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Autore: Sora_D_Aoi    27/07/2014    4 recensioni
Marineford: l'imminente esecuzione del prigioniero Portgas D. Ace ha portato l'Imperatore Edward Newgate a intervenire con tutte le sue flotte per salvarlo. La battaglia si dimostra fin da subito violenta e senza esclusione di colpi. Inoltre, l'intervento di una delle Undici Supernove Monkey D. Rufy complica ulteriormente la situazione. Tuttavia, nello scontro fra Marina e pirati, una terza persona si unisce segretamente, nascosta da un cappuccio nero, e inizia a fare strage di marines. Il suo scopo? Liberare il condannato. Perché? Semplice, se proprio quell'idiota deve morire lo farà per mano sua, quando lo prenderà a sberle per il macello combinato. E lo stesso vale per Mugiwara.
[Sì, so che l'ambientazione è stata usata fino allo sfinimento, ma ci sono troppe persone che amano quel fiammifero, e io sono tra loro (perché ci hai fatto questo, Oda ç_ç?!)]
Nient'altro aggiungere... Spero che la storia sia di vostro gradimento!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note d'Autrice: non è propriamente un avviso, ma questa storia, per il contenuto fortemente sentimentale seppur rientrante nel genere 'avventura', è più propensa ad un pubblico femminile. Inoltre, sia in questo capitolo che nei successivi alcuni scontri durante la guerra e alcune frasi pronunciate dai personaggi, come le provocazioni di Akainu o il discorso pre-morte di Barbabianca potrebbero aver subito delle modifiche o delle aggiunte, mentre la setta di mercenari chiamata Cavalieri Fantasma e la stessa protagonista sono di mia invenzione e proprietà. Ok, non ho altro da aggiungere. A voi la storia!
 
➀ - IL NOME DI QUEST'ERA È BARBABIANCA
LA COLLERA DI ACE E IL CAVALIERE FANTASMA
 
Marineford, sede del Quartier Generale della Marina, era ormai irriconoscibile, poiché ospitante una delle guerre più sanguinose e violente che la storia avesse mai visto e che comprendeva moltissimi celebri individui quali gli Shichibukai, i Tre Ammiragli e l’enorme flotta di uno dei leggendari Quattro Imperatori, Edward Newgate, meglio conosciuto come Barbabianca.

Innumerevoli erano state le vittime di entrambe le fazioni, sempre più stremate dalla battaglia che si stava susseguendo da ore. Assurdo era pensare che quel massacro su entrambe le parti fosse stato causato da una singola persona, un singolo uomo il cui nome era però divenuto da poco ancor più famoso. Il Comandante della Seconda Divisione dei Pirati di Barbabianca, appena riconosciuto come figlio del Re dei Pirati Gol D. Roger, ‘Hiken no Ace’, era la causa di tutto. La sua cattura e la sua imminente esecuzione pubblica avevano spinto il suo Capitano e tutte le sue flotte fin lì, tutti pronti a sacrificare la propria vita pur di liberarlo.

All’improvviso dal cielo era poi piovuta un’intera nave della Marina, assieme a più di duecento detenuti provenienti dalla famosa prigione sottomarina di Impel Down, tra i quali addirittura Crocodile, vecchio leader dell’organizzazione criminale Baroque Works, e Jinbē, uomo-pesce conosciuto anche come ‘Cavaliere del Mare’, entrambi ex Shichibukai. Ad essi si aggiungevano poi i Rivoluzionari Inzauma e Emporio Ivankov, Regino del Regno di Kamabakka, e la Supernova Monkey D. Rufy, figlio del Rivoluzionario Monkey D. Dragon e fratello adottivo del prigioniero, giunti anche loro per soccorrere quest’ultimo.

Molti colpi di scena si erano susseguiti nell’arco di quelle ore, e più volte la situazione si era ribaltata a favore prima di una fazione e poi dell’altra. Si era però giunti ad un punto che mai la Marina avrebbe pensato: il prigioniero Portgas D. Ace era stato liberato dal fratello minore adottivo Monkey D. Rufy, e stavano fuggendo assieme ai restanti membri di Barbabianca, eseguendo così l’ultimo ordine impartito dal loro Capitano.

