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Autore: emily12_    26/07/2014    2 recensioni
Tragitto a casa di una ragazza sull'autobus in una giornata di pioggia, durante il quale scambia due parole con il ragazzo seduto di fronte a lei.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FERMATE DELL'AUTOBUS


Sedile davanti a lei dell'autobus.

Il suo cuore prese ad accelerare.

Lo zaino tra i piedi a terra e lo sguardo perso fuori dal finestrino, lei schiacciata contro lo schienale con lo zaino tra le braccia nel vago tentativo di non sporcarlo o di nascondersi.

Lui era davanti a lei e nessuno sembrava accorgersi della straordinarietà di questo fatto, perché veramente a nessuno importava.

Esisteva forse lei? No, lei non esisteva. Ma chi esisteva allora?

No, non poteva esistere neanche lui...e comunque sarebbero spariti entrambi nel nulla tanto presto che non valeva la pena di porsi il problema.

Le gocce di pioggia battevano sul finestrino: ricordava che da piccola le guardava per vedere quale avrebbe corso più veloce.

Battevano veloce quasi quanto il suo cuore.

Era questione di poche fermate e all'autobus non interessava se lei era una codarda: doveva scegliere se salutarlo o restare nella sua assurda tranquillità.

Una goccia si trasformò in un un drago che sputò acqua sui presenti che neanche sembrarono accorgersene.

Solo uno si tolse il cappello di testa e lo strizzò.

L'uomo del cappello starnutì, ma prima di soffiarsi il naso le fece l'occhiolino.

Le orecchie della ragazza diventarono rosse fuoco, ma prima che potesse rispondere, quello era sparito.

Quanto le era simpatico quell'uomo dal cappello strizzato!

L'autobus prese una curva senza rallentare e le persone in piedi barcollarono in modo così ridicolo che la ragazza si lasciò scappare una mezza risata.

Il ragazzo si voltò: “Perché ridi?”

Io...non ricordo.”

Ti ho già vista a scuola.”

Anch'io ti ho già visto.” disse lei.

Mi piacciono i lacci colorati che hai messo alle scarpe.” disse lui.

Grazie.” sorrise lei.

Lui si alzò per scendere.

Ci si vede.”

Ci si vede.”

La ragazza lo seguì con lo sguardo finché poté, poi si perse a guardare fuori dal finestrino le case grige, il cielo cupo e i marciapiedi non curati.

Ad un tratto li sorpassò un'auto rossa, il guidatore notò il sorriso sul viso della ragazza al finestrino e le sorrise di rimando.

La ragazza piano piano scomparve, e dopo poco scomparve anche il suo sorriso, e il suo posto sulla corriera fu occupato da un'altra persona.

Il guidatore della macchina rossa non sapeva certo dire se la ragazza esistesse ancora.


  
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