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Autore: Avery Silver    27/07/2014    1 recensioni
Una ragazza potrebbe mai innamorarsi di un sogno?
Aprilynne è una normalissima ragazza di 15 anni, studia in un liceo musicale e coreutico in periferia e frequenta il secondo anno. Abita assieme ai suoi genitori in una grande casa del centro città della sua amata isola.
Ma non è del tutto così… di notte ha un'altra vita, fatta di sogni premonitori, visioni realistiche del passato e del futuro… che al suo risveglio segnano il suo corpo delle sue esperienze nel mondo dei sogni che per lei sembra essere così vivido e in qualche modo reale.
Ma soprattutto nella sua seconda vita lei incontra ogni notte tre misteriosi ragazzi, bellissimi e affascinanti e del tutto differenti l'uno dall'altro.
April impara subito ad amare quei tre ragazzi, uno in particolare poi le farà provare sensazioni che mai nella vita reale avrebbe osato anche solo immaginare.
Un amore impossibile che muore con l'arrivo del giorno e che rinasce al calare della notte.
Ma un giorno tutto cambiò quando si ritrova i tre ragazzi nella vita reale… ed April scopre che non sono frutto della sua immaginazione ma che sono i membri di una band famosissima nell'isola, chiamata Soul's Fire…
Genere: Sentimentale, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Lysandro, Nathaniel, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 2

Under The Sheet (Ellie Goulding)


Il prof non sembrò notare la mia presenza…
Stava scrivendo qualcosa sulla lavagna nero inchiostro, appena lavata immaginavo.
In punta di piedi mi diressi verso l'unico posto libero della stanza, in fondo alla classe.
Era stata Gwen a tenermi il posto, ne ero certa… di solito i posti dietro non erano MAI liberi se non ti presentavi con largo anticipo.
Ed io ero tutt'altro che in anticipo…
Corsi verso il mio posto restando leggermente piegata per non dare nell'occhio.
Un paio di compagni mi guardarono male ma io li ignorai.
Finalmente arrivai al mio banco, nell'angolo della stanza.
Il mio preferito.
Gwen mi diede un occhiata e solo quella mi disse tutto quello che dovevo sapere.
Era arrabbiata con me per il ritardo… come al solito.
Le sorrisi ma lei si voltò, ignorandomi.
Gwen era come una seconda mamma per me… o come un'altra sorella.
Appena prendevo un brutto voto mi sgridava e mi trascinava a casa sua per farmi studiare, se arrivavo in ritardo come oggi, si imbronciava per poi fare la pace solo verso la pausa pranzo.
Sospirai e mi appoggiai allo schienale della sedia di legno bianco.
Appoggiai la chitarra alla parete della stanza e lo zaino sullo schienale della sedia.
Ma se non fui io a tradirmi e a far notare la mia presenza, lo fece Ambra.

