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Autore: MistkathCrane    25/07/2014    1 recensioni
Lei è una Banshee.
Lei non è umana
Per tutta la sua vita Regan O’ Neill ha cercato di ignorare i segnali della sua diversità. Lei è speciale ma cos’è realmente? Dublino è infestata da mostruose creature dall’aspetto orrendo , ciò nonostante soltanto lei ha il potere di vedere oltre l’inganno ; e come se non bastasse , le sue urla di terrore risveglieranno un antico pericolo che nell’oscurità imperverserà sull’intera razza umana.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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Egitto , Cairo .

Egyptian Meuseum 22 settembre 2009.

                                                               

-20.000 mila e 1 , 20.ooo e 2 …….e AGGIUDICATO!!!!- Il banditore mostrò all’offerente numero 13 il prezioso amuleto di Amun-Ra, l’occhio di Honur; un oggetto che pareva valere più di qualsiasi gioiello, in quella stanza. Eppure qualcosa gli diceva che non era quello che stava cercando. Il vecchio sciamano gli aveva detto che ciò che cercava era freddo come il ghiaccio e pungente come una brace ardente. Un talismano. Qualcosa che lega la tua anima oltre l’abisso infernale della morte.

Due uomini sistemarono una teca di vetro sul tavolo delle offerte  e, quando il banditore scoprì quella teca dal drappo vistoso, allora e solo allora, capì cosa stesse cercando.

-Signori e signore , ecco a voi…Kohinoor.- Un boato di sussulti si elevò nella stanza sotterranea del museo egizio;  si sentì il sangue affluire nelle tempie. I  muscoli erano tesi , sentiva l’oscurità di quell’oggetto a distanza di migliaia e miglia di centimetri. Era come se quel diamante avesse vita propria.

-Attualmente , questo prezioso gioiello   fa parte della personale collezione della Corona inglese, signori.- Lo sguardo delle donne rifletteva la lucentezza di quel tesoro e proprio in quello sguardo, si intravedeva la brama di potere che l’oggetto scaturiva. Il banditore sorrise e quel sorriso  gli illuminò la pelle scura e gli occhi castani, facendolo apparire imponente.

-Si narra che questo gioiello, appartenuto prima agli Indiani e dopo agli inglesi , abbia il potere di uccidere un uomo al solo volere di una donna…-Gli uomini della stanza assunsero un aria alquanto  tesa, mentre le donne, con i loro abiti eleganti e le labbra vogliose, sussurrarono loro dolci moine.

-Suvvia signori!- Il banditore cercò di rallegrare gli animi turbati.-Non avete niente da temere, le nostre signorine qui sono gentili!- Le ragazze del catering volsero un sorriso ai temerari ricconi e puntarono gli occhi su di lui.

Se la bellezza è il tuo solo pregio, è allora anche la tua condanna”.

Quella voce. La sua voce. Gli fece ricordare lo scopo di quella maledetta missione, trovarla era l’unico suo pensiero, l’unica sua ragione di vita. La vendetta, pensò, gli bruciava nel sangue. Come un veleno persistente, gli invadeva la gabbia toracica e soffocava quel maledetto cuore d’ animale.

-Saliamo a quota 90.000 mila signori!!9o.ooo e 1, 90.000 e 2…-

-200…- La sua voce superò ogni tipo di distanza, finché non arrivò dritta alle orecchie del banditore.

-200.000 mila signore?!!- Esaltato da quell’imperdibile offerta, annunciò un rilancio.

- Il numero 20 offre 200.000 mila signori!!! 2oo.ooo mila 1 , 200.ooo e 2…-Era fatta.

-300.000 mila!-Un vestito nero dalla fattura sobria ed elegante copriva un corpo delicato e fresco. Vide che quella giovane estranea aveva esattamente le sue intenzioni , poiché gli sorrise in modo diabolico.

-300.ooo mila e 1 …300.000 mila e 2…-Lui non fece nulla .

-Aggiudicato al numero 36!!! L’asta è ufficialmente conclusa.-decretò il banditore. Oh Merda!! Aveva fallito e l’unica alternativa ,che gli passò per la testa fu seguire la giovane dall’abito nero. Ella si incamminò con estrema lentezza verso le scale, che portavano ad una sala di esposizione, poi deviò per l’accesso al tetto. La notte era umida e le piramidi si stagliavano all’orizzonte, come enormi giganti  pronti a divorare l’alba.

