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Autore: kidrauhlstattoos    26/07/2014    3 recensioni
“Guardami! Sono qui, per te, e ci sarò sempre.”
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Justin, ma mi spieghi che cazzo stai facendo?”

“OOOOH Judy Budy sei venuuuutaaa alla fineeee!” E il ragazzo scoppiò in una risata fragorosa, per poi iniziare a tossire convulsamente.

Jude lo afferrò per il collo della maglia, con forza, infuriata, disgustata e ripetendosi mentalmente che l’omicidio è facilmente punito con l’ergastolo o peggio. Trascinò il ragazzo nel bagno più vicino di quell’enorme abitazione e lo vide accasciarsi pesantemente con la faccia nel lavandino, per poi vomitarci dentro tutta la merda che si era scolato durante quella che in gergo è una “festa strepitosa piena di celebrità” ma in pratica è solo l’ennesimo festino del cazzo, pieno di alcol, erba e non solo, e ragazze molto disponibili, organizzato da quello che ormai neanche Jude sapeva più definire, chi era, un suo amico? L’essere che al momento avrebbe più voluto gonfiare di botte al mondo?
Jude prese per buona la seconda scelta.

“Che testa di cazzo che sei, Dio Santissimo!”

“Ah, lo so Judy Budy!” e subito dopo finì con il culo per terra, un sorriso sognante sul viso mentre guardava Jude e la puzza di vomito a fargli salire ancora di più la nausea.

“Smettila di chiamarmi in quel modo, Justin, sai che lo odio e per di più è un nomignolo senza senso.- La ragazza si inginocchiò alla sua altezza con un asciugamano umido nella mano, pronta a tamponargli la fronte.- Quanto hai bevuto?”

“Sì, che ha sensoooo! Semplicemente ho sostituito la B alla J del tuo nome, potrei farlo con tutte le lettere.- disse Justin continuando a ridere.- Tipo Judy Mudy o Judy Ludy!”

“È fantastico, ora ha tutto più senso, grazie per questa delucidazione da testa di cazzo ubriaca. Dimmi che ti sei bevuto!”

“E chi sei, mia madre?” Ribatté subito lui con tono aspro.

Ma Jude ne aveva abbastanza di quelle stronzate: “Sai che c’è? Mi hai proprio stancato. Sono stanca di raccoglierti dal pavimento, di vederti vomitare e di preparati riso in bianco per i due giorni successivi. Mi hai chiamato tu, vorrei ricordartelo, dicendo che avevi bisogno di me, che era tutto un gran casino e mi hai fatto solo preoccupare. Qui le cose vanno alla grande, no? Di che ti lamenti? Hai una festa fantastica che prosegue alla grande, fuori da quella porta c’è una fila di povere illuse che non vedono l’ora di aprire le gambe per te, e tu che fai? Mi chiami per rompermi il cazzo, per farmi venire qua ad assisterti mentre vomiti e poi per rispondermi in quel modo da “celebrità scazzata, oh quanto nessuno mi capisce”. Sono stufa, ne ho le palle piene, Justin. È questo che sono per te, la chiamata di emergenza quando il tuo stomaco non regge più l’alcol? La mamma premurosa che si dovrà preoccupare, quando arriverà la polizia, di sbattere fuori questi sconosciuti? Perché sì, la metà di loro neanche la conosci e dell’altra metà a stento te ne frega qualcosa, quindi sono solo degli sconosciuti; ed io sono solo questo per te? Beh, non mi sta più bene, Justin.”

Jude parlò tutto d’un fiato, sputando quelle parole il più velocemente possibile, in modo da non rendersi conto che avrebbe potuto ferire quel ragazzo.

La ragazza tremava, il petto si alzava e si abbassava in maniera spropositata e fissava gli occhi persi di Justin, non rendendosi conto che i suoi si erano gonfiati di lacrime.

“Mi sentivo solo.”

“Che cosa?”

“Mi sentivo solo, okay? Non volevo continuare a stare in quest’enorme casa da solo, così ho fatto qualche telefonata.”. Justin le sembrava, improvvisamente, molto lucido. Continuarono a guardarsi per qualche minuto, in silenzio, giunti ormai a un punto morto.

“Cos’altro vuoi che ti dica, eh? Mi dispiace, mi dispiace, sono una merda. Ero solo e non sapevo cosa fare, ho pensato per due ore di chiamarti e chiederti di venire qui con la pizza ed un film..”

“E perché non lo hai fatto?!” Strillò Jude, prima che lui finisse.

“Non lo so, dannazione!!” E Justin strillò più forte.

“Non volevo renderlo palese, o per lo meno non a me stesso.”

“Ma che cosa?”

“Che ho bisogno di te!” Il ragazzo alzò di nuovo il tono.