Tuttavia il più feroce dei Tre Ammiragli, Sakazuki, meglio conosciuto come Akainu, era ancora in campo, ed era certo di aver trovato un modo per far fare al prigioniero il suo gioco sfruttando il suo enorme orgoglio e lealtà: “Vi ritirate subito dopo aver liberato Hiken no Ace... avete mostrato la vostra vera indole di codardi, alla fine!”

“Non ascoltatelo! Se vi fermate farete soltanto il suo gioco! Dobbiamo correre fino a raggiungere la nave!”

Il marine continuò, ghignando: “D’altro canto... con un Capitano del genere non posso certo biasimarvi... In fondo, Barbabianca è... il perdente della Vecchia Era!”

A quelle parole, come sperato dall’uomo, Hiken no Ace si fermò: “... Che cosa hai detto, bastardo...?!”

“Ace!” lo chiamò preoccupato il fratello minore, fermatosi anche lui assieme a Jinbē.

“Scappa, Ace!!!” gridò poco distante da lui Marco la Fenice, Comandante della Prima Divisione, al quale erano state subdolamente messe delle manette di agalmatolite per impedirgli di usare i suoi poteri di rigenerazione. 

“Non dargli ascolto, Ace! Fa tutto parte del suo piano! Pensa a scappare!!!” continuò un altro dei suoi compagni, allarmato.

“Lasciagli dire quello che vuole! Non ha importanza!!!” si aggiunse un terzo vicino a lui, tirandolo per un braccio.

“Lasciatemi andare!” ringhiò il ragazzo liberandosi dalla presa “Ha osato insultare il Babbo...!!! Rimangiati tutto quello che hai detto, bastardo!!!”

“Rimangiarmi quello che ho detto?! Neanche per sogno, e ti dico anche il perché! Tuo padre, Gol D. Roger, è riuscito a conquistare la Grand Line sacrificando se stesso... dando così vita al periodo conosciuto come ‘Era della Pirateria’. Non dovrei dirlo, essendo un marine, però... Quell’uomo si è pienamente meritato il titolo di Re dei Pirati! Invece il tuo ‘Babbo’, Barbabianca, che cosa ha fatto? Ho dei dubbi sul suo obbiettivo di sorpassare il suo rivale e diventare il nuovo Re dei Pirati...! Credo invece che tutto ciò che volesse fosse crearsi una bella famigliola in un posto sicuro e vivere in serenità i suoi ultimi giorni! Molti credono che basti avere il nome di Barbabianca sulla propria isola per essere al sicuro... ma in verità quel vecchio usa il suo nome solo per spaventare i pirati codardi e senza spina dorsale come lui! E lo definiscono ‘eroe’? Non fatemi ridere! Quando Roger era in vita, Barbabianca è sempre stato secondo a lui... ma anche dopo la sua morte, avvenuta più di vent’anni fa, non è ancora riuscito a diventare Re! Ciò significa che è destinato a rimanere eternamente secondo!”

Intanto il prigioniero stava lentamente tornando indietro verso di lui, bruciando letteralmente d’ira: “Taci...”

“E facendosi chiamare ‘Babbo’, ‘Babbo’... s’è guadagnato solo il rispetto di feccia, giocando al ridicolo gioco della ‘famiglia’.”

“Chiudi quella bocca...!”

“Ha regnato per decenni su questi mari, senza mai diventare Re o ottenere qualcosa di concreto... E sono bastate poche parole per spingere uno dei suoi stessi ‘figli’ a trafiggerlo... ma nonostante ciò continuerà a proteggerlo fino alla morte. Una vita davvero triste e inutile... non pensi?”

“Basta...!!! Stai zitto!!!”

“Ace! Torna subito qui!” lo chiamò inutilmente Izou, emulato poi dagli altri compagni.

Ace continuò ad avanzare verso l’uomo, tenendo il capo basso e parlando con voce grave: “Il Babbo... ha dato a tutti noi un posto dove stare... Cosa puoi saperne tu di lui?! Cosa puoi saperne della sua grandezza?!”

“Se la vita non è dedicata alla Giustizia, allora non ha alcun senso! Voi pirati non meritate un posto in cui vivere!”

“BASTA!!!”

