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Autore: Strega_Mogana    27/07/2014    2 recensioni
La pioggia é sempre stata lo sfondo della loro storia. O, per lo meno, degli eventi più importanti della loro storia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Storia scritta per la Severus House Cup - mese di Luglio, indetta dal Calderone di Severus. Categoria: Il nuoto - ovvero storie dove l'acqua ha un ruolo importante, quasi fondamentale nella vita dei personaggi o solo di Severus
La storia é divisa in tre piccole parti.


VOLUME I
Profumo di lei nella pioggia



Fine Agosto



- Wingardium Leviosa.
Il baule si solleva pigro sopra la testa del mago che, per una mattina, ha abbandonato i consueti vestiti neri e ha adottato un abbigliamento più... casual, come lo definirebbe Minerva con il solito sorriso materno sulle labbra sottili. Una nuvola di polvere vecchia cade sul pavimento, già abbondantemente sporco, della soffitta, ma l’uomo non se ne cura. Due ragni hanno deciso di stabilire la loro residenza in un angolo scuro, sotto una trave grande quanto un ramo del Platano Picchiatore, ma anche questo è un problema che risolverà più avanti.
Ora vuole liberare la soffitta da tutte le cianfrusaglie accumulate in vent’anni di... niente.
Ha deciso di sfruttare questo periodo di vacanza indesiderata per tenere mente e corpo impegnati, pulendo a fondo la casa di Spinner's End; scovando gli angoli più nascosti ed eliminando ogni ricordo nefasto racchiuso in quella vecchia casa con i muri ingialliti dal tempo e il pavimento scricchiolante. Un lavoro lungo e noioso, che la sera lo lascia troppo stanco per pensare alla sua misera vita da eremita solitario, come qualcuno la definirebbe.
Con sua somma gioia le vacanze estive sono quasi terminate.
Teme, però, che l’inverno al castello sarà anche peggio.
- Baule locomotor.
Quel baule è stato posizionato in quel preciso angolo della soffitta poco dopo la morte di sua madre. L'aveva completamente dimenticato.
Ricorda quel periodo della sua vita, troppo grande per definirsi ragazzo, troppo giovane per definirsi uomo. Si era ritrovato solo con una casa che aveva da sempre odiato, nascondendo dentro quel vecchio baule con lo stemma di Hogwarts sbiadito ogni oggetto che gli ricordava il volto spigoloso dell'unica donna che lo aveva amato incondizionatamente. L'unica che lo amava per quello che era, che non gli aveva mai chiesto di essere un figlio migliore di quello che era in realtà.
Con un leggero tonfo il baule si adagia sul tavolino davanti al divano del soggiorno; il legno del mobile scricchiola pericolosamente, ma alla fine regge senza apparenti grossi problemi.
Il mago osserva le rifiniture di ottone annerito; lo stemma della scuola è quasi del tutto scomparso, si intravede il motto della scuola e le linee che dovrebbero dar forma al tasso, se concentra lo sguardo su un punto e socchiude gli occhi intravede anche un po' di colore che caparbio ha resistito ai segni del tempo.
Osserva il baule ignorando il lieve groppo in gola che rischia di annebbiargli la vista con le lacrime che non versa per sua madre da troppi anni.
L'uomo serra la mascella irritato da quel suo lato così sentimentale venuto a galla all'improvviso; stringe la bacchetta e con un colpo deciso, quasi violento in contrasto con quello che prova, la agita e la serratura si apre con un secco rumore metallico.
Il baule si spalanca, la fodera verde che lo riveste all'interno è macchiata di vecchio inchiostro e strappata all'altezza degli angoli lasciando intravedere lo scheletro di metallo che da forma al baule.
Il mago si avvicina e ci guarda all'interno, sembra quasi che abbia paura che un fantasma possa uscire da quella vecchia valigia e mordergli le chiappe ossute.
E forse sono proprio i vecchi fantasmi a spaventarlo più di ogni altra cosa, la paura di ricadere negli stessi errori, di non essere migliore come tutto il mondo magico si ostina a dire.
Lui non si sente un figlio migliore.
Non si sente un mago migliore.
Non si sente un uomo migliore.
Si sente sempre lo stesso mago vestito di nero che ha barattato la propria anima per un Marchio che gli ha bruciato la pelle per troppi anni.
Lo stesso mago che ha torturato e ucciso.
Lo stesso uomo che ha venduto il suo amore per un po' di gloria.
Lo stesso uomo che ha ucciso Albus Silente.
Lo stesso uomo che neppure la Morte ha voluto.
Allunga un mano e prende una vecchia cornice di metallo; la foto all'interno rappresenta una statica fotografia Babbana dei suoi genitori. Lei mostra fiera il pancione, sorride, uno dai rari momenti di felicità della famiglia Piton.