Con un occhiata teatrale si era scostata i boccoli dorati dalla spalla, gli occhi acquamarina mi trafissero e un ghigno le si formò sulle labbra coperte da un lucida labbra chiaro.
I cerchi che portava alle orecchie oscillarono un po' quando si girò di scatto.
« Professore… guardi chi abbiamo qui. » lo chiamò lei con voce melensa indicandomi con il dito magro e affusolato, le unghie lunghe e curare.
Il prof si fermò a metà parola e mi diede un occhiata.
« Ah… alla fine la signorina Prym ci ha degnato della sua presenza? Benvenuta! » disse sarcastico il professore poggiando il gesso sulla cattedra e impugnò la penna per scrivere qualcosa sul registro.
« Mi scusi prof… non accadrà più. » dissi calma, era normale per me arrivare in ritardo, abitavo molto lontano e quindi mi ci voleva sempre un bel po' di tempo.
Faraize scoppiò in una risata sarcastica e per niente divertita.
« Le consiglierei di non fare promesse che non può mantenere Prym. » ribatté acidamente il prof.
E dopo aver posato la penna e ripreso il gesso terminò di scrivere quello che stava scrivendo alla lavagna.
Biologia era una vera seccatura… soprattutto se veniva fatta alla prima ora.
« Allora ragazzi… l'argomento di oggi… »
Credo che queste furono le ultime parole che sentii prima di rinchiudermi nel mio mondo.
Tirai fuori il libro di biologia, l'astuccio di tessuto… multicolore ormai, azzurri, blu, gialli e rossi erano i colori dominanti. Ero stata io a ridurlo così… mi piaceva sempre personalizzare le mie cose.
E poi il quaderno a tinta unita azzurro ad anelli dove aveva messo tutte le materie, divise da dei divisori colorati.
Neanche a dirlo… anche il quaderno era decorato con filigrane e scritte fatte con il pennarello indelebile giallo e viola.
Delle frasi poi erano unite a formare un unica grande frase che poteva essere notata solo se guardata da lontano.
La frase era: “Across the universe… ” sulla facciata iniziale.
E poi su quella posteriore continuava: «… only you shine. »
Aprii il libro e lo misi in un angolo del banco, presi il quaderno e feci lo stesso mettendolo però nell'angolo opposto, poi presi l'astuccio e lo misi in mezzo creando così una specie di barriera.
Adesso ero indecisa se leggere… oppure disegnare.
Decisi che era meglio leggere, perché mi ero già stancata per arrivare qua, figurarsi se ora ci si dovevano mettere pure i crampi alla mano.
Che poi la mano mi sarebbe servita per suonare fra… circa sei ore…
Oddio mancava così tanto?
Sbuffai leggermente e tirai fuori il libro e l'iPod.
Mi sciolsi i capelli per nascondere le orecchie e feci passare il filo delle cuffie sotto la maglia e infine me le misi alle orecchie stando attenta a non far vedere le tracce del filo.
Accessi l'iPod da sotto il banco e poi me lo cacciai in tasca con il volume basso.
Serviva a distrarmi da quel chiacchiericcio e farmi concentrare solo sul libro.
La riproduzione era casuale perché non avevo voglia di stare a scegliere una canzone, altrimenti ci avrei messo tre ore!
Ma riuscii lo stesso a riconoscere le note di Under the sheet di Ellie Goulding.
Aprii il libo e poggiai il mento sulle mani incrociate.
Il libro era bello e mi aveva subito catturata… ma dopo mezzora circa, un altro pezzo di carta aveva preso il posto delle pagine del fantasy.
Era stata Gwen a mandarmelo.
La guardai ma lei si era già voltata per non essere rimproverata dal prof.
Aprii il bigliettino mezzo spiegazzato.
“ Che cosa è successo questa volta? *^* ”
Sospirai.
Presi la prima penna che mi capitò a tiro, e cioè un pennarello nero, e scrissi una sola parola.
“ Alexander ”
Lo ripiegai e glielo lanciai sul banco.
La vidi aprirlo e sussultare quando lesse il nome.

