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Autore: Matrona    27/07/2014    10 recensioni
Affrontare battaglie sul campo o nel cuore lascia sempre delle cicatrici. Ad ogni azione una conseguenza e Ranma e Akane lo stanno scoprendo a loro spese. Riusciranno a crescere e ad affontare la più grande delle battaglie senza nascondere il cuore e sfoderare i pugni? Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I'm just the pieces of the man I used to be
Too many bitter tears are raining down on me
I'm far away from home
And I've been facing this alone
For much too long
Oh, I feel like no-one ever told the truth to me
About growing up and what a struggle it would be
In my tangled state of mind
I've been looking back to find
Where I went wrong


Sono solo i frammenti dell'uomo che avrei dovuto essere
Troppe lacrime amare si stanno
riversando su di me
Sono molto lontano da casa
E sto affrontando tutto questo da solo
da troppo tempo
Mi sento come se nessuno mi avesse mai
detto la verità
Su come crescere e sullo sforzo che avrebbe comportato
Nella mia mente piena di confusione
Sto guardando indietro per scoprire dove
ho sbaglia
to                                                       (Queen - Too much love will kill you)







Era la terza volta che faceva il giro della foresta. Era tutto così ben curato ed esotico.
Qualche animale gigante ancora si aggirava tra gli alberi, ma non tanti quanti ne ricordava.
Era stanco, affamato e preoccupato da morire, gli sembrava ancora surreale essere dinuovo li un anno dopo.
Solo il giorno prima Akane era svenuta, provata dalla battaglia e adesso era li in quel postaccio pieno di brutti ricordi a girovagare come Indiana Jones.
* dove diavolo si sarà cacciata a quest’ora? *


Immerso nei suoi pensieri notò delle luci soffuse provenire da alcuni cespugli e lo scrosciare di acqua.
*Da quando ci sono sorgenti termali qui?*
Si avvicinò guardingo. Dietro un piccolo steccato, un ampia vasca, circondata da rocce e suggestivi alberi fioriti, faceva mostra di se in tutto il suo splendore.
Era un posto paradisiaco. *un ryokan in mezzo alla foresta?*
Un rumore scosse i suoi pensieri. Una figura minuta si stava immergendo in quelle acque.

*Akane…*

Eterea e avvolta solo da un piccolo asciugamano, la ragazza si posizionò sotto una piccola cascata di acqua calda, sembrava così assorta nei suoi pensieri.
Ranma inghiottì il vuoto, mescolando nello stomaco il sollievo per averla ritrovata sana e salva e l’eccitazione di vederla nuda e pura davanti a lui.
L’acqua scrosciava sulle sue spalle in rivoli voluttuosi che scendevano sui seni e i fianchi, tracciando sentieri intricati sulla sua candida pelle.
La testa reclinata all’indietro e le labbra rosse e gonfie era un immagine di rara bellezza.
Al codinato passò il sonno e la stanchezza. Il suo cuore e la sua testa gli dicevano di andare la e baciarla con impeto.
Voleva fare pace con lei, stringerla a se e portarla al sicuro a casa. Impuri pensieri che furono fermati  dal lieve singhiozzare di lei.
Piangeva piano e il viso contratto in una smorfia di dolore la rendeva piccola e fragile come un cristallo.
Ranma l’osservò attonito. Voleva starle accanto, aiutarla…

-Akane? - Una voce maschile proveniente dall’interno della vasca fece sobbalzare entrambi.

-Shin…shinnosuke? - Disse lei tirando su col naso e avvolgendosi rapidamente nel piccolo telo.

- Che… che ci fai qui?-

- Potrei chiederti lo stesso…
-  Sussurrò avvicinandosi cautamente.

- Avevi dimenticato che sono terme miste? -

Ranma da dietro al cespuglio era tentato di tirargli l’enorme masso che aveva affianco ma si impose calma e sangue freddo.
Che diavolo ci faceva li lo smemorato? O meglio loro due nudi insieme in una sorgente termale. Inaccettabile.
Akane indietreggiò di un passo, immergendosi nell’acqua fino alle spalle; era una situazione  davvero imbarazzante.
Solo poche ore prima si era congedata per togliersi dall’impaccio e ora ci era invischiata ancor più di prima.

- Non credevo che a quest’ora ci fosse ancora qualcuno… infatti si è fatto tardi… ehm… credo che sia meglio tornare in camera. -

- Hai paura di me? -
La guardò dritto negli occhi lasciandosi sfuggire un sospiro preoccupato. Ranma dal suo nascondiglio era pronto ad atterrarlo non appena avesse fatto un ulteriore passo verso lei.

