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Autore: decarlihugme    25/07/2014    2 recensioni
Questa è la storia di Chloe, una normale ragazza californiana la cui vita verrà scombussolata da un ragazzo misterioso incontrato per caso in una ferramenta.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Erano le sette del mattino, di un lunedì mattina.

Fu il suono assordante della sveglia a svegliarla.

Le sue palpebre si schiusero, lasciando così vedere i suoi grandi occhi azzurri, ancora assonnati, che successivamente socchiuse a causa della luce che penetrava dalla finestra e che illuminava il suo volto pallido.

La ragazza alzò il busto, così da sedersi sul letto, e si passò una mano tra i lunghi e lisci capelli neri, dopodiché fece penzolare le snelle gambe giù dal letto e si alzò.

Si trascinò fino alla cucina con riluttanza, scivolando con i piedi nudi sul pavimento.

Dopo aver attraversato il lungo corridoio, mentre si guardava intorno, ancora intontita dal sonno, raggiunse la piccola cucina, nella quale si trovava la madre, alle prese con i fornelli.

-“Buongiorno mamma, è pronta la colazione?”- disse con voce roca.

-“Buongiorno Chloe, sul tavolo ci sono dei pancakes.”- disse in risposta la madre.

La ragazza lanciò un’occhiata al piatto sul tavolo e subito dopo si diresse verso il frigo, che aprì e dal quale estrasse una bottiglia di succo d’arancia, dopodiché richiuse il frigo e, prima di sedersi su una delle sedie disposte attorno al tavolo, prese un bicchiere dalla credenza.

-“Mamma, tra poco finirà la scuola e io avevo intenzione di andare a lavorare da Joe. Sai, vorrei iniziare a mettere dei soldi da parte per il college.

Dopo aver detto ciò prese un pancake dal piatto posto al centro del tavolo e gli diede un morso.

-“Io avevo pensato di andare a fare visita a Vicky, ma se vuoi potresti rimanere qui, ma a patto che tu stia ogni tanto con la nonna.”-

Vicky è la mia sorella maggiore, vive in Ontario insieme a mio padre e la sua compagna, mentre io vivo in California con mia madre, mia nonna ed Evelyne, il cane.

-“Si, va bene, ma nonna dovrà prestarmi la macchina, ne avrò bisogno per il lavoro.”-

Dette un altro morso al pancake e dopo si versò dell’aranciata nel bicchiere, che, dopo aver inghiottito il boccone, bevve.

-“E va bene, non penso che la nonna avrà qualcosa da ridire.”- disse la madre, dopo aver riflettuto per un istante.

[...]

Era suonata la campanella della prima ora. Chloe era seduta al penultimo banco e aveva le cuffiette nelle orecchie, coperte dai suoi lunghi capelli neri. Ascoltava quel tipo di musica che i suoi compagni ritenevano “satanica”, “demoniaca” o “poco casta”.

Era immersa in quella caotica melodia, caotica quasi quanto la sua personalità.

Fu interrotta dal professore che, per richiamare l’attenzione della ragazza, le tolse le cuffiette dalle orecchie e le sequestrò l’iPod.

-“Questo ti verrà restituito alla fine delle lezioni, signorina Duncan.”- disse il professore con tono secco.

La ragazza sbuffò e poggiò la testa sul banco.

[...]

Le sei strazianti ore di scuola passarono.

Chloe udì il suono della campanella, quindi si alzò ed uscì velocemente dall’aula, per poi dirigersi verso gli uffici.

-“Gwen, il professore Evans ha lasciato un iPod qui?”- chiese subito dopo essere entrata nella stanza degli uffici.

-“Si Chloe, ecco qua.”- la segretaria porse l’oggetto alla ragazza e quest’ultima lo prese dalle mani della donna con velocità.

-“Grazie Gwen, ci si vede.”- fece, per poi uscire dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.

Strinse l’iPod in una mano e si affrettò ad uscire dalla scuola.

   
 
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