Mi diede un'occhiata di sbieco e si morse il labbro inferiore con aria incerta. Probabilmente era indecisa se approfondire o lasciar perdere…
Alla fine scrisse qualcosa sul foglietto… con calma.
Lo ripiegò e me lo passò.
“ Un altro dei tuoi incubi? ”
La risposta fu immediata.
“ No. Un ricordo… ma non fa niente, sul serio… non ho voglia di parlarne. ” mi fermai e poi la squadrai un attimo.
Gwen era molto diversa da me…
Aveva dei lunghi e liscissimi capelli biondi, un fisico alto e snello che però ispirava tenerezza, e un nasino all'insù.
Lo sguardo sprizzava sempre una vitalità e vivacità che contagiava anche la persona più apatica del mondo.
E aveva degli occhi strani… di un azzurro così chiaro da assomigliare agli occhi dei lupi siberiani… solo molto più belli e profondi.
Adesso però aveva notato che si era colorata i capelli biondi con qualche ciocca verde acceso, quasi shocking, e nero inchiostro qua e là, in mezzo al biondo dei capelli.
Anche Gwen, come me, amava colorarsi i capelli e ogni tanto quando andavo a casa sua passavamo ore e ore a decidere un colore per il giorno dopo e a colorarceli a vicenda mentre chiacchieravano per ingannare il tempo.
Sorrisi e sotto alla frase di prima aggiunsi: “ XD I tuoi capelli! ” che poi sottolineai con un evidenziatore verde.
Le passai il biglietto e appena lo lesse la sentii sospirare e molto probabilmente doveva aver alzato gli occhi al cielo, a quel brusco cambio di argomento.
Mentre scriveva una specie di poema io presi a farmi una stella con il pennarello nero all'interno del polso sinistro.
Ne feci il contorno e poi la riempii con l'evidenziatore verde.
Finalmente finì di scrivere e mi passò il biglietto.
“ APRILYNNE PRYM!!! Lo sai ke cn me puoi parlare! Nn fare la testona come al solito x poi finire cn il tenerti tutto dentro! >.<
Riguarda la sua morte, vero?
Scusa ma francamente dopo 2 anni ke continuo a ripetertelo nn posso fare a meno di reagire in questo modo!
Te lo dico, te lo ripeto e te lo ribadisco.
NN-È-STATA-COLPA-TUA!!!! *^*
Non lo hai ucciso tu! E se tuo fratello ti vedesse in questo momento ti vomiterebbe addosso!
Perciò cerca di fartelo passare o te lo faccio passare a calci io! U.U

Cmq grazie! ^^
Dici che sto bene? PENSA KE CN LE LUCI AL NEON KE CI SN IN DISCOTECA E NEI PUB SI ILLUMINANO È UNA FIGATA ASSURDA!
Ke dici?!? Ci andiamo questo venerdì? Ti preeeeeego APRIL… ! X3 ”
Quando finii di leggere non sapevo bene se reprimere una smorfia… oppure una risata.
Gwen… come dire… era molto diretta e preferiva dire una brutta verità che una bella bugia.
Ma eravamo amiche anche per quello dopotutto…
Impugnai il pennarello e cominciai a scrivere.
“ D'accordo, d'accordo nn ti agitare! XP
Sì mi piace, ti sta molto bene e non vedo l'ora di vederlo sotto le luci neon! X3
Comunque lo sai ke nn passerà così presto… riguardo a mio fratello intendo. ”
Questa fu l'unica conversazione a cui prestai attenzione in tutta la giornata che si trascinava leeeeeenta…
E finalmente arrivò la sesta ora!