“Ma poi ti ho chiamato e te l’ho praticamente urlato che ho bisogno di te, che avevo un disperato bisogno che tu venissi qui, che stessi con me, che mi abbracciassi stretto mentre mi raccontavi la tua giornata. Non avevo bisogno di questo: di te che mi urli contro, perché sono riuscito a ferirti di nuovo, di me che sbiascico parole senza senso con il culo sul pavimento freddo del mio bagno. Va bene? Non avevo bisogno di questo, avevo bisogno di te abbracciata a me, che mi ripetevi che non sono solo, anche se è una schifosissima bugia. Perché so che è così: sono solo, a 22 anni sono solo come un cane in una casa enorme, che cerco il modo più facile di annegare tutti i miei problemi e le mie preoccupazioni. Mi dispiace va bene?” Justin se ne stava lì, le mani nel capelli e le lacrime agl’occhi, a buttare fuori tutto il suo dolore.

Jude si inginocchiò di nuovo alla sua altezza e mentre gli passava una mano tra i capelli e gli asciugava le lacrime, gli disse: “Tu non sei solo. Ma quando ti senti solo, basta che chiami me, non serve che ti riempi la casa di questi approfittatori, capito? Basta che mi chiami, perché tu hai bisogno di me, esattamente come io ho un disperato bisogno di te. Io ci sono sempre, ci sarò sempre, Justin.”

“Non ci sarai sempre. Riesco ad allontanare tutti quelli che mi si avvicinano e non sarai più disposta a starmi accanto, stronzata dopo stronzata ed errore dopo errore. Se ne sono andati tutti, te ne andrai anche tu. E allora davvero non avrò più nulla.” Justin scosse la testa e liberandosi delle mani della ragazza, poggiate sul suo viso, si alzò barcollante per sciacquarsi il viso.

“Justin..”

“Non dire nulla, va bene così. È da più di un anno ormai che continuo a sbagliare tutto con te, non sono mai stato un buon amico, non ci sono stato per te come tu per me e hai ragione: mi hai raccolto dal pavimento troppe volte. E forse neanche ti ho mai detto grazie, quindi se vuoi uscire da questa casa e non rivedermi mai più, va bene così.”

“Perché fai così, perché mi allontani?” Jude cercò gli occhi di Justin, gli afferrò il viso tra le mani, ma gli occhi di Lui restarono bassi.

“Guardami! Sono qui, per te, e ci sarò sempre.”

Justin alzò gli occhi, ancora inumiditi dalle lacrime.

“Non me ne vado, puoi ferirmi quanto vuoi, e chiamalo masochismo, ma non me ne vado. Non mi allontanerai, non ti lascerò da solo. Ogni problema, ogni stronzata si risolverà, ma tu devi volerlo, devi rimetterti in piedi e ricordarti chi sei davvero. Perché il Justin che mi hai mostrato quando ci siamo conosciuti, non aveva bisogno di alcol e di droghe per sapersi divertire. Il vecchio Justin mi proponeva duemila giri sulle montagne russe o una cena al ristorante Messicano per divertirsi.”

Justin ridacchiò, perso nei ricordi e Jude sorrise di riflesso a quella risata che Lei aveva reso possibile. E finalmente gli occhi di Lui incontrarono di nuovo quelli di Jude e i due ragazzi potettero stringersi l’uno nelle braccia dell’altro. E stretti in un abbraccio che fece sospirare entrambi, si sussurrarono le ultime parole, prima di uscire da quel bagno mano nella mano:

“Ci sarò sempre.”

“Sempre?”

“Finché lo vorrai.”

“Allora per sempre.”




























Ehilà :)

Un buon salve a tutti voi :)
Che fantastico sabato sera estivo a casa, eh? lol
Ora venendo alla os, dico solo che come al solito sono stata folgorata da un’idea, che poi è diventata os (capitan obv!), alle due del mattino di un paio di giorni fa. Ma sì, perché dormire quando posso ritrovarmi la luce del telefono sparata in faccia, intenta ad annotare le idee per la os? Lol again. Poi, seconda ed ultima cosa: abbiamo un Justin di 22 anni che è descritto come tutto ciò che spero non diventi mai. La mia più grande paura è che quel ragazzo possa perdersi e possa perdere di vista chi è davvero. È successo a molti e rimanere forti e concentrati sulle cose davvero importanti è fin troppo difficile quando conduci una vita come la sua. Quindi ho immaginato che il piccolo kidrauhl perda la strada e, come spero gli accada nella realtà, se mai dovesse perdersi, gli ho messo accanto un faro, ovvero Jude, che riesca a rimetterlo sempre in piedi e che gli mostri che nessuno è senza speranza. Gli ho messo accanto un’amica, non necessariamente una fidanzata, ma dal bagno escono mano nella mano.. e poi hanno quel disperato bisogno l'uno dell'altra.. ops. Va be’ il mio spazio autrice fa pena come al solito, quindi mi dileguo. Ringrazio chiunque arriverà a leggere fin qui e chiunque avrà voglia di lasciare una recensione, grazie mille di cuore :) xoxo 

 
  
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