-Mi cercavi, Guardiano?- Una voce di seta vellutata lo colse di spalle, si voltò e vide che adesso la giovane indossava una tuta di pelle nere, adornata da segni bianchi. Seelie .

- Si , volevo giusto ammazzarti…- Una calibro 50 , che fino ad allora era riposta all’interno dello smoking , gli prese posto tra le mani salde. Pronte per uccidere. Sparò ma lei scomparve in un lampo di luce, per poi apparire al suo fianco.

-Hai violato le leggi degli annali,  guardiano… Non sei più un cacciatore- La sua voce , così candida, era una spina nel fianco di quell’uomo.

-Non sei nulla di nulla Tarlock…-

 

Irlanda , Dublino

17 marzo 2014

-Sveglia!!!!!!-  Regan cadde giù dal letto; il contatto con il pavimento gelido  la fece trasalire e subito saltò in piedi .

- Kelly dannazione !- Imprecò. Kelly era sua sorella minore, un vero demonio, anche se aveva l’aspetto di un angelo; come le fate, pensò. Per tutta risposta alla sua scarsa pazienza, la sorellina quindicenne gli mostrò il dito medio, segno di una profonda maturità. << Oggi è San Patrizio!!>> disse con la sua vocina, un po’ troppo acuta e scuotendo la chioma scura, attraversò la stanza in cerca di sua sorella maggiore, che puntualmente aveva sepolto la testa sotto ad un mucchio di cuscini.

-Regan , daiiiii svegliati- La pregò lei , sedendosi sul suo letto e accarezzandogli la schiena.

-Mmmm, Kelly, vattene, oggi non andiamo a scuola.-La sorellina, offesa, si allontanò. Non capiva il perché di quell’indifferenza da parte di Regan, il giorno della festa di San Patrizio. Era il santo patrono di tutta l’Irlanda e tutti festeggiavano, cantavano per le strade della meravigliosa Dublino; in più era anche la festa nazionale delle banche e ciò significava che i coniugi O’ Neill potevano dedicarsi alle loro principessine. Ormai Kelly aveva rinunciato nell’intendo di far alzare la diciannovenne da quel letto, che era diventato la sua fortezza, ma all’improvviso un’idea gli balenò in testa.

-Sai Regan … Oggi non hai quella visita al Trinity College….?-. Regan riemerse dalla sua tomba fatta di coperte e cuscini e si affrettò all’armadio. La piccola Kelly sorrise, se c’era una cosa che poteva far scattare sua sorella come un soldato, era il Trinity College. Regan aveva sempre sognato di poter studiare lì, di poter consultare gli antichi manoscritti  custoditi nella biblioteca dell’Università di Dublino.

<> Regan afferrò due abitini molto sobri, uno rosa pesca e l’altro verde acqua, come i suoi occhi .

-Avanti, pulce! Cosa mi metto?- All’improvviso, la camera delle sorelle O’ Neill  venne occupata da  un vento di caos. La piccola Kelly assisteva alla scena divertita, fortuna che lei al momento doveva preoccuparsi solo di ricevere il primo bacio, pensò.

-Quello Verde !- squittì lei. Dopo essersi agghindate e truccate, le due piccole donnine scesero le scale e si ritrovarono in cucina, alla quale loro avrebbero sempre associato l’odore di frittelle e degli  Irish cream brownies.

Il signor Charles O’ Neill , dipendente stimato della Cental bank insieme a sua moglie Marian, sedeva a capotavola e fu subito allietato da quel chiasso quotidiano, che le sue due uniche figlie ostentavano.

-Molla quella fetta di pane, Nana!- urlò Regan , che cercava di afferrare l’ultima fetta di pane e marmellata. Ne aveva bisogno , avrebbe dovuto affrontare il corso di lettere antiche e doveva essere carica. E poi lei era quella maggiore, si giustificò.

-Non ci penso neanche!! Vecchia decrepita!!- Kelly fece una smorfia a Regan , che pertanto cercò di pestarle il piede e invece pestò quello sbagliato.

