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Autore: _diana87    25/07/2014    5 recensioni
"Era una notte buia e tempestosa... strano come tutte le storie dell’orrore inizino in questo modo, vero, detective Beckett?"
{possibile alzamento di rating}
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessuna stagione
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Io ti salverò
 
Kate è a testa bassa davanti Victoria Gates. Mani una sull’altra, davanti al suo corpo, si crea uno scudo invisibile per pararsi dalle accuse, che è pronta a ricevere. Sa di essere colpevole per esser fuggita dopo l’interrogatorio; l’ha voluto lei e le spettava di diritto, e invece è scappata. Sente lo sguardo del capitano su di lei. Occhi giudiziosi che la scrutano e guardano i suoi movimenti, mentre intreccia le mani per lo stato di agitazione e ansia. I capelli ricadono dolcemente dietro la schiena e qualche ciocca sul maglione rosso che indossa.
“Detective Beckett, vuole condurre questa indagine oppure no?”
Quando finalmente trova il coraggio di alzare lo sguardo verso il suo capitano fa un cenno con la testa, mostrando dapprima timore, poi risolutezza. Il capitano deve aver visto quella scintilla di coraggio e di determinazione nei suoi occhi, che come un faro nella notte le indica che c’è ancora una luce di speranza nel suo sguardo.
Non che la Gates non sappia quanto sia in gamba la sua detective, solo che qualche volta ha bisogno di tenerla coi piedi per terra e di lamentarsi con lei, ma lo fa in modo benevolo, quasi materno. Victoria sa che Kate è una donna in gamba che non si tira indietro per nulla al mondo, ma non ha il peso del mondo sulle sue spalle. E spetta all’esperta Gates ricordarglielo qualche volta.
“Bene, allora torni alle sue indagini e non scappi di nuovo.”
Il capitano termina la breve ramanzina facendole ricordare l’evento di due anni fa, quando aveva consegnato il distintivo e se n’era andata dal distretto, mettendo nei guai anche Esposito per il suo comportamento irresponsabile. Un’altra cosa che Victoria Gates ha imparato nel corso degli ultimi tre anni al Dodicesimo è il conoscere Beckett sul personale. Lei sa che se si lascia coinvolgere emotivamente in un caso, finisce sempre male. Quella ramanzina non ha più bisogno di altri sottotitoli, quindi Kate saluta la Gates ed esce dal suo ufficio.
 
“E’ andata bene, no?” chiede Rick, che scatta subito al fianco di Kate, fingendo quindi di non aver sbirciato almeno un po’ attraverso le tapparelle dell’ufficio.
Kate da detective se ne era accorta, quindi lo guarda e accenna un mezzo sorriso, poi mugola un “Mhm-mm” un po’ incerto.
“Yo ragazzi,” dice Javier apparendo davanti a loro. La sua voce è colma di eccitazione. “Lanie ha detto di avere delle novità.”
Beckett acciglia lo sguardo, ricordando l’ultimo shock subito dell’amica medico legale.
“Ma non doveva stare al riposo?”
“Beh sapete com’è fatta... non riesce a stare senza qualcosa in mano.”
Rick subito coglie il doppio senso e non riesce a trattenersi se non puntare il dito verso il portoricano e poi portarsi le mani unite davanti la bocca, in segno di stupore.
“Ah-ah!”
Javier lo blocca prima che possa dire altro.
“E non c’era niente di allusivo in quello che ho detto!”
“Cosa deve dirci?” chiede Kate, interrompendo il siparietto.
“Non so niente. Ha solo detto di andare da lei in obitorio perché ha delle grandi novità.”
Kevin arriva dietro Javier col fiatone in bocca, confermando le parole dell’amico.
“Ha sottolineato che potrebbe esserci un colpo di scena nelle indagini.”
Rick e Kate si guardano in contemporanea. Per la prima volta da quando si conoscono, non sanno cosa pensare.
 