“Barbabianca morirà come il perdente che è sempre stato!!! Sarà la giusta fine per chi comanda spazzatura come voi!!!”

“Barbabianca è il più grande uomo che la storia abbia mai conosciuto!!! Come osi deridere l’uomo che mi ha salvato la vita?! IL NOME DI QUEST’ERA È  BARBABIANCA!!!”

“FERMATI, ACE!!!”

§

“Ehi! Tu! Identificati!” esclamò un marine notando una piccola figura incappucciata passeggiare tranquillamente nel bel mezzo del combattimento.

“... Dici a me?” chiese quella con voce cristallina e apatica, fermandosi.

“Certo che dico a te!!! Siamo in guerra, dove credi di esse”-

L’uomo si zittì, sentendo un dolore allucinante unito ad una strana sensazione nello stomaco. Comprese soltanto prima di morire che la piccola figura che gli aveva trapassato lo stomaco semplicemente con il braccio era la stessa misteriosa persona che aveva iniziato a massacrare molti dei suoi compagni silenziosa come un’ombra. Giusto poco prima un suo compagno era andato a dare l’allarme direttamente a Sengoku.

La figura tirò fuori il suo braccio e lo guardò, rosso e trasparente, ormai infuso del sangue caldo dell’uomo: “So meglio di te dove sono. E così c’è anche quel moccioso con la faccia da scimmia... Dev’essere migliorato parecchio, se è riuscito a liberare quell’idiota con la faccia da schiaffi... Mi ha semplificato parecchio le cose...!” sogghignò pulendosi il braccio con un lembo del mantello “Devo essere pulita per quando mi sporcherò le mani col sangue di quel bastardo rosso...!”  
 
§

“Grand’ammiraglio Sengoku! Grand’ammiraglio Sengoku! Abbiamo un enorme problema!!!” urlò un marine correndo verso il capo supremo delle forze della Marina, mentre i suoi compagni continuavano senza sosta ad attaccare invano l’Imperatore.

“Cosa?! Non può esserci un altro problema!!! Barbabianca sta distruggendo l’isola, e Portgas D. Ace è stato liberato e sta fuggendo assieme a tutti gli altri pirati!!! Cos’altro c’è?!”

“E-ecco... un individuo sconosciuto sta decimando i nostri! Indossa un mantello con cappuccio scuro, e non siamo riusciti ad indentificarlo, però... Sembra invulnerabile a tutti i nostri attacchi, ed utilizza delle tecniche... simili a quelle dei Cavalieri Fantasma!”

“Che cosa hai detto?! Una persona... che usa le tecniche di assassinio dei Cavalieri Fantasma...?! Non è possibile... che sia lei?!”

“Che cosa stai dicendo, Sengoku?” chiese un affannato Garp, pulendosi la divisa “Chi sarebbe questa ‘lei’?!”

“Garp! Tu... sai chi sono i Cavalieri Fantasma, vero?!” chiese allibito il Grand’ammiraglio.

“Certo, che domande...! Sono la setta di mercenari che ci offre la loro collaborazione per eliminare i criminali più pericolosi come i Rivoluzionari... Risiedono nei sotterranei di Marijoa, se non erro...”

“Esatto...! E sai anche che una piccola percentuale dei marines più promettenti viene affidata ai loro allenamenti estremi per creare così dei combattenti eccezionali al nostro servizio, sebbene non ci siano vincoli ufficiali tra di noi! I Cavalieri Fantasma ci offrono i loro servigi per una grande somma di denaro, ma soprattutto per i promettenti ‘apprendisti’ che diamo loro... Però... una volta, tra questi ultimi, vi fu una persona scelta dal loro capo in persona...”

“Evita i giri di parole e arriva al sodo, Sengoku!” sbuffò l'Eroe incrociando le braccia al petto.

“Dieci anni fa... una piccola schiava dei Draghi Celesti, mentre questi erano su un’isola dell’East Blue per degli affari familiari, riuscì a rubare le chiavi del suo collare e a fuggire... Successivamente, la stessa famiglia di Nobili Mondiali andò in visita su un’isola poco distante da quella dove la bambina era fuggita... L’Isola di Dawn, e più precisamente nel Regno di Goa.”