-Adesso finitela !- ruggì il capofamiglia. Le due sorelline smisero e la dolce Marian, ancora una volta , allietò l’atmosfera. Se c’era una persona che manteneva l’equilibrio in quella scapestrata famiglia, era Marian. Era un ottima madre e una buona moglie, era sempre devota all’unica cosa che per lei contava davvero nella vita, la famiglia. Inoltre era anche una donna molto bella, malgrado i suoi 45 anni. Aveva gli stessi capelli scuri e ricci delle sue due figlie ma solo Kelly   aveva i suoi occhi azzurri ; Regan invece possedeva quel verde innaturale che soltanto il sangue degli “O’ Neil” forniva.  Quando terminò la colazione , Regan come da rito, incominciò a parlare di sport con suo padre e Kelly di moda con sua madre.

-Papà oggi vai a giocare Hurling con i tuoi colleghi?- chiese Regan.

-Oh certo, tesoro. Vedrai che li massacrerò- Charles fece l’occhiolino a suo a figlia, che gli schioccò un dolce bacio sulla guancia. Regan era più legata al padre, ma amava senza riserve anche la sua dolce e bellissima mamma.

-Oh Regan!!- disse Kelly sghignazzando.

-Si?- Regan guardò sua sorella diffidente. Oh no.

-C’è il tuo amico Tommy!!! Il ragazzo che ami dalla terza media-. Regan arrossì, si alzò di scatto e dalla finestra intravide Tommy sulla veranda ,che indossava una maglietta bianca aderente, una giacca di pelle e un paio di Rayban, praticamente la sua tenuta da Harley . Dio, come è sexy, pensò.

-Kelly!! Smettila subito!!- La sorellina si alzò di scatto e corse verso la porta dell’ingresso, quando Regan capì le sue intenzioni fu troppo tardi. Corse anche lei verso l’ingresso ma scivolò a terra e il suo vestito si alzò, mostrando la  sue lingerie firmata Hello kitty. Maledetta Kelly .

-Ciao anche a te gattina!!- Tommy l’aiutò a sollevarsi, cercando a stento di trattenere le risate e imitando il verso di un gattino sovraeccitato.

-Regan, sei  una schiappa!!- Kelly era piegata in due dalle risate e cercava di postare su facebook  la foto della sorella china sul pavimento. Quando fu in piedi Regan si rassettò il vestito e scacciò via sua sorella .

-Vattene via, Gollum!!-

Poi pregò sua madre di lasciarla sola. Il tempo che ci mise per uscire fuori da quella casa , secondo Regan ,fu infinito, ma alla fine si ritrovò sul marciapiede di fronte casa sua in sella alla moto del suo Tommy. Aveva una cotta per lui da quanto in terza media aveva cercato di baciarla al gioco della bottiglia; allora aveva creduto che fosse un imbranato però poi con il passare degli anni ,con l’arrivo del liceo e dei problemi adolescenziali, le aveva dimostrato di essere un vero amico. Uno di quelli che non ti prendono in giro, se avverti cose strane o se credi improvvisamente che Dublino sia popolata da mostri orrendi  e dall’aspetto spaventoso  o da bellissime fate.

Tommy le allacciò il casco e come al solito le raccomandò di stringersi a lui, il che a Regan non dispiacque affatto. Tommy era perfetto, non solo caratterialmente parlando ma anche fisicamente ;a Londra per un periodo aveva fatto anche il modello per quel ridicolo negozio in cui i ragazzi ti assistono a dorso nudo. Attraversarono la piazza centrale e superarono il palazzo del parlamento, in pochi minuti raggiunsero il Trinity College; presenta un enorme campus, che si staglia lungo quasi tutto l’isolato, l’edificio ha un aspetto centenario, che deliziò la fantasia di Regan. Tommy smontò dalla sella e si soffermò ad ammirare il volto della sua migliore amica, tante volte aveva pensato di essere qualcosa di più per lei ma non voleva rischiare di perderla in ogni modo possibile. Regan era la sola persona  che dopo il crollo dei suoi genitori era riuscita a fargli capire che dopo tutto non era colpa sua, se si erano separati. Semplicemente, gli disse Regan una volta, avevano smesso di condividere il paradiso; per lei l’amore era questo, un paradiso. E se invece fosse stato il più infido degli inferni?