Javier Esposito ha proprio ragione. La sua fidanzata non riesce a stare senza un bisturi tra le mani.
Lanie Parish ama il suo lavoro. Si sente come la regina dell’obitorio. Certo, avrebbe preferito passare più tempo con le persone vive che con quelle morte, ma a modo suo l’essere anatomopatologa è un lavoro affascinante. Permette di indagare e conoscere ancora di più il corpo umano, capire la causa della morte di quel tessuto e di quell’altro, analizzare i campioni di sangue, e fa tutto con le sue mani, senza bacchetta magica.
È una magia. Anzi, è meglio di Hogwarts.
“Lanie, Lanie.”
Il tono di Kate che avanza, seguita da Rick, Javier e Kevin, è di rimprovero, ma si diverte anche a punzecchiarla. L’amica lo sa e quando alza lo sguardo dalla sua cartellina sta al gioco facendo un inchino, soddisfatta del lavoro che fa. A ognuno le sue manie.
“Lo so, lo so che dovevo riposare, ma non sono riuscita a stare con le mani in mano. Così ho parlato con il medico di Casey, perché volevo un consiglio sulle cicatrici che portava e ho scoperto delle belle...”
La voce declina, per lasciare suspense, e si avvicina al gruppetto mostrando loro la pagina che sta inquadrando. Il silenzio cade in quel luogo freddo, rotto da Rick che lancia il solito gridolino trattenuto. Kate lo guarda subito: sta elaborando qualche strana storia nella sua testa. Javier e Kevin invece scuotono le teste increduli.
Lanie sorride trionfale e chiude la cartellina sotto i loro occhi. “Ebbene sì, è stato uno shock anche per me. La nostra ragazza era incinta, ma ha abortito, o meglio... l’hanno fatta abortire.”
“Come? Spiegati meglio, Lanie.” Chiede Kate attenta ad ascoltare ogni dettaglio.
L’amica risponde facendo l’occhiolino e mostrando altri fogli dalla cartellina. Su uno c’è un timbro proveniente da una clinica privata.
“Mi sono presa la briga di chiedere al dottor Wilson, che seguiva Casey, le sue ecografie e guardate qui... era incinta di sei settimane prima che venisse legata da quel branco di psicopatici di Greenwood, molestata e probabilmente costretta ad abortire.”
“Ma sbaglio o non c’erano segni di violenza sessuale sul corpo?” chiede Javier, provocando un sorrisetto da parte di Lanie. Felice che il suo fidanzato\detective ricordi i particolari del caso e che soprattutto non si sia addormentato mentre la sera precedente, a letto, lei gli spiegava tutta eccitata che cosa aveva scoperto.
“E’ qui che viene la cosa terrificante. Hanno usato un metodo molto in voga durante il puritanesimo, una cosa da brividi.”
Senza aggiungere altro, Lanie mostra loro altri risultati della sua ricerca. Certe cose, causate dall’ignoranza e della follia umana, non possono essere spiegate se non viste coi propri occhi.
Rick fa cadere un bisturi a terra e tutti si voltano a guardarlo. Lui fa l’ingenuo nascondendo le mani dietro la schiena. Lanie lo fulmina come per dirgli di non toccare nulla, mentre Kate scuote la testa trattenendo una risata.
Per dimostrare di essere stato attento alla lezione, lo scrittore chiede alla dottoressa Parish: “Ma perché l’hanno fatta abortire?”
“Perché è gente malata.” Kevin spara a zero la sua sentenza, facendo venire la pelle d’oca ai suoi colleghi. È rimasto in silenzio per tutto il tempo, come se stesse assimilando ciò che ha appena visto. Sentendosi orgoglioso dell’effetto che ancora provoca, dopo anni sotto copertura nei clan irlandesi, Javier intravede un rigonfiamento del petto del suo amico.
Rick tamburella col dito sulle labbra e poi esordisce con la sua teoria.
“Hanno bisogno di due giovani per i sacrifici umani. Pensavano di ingannare il diavolo facendola abortire così che mostrasse la sua purezza nel momento in cui l’avrebbero dissanguata.”
Si sente solo Javi dire “Wow Castle.”
“Qualcuno ha guardato troppi film dell’orrore.” Aggiunge Kevin dandogli corda.
Katie e Lanie si scambiano occhiate annoiate.
“In realtà pensavo più a Indiana Jones e il tempio maledetto... ma va bene così...”
“Ragazzi, ragazzi, stiamo perdendo di vista il caso.” Dice infine Kate in tono di rimprovero. Si avvicina alle lastre posate da Lanie su un tavolinetto e le prende per appenderle al muro. Con la mano su di esse, contempla quello scheletro passato ai raggi X. Il feto è piccolissimo, ma c’era comunque una vita lì dentro. Chi potrebbe essere così malato da uccidere un essere umano? Sospira per l’ennesima volta, scuotendo la testa.
“Perché Casey non ci ha detto che era incinta?”
“Beh tesoro, credo sia logico. Quando si subisce un trauma, la vittima tenta a rimuovere l’evento fino a dimenticarlo.”
La detective guarda il medico legale. Impassibile, risponde con un sorriso di comprensione. Si avvicina per abbracciarla.
“Ottimo lavoro, Lanie.”
“E’ la mia ragazza.” Fa Javier a Kevin e Rick, e si stringe a sé incrociando le braccia sul petto.
Come al solito, gli uomini devono fare a gara su chi abbia il “trofeo” migliore al loro fianco. Quando Kate e Lanie sciolgono l’abbraccio, guardano il trio vicino a loro alzando accigliate, ma nascondendo il tutto dietro un sorriso.
Poi, Lanie raggiunge Javier prendendolo per il colletto della camicia e gli stampa un bacio sulle labbra.
“Grazie, tesoro. Non per niente mi sono laureata e ho fatto il dottorato con il massimo dei voti. Non sto qui mica a pettinare le bambole.”
Kate guarda Rick e si scambiano sguardi di assenso. La detective sa che non c’è tempo da perdere. Con questa preziosa informazione, adesso devono agire. Il quadretto che si è creato in quel luogo così inospitale, che puzza di morte, è un barlume di speranza, e Kate non ha nessuna voglia di perderlo. Si ricompone, tirando su una lacrima, e interrompe con un tono autoritario.
“Esposito, Ryan, procuratevi un permesso per intensificare dei turni di guardia a casa di Casey, in modo che stia sotto sorveglianza. Con Don Francis fuori gioco, qualcun altro potrebbe ucciderla, dato che, a sua detta, questa rituale dovrà compiersi in un modo o nell’altro.”
I due detective rispondono con un gesto militare, e si dirigono a passo veloce fuori dall’obitorio. Kate rabbrividisce ricordando l’interrogatorio col prete e le parole per niente speranzose che lui le aveva detto.
 