Appoggia la fotografia sul divano e continua il suo lavoro, dividendo le cose da buttare dalle cose da rimettere in quel baule, con l'intenzione di lasciarlo marcire in soffitta con i ricordi di un'infanzia che non desidera conservare, ma che sono marchiati a fuoco nella sua mente.
Butta i vecchi giornali con l'annuncio del fidanzamento dei genitori e i due giornali con il necrologio prima di suo padre, poi di sua madre.
Appoggia accanto alla cornice il vecchio diario di Eileen che non leggerà mai, così come i suoi occhiali da vista: una delle astine è storta, ma non importa.
Ricorda ancora il modo in cui lei li portava, leggermente storti, sulla punta del naso importante che lui ha ereditato e che è stato uno dei motivi principali delle continue prese in giro da bambino prima e da adolescente dopo.
Butta alcuni vestiti stinti e si chiede cosa l’abbia spinto a tenerli quando era poco più che un ragazzo. Appoggia con delicatezza il piccolo cofanetto che contiene il set di Gobbiglie a lei tanto care.
La finestra del salotto è aperta per permettere all’aria di entrare e togliere l’odore di vecchio e polvere.
Fuori il cielo è grigio e questo non gli piace, è stata un’estate calda, secca e torrida. Il mondo ha bisogno di un po’ di pioggia.
Lui no.
Quando il baule è quasi del tutto vuoto nota un sacchetto di velluto grigio in un angolo.
Allunga quasi titubante una mano e lo raccoglie, è leggero, sembra esserci dentro solo un minuscolo oggetto. Il pozionista corruga la fronte perplesso, non ricorda di averlo mai visto per casa. Non ricorda neppure il momento in cui l'ha riposto in quella valigia con tutto il suo dolore.
Lo apre e lo rovescia sul palmo aperto e sporco di polvere grigia.
Nella sua mano scivola un piccolo anello d'oro bianco; c'è un'unica pietra incastonata, non troppo grande, di un intenso color viola.
Tutto il mondo si ferma in quell'attimo in cui le porte della sua mente si aprono e ricorda la mano di sua madre con quell'anello al dito.
L'unico che suo padre le avesse mai regalato.
E' un anello semplice, quasi noioso, con una pietra quadrata, spigolosa che riflette la luce di quella grigia giornata.
Sua madre lo portava al dito dopo la morte di Tobias, lo guardava e all'improvviso scoppiava in un pianto dirotto ripensando ai giorni in cui erano felici ed innamorati. Suo padre era un uomo decisamente poco incline ai gesti d'affetto, ma sua madre, nonostante il carattere impossibile e a volta irascibile, lo amava con tutta se stessa. Lui non ha mai capito il loro amore.
Poco prima di morire se l'era sfilato e glielo aveva donato.
- Regalalo alla donna che dividerà la vita con te, Severus. - gli aveva raccomandato dal suo letto di morte: ormai era solo l'ombra della donna forte che ricordava.
Severus solleva lo sguardo dal palmo aperto e guarda fuori dalla finestra.
Ora ricorda. L'aveva gettato nel baule sapendo che Lily non l'avrebbe mai portato al dito. Troppo stonato per la sua piccola mano delicata, troppo squadrato per le linee morbide del suo corpo.
L'anello che le aveva regalato Potter verso la fine del settimo anno, e che lei metteva in mostra con finta disinvoltura, era decisamente più adatto a lei.
La pioggia ha iniziato a scendere inesorabile sulla terra che chiede refrigerio dall'estate torrida. Respira l'odore dell'acqua e della terra umida, ma è un altro profumo che arriva alle sue narici.
E' il profumo dell'amore sincero. Il profumo del suo corpo, della sua pelle fresca come l'acqua che ha pulito la sua anima dalle macchie rosse scarlatte che la sporcano.
L’acqua gli ricorda lei, con i suoi sorrisi, con quello sguardo sincero e pieno d’amore. Gli ricorda ogni momento passato insieme e che, per tutta l’estate, si era imposto di non ricordare.
Gli ricorda il suo corpo morbido, ma anche spigoloso proprio come il suo. Con le sue cicatrici fisiche e dell'animo.
Quell'anello starebbe benissimo sulla sua mano.
La pioggia aumenta d'intensità, un tuono rimbomba in lontananza e un sorriso sfugge dalle sue labbra sottili.
Tutto è iniziato con un temporale.
E lei è stata la sua tempesta personale, ha portato con sé la freschezza di una vita nuova, ha scombussolato il suo mondo invaso delle grigi nubi di un passato troppo ingombrante da poter superare da solo.
Ha lavato via le macchie dei suoi crimini.
Ha dato nuova vita al suo cuore inaridito che cercava di sopravvivere alla solitudine.
Un altro tuono riecheggia a breve distanza, una saetta squarcia il cielo scuro.
E' come se quel fulmine l'avesse colpito in pieno petto, il mago serra a pugno la mano, l'anello stretto nel palmo sporco come sicuramente è la sua anima.
Forse non l’accetterà, forse non vorrà sporcarsi con la stessa sporcizia che sporca lui.
Ma il mago sa che non può attendere oltre, che deve provarci se vuole vivere. Se vuole essere felice.
Senza neppure cambiarsi si smaterializza.

