sì» sorride divertita prima di uscire dalla camera.
Prendo il telefono appena ed apro Whatsapp, controllo l'ultimo accesso di Josh.
Online.
Sì Winter, è online ma non per te.
Mi trascino fuori dalle coperte diretta in bagno. Dopo aver aperto l'acqua per far riempire la vasca ed avergli versato i sali colorati e profumati mi spoglio. Accendo la radio dopo di che mi immergo nell'acqua calda, colorata di un blu intenso.
Sono sei giorni che io e Josh non ci parliamo. Che non ci scriviamo. Che non ci chiamiamo. Che ci ignoriamo.
Immergo la testa sotto l'acqua e rimango per un po' in apnea, quando i polmoni cominciano a richiedere ossigeno apro la bocca per urlare, sfogando tutta la rabbia dentro di me. Quando sono più tranquilla ritorno in superficie respirando ossigeno. Faccio andare giù per lo scarico l'acqua del bagno mentre mi alzo in piedi per lavare i miei lunghi capelli biondi con shampoo alle ciliegie di mia nonna.
Dopo un'ora passata all'interno del bagno esco lavata e profumata con indosso un altro paio di pantaloni della tuta e una t-shirt che mi sta decisamente larga così come i pantaloni di mia cugina. Scendo in cucina dopo aver recuperato il cellulare dalla camera.
«Oh, ora sei bella» asserisce appena entro in cucina «Non con gli occhi rossi e gonfi, i capelli spettinati. Mi dispiace se i vestiti di Karen ti stanno grandi, non avete esattamente la stessa taglia» ridacchia.
«Tranquilla nonna, a proposito dove vive mio zio?» mi siedo sulla panca della cucina mentre mia nonna prepara la colazione.
«Si sono trasferiti a Miami per lavoro, tua cugina vieni qui per l'estate e anno scorso si è scordata i vestiti che aveva messo da lavare»
«Meglio per me» porto le gambe al petto.
«Win, oggi pomeriggio vado al lavoro, esci a fare un giro sei chiusa qui in casa da quando hai litigato con Josh» spegne il fuoco prima di portarmi il piatto con al suo interno tre pancakes.
«Per non so quale motivo»
«Se non gli scrivi non lo saprai mai» si siede di fronte a me «Ho un'idea, ti lascio la macchina. Oggi dopo pranzo vai ad Island, parli con Josh e poi se vuoi puoi tornare qui magari con i tuoi vestiti e i tuoi libri per studiare, che ne dici?»
«Okay, ma tu come farai ad andare al lavoro se ho io le chiavi dell'auto?» domando con la bocca piena.
«Prenderò l'autobus» si alza per poi tornare con la tazza piena di caffè, gli sorrido grata «Quindi andrai da Josh e ci parlerai?»
«Sì, andrò ad Island» annuisco mentre taglio un altro pezzo di pancakes.



Un paio d'ore dopo sono fuori dal cancello di casa di mia nonna con le chiavi in mano.
Comincio a camminare, senza una meta precisa, senza sapere dove sto andando, voglio solo camminare e non pensare a quale sia il motivo per cui Josh non mi scrive, non mi chiama e soprattutto non viene.
Cammino per non so nemmeno io quanto. Esausta e dopo aver fumato quattro sigarette arrivo in un piccolo parco, mi siedo in una panchina. Chiudo gli occhi, beandomi del silenzio, del canto degli uccelli, dell'odore dell'erba ancora bagnata.