“I-Isola di Dawn...?!” sbiancò il Viceammiraglio, conoscendo benissimo l’isola natale di suo nipote dove sia lui che Ace erano stati cresciuti dalla bandita Dadan sul Monte Corbo, prima che quei due screanzati prendessero il mare e diventassero pirati. D’un tratto, il viso di una bambina gli balenò in testa. Che fosse...?!

“Esattamente. Lì provò ad uccidere i suoi padroni per vendicarsi sia del suo periodo di schiavitù sia per la morte di un suo amico nobile che aveva rubato un peschereccio per andarsene proprio quel giorno, venendo ucciso dallo stesso Drago Celeste perché era sulla sua rotta.”

Garp iniziò a sudare sempre più freddo: quella storia... lui la sapeva già... Conosceva anche quel ragazzino morto... il miglior amico di Ace scappato dal Regno di Goa... Combaciava tutto...

“Venne perciò nuovamente catturata e riportata a Marijoa, ma per qualche oscuro motivo venne scelta dal leader in persona dei Cavalieri Fantasma per divenire una mercenaria. Divenne un’abilissima assassina, ma tre anni e mezzo fa si ribellò... Rubò un Rogia Proibito che avevamo ottenuto con tanta fatica e che avevamo lasciato in custodia laggiù per quando vi fosse stato un marine degno di ottenerlo... e riuscì straordinariamente a fuggire. Tuttavia quella notte era scoppiata una tempesta, e la ragazzina era rimasta ferita da Akainu e Aokiji che avevano cercato di fermarla... La videro chiaramente affondare in acqua, perciò tutti ci convincemmo che la possibile minaccia da lei costituita non esistesse già più... Tenemmo ugualmente la vicenda nascosta al mondo per non illudere i pirati più arroganti di poter entrare e uscire da Marijoa come se nulla fosse... Ma l’unica persona in grado di utilizzare le tecniche di assassinio dei Cavalieri Fantasma senza esserlo... è lei...!”

“... E qual è il suo nome...?” domandò timoroso il Viceammiraglio, mentre il nome di quella ragazzina pronunciato da un piccolo e ingenuo Rufy gli rimbombò nella testa.

“Il suo nome è... Sora D. Aoi!” proclamò sconvolto il Grand’ammiraglio facendolo impallidire definitivamente, prima di impartire nuovi ordini “Tutti coloro che sono rimasti nella piazza pensino a Barbabianca! Gli altri devono concentrarsi sull’eliminazione dei pirati e dell’individuo che ci sta decimando! Non perdete altro tempo!”

“Sembra che... la mocciosa di cui hai appena parlato ti preoccupi parecchio... Eh, Sengoku? Purtroppo per voi la conosco bene... e riconosco che ha davvero un gran potenziale... Peccato per quel caratteraccio...” sorrise divertito ma stanco il vecchio Barbabianca, creando altre crepe nell’aria per respingere gli ennesimi marines “Forse se fosse arrivata prima avremmo avuto molte meno perdite, ma l’importante è che tenga testa a quel moccioso di magma e permetta a Ace e a suo fratello di andarsene da questo maledetto posto.”

“Non permetteremo a nessuno di quei criminali di lasciare vivi quest’isola, e lo stesso vale per lei!!!” 

“Continua pure a sperare, Sengoku! Voi affonderete con me e quest’isola, ma loro ce la faranno! La loro Era è arrivata!”
 
§

Fuoco e lava si erano infine scontrati l’uno contro l’altro, uno per proteggere l’orgoglio della persona a lui più cara e l’altro per portare a compimento la propria Giustizia.

Tuttavia la differenza fra i due si rivelò quasi istantanea, come conferò Ace quando finì a terra, sbalzato dall’attacco dell’altro con il braccio che gli bruciava.

“Ace è stato ustionato...?!”

L’Ammiraglio sorrise, maligno: “Non avrai abbassato la guardia semplicemente perché sei un Rogia, vero? Tu sei semplice ‘fuoco’, mentre io... io sono ‘magma’! Posso consumare anche il fuoco! Il mio potere è nettamente superiore al tuo!”