- Dovrei averne? Sfrontatezza e orgoglio. Non era una fragile principessa indifesa e entrambi i ragazzi ne furono colpiti.
Non c’era astio nelle sue parole ma semplice curiosità. Era sicura che Shinnosuke non fosse li per caso e che non riusciva a riposare senza avere delle risposte da lei.

- Ovviamente no. Non farei nulla che non volessi anche tu. -
Le parole rimbombarono nella testa di Ranma. Cosa voleva dire? Fino a dove si erano spinti? Perché lui sembrava così in confidenza con lei?

- Shinnosuke… ti ringrazio. Per quello che provi per me, per la tua gentilezza e ospitalità… ma nel mio cuore al momento non c’è posto per questo tipo di sentimenti. -
Il volto di lui era contratto nell' atto di incassare il colpo, mentre quello di lei era duro e splendido.

- Deve esserti successo qualcosa di veramente brutto per permettere al tuo sguardo di indurirsi così… mi ricordo un’ Akane dal sorriso dolce e gli occhi intensi. -
Non doveva cedere. Non avrebbe permesso a Shin di innamorarsi ancor più di lei, non sarebbe stato giusto e vederlo soffrire, sarebbe stato un carico da mille sul suo già fragile cuore.

- Le persone cambiano e forse per questo che esistono i ricordi.

- La mia memoria è stata sempre molto labile ma non riuscirei mai a dimenticarti. Non mi accontento di un ricordo, dopo tanto tempo vorrei un po' di realtà.-

 Akane tremò impercettibilmente insieme a Ranma ancora abilmente nascosto.
Cosa avrebbe dovuto dire adesso? Come fargli capire le cose senza ferirlo? 
Il corvino inghiottì il vuoto pregando i kami che lei non pronunciasse un sì o qualsiasi altra parola che desse via libera al suo nemico.
Invidiava la spontaneità di Shinnosuke e il suo essere limpido ma non riusciva proprio a digerire che lui le stesse così vicino.

- Non posso renderti felice, non sono più l’Akane che hai conosciuto…e poi sono fidanzata… -

- Non mi sembra che quel ragazzo sia qui con te ora o sbaglio? Deve volerti un gran bene per lasciarti sola in una foresta a caccia di draghi.

- Non è affar tuo. Essere fidanzati non vuol dire stare incollati sempre. So cavarmela e se sono qui da sola è perché voglio esserlo. Non ho bisogno di nessuno. -
I due ragazzi la fissarono stupiti era piena di risentimento e dolore. Ranma deglutì sonoramente, era felice di essere ancora nelle sue parole ma consapevolmente triste di essere anche lui parte del problema.

- Non…non volevo dire questo… io… -
La mora sospirò, non aveva senso prendersela proprio con lui ma dannazione perché dava l’impressione di una che va protetta anche da l’aria che la circonda, non era una bambolina di porcellana.

- Scusami Shinnosuke, non avrei dovuto aggredirti… -
Gli passò di lato a debita distanza, diretta all’uscita, lui si allungò e la fermò delicatamente per un polso. Il codinato era pronto a scattare rabbioso come non mai.

- Domani mattina perlustreremo la zona delle grotte ad ovest, partiamo alle sette. -
Il suo sguardo avrebbe voluto dirgli mille cose e le mani avrebbero voluto intrecciarsi con le sue per non lasciarla andare mai più ma si fermò, non era il momento ne il luogo.

- Ti auguro la buona notte. -
Disse lasciandole il polso.

- Notte Shin. - La ragazza sparì oltre il vapore e le bizzarre piante. Aveva bisogno di riposarsi e concentrarsi per domani, la priorità erano quelle uova.


Il cuore di Ranma era in tumulto. Aveva assistito ad una scena surreale e dolorosa. Di nuovo lei e quel ragazzo con lo spazzolone.
Perché? Sentiva la sua sicurezza vacillare mentre approntava la tenda da campeggio tra i cespugli. Che connessione c’era tra i due?
Che cosa avrebbero dovuto fare l’indomani? Il pensiero di loro insieme gli faceva ribollire il sangue nelle vene; si chiese il perché non era saltato fuori dal nascondiglio e riempito di botte quel tipo.
Sospirò rassegnato, non poteva farsi prendere dall’impulsività era la sua ultima chance. Le parole di Nabiki si ripetevano nella sua testa come una cantilena e si impose di ascoltarle.
Ci avrebbe pensato domani. Sarebbe stato l’ombra di Akane. Se lei non lo voleva vedere, l’avrebbe protetta in silenzio a costo della vita.