«Che pace vero? É così bello qui, un ottimo posto per scappare dal mondo» spalanco gli occhi portandomi una mano al petto, al mio fianco è seduta Jennifer Lawrence «Scusa mi dispiace averti spaventata Winter» sorride «Piacere Jennifer Law-»
«Sì so bene chi sei» sorrido
«Anche io so bene chi sei, soprattutto negli ultimi giorni»
«Josh è venuto da te?» chiedo.
«Non essere gelosa» la sua voce è rassicurante.
«Non sono una ragazza gelosa» ritorno a guardare gli alberi.
«E neanche tanto facile, Josh ha ragione, sei stata talmente tanto ferita che è difficile parlarti»
«Ah, se lo dice Josh» alzo le spalle.
«Però ha detto anche che se una persona ti dimostra la sua fiducia sei simpatica e divertente» accavalla le gambe.
«Ripeto se lo dice Josh» mi volto verso di lei.
«So che stai cercando delle risposte, vuoi sapere perchè è scomparso, perché non ti scrive e non ti chiama però -»
«Però niente Jennifer, si vede che non ci tiene abbastanza per dirmi la verità. Dirmi che cazzo sta succedendo. Ma tranquilla sono abituata a persone che vengono e che vanno nella mia vita. Riferisci questo» mi alzo velocemente e cammino nella direzione opposta alla sua.
Cammino per un paio di metri quando mi fermo di colpo.
«Winter lui ti ama, sul serio» urla
Mi volto e mi riavvicino a lei.
«Jennifer, dov'è? Dove cazzo è? Sono sei fottutissimi giorni che non lo vedo, che non ci parlo» la guardo negli occhi «Se mi amasse sarebbe qui a spiegarmi che cazzo è successo, se ho combinato qualche cazzata mi dispiace sono io l'errore, lo sono sempre stata» la fisso, lei non batte ciglio e mi ascolta parola per parola.
«Non hai fatto nulla Win» mi fa segno di sedermi e io accetto «Solo che le cose si sono complicate, non ti vuole far soffrire»
«Mi sta facendo soffrire lasciandomi così, all'oscuro di tutto»
«È appena tornato a casa tua, vai, parlaci poi prenderai la tua decisione»
Annuisco.
«Promettimelo»
«Prometto»
«Promettilo su quanto desideri diventare attrice» sorride.
«Josh non si sta mai zitto» sbuffo, lei sorride soddisfatta «Okay, va bene, lo giuro su quanto desidero diventare attrice»
«Perfetto, credo che ci rivedremo, sei dotata di talento Winter» esclama prima di cominciare a camminare verso l'uscita del parco.
Mi risiedo sulla panchina portandomi le gambe al petto e ci nascondo dentro anche la testa, rimango così fin che non mi fa male il collo. Quando mi incammino verso la fontana mi suona il telefono. Lo afferro velocemente sperando che sia Josh, ma invece è Nick.
«Ciao» porto il telefono all'orecchio.
«Che fine hai fatto? Sono giorni che non ti fai sentire»
«È morta Nick, sono sua sorella gemella» scoppio in un pianto finto.
«Vaffanculo Winter» scoppia a ridere lui.
«Sì, ci dovrei proprio andare» affermo dopo aver bevuto un sorso d'acqua dalla fontana.
«Che succede?»
«Che dovrebbe succedere?»
«Non lo so, volevo sapere se c'erano novità, dio se sei fredda» sbuffo.
«Sono così, prendere o lasciare» ripercorro la strada che riporta a casa di mia nonna.
«Okay, ti richiamo domani quando sarai felice perché avrai finalmente 18 anni» sospira.
«Non so che umore avrò domani» chiudo la chiamata.