* * * *


L'acqua scende fitta e gelida.
Entra nelle ossa e nell'animo del mago; ha i vestiti pesanti e i capelli appiccicati al volto pallido.
Dall'altra parte la strega lo fissa incredula.
Anche lei è zuppa dalla testa ai piedi. I capelli crespi sono pesanti, appiccicati ai vestiti che con l'acqua si sono incollati al corpo quasi come una seconda pelle.
La pioggia scende a braccetto con il sole che illumina con una tenue luce dorata i palazzi di Diagon Alley e non c'è modo migliore per dipingere quello che sono loro due.
Bianco e nero. Luce e ombra. Pioggia e sole.
La strega guarda il mago con gli occhi sgranati, la bocca aperta dallo stupore. C'è incredulità nel il suo sguardo e lui può benissimo capirne il motivo.
In fin dei conti quello che le ha chiesto suona strano perfino alle sue orecchie, ma non si è smaterializzato sotto quella battente pioggia fredda per nulla. Non sta ignorando gli sguardi dei maghi e delle streghe che rallentano più o meno smaccatamente per guardarli, chiedendosi cosa ci faccia il Preside di Hogwarts sotto la pioggia, con addosso vestiti decisamente diversi dal consueto abito nero, con l'eroina della guerra magica amica di Harry Potter.
- Cosa... cos'hai detto Severus?
Sorride il mago con quel nome pesante che fa pensare che non possa mai essere felice, un sorriso che gli arriva dal cuore. Dal suo cuore innamorato.
E' innamorato e quella testarda strega dai capelli crespi ha dovuto lasciarlo per farglielo capire.
Sorride il mago e solleva lo sguardo osservando il cielo grigio che si fonde con il sole che ha squarciato le nubi per illuminare quella giornata uggiosa di fine estate.
E lei, la saccente strega irritante, ha squarciato il suo cuore gonfio di nubi grigie di rimpianto e dolore per illuminare il suo animo, mostrandogli che la vita può ancora riservargli delle sorprese.
Belle sorprese.
Torna a guardarla e mette una mano in tasca, sfiorando quel piccolo oggetto circolare appartenuto a sua madre.
- Sposami.
   
 
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