L’alba rosata e tenue, rischiarava la foresta di Ryugenzawa già da una buona mezz' ora. Nonno, nipote e Akane erano già in marcia verso ovest.
La premurosa Noriko gli aveva preparato il pranzo e riempito gli zaini attrezzi utili. Poche centinaia di metri più in la, Ranma si destò dal sonno madido di sudore dopo una notte di incubi e ansie.
Sentì il lieve vociare di persone a pochi metri da lui. Erano loro.

- Dovremmo arrivare li per le dieci e trenta. Le caverne ad ovest dovrebbero essere un buon nascondiglio per delle uova e poi da li parte una delle diramazioni principali dell’acqua. -

Il nonno era arzillo e chiacchierone già di primo mattino, mentre Akane e Shinnosuke si erano  a malapena salutati ancora troppo imbarazzati.  
La foresta ad ovest cominciava ad infittirsi sempre più. Gli alberi giganti con gli altrettanti giganti ospiti riuscivano a celare abilmente il giovane Saotome che di albero in albero li seguiva come un ninja.
All’improvviso alcune piccole scosse di terremoto, terrorizzarono gli esploratori e tutti gli abitanti della foresta, provocando un po' di agitazione ed ansia.
Più andavano avanti e più il cielo diventava plumbeo. I sensi di tutti erano all’ erta e Akane aveva la nettissima sensazione di essere seguita da qualcuno.
Non era un’aura negativa ma famigliare, più volte si guardò intorno alla ricerca di qualcosa.

* non è possibile... che sia...*

- Tutto bene Akane? - Shin per la prima volta in quella mattina le aveva rivolto la parola.

- S…sì. -
Si voltò verso il ragazzo seriamente preoccupato. Il codinato cercò di annullare il suo Chii in maniera definitiva.
La sua fidanzata era diventata davvero abile nel cogliere lo spirito combattivo di una persona o più semplicemente il suo cuore non riusciva a non sentire il suo battere a pochi metri di distanza.
*sto diventando davvero melenso… potrei far concorrenza a Kuno*.

- Manca davvero poco se non te la senti…non vorrei ti facessi male. -
Akane si fermò scoccandogli un occhiataccia. La sua aura combattiva si espanse per alcuni metri.
Ranma la guardò attendendo un suo sfogo. Se la conosceva almeno un po' sarebbe scoppiata da un momento all’altro.
Potevano dire tutto su di lei, tranne che non fosse forte e impavida ed anche un tantino incosciente a dire il vero. Lo sapeva bene.
La sua lei era una tipa tosta, lo aveva aiutato un mucchio di volte e anche se la sua abilità non era paragonabile a quella di uno esperto come lui, era sempre risultata utile e tempestiva.
Shinnosuke non la conosceva affatto. Akane non aveva bisogno di un principe azzurro che la salvasse o la tenesse sotto una campana di vetro
ma di un compagno guerriero come lei, capace di agitare il suo cuore nel bene e nel male.

- Ti ho già detto che so cavarmela da sola e non voglio ripetermi. - La voce era gelida e composta. Nonno e nipote rimasero interdetti era proprio cambiata.

- Scusami. Non lo dirò più. -

L’aura era ritornata normale e Akane si era voltata verso lui con un sorriso tirato ma cortese. In quel momento Ranma realizzò il vero dolore della piccola Tendo.
Nessuno, compreso lui aveva avuto fiducia nelle sue capacità eppure era cresciuta a riso e arti marziali come ogni buon combattente. Lui e suo padre l’avevano pregata di non sfidarsi con Shan pu.
Shinnosuke non voleva che corresse pericoli e tutte le altre mille volte nel corso degli anni in cui lui, Ryoga, Kuno e perfino Happosai l’avevano trattata come una ragazzina indifesa.
Si sentì dispiaciuto. Sapeva bene quanto era fastidioso essere compatiti, lo ricordava dopo la vicenda della moxibustione*, con conseguente perdita della forza,
ed era proprio così che si sentiva Akane, in più il suo problema la rendeva ancor più aggressiva . Doveva essere proprio arrivata al limite.