Quando la campanella suonò quasi balzai giù dalla sedia. La cartella già fatta e la chitarra in grembo.
« Fretta, Scintilla? » ridacchiò Ander vedendomi schizzare giù dalla sedia.
Era un nomignolo che mi avevano affibbiato la prima volta che mi videro correre in palestra.
Arrivavo sempre per prima!
Adoravo la velocità, correre… mi aiutava a non pensare.
Non mi dava fastidio essere chiamata così, anzi, mi faceva piacere!
Gli sorrisi.
« Direi di sì… ho una fame da lupi! » risposi mettendo fintamente il broncio.
Scoppiò a ridere, alzandosi.
« Beh allora è meglio non dirti niente, quando hai fame diventi a dir poco isterica! » disse Ander, divertito.
« Pranzi assieme a noi oggi? » gli chiesi.
Si scompigliò un po' i capelli castani con la mano e mi guardò con i suoi caratteristici occhi nerissimi.
« No, non penso… comprerò un panino al volo e poi devo subito correre perché ho il laboratorio musicale. » mi disse dispiaciuto.
« Ah… che peccato è vero che tu il giovedì hai laboratorio… » sussurrai dispiaciuta, ma non così tanto.
Ero contenta che si allenasse perché era uno delle poche persone qua dentro a saper suonare la tastiera o, come la chiama lui, la keyboard DIVINAMENTE.
« Mi dispiace, però domani posso stare con voi. » mi disse lui.
« Va beh… non fa niente. Sono contenta che tu ti possa allenare! Quando suoni sei fantastico! »
Lo vidi arrossire e distogliere lo sguardo.
« Ma dai April! Che cosa dici? » ribatté lui.
Mi strinsi nelle spalle e con una spinta sui talloni, o meglio sulle ruote viola, lo superai.
« Nulla, solo la verità… » minimizzai e quando arrivai allo stipite della porte gli urlai: « Ciaaaao Ander, ci sentiamo più tardi! ».
Riuscii a sentire la sua risata e una cosa del tipo: « Ci vediamo Scintilla! » prima di scomparire tra la marea di studenti che andavano a mangiare.
In mezzo a quel putiferio riuscii a riconoscere la chioma bionda, nera e verde di Gwen.
Per raggiungerla usai le rotelle…
Brutto errore.
Non bisognava MAI usare le rotelle in mezzo a un corridoio così affollato!
Una prova a mio favore?
Andai a sbattere il naso contro un petto facendomi perdere l'equilibrio.
E per poco caddi quasi all'indietro se non fosse stato che qualcuno mi prese subito prima che potessi toccare terra!
« April, tutto a posto? »
Riconobbi subito quella voce… e quando riaprii gli occhi lo confermai pienamente.
« Scusami… comunque sì, sto bene. » dissi staccandomi da Nathaniel.
Si accigliò e una ciocca di capelli biondi come il miele gli accarezzò le ciglia ma lui non sembrò badarci.
Si limitò solo a trafiggermi con un occhiata, gli occhi di topazio pieni di rimprovero.
Oh oh…
Ramanzina in arrivo a ore 12.

« Dovresti stare più attenta! Non ho più voglia di ripetertelo April! Non devi… »
« … mai usare quelle scarpe nei posti affollati e soprattutto a scuola. I professori non lo ritengono un comportamento rispettoso e un modo di vestirsi adeguato. » dicemmo in coro.
Alzai gli occhi al cielo.
« Sí, lo so. » sospirai io.
« Se lo sai già allora perché devo ripetertelo mille volte quasi tutti i giorni? Potevi spezzarti l'osso sacro se non ti avessi presa al volo… »
« Lodiamo i tuoi riflessi pronti allora…! » ridacchiai.
Mi guardò male.
Ed io mi rimpicciolii… a volte metteva davvero soggezione…
« Non sto scherzando April… »
« Lo so che non stai scherzando però potresti ridere un po' di più! E comunque a te che interessa se mi spezzo l'osso del collo? Saranno affari miei…! » ribattei arresa e spazientita.
Le sue guance arrossirono… per… rabbia?
Speravo proprio di no!
Ma no… nei suoi occhi non c'era rabbia.
E allora…?
« A te non importa proprio nulla di quello che la gente pensa di te, non è vero Aprylinne? » chiese lui, incuriosito ma anche rassegnato.
« Mmh… non esattamente… » risposi io fingendo di pensarci un po' su.
« In realtà io mi preoccupo solo di me stessa e di non cercare di apparire diversa da me davanti agli altri. Anche davanti ai professori. E se a loro non piace… mi dispiace ma non ci può essere regola che possa cambiare la personalità di una persona. Perché io ODIO chi, davanti agli altri… cambia! » risposi alla fine alzando fieramente il mento.
Dovevo averlo lasciato allibito perché rimase inespressivo, si limitò solo a squadrarmi da capo a piedi.
Mi fissò accigliato, come se stesse facendo un calcolo impossibile ma poi si rilassò e mi sorrise… un sorriso lento, quasi involontario… ma estremamente sincero.
« In realtà non penso nemmeno che tu sappia come si faccia a cambiare personalità… sei troppo… troppo sincera… troppo schietta… troppo LIBERA. » disse alla fine scuotendo bonariamente la testa, ma il suo sguardo… i suoi occhi erano seri.
Senza volerlo mi uscì fuori un gran sorriso che, ne ero sicura, mi aveva illuminato anche il volto.
« Sí esatto, e io ne sono fiera… » conclusi stringendomi nelle spalle.
Il sorriso che prima era nato, ancora non si era dissolto, ne accennava e farlo.
Un po' perché Nathaniel aveva fatto centro, un po' perché si era dimostrato comprensivo con me… per una volta.
« April! » la voce di Gwen ci interruppe bruscamente.
Tempismo perfetto Gwen…
Potevi pure arrivare qualche secondo prima!
Gwen andò controcorrente per raggiungerci e quando vidi con chi ero le si illuminarono gli occhi.
« Oh… buongiorno Nath… aniel. » cinguettò Gwen mettendosi ben eretta, la schiena che fra poco le si spezzava in due!
Ogni volta che era in sua presenza, lei raccoglieva tutto quel poco che sapeva sulle buone maniere e le metteva all'opera.
Ecco… questo era un esempio di cambiamento.
Il più grave secondo me…
Perché fatto davanti a una persona a cui si tiene…
Eh già.
È da un anno e mezzo ormai che Gwen è perdutamente innamorata di Nathaniel… cercavo di aiutarla come potevo… ma sinceramente non sapevo molto sul suo conto.
In più c'era quell'oca di Ambra, sorella di Nathaniel, che le rendeva la vita impossibile…
« Buongiorno Gwendolyn. » la salutò educatamente lui, sorridendole addirittura!
Oh mio Dio quale onore!
Gwen deve aver pensato la stessa cosa perché si aprì in un sorriso meraviglioso, con tanto di adorabili fossette sulle guance.
« Hai già pranzato? Se vuoi potresti unirti a noi… se non hai altro da fare ovviamente… non voglio compromettere il tuo lavoro. » gli chiese lei candidamente, quasi timida… "quasi", sottolineamolo… perché Gwen è tutt'altro che timida, anzi!
Le tirai un discreto pizzicotto sul braccio e lei fece una smorfia tirandomi una sberletta sulla mano.
« Mi piacerebbe, sul serio… però ho un sacco di lavoro da sbrigare… e poi lo sai che questo extra mi fa sudare parecchio, devo anche occuparmi dei miei compiti per la scuola e finire di archiviare le iscrizioni dei nuovi arrivi. » disse, e dal tono sembrava veramente dispiaciuto.

