UN
GIORNO SPECIALE
Era un pacifico
pomeriggio d’estate.
Konoha era
immersa nella luce splendente del sole morente estivo di
Luglio.
Malgrado il gran
caldo, c’era molta gente per le strade.
Soprattutto
ninja.
Ninja di ogni
grado e età si affaccendavano, trasportando pacchi, incrociandosi e
scontrandosi.
I vari gruppi di
genin saettavano qua e la, scambiandosi ordini e richieste, oggetti e
pacchi.
I fratelli della
Sabbia, Gaara, Kankuro e Temari di Suna, si erano a sorpresa uniti a quello
strano spettacolo, e accompagnavano i compagni più giovani della Foglia in giro
per il Villaggio.
I civili erano
stupiti da tutto quell’andirivieni e silenziosamente si chiedevano cosa mai
stesse accadendo.
Perfino gruppi di
ragazzini dell’Accademia e alcuni jonin e chuunin si prodigavano per aiutare i
giovani genin.
Una donna, nella
piazza principale, fermò uno dei jonin: “Scusi, Maestro, ma cosa sta
succedendo?” chiese lei curiosa; l’uomo, dalla folta capigliatura argentea e con
una mezza maschera sulla parte inferiore del viso, le sorrise: “Stiamo
organizzando una festa.” disse solo, sparendo con un
salto.
Ormai il giorno
volgeva al termine.
Un gruppo di
ragazze, capeggiato dalla bionda Ino Yamanaka, trasportava un gran numero di
bellissimi fiori e corone, che spandevano tutto intorno un piacevole profumo e
anche parecchi petali.
Subito dietro la
bionda, stava la migliore amica di sempre, Sakura, e poi Hinata, Tenten, Temari
e Kurenai sensei.
Come al solito,
le due ragazze si battibeccavano.
“Ehi, fronte
spaziosa! Evita di spandere tutti i petali in giro!!” la rimbeccò la bionda, la
coda alta ben legata, “Ino-pig, smettila di dare ordini!!” le replicò l’amica,
ignorando gli sproloqui della bionda, “Su, ragazze! Non litigate, abbiamo una
missione da compiere!” le placò Kurenai-sensei.
Il gruppo di
ragazze, attorniate dai loro compagni maschi, ogni gruppetto guidato da un
maestro, si diresse, balzando di tetto in tetto, verso Nord, stagliandosi nella
luce sanguigna del tramonto.
Era uno
spettacolo bellissimo, di leggiadria e
eleganza.
Direzione, Uchiha
Manor.
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Quando tutti i
ragazzi raggiunsero l’austera dimora Uchiha, trovarono ad attenderli due
ragazzi, che parlavano accanitamente.
Uno, biondissimo,
indossava una tuta arancione, col simbolo del ventaglio di fuoco stampato sulla
schiena.
L’altro, dai
capelli scuri e dall’aria furbetta, incespicava nella sua lunghissima
sciarpa.
“Konohamaru, hai
capito tutto? Tu, Moegi e Udon dovete stare sul tetto, e sorvegliare la strada,
mentre noi terminiamo i preparativi, chiaro?”, esclamò il ragazzo biondo, “Ok,
capo. Non preoccuparti, lo faremo!!!” affermò il ragazzino più giovane, sparendo
con un balzo.
Il grande gruppo
di ragazzi, coi jonin in testa, si riunì nell’enorme piazzale centrale
dell’Uchiha Manor: “Eccoci qui, Naruto! Dove dobbiamo mettere tutti i pacchi?”
chiese allegro l’uomo dai capelli argentei, che stava leggendo un libro, “Oh,
si! Seguitemi, dobbiamo terminare di decorare la sala!” esclamò il ragazzo,
“Konohamaru e i suoi amici ci avvertiranno nel caso Sasuke sia in arrivo, e
interverrà nonna Tsunade a fermarlo!” spiegò allegro il biondino, trascinandosi
dietro tutti i compagni.
Sul tetto, tre
figure snelle sorvegliavano attentamente la strada, stagliate nel cielo
sanguigno, impassibili guardiani.
Tutti entrarono
nell’edificio principale e subito si misero all’opera nel terminare al più
presto i preparativi: Choji, Shikamaru e Shino si occupavano di metter su i
festoni, formati da colorate riproduzioni del ventaglio del casato e del
vortice, opera di Sai; Ino e le ragazze sistemavano le corone di fiori e la
grande tavolata colma di cibarie e leccornie; Sai si stava prodigando a
preparare un grande striscione da applicare sopra l’architrave di ingresso, Kiba
e Akamaru erano fuori nel giardino interno a organizzare le luci per la seconda
parte della serata e i vari maestri aiutavano come potevano i loro
allievi.