- Cominciamo da li. Fate attenzione. -

Il nonno si immerse nel buio antro di una caverna che proteggeva un piccolo ruscello. Con i piedi nell’acqua gelida procedevano in fila indiana con le torce ben accese.
Dagli alberi si passò ai soffitti rocciosi e i pipistrelli. Ranma li seguiva attento e guardingo. Avevano parlato di uova. Perché cercarle in una grotta?
Akane si sentiva atterrita, non le erano mai piaciuti i luoghi chiusi e minacciosi e quel posto le ricordava tremendamente il tunnel del perduto amore*.
Si sistemò meglio lo zaino in spalla, non era il momento di avere dubbi. Shinnosuke si fermò all’improvviso.

- Non la sentite anche voi? -

- Cosa? - Replicò il nonno.

- L’acqua, adesso è calda. - Istintivamente i tre si guardarono i piedi. Effettivamente un piacevole calore, riscaldava i loro piedi intorpiditi.

- Siamo vicini allora. Il flusso porta a sinistra. -     

- Secondo me è a destra. -

- Dividiamoci. - Propose risoluta Akane. Il primo che trova qualcosa avvisa gli altri.

- Io vengo con te. -

- Vuoi lasciare da solo un povero vecchio indifeso? -
Replicò il nonno lanciandogli una pietra.

- Va con tuo nonno Shin me la cavo, stai tranquillo. -
Il ragazzo era combattuto. Non voleva lasciarla sola ma effettivamente l’anziano nonno avrebbe potuto trovare difficoltà.

- St…stai attenta e mi raccomando appena vedi qualcosa  di strano torna indietro. -
Akane non riuscì a replicare. Gli sorrise dolcemente, infondo era solo preoccupato.

I due guardiani presero il sentiero di sinistra, mentre Akane quello di destra. Ranma ovviamente la seguì.
Lui non avrebbe mai permesso che lei si addentrasse in un posto del genere da sola.
Dopo alcuni minuti di cammino, la mora si sentì affaticata. L’acqua diventava sempre più calda e adesso era arrivata quasi al ginocchio,
riempendo la stretta caverna di un vapore acqueo quasi insopportabile da respirare. *le medicine…* .
Con un enorme sforzo poggiò lo zaino su una roccia e cominciò a prendere le compresse prescrittegli da Tofu.
Era madida di sudore e respirava piano. Si era tolta la felpa e annodato la maglietta come fosse un top. Fortunatamente aveva messo dei comodi pantaloncini per l’escursione.
Il codinato la osservava silenzioso. La maglietta praticamente appiccicata addosso, il ventre scoperto e i capelli scarmigliati.
Avrebbe trovato quella scena quasi erotica se il livello dell’acqua non avesse cominciato a salire pericolosamente. Sapeva che Akane ben presto avrebbe trovato difficoltà, data la sua incapacità nel nuotare.
Doveva rivelarsi, non poteva continuare quello stupido gioco. Nemmeno il tempo di formulare la frase che la Tendo si era già allontanata di parecchi metri.
Una scossa di terremoto più forte fece crollare mezza parete. Il volume dell’acqua si alzò in uno tsunami anomalo.
La faccia della ragazza era una smorfia di autentico terrore * dannazione non so nuotare* Il fragore dell’onda riempì la caverna e Akane credette di essere morta.
Calore, asciutto e un profumo famigliare era forse quello che si chiama paradiso? Con lentezza esasperante aprì gli occhi. Rosso era il colore che riempiva la sua visuale.
Alzò lo sguardo e vide finalmente gli occhi di Ranma guardarla con dolcezza mentre la stringeva a se. Non era un sogno, Ranma l’aveva salvata.

Con leggerezza la posò accanto a lui tenendole saldamente le braccia. Il suo sguardo voleva dirle mille parole ma non riusciva a proferirne nemmeno una troppo spaventato da una sua reazione negativa.
Akane dal canto suo non riusciva a formare un pensiero razionale. L’aveva pensato così tanto in questi giorni che vederlo li in carne e ossa le aveva fatto galoppare il cuore selvaggiamente.
Più bello di come lo ricordava. Sudato e con il viso accaldato, l’avrebbe voluto baciare all’istante ma si trattenne, non voleva cedere così facilmente.

- Allora eri tu… - Borbottò in un modo tenero. Non riusciva a rialzare la sua barriera di astio così in fretta, quando lui faceva quel genere di gesti.

- Sì… non volevo intralciarti, ero solo preoccupato, avresti potuto annegare… -
Le ultime parole famose. La barriera si rialzò e la mora lo guardò severamente.