Dopo venti minuti sono di fronte a casa di mia nonna e noto che nella buchetta c'è della posta, uso il mazzo di chiavi che mi ha lasciato. Due bollette e una busta con scritto sopra il mio nome. É una scrittura che non conosco. Infilo le chiavi nella toppa della porta di ingresso, dopo averla chiusa le appoggio nel mobiletto insieme alle due bollette. Mi tolgo le vans e camminando sul parquet color ciliegio arrivo sul divano in salotto dove pochi attimi dopo sono già stesa, apro la busta contente delle foto. 
Quelle foto.
Fottutissime foto che mi spiegano perché Josh è scomparso.
Fottutissime foto che distruggono i pezzi rimasti del mio cuore.
In questo momento mi sembra che il resto del mondo intorno a me si sia fermato, con occhi lucidi mi mordo con decisione il labbro inferiore per non far scendere le lacrime.
Mi alzo velocemente, rinfilo le vans, prendo le chiavi di casa e quelle della macchina. Corro verso la macchina parcheggiata nel vialetto e un paio di secondi dopo sono al volante diretta verso Island. Diretta verso casa mia. Diretta verso Josh.
Mezz'ora dopo sono di fronte a casa mia, esco dalla macchina sbattendo lo sportello e mi attacco al campanello infuriata come non mai.
«Chi è?» sento la voce di Josh dopo sei giorni.
«Apri questa fottutissima porta in meno di un nano secondo Joshua Ryan Hutcherson» urlo.
Lui obbedisce e poco dopo sono di fronte a lui, gli lancio la busta a dosso.
«Hai già preso il biglietto vero?» grida.
«Per andare dove Win?» raccoglie la busta.
«Per andare a Fanculo Josh» metto le mani nei capelli «Sei solo uno stronzo, non hai manco le palle di dirmi che mi hai tradito mentre eri ad Atlanta» assottiglio gli occhi «Tutte quelle parole dolci che mi hai detto prima di partire e dopo essere tornato erano solo cazzate. Tutte cazzate. E io deficiente che ci ho creduto, io che mi sono aperta con te, che ho fatto crollare quei fottuti muri che mi ero costruita» lo guardo fredda come il ghiaccio.
«Win, fammi spiegare» si avvicina a me ma io indietreggio.
«Spiegare cosa Josh?» prendo la busta «Queste mostrano chiaramente come si sono svolti i fatti» gli mostro ogni foto «Sono solo una cretina» salgo le scale portando con me la busta.
«Dove vai? Vieni qui dobbiamo parlare» urla.
«Non ho altro da dirti Josh, nulla, vado a prendere la mia valigia» non sento risposta, pochi minuti dopo sono di nuovo di sotto «Sei pregato di restituirmi le chiavi e andartene da casa mia» sorrido falsamente «Vai dai tuoi ad Union» dico freddamente.
«Tanto devi tornare a Los Angeles da me» mi prende la mano.
«Lasciami» tiro il braccio «Tranquillo, quando tornerai dall'Europa a casa tua non troverai nulla di mio, neanche un capello Josh» lo fisso negli occhi.
«Non essere ridicola Winter»
«Non sono ridicola Josh, quello ridicolo qui dentro sei tu. Scompari, mandi la tua migliore amica ad addolcire quello che non puoi addolcire e pochi minuti dopo mi ritrovo nella buchetta della posta le foto in cui ci vai con un'altra» la mia voce è disperata.
«Dillo» mi sfida
«Che cosa? Che fai schifo? Certo te lo dico senza problemi sai che io le cose le dico in faccia» gli indico le foto «Non come te, ciao Josh Hutcherson» prendo le chiavi dalla porta per poi uscire diretta verso la macchina.