Il trio della
Sabbia terminava di portare dentro i vari pacchi, accompagnati da Neji e Rock
Lee.
Iruka-sensei si
avvicinò al suo discepolo prediletto, impegnato a dirigere gli ultimi
preparativi per l’imminente festa.
Gli posò una mano
sulla spalla con dolcezza, e il biondino si voltò, incrociando il sorriso tenero
del maestro: “Hai organizzato proprio una bella festa. Si vede quanto tu vuoi
bene a Sasuke.” affermò sorridendo, “Certo!! Però, non ci sarei mai riuscito
senza il vostro aiuto, siete stati preziosi!!!” disse semplicemente, tornando a
occuparsi di tutto.
Una figura si
avvicinò a Iruka, abbracciandolo da dietro: “Hai visto, Naruto è cresciuto
ormai, non c’è da preoccuparsi.” Gli sorrise con orgoglio Kakashi, “Lo so, ma
spesso rivedo quel ragazzino pestifero e triste che conobbi tanti anni fa. Ma
sono orgoglioso che sia diventato quello che è.” rispose solo Iruka, prima di
tornare a eseguire il suo compito.
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Il Sole era ormai
calato.
Una figura
camminava lenta sul polveroso sentiero che portava all’Uchiha Manor, tra le
ombre della notte.
Le mani
mollemente infilate nelle ampie tasche della casacca ninja, il viso pallido come
la luna e stanco.
Non poteva farci
nulla.
Odiava il suo
compleanno.
Odiava quei
ricordi legati alla sua infanzia in quel
giorno.
Una cerimonia
privata, riservata alla famiglia.
Nessun
amico.
Nessuno vero
regalo.
Solo armi ninja
oppure libroni dai testi antichi, incomprensibili e
complicatissimi.
Che senso aveva
festeggiare?
Con un gran
sospiro, entrò nel cortile di casa, richiudendosi il cancello alle
spalle.
Tutto avvenne nel
massimo silenzio.
Era ormai
sera.
Dietro i monti,
si scorgeva ancora un leggero bagliore rosato, segno inequivocabile che il Sole
non era ancora sparito del tutto.
Tutto era immerso
nel buio.
Improvvisamente,
Sasuke Uchiha scorse una figura saettante su una delle piattaforme del tetto; fu
un attimo.
Perché quella
sparì subito.
Il cuore cominciò
a battergli forsennatamente nel petto.
C’era troppo
silenzio.
Non era ancora
così tardi, Naruto non poteva essere già andato a
dormire.
Con attenzione,
scivolò lungo tutto il perimetro degli edifici secondari, prima di raggiungere
quello principale.
La loro
dimora.
Immersa nella
quiete del buio.
Estrasse il
kunai.
E aprì la
porta.
Fece appena in
tempo a uscire dall’ombra che tutte le luci si accesero, e il moretto si trovò
dinanzi a tutti i suoi amici e compagni, che urlavano auguri al suo
indirizzo.
In testa a tutti,
la bionda Kitsune, sorridente.
Il moro ci mise
qualche secondo ad afferrare l’accaduto, prima che un tornado dai capelli d’oro
gli saltasse al collo, abbracciandolo, tra le urla di tutti: “AUGURI DI BUON
COMPLEANNO SASUKE!!!!!!”.
Non mancava
nessuno.
Perfino Tsunade,
Shizune, Inari….
Non mancava
nessuno di tutti coloro che avevano incontrato.
Tutti erano
lì.
Per
festeggiarlo.
In fondo, non
sono poi così male i compleanni.
BUONASERA!!!!!!
ECCO A VOI
SHUN!!!
Ebbene si, sono tornata!!
E questa volta con una fic non drammatica. È un
miracolo!!!
Ecco, questa è la festa
di compleanno per l’Uchiha più freddo e tenero della storia di
Naruto!!
SASUKE!!
Piccola precisazione;
Iruka e Kakashi stanno insieme, così come Sasu e Naru, che, diventando
legalmente compagno dell’Uchiha, è diventato anche membro della
famiglia.
Per chi non se lo
ricorda, Inari è il nipote di Tazuna, il costruttore di ponti, quello della saga
contro Haku e Zabusa.
Jiraiya e Asuma in teoria
sarebbero ancora vivi, ma non avevo voglia di arrovellarmi il cervello per
trovar loro un’occupazione.
DEDICO QUESTA ALLA MITICA
E INIMITABILE TENSAI SENSEI!!!!!
TENSAI
SUPPORTER!!!
SEE-YA!
SHUN