Gli occhioni da cucciolo di husky siberiano di Gwen si riempirono di delusione e con una stretta nelle spalle disse: « Oh… va bene… peccato però, non abbiamo molte occasioni per stare assieme, qualche volta. » brontolò lei con il broncio.
Ridacchiai quando vidi le guance di Nathaniel arrossire, così per togliere di impaccio entrambi gli dissi: « Wow Nath…! Però tutto questo lavoro non ti sforza troppo? Dovresti riposare ogni tanto, non credi? Lo so che è il tuo lavoro ma potresti chiedere almeno un giorno libero, no? » gli chiesi io con finto interesse.
Lui sembrò sollevato ma poi quando si accorse che la mia voce era falsa come Giuda fece una smorfia.
« Sí è vero, però ci tengo molto e non vorrei mai che qualcuno prendesse il mio posto. » disse lui con voce calma e controllata.
« Wow… certo che ami proprio tanto il tuo lavoro! » intervenne Gwen ammirata.
Lui le sorrise dolcemente provocando un rossore sulle guance della mia amica.
« Certo! Però adesso devo andare, è stato un piacere! » si congedò lui.
« Aprylinne, Gwendolyn… » ci salutò lui con un cenno del capo per entrambe.
« Ciao Nathaniel…! » salutammo in coro io e Gwen.
La guardai che fissava Nathaniel con aria trasognata mentre se ne andava via e non potei fare a meno di scoppiare a ridere.
« Buongiorno Nathaniel! » la scimmiottai io cercando di imitare il cinguettio melenso che aveva fatto.
Le mi trafisse con un occhiata e tirandomi una gomitata borbottò con le guance in fiamme: « Stai zitta tu! ».
  
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