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Autore: chuxie    25/07/2014    3 recensioni
Lily Evans e Severus Piton sono amici sin da bambini.
Lei ha visto il buono che c'era in lui e lui ha incoraggiato la magia che lei ha scoperto in se stessa. Hanno condiviso le marechelle, i compiti e le delusioni.
Si sono amati. Sempre. In modi diversi e a tratti contorti. Sono stati indivisibili e poi distanti.
Questa è la loro storia.
Dal capitolo 21:
"Io la amo.
Io, Severus Piton, amo lei, Lily Evans.
Ed è uno schiaffo in faccia capirlo dopo tutto questo tempo passato con quest’enigma in tasca e la paura di risolverlo. La soluzione era così semplice e lo stesso mi sono ostinato a fingere di non vederla.
La amo visceralmente e idealmente.
La amo col broncio e con gli occhi luccicanti per qualche idea diabolica.
La amavo ieri, la amo oggi e la amerò domani.
La amo così tanto da aver provato un terrore dei miei stessi sentimenti talmente folle da essere riuscito a negarmeli sino ad ora. Eppure la amo così tanto che ora mi sembra di non riuscire a pensare a null’altro, mi sembra che non esista nient’altro"
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, James Potter, Regulus Black, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Ho tenuto a lungo il segreto della nostra storia, di chi fummo e della profondità dei sentimenti che ci hanno legati l'uno all'altra. Sono sempre stato bravo a celare i ricordi, i desideri, i pensieri a coloro che mi circondavano. Ma ora, mentre la fine di tutto sembra farsi sempre più vicina, ora, che mi ritrovo solo e perduto in un luogo oscuro, sento il bisogno impellente di raccogliere tutto ciò che è stato, così che un giorno, mi auguro, qualcuno possa trovare la mia testimonianza e non lasciare che il ricordo di chi fummo vada perduto.
Ho bisogno di poter credere che nel mondo resti una traccia di me, anzi di noi. Del legame tra me e Lily Evans. Ho per questo raccolto in un pensatoio tutti i ricordi importanti, quelli che hanno segnato la nostra storia, che coincidono anche con tutti quegli avvenimenti che mi hanno reso chi sono oggi. Lo riporrò in un luogo sicuro e resterà là, con il pezzo più puro della mia anima, sino a quando un uomo degno (“O una donna, Severus! Non pensi mai alle donne!!” mi direbbe lei) non troverà questa piccola orma lasciata dal nostro cammino.

 

Ho 9 anni, sono appena scappato di casa, in lacrime, stropicciandomi il naso con la manica troppo lunga della mia camicia da Babbano adulto. Mio padre se n'è andato da pochi mesi.

 

Ho sempre creduto che i miei si amassero molto e forse in un primo periodo è stato anche così. Lui la guardava come se fosse fragile e preziosa, delicata e indistruttibile e lei era gentile e affettuosa, sorrideva sempre quando erano insieme. Non so bene cosa abbia rotto questo legame, né perchè lei per risolvere tutto abbia scelto di ricorrere alla magia invece che ad altro. Certo è che ad un certo punto, non potei fare a meno di notare che mio padre non era più in sé. Dopo un lungo periodo di litigi continui, era diventato come ossessionato da mia madre e dell'uomo brillante e acuto che era stato un tempo non c'era traccia. Così come del resto non vi era spazio per me e le mie esigenze di bambini.

A ripensarci ora credo che mia madre gli abbia somministrato un filtro d'amore per più di un anno, prima che lui se ne rendesse conto, si liberasse dai suoi effetti e la lasciasse senza nemmeno voltarsi a guardarmi. L'ultima cosa che udii di lui, il giorno che se ne andò, mentre giocavo nella mia camera cercando di fare il minor rumore possibile, fu qualcosa che suonava come un “Non intendo passare un attimo in più in questa casa con te e con quel mostro che hai partorito”.

Mia madre, comprensibilmente, ne era uscita distrutta. In seguito, quando indagai sulle sue origini dopo la sua morte, scoprii che proveniva da una famiglia di maghi Purosangue molto prestigiosa e che la scelta di sposare mio padre l'aveva portata ad essere bandita non solo dai luoghi della sua infanzia e dai suoi affetti, ma anche dal suo posto di lavoro. Era come se l'aver scelto mio padre, l'avesse obbligata a rinunciare al suo lato magico e una volta finita la relazione con lui aveva perso ogni cosa.

Io certo non sono mai rientrato tra le cose per cui valesse la pena scuotersi o rallegrarsi. Inoltre per lungo tempo non avevo manifestato alcun potere, cosa piuttosto insolita per i bambini nati nella sua famiglia, che parevano sprizzare magia da ogni sguardo, così mia madre si era convinta che fossi un Magonò e questo non faceva che accrescere il suo senso di frustrazione.

 

Tremo ancora, mentre il corpo viene scosso dai singhiozzi che tento di reprimere invano nella manica. Continuo a toccarmi la bocca, sentendo la pelle diventare sempre più fragile e maciulenta, sento il sapore del sangue, ma lo ignoro.