-Avanti, Einstein!! Schioda dalla mia moto.- le spettinò la frangia , contornata da quei ricci quasi indomabili.

-Schioda ? hahah che linguaggio forbito  Mr. Walsh.- Scese dalla vettura e abbracciò il suo più caro confidente.

-Augurami buona fortuna…- sussurrò. Tommy l’allontanò, per permettersi soltanto per un’stante di perdersi nella laguna dei suoi occhi.

-Non hai bisogno della fortuna, Regan O’ Neill.- I due amici si salutarono e quando Tommy partì, Regan notò la figura di un uomo incappucciato che la stava fissando. Scosse la testa, probabilmente era solo frutto della sua immaginazione.

 

 

Nei corridoi gli studenti sfrecciavano per paura di fare tardi e Regan si trovò improvvisamente in balia della corrente; infatti sbagliò più volte la classe.

-Scusate il ritardo io sono Regan O’ Neill, sono qui per una visita di prova e..-

-SBAGLIO O QUESTA È L’AULA DI LETTERATURA?-.

-Oh scusate non pensavo fosse l’aula di Anatomia…ehmmmm , usate le protezioni.-

BHE QUESTO È PROPRIO DA SCEMI.

Un ragazzo le rivolse un occhiolino.-Contaci, tesoro…-rispose.

Regan si portò la mano sulla fronte.  -Regan O’ Neill- si disse. -Sei decisamente imbranata.-

Quando giunse finalmente nell’aula di lettere antiche , si sedette accanto ad una biondina.

-Piacere, io sono  Regan.- La biondina le rivolse un sorriso e inclinò la testa di lato, come un uccello rapace, che è colto dalla curiosità.

-Piacere Regan, io sono Sam.- Le strinse la mano  e si allungarono in commenti sarcastici riguardo alla componente maschile del corso. Trovò Sam molto socievole e spiritosa.

-Conosci il professore  che terrà la lezione ?- chiese. Era curiosa: il programma diceva che si chiamava James Black. Vaneggiò per un secondo appena vide la parola Tarlock.

-Ovvio Raggie, tu no?- Sam sembrava sconcertata, si portò una mano alla bocca e sorrise. <<È nuovo e credimi se ti dico  che Henry Cavill ha dei pettorali di bronzo anziché d’acciaio rispetto al nostro professore.>> Regan sghignazzò. Sembrava tutto così irreale, lei lì, al Trinity college a seguire letteratura antica con una ragazza che parlava di pettorali. ERA STRATOSFERICO!!! Si udì un rumore e all’improvviso tutti i ragazzi che parlottavano tra loro smisero di farlo. Tutti loro si voltarono  verso la cattedra, che era occupata da lui. Regan non capì cosa fosse successo, in un attimo si ritrovò a dirigersi verso quell’uomo che gli rivolse un sorriso seducente. Sentì Sam in lontananza  che la richiamava a sedersi ma in qualche modo lei non aveva potere sul suo corpo; era intrappolata da quegli occhi di ghiaccio, quella pelle scura, la barba incolta . In meno che non si dica, si ritrovò tra le braccia di quell’uomo, che la fece sedere sulla cattedra. Gli sbottò la camicia e con la sue labbra tracciò una scia ardente di baci che percorse il suo collo, il suo petto, la sua bocca. Gli morse le labbra e Regan intravide il suo tatuaggio sul collo  e per un attimo credette di averlo tatuato lei, con le sue labbra.

-Regan….- Lei sentì la voce di Sam.  -Regan.-

Scosse la testa e  si ritrovò di nuovo  al suo posto. Gli  occhi di tutti erano incollati su di lei, in particolare un paio di occhi color ghiaccio.

-Allora ..- disse il professor Black.

-..Miss O’ Neill, lei sa cosa caratterizza la letteratura irlandese del sedicesimo secolo?-

-Le fate.-sussurrò.

 

 

 

Piaciuto il primo capitolo?!! Spero tanto  di si , perché mi sono molto divertita a scriverlo e vi sarei grata , se mi esprimeste le vostre opinioni tramite delle recensioni. Vorrei ringraziare soprattutto Aniasolary che mi ha ispirata  XD E’ un genio.

   
 
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