“Merda! Se soltanto non avessi queste dannate manette...!!!” ringhiò Marco, ancora alle prese con l’agalmatolite “Ohi! Non avete ancora trovato il tizio che ha liberato Ace con i suoi poteri?!”

Intanto il ragazzo tentò di alzarsi, mentre suo fratello minore provò ad andargli in contro, cadendo però nel tentativo.

“Rufy-Kun! Hai già superato i tuoi limiti! Il tuo corpo non ce la fa più!” gli ricordò Jinbē affiancandolo.

Lo sguardo di Mugiwara, però, era rivolto al piccolo foglietto che gli era caduto poco lontano: “L-la... Vivrecard di Ace...” mormorò cercando di prenderlo, quando il pezzetto di carta cominciò a muoversi lentamente verso la persona a cui era legato.

“Il Re dei Pirati, Gol D. Roger... Il Rivoluzionario Monkey D. Dragon... è già impensabile che i loro figli siano cresciuti come fratelli giurati.” asserì grave Akainu, davanti ad un Ace affaticato e ansimante “Il sangue che scorre nelle vostre vene è già di per sé una colpa! Non uscirete vivi da qui! Osserva attentamente!” tuonò alla fine, avventandosi su Rufy ancora a terra.

“NO! FERMATI!!!”

Rufy sgranò gli occhi, quando vide Ace frapporsi fra lui e l’Ammiraglio.

Fu questione di un attimo.

Le perle della sua collana rossa saltarono dal filo rotto, sparpagliandosi per il campo di battaglia.

Tutti rimasero immobili, esterrefatti.

I secondi sembrarono non passare mai, così come la realizzazione di ciò che era appena accaduto.

Ace...

§

... Ace aprì lentamente gli occhi, confuso per non sentire il dolore atroce e mortale che aveva immaginato. Anche Rufy era sbalordito.

“... Tu...!!!” ringhiò furioso l’Ammiraglio “Tu...!!!”

“Perché ha... interrotto...”-

“Voi due... non imparerete mai a non essere un’abnorme scocciatura per chi vi circonda, vero...?!” sibilò seria una voce femminile, melodiosa quanto severa “Non importa quanti anni possano passare... Rimanete entrambi due mocciosi testardi che fanno sempre come cazzo vogliono, per poi lamentarsi delle conseguenze...! Tu... inutile Succo di Frutta con la faccia da schiaffi... non ti pare di aver già fatto abbastanza danni con tutta questa storia della cattura e dell’esecuzione...?! Devi per forza comportarti da coglione che si finge coraggioso proprio a due passi dalla nave che ti porterà via?! E per che cosa?! Per rispondere alle provocazioni del bastardo qui presente, che non ha esitato ad eliminare gli stessi compagni che non condividevano la sua ‘Giustizia’?! E tu, Moccioso di Gomma... Quando cazzo imparerai a contare fino a dieci prima di fare la prima stronzata che ti frulla in quella noce di cervello che ti ritrovi?! Possibile che le prime parole che vi rivolgo dopo secoli debbano essere queste?!” sbottò decisamente infuriata, respingendo e facendo arretrare con due gomitate simultanee Sakazuki.

Proprio fra Ace e Akainu si era frapposta una piccola figura, che aveva fermato senza problemi il colpo incandescente dell’Ammiraglio. Era avvolta in un lungo mantello scuro, ma il cappuccio si era abbassato durante la sua corsa per bloccare il marine, rivelando così una lunga treccia biondo cenere che i due fratelli non poterono non riconoscere, così come la voce dal tono perennemente serio e incazzato. Ai tempi quella lunga treccia era stata soltanto un caschetto arruffato che l'aveva spesso fatta sembrare un maschio, mentre la voce era pressocché identica, così come il tono. Le sue braccia, però... erano fatte d’acqua. Sì, le sue braccia erano composte d’acqua, pura e cristallina, che stava rapidamente evaporando a contatto col magma di Akainu.

“A... A-A...” balbettò a fatica Rufy, mentre gli occhi divennero lentamente lucidi.

“A... A-Aoi...!!!” completò Ace con voce tremante, guardandola sconvolto.

Lei ghignò, guardandoli con la coda dei grandi occhi celesti: “A dopo i discorsi strappalacrime, babbei.” 
  
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