 

Mia madre, sotto l'effetto dell'ennesima birra, sentendomi reclamare per del cibo, aveva afferrato la bacchetta e mi aveva trasfigurato la faccia, privandomi della bocca. Ero andato nel panico e l'avevo guardata con occhi supplicanti, terrorizzato. Lei aveva iniziato a ridere amara e mi aveva urlato che questa era la vera magia, questo era quello di cui ero e sarei stato sempre privo, questo era quello di cui l'avevo privata.

“La magia è potere, Severus, può darti e toglierti tutto. Lo capiresti se non fossi un disgustoso Magonò come quello sporco Babbano di tuo padre. Non posso credere di aver scelto di insudiciare il mio sangue con quello babbano, partorendoti”.

Avevo sentito montare dentro di me una rabbia folle, che si era miscelata alla paura ed era esplosa in un urlo fortissimo, che aveva ri trasmutato il mio viso in quello che era stato e aveva mandato in frantumi la porta a vetri del salotto. Per la prima volta ero stato capace di usare anche io la magia, non ero un patetico inetto! Mia madre davanti a quello spettacolo quasi si commosse.

Mi tese le braccia come aveva fatto tante volte, tempo prima, per abbracciarmi, ma io fuggii. Fu la prima volta che entrai in contatto con la magia oscura, con quello che la magia poteva dare e togliere. Mia madre mi insegnò quanto potere un abile mago può esercitare sul prossimo. Il controllo. Desideravo quello per me stesso. Desideravo poter ferire, poter controllare, poter umiliare e non dover più essere io a subire. Quel giorno mia madre, me ne resi conto solo anni dopo, aveva piantato un seme velenoso nel mio spirito, che non avrebbe mancato di nutrire e alimentare nel corso degli anni e che probabilmente una volta germogliato è diventato la principale causa di molti sbagli.

 

Cammino senza meta per le villette a schiera di Spinner's End. Raggiungo un vasto prato al limitare di un boschetto di alberelli. È estate e fa caldo, sudo nella mia camicia troppo grande e troppo pesante per quella stagione. Mi sfrego ancora le labbra, come rassicurato dal dolore. “Se mi fa male la bocca, vuol dire che è ancora lì”.

Poi la noto. Una bambina dai capelli rossi e il viso lentigginoso. È seduta nel prato, le gambe aperte e la schiena ben dritta. Indossa un abito leggero, semplice di un delicato giallo pastello. Si è tolta le scarpette azzurre che giacciono scomposte accanto a lei. Con tutti quei colori potrebbe sembrare uno splendido quadro. “Bambina nel prato che gioca”.

Credo abiti poche case dopo la mia. Ogni tanto la sento litigare o giocare con sua sorella. Forse una volta abbiamo giocato a rincorrerci insieme. Non ricordo come si chiama. È chiaramente una Babbana.
Tiene in mano una margheritina, che ha trovato chissà dove nella calura estiva. Penso che stia giocando a “M'ama, non m'ama”, quando realizzo che non è così. I petali del fiore si aprono e chiudono intorno alla corolla quando lei avvicina o allontana il palmo della sua mano aperta. Lei osserva quel movimento con assoluta concentrazionePoi, presa da un'ispirazione improvvisa, chiude le mani a coppa intorno al fiore. Quando le riapre, un'altra decina di margheritine gialle e bianche sono comparse tra le sue mani. Ride da sola, compiaciuta della sua magia mentre queste si alzano in volo portate via da un vento improvviso. La trovo una scena bellissima. Sento salire nuovamente le lacrime agli occhi, ma questa volta è per una ragione diversa.

 

Quel giorno accanto all'amara scoperta del potere distruttivo della magia, che così sapientemente mia madre era riuscita a mostrarmi, scoprii quello creativo e generativo. La magia era in grado di creare qualcosa di così bello, semplice e puro. Una bambina che ride in un prato mentre fa comparire delle margherite tra le sue mani. Quel giorno Lily mi mostrò la vera bellezza della magia. Fu come tornare a respirare dopo lungo tempo. Mi ripromisi di parlarle, di conoscerla, di avvicinarla.

Così, dopo un primo imbarazzante e catastrofico incontro, in presenza di Petunia con la sua aria sprezzante, divenimmo amici. Non fu facile, capisco che ai loro occhi potevo apparire solo come un inquietante bambino, vestito di stracci assurdi, con gli occhi spiritati e i capelli unticci. Probabilmente non avevo nemmeno un buon odore, a dirla tutta. Ma Lily era gentile e generosa, aveva un cuore capace di amare le cose belle e quelle spiacevoli. Così trovai anche io lo spazio per esprimere me stesso, per essere ascoltato.

Le raccontai di Hogwarts, del mondo dei maghi, delle pozioni, delle bacchette e lei mi ascoltava incantata. Io stesso ai tempi, in verità, conoscevo ben poco di quel mondo, avendo mia madre vissuto da babbana per quasi tutta la sua relazione con mio padre. La vedevo usare la magia principalmente per intrecciarsi i capelli, riordinare gli armadi o pulire i piatti. Quel poco che mi era stato raccontato sulla scuola risaliva al periodo precedente alla crisi con mio padre e così le informazioni che avevo erano vaghe, confuse e un po' idealizzate. Tra le varie cose che raccontai a Lily ci fu che a Hogwarts ci avrebbero portato in groppa ad unicorni telepatici.