Lascio squillare il telefono fin quando Josh non si arrende mettendo giù.
«Dovresti rispondergli» esclama mia nonna.
«No che non devo» stringo le gambe ancora più forte al petto.
«Ti ha tradito Winter, ma siamo esseri umani sbagliamo» mi abbraccia.
«Dovresti prendere le mie parti non le sue» sbuffo mentre mi mordo il labbro forte per non far scendere le lacrime.
«Non sto prendendo le sue parti Win» mi accarezza i capelli «Dico che eri talmente arrabbiata che non lo hai fatto parlare»
«Non si può giustificare»
«Non sai che è successo, se non vuoi ascoltare Josh vai a casa di Jennifer, era anche a lei ad Atlanta e sicuramente sa cos'è successo»
«No, è il suo migliore amico» fisso il telefono che poco dopo comincia a squillare, solo che questa volta non è Josh, ma Connor. Allungo la mano per accettare la chiamata.
«Winter Davis, ti sei per caso tolta il cervello e lo hai messo sottovuoto?» urla.
«Ciao anche a te Connor»
«Sì sì ciao» usa un tono sbrigativo «Allora che è successo?»
«Vediamo» faccio finta di pensare «Tuo fratello mi ha tradita» dico fredda, mentre il dolore dentro di me si espande.
Lui dall'altro lato del telefono scoppia a ridere «Non ridere, è vero»
«Come fai a dirlo?»
«Ti invio le foto su Whatsapp» apro l'applicazione dove gli invio gli scatti fatti alle foto «Fatto» sospiro mentre le rimetto dentro alla busta.
«Non ci credo» urla sconvolto «Win io non so ch-» balbetta.
«Va tutto bene, appena torno dal Kentucky vengo a prendere le mie cose, starò da Lee, l'ho chiamata prima» porto una mano alla testa.
«Winter non dirai sul serio vero?'» chiede dopo un paio di secondi di silenzio.
«Te la devi prendere con tuo fratello non con me, ora ho bisogno di stare da sola» mormoro velocemente per non fargli notare di avere la voce spezzata, chiudo la chiamata e corro di sopra.
Mi stendo sul letto in posizione fetale e piango tutte le mie lacrime. Tutte le lacrime che i miei occhi contengono. Tutta l'acqua che ho in corpo. Dopo quasi due ore che sono stesa sul letto mia nonna entra con in una mano una tazza di thè rosso, è inconfondibile il suo profumo.
«Fra un'ora avrai 18 anni» si siede di fianco a me.
«E io sono in questo stato» passo le mani sul viso anche se le lacrime ormai si sono asciugate.
«Sei bella anche con gli occhi gonfi e rossi»
«Stamattina avevi detto di no» sorrido debolmente.
«Sei sempre bellissima Winter, e non meriti di stare così male» mi lascio abbracciare, vorrei piangere ma ormai non ho più lacrime e mi fa malissimo la testa.
«Voglio dormire nonna, mi fa male la testa»
«Va bene, buonanotte piccola mia» mi lascia un bacio sulla fronte «Il thè te lo lascio, bevilo tutto mi raccomando» dice prima di uscire.
«Sì nonna» annuisco, dopo di che sprofondo la testa nel cuscino e poco a poco la testa si svuota così da permettermi di addormentarmi.
Un paio d'ore dopo mi sveglio, con gli occhi che mi fanno male e la testa che martella.
Prendo il mio i-phone nero dal fondo del letto.
59 chiamate perse.
132 messaggi su Whatsapp.
2 messaggi.
Tanti auguri Winter. Sbuffo mentre mi alzo trascinandomi di sotto alla ricerca di un'aspirina.
Una volta trovata prendo un bicchiere dalla credenza lo appoggio sul bancone dove poco dopo è per metà pieno d'acqua. Una volta preso l'antidolorifico cammino fino alla porta di ingresso e senza fare troppo rumore la apro per sedermi sul portico.
Sono le 3.12am del mattino. Inspiro aria fresca e pulita. Prendo dalla tasca dei pantaloni della tuta le sigarette e l'accendino.
Così fumando la sigaretta sblocco il telefono e leggo i messaggi di auguri.