- Eh… certo la stupida e incapace Akane Tendo potrebbe farsi male. Di la verità sei stato mandato qui da mio padre… con te non ho più niente a che fare ricordi? -
Cercava di schiaffeggiarlo con le parole ed il codinato si senti montare dentro la rabbia. Possibile che quella stupida avesse frainteso tutto come al solito?

- Non sono nel tuo dojo mi pare, sono un uomo libero e vado dove dove più mi aggrada…

- Bene! Non intralciarmi più!

- Bene! Miss nuoto olimpionico! Se non era per me saresti annegata a quest ora!

- Tsk! Ha  parlato il re della modestia. Non sono da sola, mi sarebbero venuti a dare una mano!

- Certo il tuo principe scopettone e il vecchio travestito!  

- Non chiamarli così! Se non altro non sono dei bugiardi doppiogiochisti e soprattutto non hanno pena di me!

- Akane come al solito fraintendi tutto… preferisci credere agli altri che a me! Sei solo una bambinata infantile!

 
Akane smise per un secondo di respirare. Le parole di Ranma furono stilettate nel cuore. Come poteva insultarla dopo quello che le aveva fatto?

- Certo hai ragione...  giocare al bravo fidanzato premuroso solo perché ti senti in colpa è  più da uomo onorevole e maturo giusto?

- Non l’ho certo fatto perché mi sentivo in colpa stupida! Io…

- Meglio così, adesso so cosa pensi. Quello che ho fatto per te sul monte Hoo è una mia responsabilità e adesso se permetti vado a riprendermi la mia fertilità.
Se ho anche solo una minima speranza di ritornare come prima la sfrutterò fino alla fine e non permetterò a nessuno di mettermi i bastoni tra le ruote... quindi addio.   -


- Se hai voglia di morire fai come ti pare! Stupida! - Si voltò dall'altra parte inferocito. Non aveva visto la ragazza sparire nel buio di gran carriera, abbandonandolo li come un'idiota.

La mora si incamminò verso una piccola breccia libera tra le rocce, li l’acqua era ancora a livelli accettabili, non aveva tempo per litigare con quel baka.
Ranma rimase allibito dal suo discorso. Come poteva essere così ottusa e non capire che lui era li per esserle vicino e non per un senso di colpa.
Capiva la sua voglia di liberarsi dalla maledizione ma non poteva far tutto da sola, non contro un drago o le sue uova.
Decise che comunque l'avrebbe seguita e aiutata ad ogni costo. *anche se non se lo merita, quel maschiaccio rozzo e testardo!*


Per alcuni minuti la ragazza camminò con l’acqua alla vita nella stretta feritoia della parete.
Con suo enorme stupore cominciò ad intravedere una luce dorata che emanava un calore incredibile.
Arrivata più vicino possibile alla fonte si accorse di trovarsi in un enorme antro.
Dall’altra parte vide Shinnosuke e il nonno che erano spuntati da una strettoia simile alla sua.
Tutto era circondato da un lago di acqua bollente e al centro di esso su una piccola zolla rocciosa vi erano cinque uova dal guscio squamoso e dorato.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. Le aveva trovate, sarebbe tornata quella di prima. Dall’altra parte i due guardiani esultarono felici, non era stato poi così difficile.
Purtroppo la terra cominciò a tremare ancora e questa volta non dava il minimo segno di voler smettere. La volta della caverna cominciava a cedere, sganciando enormi massi dentro il lago.

- Akane attenta! Mettiti in salvo! - Gridò il nonno, mentre Shin cercava un modo per arrivare da lei.

- Le uova! Prendiamo le uova! -

Rispose la mora che istintivamente si lanciò verso il centro del lago, usando i massi caduti come percorso alternativo al nuoto.
Nel frattempo alcune uova cominciarono a creparsi, si stavano schiudendo nel momento meno opportuno.
La volta era quasi del tutto crollata e come nel peggiore degli incubi alcune teste di drago cominciarono a insinuarsi nelle crepe.

