Non è tempo per noi
Ci sono persone che il Fato ci obbliga ad incontrare e strade che ci
impone di percorrere: noi non possiamo opporci alla tragedia del suo volere,
perché il Destino stesso siamo noi.
Evidentemente, il Destino ha voluto che incontrassi te; se
ci pensi bene, il nostro incontro è stato frutto di una serie di apparenti
casualità che, appunto, devono essere state volute da qualcuno o qualcosa più
grande di noi. Sai bene che non credo in Dio, ma incontrarti mi ha fatto sperare
nella sua esistenza: anche se non credi, voglio che tu porti con te la speranza
del mio Dio inesistente e blasfemo.
Sapere che non ci rivedremo più mi spegne il cuore e mi riempie d’odio per
chi o cosa ci ha dato così poco tempo, ma forse quello che dovevamo avere l’abbiam
già vissuto e anche un ‘per sempre’ non sarebbe bastato a colmare il mio
vuoto.
Mi dispiace di non poter essere con te quando crescerai, quando avrai finito di
diventare la meravigliosa persona che sei, ma, come al solito, nella vita vado
di fretta e ardo velocemente come una fiamma di foglie.
Il mio male interiore, di cui ti ho così lungamente e dettagliamene parlato, si
è concretizzato in un germe che mi divora senza speranza, e non sono bastati i
medici, gli specialisti, le medicine e le cure dolorose per placarlo: la mia
pagina finale è già stata scritta da chi ha disegnato il nostro incontro.
Vedere mia madre piangere, i miei parenti disperarsi e i miei amici chiedersi il
perché di tutto questo mi ha fatto chiedere se sarebbe cambiato qualcosa, se
non mi fossi arresa.
Se avessi lottato di più, probabilmente sarebbe stato tutto più tragico, ogni
cosa avrebbe assunto il sapore acre dell’eroismo, ma sono così stanca
di lottare contro il Destino. È una battaglia inutile, come tutte le battaglie.
Già solo il fatto di dover attendere in silenzio la morte è sfiancante, non
voglio certo aggiungervi l’ansia di dimostrare agli altri che ho ancora voglia
di vivere. Voglio assaporare questi ultimi attimi bevendo un caffè, fumando una
sigaretta, scrivendo questa lettera, non voglio sprecarli per saltellare da una
parte all’altra e leggere la pena negli occhi di chi mi ama.
Potrebbe essere questione di minuti, ore, oppure ancora di un giorno o di
un’altra settimana, ma più mi avvicino alla morte, più mi rendo conto di non
temerla: la mia anima è ancora acerba, i miei occhi sono puri e la mia carne
troppo fresca per essere uccisa.
Vorrei solo poterlo dire a quelle persone che si disperano anche per me senza
offuscare ancora di più il loro sguardo, voglio urlare al mondo che sì, sto
per morire, ma che ho vissuto ciò che mi era stato assegnato e che non c’è
nulla di più che avrei potuto fare.
Non c’è stato tempo per noi e mi dispiace, ma evidentemente non ci doveva
essere e spero che racconterai di me alla donna che amerai, che le dirai di
quella ragazza che ha vissuto solo a metà, ma più intensamente di tanti altri.
Spero che le dirai che quella ragazza, per le due settimane che ti ha
conosciuto, ti ha amato con tutta se stessa. Anche con il suo cancro.