 

Da: Lee.
L'unica cosa che vorrei ora è essere lì da te. Auguri Win ora sei definitivamente un'adulta, ti voglio bene.

 

Sorrido debolmente.

 

Da: Nick
Ehi idiota, scusa ma non potevo immaginare una cosa del genere. Appena torna Josh lo uccido. Ti voglio troppo bene e non voglio che tu soffra, soffrirà lui poi. Ehì parliamo di cose belle però mi hai raggiunto guastafeste, hai 18 anni anche tu. Ti voglio taaaanto bene, e di a Josh di stare attento.

 

Rido debolmente.

 

Da: Andrew
Ehi piccola superstar tanti tanti tanti auguri di buon compleanno, hai 18 anni non sei emozionata, hai pieno diritto sui tuoi soldi, che ne dici di un week-end a Las Vegas?

 

Dio se è idiota pure lui, rido.

 

Da: Connor
É mezzanotte e un minuto, so che starai stesa sul tuo letto a pensare quello che è successo, ma non dovresti. Oggi compi 18 anni e succede solo una volta nella vita. Asciugati le lacrime e dimentica mio fratello almeno per oggi. Ti voglio bene anche se ti ha fatto soffrire, il bene che ti voglio bene non lo cambierà mai niente e nessuno. Auguri Win.

 

Una lacrima scende ma l'asciugo velocemente.


Gli altri sono tutti messaggi di Josh che mi chiede di rispondergli alle chiamate. Ma quando sto per chiudere l'applicazione, sulla sua chat viene fuori la scrita 'sta scrivendo..'
Attendo il prossimo messaggio che aprirò e chiuderò velocemente.
Così faccio.
Non ho Josh il giorno del mio compleanno.
Non ho Matt il giorno del mio compleanno.
Non ho Connor il giorno del mio compleanno.
Non ho Nick, Lee e Andrew il giorno del mio compleanno.
Non ho mio padre e mia padre il giorno del mio diciottesimo compleanno.
Siamo soltanto io e il mio dolore che sta ritornando più forte che mai.
Spengo il mozzicone di sigaretta e leggo i messaggi normali.

 

Da: Christine
É cambiato tutto, nel compleanno più importante non sei qui. Mi odi. Ma nonostante tutto io ti voglio bene perché ti considero mia figlia.
Quindi tanti auguri di buon compleanno Win.

 

Facile per lei nascondersi dietro ad un messaggio.

 

Da: George
Anche se non ci conosciamo bene, ti auguro buon compleanno Winter

 

Wow che onore. 


Blocco di nuovo il telefono e ritorno dentro visto che ho la pelle d'oca sulle braccia.
Chiudo delicatamente la porta dopo di che risalgo le scale diretta in camera, una volta dentro collego il telefono al carica batteria e mi stendo sul letto. Cado in un sonno profondo popolato da incubi dal quale mi risveglio cinque ore dopo tutta sudata.
Mi passo una mano sulla faccia e regolo il respiro. Faccio mente locale su cosa stia succedendo e un dolore mi colpisce allo stomaco.
Sospiro mentre mi metto a pancia in giù dopo aver preso il telefono carico.
1 nuovo messaggio su Whatsapp.

 

Da: Josh
Mi manchi.

 