Orochi era tornata. Il nonno sbarrò gli occhi impietrito. La mamma era tornata dai suoi cuccioli per vederli nascere. Era la fine, sarebbero stati sicuramente divorati.
Akane in alcuni agili balzi era riuscita a salire sulla zolla rocciosa dove c’erano le uova. Il calore era ai massimi livelli non sapeva quanto tempo avrebbe resistito.
Prese un uovo tra le braccia ma in maniera involontaria le si schiuse davanti, mostrando un piccolo cucciolo di drago grosso quanto un cane di media taglia.
La ragazza era sconcertata mentre la bestiola la guardava amorevolmente.
*Imprinting* Deglutì sonoramente non poteva diventare la mamma di una banda di draghi e certamente Orochi non l'avrebbe presa bene.
Ranma era arrivato da qualche minuto e alla visione di Akane in mezzo a dei piccoli esseri squamosi si agitò incredibilmente.
Se Orochi si fosse accorta della sua presenza l’avrebbe divorata in un attimo.
Detto fatto, in pochi secondi la draghessa si avventò su Akane che impaurita stringeva a se il piccolo cucciolo.
Con un forte calcio volante Ranma riuscì a deviare una delle teste, mentre le altre cercavano di addentarlo.

- Attento Ranma alla tua sinistra! -

Gridò la ragazza terrorizzata. Doveva allontanarsi da li. I piccoli draghetti le stavano tutti intorno e la guardavano adorante.
Il nonno e Shinnosuke erano intenti a fronteggiare altre due teste del mostro a colpi di pietre e piccone.

- Akane! Prendi una di quelle bestie e portala al sicuro. Ne basta una, possiamo usare il suo sangue! -

La ragazza automaticamente strinse a se il piccolo e cercò di fare il percorso a ritroso, mentre gli altri cuccioli si agitavano chiamandola con versi acuti e piccoli sbuffi di fuoco.
Ranma nel frattempo combatteva a suon di calci e pugni con la testa principale di Orochi. Non se la ricordava così forte. Era troppo anche per lui, sentiva le sue energie venire meno.
Non poteva competere con la furia di una mamma che vedeva i suoi figli in pericolo.
Il corvino in un attimo di distrazione si fece cogliere impreparato e il drago l’azzannò di striscio al torace, provocandogli un grosso solco sanguinolento.
Akane corse subito in suo aiuto dopo aver messo al sicuro il cucciolo. Con un poderoso calcio allontanò la bocca di Orochi dal suo fidanzato.
Facendosi perno sul muso della bestia, riuscì per un soffio a caricarselo sulle spalle e portarlo al sicuro dallo sguardo nemico.

- Ak..akane. -
Il ragazzo stava perdendo sangue e non riusciva a combattere.  *Baka perchè ti sei messo in mezzo... era la mia battaglia*

- Ranma! Ti prego rispondimi! -

- Ak…akane io non volevo, scus....

- Shh, shh va tutto bene, non parlare , ci penso io… - 
Calde lacrime solcavano il viso della piccola Tendo. Per il suo stupido orgoglio aveva messo in pericolo il suo fidanzato,
accorso fin li solo per aiutarla a riacquistare la sua salute. Che sciocca era stata, aveva ragione era proprio una stupida bambinetta.
Il ragazzo la guardò per un ultima volta e con una mano le carezzò una guancia, sfiorandole le labbra con il pollice.

- Io mi fido di te… -
E chiuse gli occhi lasciandola senza parole.


 


* moxibustione: Tecnica di Happosai per la quale Ranma perde la propria forza e viene compiatito/sfidato da tutti. Episodio presente sia nel manga che nell'anime.
* Tunnel del perduto amore: Episodio del manga e di uno degli OAV dove Ranma e Akane affrontano un tunnel pieno di spettri, famoso per separare le coppie affiatate.


Angolo dell'autrice:  Eccomi qua mie/i adorae/i lettrici/lettori. Un altro capitolo è stato sfornato. Cosa ne pensate? Vi piace come sta procedendo la storia? E la colonna sonora vi aggrada? Ho scelto dinuovo i Queen. Li adoro troppo.
La vicenda delle uova e del drago vi sembra abbastanza avventurosa?
Spero di si. Come spero che i personaggi siano rimasti IC senza allontanarsi troppo dallo svolgersi della vicenda. Cosa accadrà adesso? Ranma sopravviverà e Akane riuscirà a
battere la draghessa Orochi? Come sempre chi vivrà vedrà e come sempre grazie infinite dei vostri feedback e suggerimenti alla mia storia.
Mi rende felice leggervi e appassionarvi con me a questo mondo fantastico (quello di Ranma) che ancora dopo anni ci fa battere il cuore e galoppare la fantasia.
Vi lascio una buona serata a attendo i vostri consigli, preziosi come sempre.

Abbracci
Karmy

  
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