Casey apre la porta con mano flebile. Il suo corpo minuto, con un peso medio sui 40 kili, è racchiuso in una maglietta di cotone bianca che le arriva sotto il ginocchio, che funge un po’ da vestaglia per come è larga. Le maniche le vanno a scoprire le spalle, posandosi delicatamente sulle braccia, creando un effetto diagonale sulla maglia. Shorts di jeans strappati e i capelli biondi a spaghetto, sempre umidi.
Javier e Kevin entrano facendo un cenno con la testa per salutarla, seguiti da altri tre agenti in borghese.
La giovane è a disagio e si chiude abbracciando il suo corpo finché può con le braccia scheletriche.
“Va tutto bene, ci siamo noi adesso.” Esordisce Javier mostrando il distintivo, seguito da Kevin.
Casey muove lentamente la testa abbozzando un sorriso, forse il primo che riesce a fare da quando questa storia è iniziata.
Intanto i due detective si guardano attorno. Il piccolo appartamento della ragazza è una catapecchia. L’ambiente interno si mescola tra libri, vestiti, pentole sparse a terra, senza un ordine preciso.
La giovane indica ai due di accomodarsi sul divano e lo stesso fanno gli altri tre agenti.
“Io sarò nella mia stanza. Se avete bisogno di qualcosa, ecco.”
Arriccia il naso, facendo segno verso la camera da letto con la testa. Poi mette le mani nelle tasche, strettissime, degli shorts e saluta.
Rimasti soli, i tre agenti in borghese fanno un sospiro e si accasciano sul divano mezzo rotto. Uno di loro si guarda dietro, col timore di cadere a terra.
“Rilassati, Jay!”, esclama Kevin, “Se stai per cadere, ti prenderemo noi!”
“Sì, come se fossi una principessina!” aggiunge Javier facendo uno sguardo d’intesa al collega.
Jay volge lo sguardo agli due agenti e scuote la testa, rassegnato a passare una nottata all’insegna delle battutine d’humour dei due detective.
 