Ora gli manco. Spengo il telefono e lo nascondo sotto le coperte, mi alzo velocemente dirigendomi verso il bagno. 
Una volta dentro mi tolgo i vestiti sudati ed dentro la vasca, quello che mi serve è una doccia non fredda di più, congelata per calmare la rabbia che ho dentro. 
Esco venti minuti dopo dal bagno un paio di shorts neri con le calze color carne, una canotta bianca e il giubotto di pelle nero; i capelli sono legati in una treccia laterale.
Scendo le scale alternando gli scalini delle scale come facevo quando ero piccola.
«Auguri piccola» strilla entusiasta mia nonna abbracciandomi appena entro in cucina.
«Grazie» ricambio l'abbraccio, sento odore di pancakes e bacon.
«La colazione preferita di me e mamma?»
«Sì oggi è un giorno importante, e credo proprio che se fosse qui te l'avrebbe preparata» mi guarda «Ma sei splendida» mi fa compiere un giro su me stessa.
«Grazie di nuovo» mi siedo.
«Allora che pensi di fare oggi?»
«Dopo colazione andiamo a trovare mamma al cimitero? Non ci sono ancora andata e credo che gli farebbe piacere se andassi» mando giù un boccone di pancakes.
«Sei tu la festeggiata, decidi tu»
«Poi possiamo andare ad Island, vorrei andare anche da papà» sospiro.
«Non è proprio una cosa che il giorno del compleanno le ragazze fanno, ma si ti può rendere felice certo» mangia anche lei.
«Non è una cosa che fanno le altre ragazze perché hanno entrambi i genitori che appena scendono le scale il giorno del loro compleanno le abbracciano e gli fanno gli auguri» sibilo.
«Scusa Win, non volevo che lo interpretassi in questo modo»
«No scusami tu, sono suscettibile» alzo le spalle.
«Cosa provi?» appoggia la sua mano sopra la mia.
«Sento di impazzire. Vorrei strappare tutto, scappare via, piangere, urlare ma sono qui ferma immobile fissando il vuoto, pensando a cose che non dovrei pensare. Sono un disastro»
«Hai solo bisogno di essere amata, hai bisogno di trovare un equilibrio. Nonostante ci sia stato Josh  quando hai scoperto che Christine non è la tua vera madre tu ti sei sentila sola, persa. Ma hai fatto finto di niente»
«Come diavolo fai a saperlo?» domando dopo un paio di secondi dove l'ho fissata.
«Sorpresa, la tua nonnina è una strizzacervelli»
«Cosa? Sei una psicologa?»
«Sì lo sono, e sono decisamente preoccupata per te Winter, leggo tristezza, malinconia, solitudine, ma soprattutto oscurità nei tuoi occhi»
Deglutisco.
«Cosa vuoi dire?» allontano il piatto.
«Probabilmente sei depressa, ma è normale visto tutto quello che hai passato» sospira «Ma il problema è un altro, dobbiamo capire quanto sia grave e se dobbiamo intervenire» mi fissa.
«Non mi piace questa cosa» incrocio le braccia al petto «Non sono discorsi da affrontare il mattino del proprio 18esimo compleanno, ti dispiace se rimandiamo a domani?»
«Solo una cosa, vorrei che tu facessi una seduta, ma non con me; non riusciresti mai a parlare visto che sono tua nonna, c'è un mio collega, molto bravo che lavora soprattutto con i ragazzi» parla dopo aver terminato il contenuto del suo piatto.
«Ci penserò» mi alzo.
«Dove vai? Non finisci di mangiare?» chiede.
«No, ho bisogno di fare due passi. Ti aspetto fuori partiamo quando sei pronta» mi avvio velocemente verso l'ingresso.
Non è il compleanno che desideravo, ma Winter ehi che ti aspettavi, niente va mai come tu vorresti.

 

 

 

































 


POV AUTRICE:
 

Buenas dias.

Josh e Win hanno litigato tadaaaa ahah, no okkei questo capitolo è stato facile da scrivere perchè tutto sommato ce lo avevo in testa da parecchie settimane. La seconda parte del compleanno (perchè se notate il capitolo si intitola 'Birthday pt.1) lo avrete venerdì; dopo di che dovrete aspettare due settimane perchè verranno i miei cugini (li porterò a Mirabilandia, andremo in giro quindi sarò poco a casa visto che li vedo solo una volta all'anno) quindi vorrei passare del tempo con loro però se riesco a ricavare del tempo per me stessa lo scrivo e chissà potrei anche postarvelo prima.
Quindi tenete d'occhio la mia storia se vi interessa ahah.

Detto questo non c'è nient'altro da dire se non ringraziare le persone che la recensiscono, chi l'ha messa tra le preferite, ricordate e seguite ma anche i lettori silenziosi con la speranza di ricevere una loro recensione.
Detto questo lascio campo libero a voi con le vostre recensioni, voglio sapere cos'avete provato nel leggere questo capitolo.
Ah giusto, nel prossimo capitolo vi lascerò una domanda.

A venerdì prossimo,
peetarms

   
 
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