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Autore: thewriterinsideme    25/07/2014    1 recensioni
''Mi sono sentita talmente stupida, ero solo un’illusa, come se fosse stato possibile che ci fosse Gus dietro di me. Lui era morto.''
Hazel è sola ormai, Augustus Waters, l'amore della sua vita, le era stato strappato via dal cancro, ed ora, l'unica cosa che le rimane di lui è un insieme di email che il ragazzo aveva spedito allo scrittore preferito della giovane...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters, Hazel Grace Lancaster
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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“… Cos’altro dire? È così bella. Non ti stanchi mai di guardarla. Non ti preoccupi se è più intelligente di te: lo sai che lo è. È divertente senza essere mai cattiva. Io la amo. Sono così fortunato ad amarla, Van Houten. Non puoi scegliere di essere ferito a questo mondo, vecchio mio, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire. A me piacciono le mie scelte. Spero che a lei piacciano le sue.”

Sono rimasta a fissare il monitor del mio portatile per alcuni infiniti secondi, ero immobile e la mia vista era completamente annebbiata dalle lacrime che si insinuavano nei miei occhi.

Ed ad un tratto ho visto lui, o meglio, l’ho sentito. Sentivo che Gus era lì, in qualche modo: tutt’un tratto avevo le narici piene del suo odore di fresco e pulito e sentivo uno strano, ma ben noto, calore sulla pelle. Sentivo di non essere sola…

Un tremolio involontario della mano mi aveva scossa da quello stato di trance.

Lo schermo del PC si era fatto scuro ed io mi ero alzata per andare a darmi una rinfrescata in bagno quando mi sono sentita tirare da qualcosa; per pochi istanti tutta me stessa sperava che fosse lui, che ci fosse Gus dietro di me che non voleva lasciarmi andare, speravo che fosse stato tutto un lungo ed orribile incubo e che in quel momento l’amore della mia vita volesse abbracciarmi e baciarmi come aveva fatto ad Amsterdam nella casa di Anna Frank, e poi nella sua camera del’albergo. Nella mia mente non c’era nient’altro che Gus ancora vivo, perché lui non era realmente morto, non poteva esserlo, non… Mi sono girata di scatto con il cuore colmo di speranza, ma a trattenermi non era Augustus, no, ad impedirmi di allontanarmi dal divano c’era soltanto quello stupido B-BAP. Mi ero quasi completamente scordata di aver bisogno dell’ossigeno che mi veniva pompato attraverso la cannula nel mio naso. Mi sono sentita talmente stupida, ero solo un’illusa, come se fosse stato possibile che ci fosse Gus dietro di me. Lui era morto. Lui non sarebbe mai più tornato da me. Ma questo non significava che io non potessi… Un sentimento misto tra rabbia, tristezza e disperazione si stava insinuando dentro di me, ho afferrato il telecomando del televisore e l’ho scagliato contro il muro con tutta la forza che avevo. Ho cominciato ad urlare a squarciagola, le lacrime mi impedivano di vedere chiaramente, un singhiozzo amaro aveva strozzato le mie urla di disperazione togliendomi il respiro per alcuni lunghissimi secondi. Questo non significava che io non potessi andare da lui. Mi sono accovacciata sul pavimento ed ho stretto in un pugno la cannula della mia bombola di ossigeno forte al punto di conficcarmi le unghie nel palmo della mano, le lacrime hanno cominciato a rigarmi le guance. Ho sfilato lentamente la cannula dalle narici: senza Augustus Waters, Hazel Grace Lancaster non ha ragione di continuare a respirare. Ho espirato tutta l’aria che mi era rimasta nei polmoni, la mia vista ha cominciato ad annebbiarsi e mi girava la testa. Morire non faceva poi così tanto schifo se dall’altra parte c’era l’amore della tua vita ad aspettarti. Tutt’un tratto mi sono sentita più leggera di una piuma, ogni cosa intorno a me era sfocata ed avevo l’udito completamente ovattato… Le palpebre hanno cominciato a chiudersi coprendomi gli occhi e, con l’ultimo, flebile filo di voce che mi era rimasto ho sussurrato: “ Mi piacciono, Augustus. Mi piacciono.”

  
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