L’orologio segna le 3. Il ticchettio delle lancette sveglia Javier, indicandogli che è il suo turno di guardia.
Riluttante, si butta giù dal divano, controllando che la sua pistola sia ancora salda nella fondina.
Si dà una lavata al volto sul lavandino della cucina, e silenziosamente attraversa il piccolo corridoio per recarsi in camera di Casey.
La puzza di bruciato proveniente dalla stanza della ragazza lo costringe ad armarsi del suo spirito battagliero, impugnare la pistola e coprirsi la bocca con una mano. Da sotto l’uscio della porta esce fumo e la stanza sembra andare a fuoco.
Spalanca gli occhi più che può e si mette a gridare il nome di Kevin e dei tre agenti, che di soprassalto si alzano per correre in suo aiuto. Javier non ha tempo di aspettarli, quindi con un calcio ben deciso, apre la porta, ma della ragazza neanche l’ombra.
“Casey! Casey!” urla tra un colpo di tosse e l’altro.
Il fumo è troppo alto, e il rosso che invade la stanza, ha un colore così potente da stordirlo.
Un tonfo, e il portoricano cade a terra.
Quando Kevin e i tre agenti giungono nella stanza, si prodigano a rianimare Javier. L’irlandese, preoccupato, si carica l’amico sulle spalle, mentre gli altri controllano la camera indossando delle mascherine sul volto. Mezz’ora dopo, diventa chiaro che Casey è scomparsa.
Jay raccoglie da terra un foglio, forse una lettera, domandandosi come sia possibile che in mezzo a tutte quelle fiamme, non sia andato a fuoco.
 
Kate scende dalla macchina e raggiunge i due detective, correndo più veloce di Rick. Javier e Kevin sono seduti sull’ambulanza, mentre gli agenti parlano coi vigili del fuoco, alcuni di loro impegnati ancora a spegnere le fiamme.
Kate posa una mano sulla fronte di Javier, per controllare che stia bene, e il portoricano, pur apprezzando il gesto, scosta la mano.
“Sopravvivrò, Beckett.”
“Dov’è Casey? Cos’è successo?” chiede successivamente Kate a Kevin.
L’irlandese guarda prima il collega, poi Kate e Rick. Infine, porge ai due la lettera raccolta da Jay.
“E’ rimasta illesa dall’incendio?” domanda lo scrittore.
Kate tocca con mano quel pezzo di foglio intatto. Nessun segno di bruciatura. Forse è di un altro materiale? Impossibile, quella è carta. Annusa la lettera e non ha altra spiegazione se non quella che ha appena dato a sé stessa.
“Non riuscirete a salvarla, mia cara detective e mio caro scrittore.” Rick legge il contenuto e rabbrividisce.
Stavolta la minaccia è rivolta anche a lui.


Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Nuove rivelazioni portano Kate a mettere la squadra a guardia di Casey, ma la ragazza viene ugualmente rapita.
E poi c'è la lettera misteriosa che non neanche andata a fuoco con l'incendio.
E la minaccia contenuta in essa.
Brrr...
Intanto vi avverto che da settimana prossima potrei aggiornare anche due volte a settimana, dato che ho un'altra storia in cantiere. Quindi mi spiace per voi, ma dovrete sopportarmi ancora per molto ahahahahaha
Alla prossima e grazie mille per le recensioni *-*
D.

 
   
 
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