Lily non dubitava mai di quello che le raccontavo, la sua unica preoccupazione era quella di non riuscire ad essere ammessa, di non essere sufficientemente magica.
Con l'inizio di settembre, dovetti abbandonare l'istituto privato dove mi mandava mio padre precedentemente e la cui retta non era più intenzionato a sostenere, e venni iscritto nella stessa scuola pubblica di Lily, finendo in classe con lei. Malgrado accanto a lei accadessero cose strane, esercitava sugli altri un fascino irresistibile e tutti i bambini della scuola pendeva dalle sue labbra. Aveva molti amici sia tra le bambine che tra i bambini. Inoltre era una brillante studentessa, adorata dalle insegnanti che le davano sempre compiti importanti.

Entrando in questo suo mondo, temevo che sarei finito escluso, coi miei abiti sporchi e i capelli unti. Temevo che sarei stato deriso dagli altri bambini ed emarginato, che lei avrebbe dimenticato le nostre avventure estive tra i boschi e le chiacchierate sulla magia. Invece Lily mi coinvolse da subito nel suo giro di amici e per la prima volta in vita mia fui parte di qualcosa, di un gruppo. Avevo degli amici, mi sentivo visto e accettato nelle mie stranezze. Anche perchè Lily non esitava a prendere a male parole chiunque provasse a deridermi.

Mi sentivo finalmente protetto e sicuro e allora avevo la certezza dentro di me di essere un amico speciale per lei. Così ogni mattina, andando a scuola e lasciandomi alle spalle le stanze buie e sporche di casa mia, che odoravano di cibi bruciati e alcol invecchiato male, dirigendomi a scuola sapevo che avrei trovato ad accogliermi lei e una ventina di facce amiche.

Anche le insegnanti avevano stima e rispetto di me, anzi più volte, vedendo lo stato di trascuratezza in cui versavo, provarono a contattare mia madre, a convocarla e poi, in seguito, non vedendola venire a colloquio, a mandare i servizi sociali a casa mia. Per quanto io cercassi di difenderla e di sgravarla da ogni responsabilità, lo stato in cui versava non era quello di una madre responsabile e non si stava prendendo cura di me adeguatamente, anche se allora non riuscivo a capire che quello che accadeva non era tutta colpa mia. Purtroppo queste attenzioni da parte delle insegnanti, che pure mi facevano sentire sicuro e benvoluto, non fecero che causarmi guai con mia madre che non esitava a punirmi con la magia.

L'assistente sociale stessa venne scacciata malamente, dopo aver subito un incantesimo per la memoria un po' più invasivo del dovuto (anni dopo, venni a sapere che era stata ricoverata in un istituto di cura per le malattie mentali causate da gravi lesioni neurologiche) e io oltre alle punizioni fisiche, subii il solito discorso su come i babbani fossero spregevoli, disgustosi e inferiori. Quell'anno però, le cose che mi diceva faticavo proprio a riconoscerle come autentiche. Tutti i babbani che conoscevo e la mia vita quotidiana, al di fuori di quel mondo magico di cui casa mia era orribilmente popolata, mi sembravano caldi e accoglienti. Tutto questo nella mia mente di allora accadeva per merito di Lily. Lei, da quasi subito, mi aveva incluso nella sua vita familiare e all'inizio anche con Petunia, superato lo sprezzo iniziale, i rapporti furono buoni. Parlavamo tutto il tempo del mondo della magia, dei nostri poteri non ancora ben sviluppati e di quello che avremmo voluto fare una volta entrati in quel mondo.

All'inizio eravamo certi che al compimento degli 11 anni sarebbe arrivata la lettera di convocazione a tutti e tre. Usavamo alcuni rametti come fossero bacchette per lanciarci incantesimi da una parte all'altra di casa Evans, ricorrendoci e urlando divertiti.

Quello fu certamente un anno relativamente spensierato per me. Il calore della vita quotidiana con Lily riusciva ad attenuare ampiamente le tenebre che regnavano nella mia dimensione domestica e familiare. 



Buongiorno a tutti! Questa è la mia prima fic in assoluto! Anzi, per dirla tutta, sino a pochi mesi fa ero completamente fuori da questo mondo, malgrado per tutto il liceo le mie amiche non abbiano fatto altro che raccontarmi di questo sito! Tuttavia dopo l'ennesima lettura di Harry Potter il mio bisogno di sapere che cosa diavolo fosse successo tra Lily e Sev mi ha portata prima qui e poi a fantasticare insistentemente sulla mia versione della storia(ho rischiato un paio di incidenti in bici, perchè ero distratta dalla costruzione della trama!!). Vorrei cercare di essere il più possibile fedele alla trama originale, ma probabilmente accadrà spesso che io commetta delle imprecisioni, sono apertissima alle critiche e alle recensioni. A presto
Spero di postare al più presto il prossimo capitolo!
Chuxie

   
 
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