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Autore: SuperLuigiGalaxy    27/07/2014    3 recensioni
I personaggi di Super Mario destinati ai terribili Hunger Games! Questa che ho scritto è la mia prima fan fiction e riguarda una versione parodistica degli Hunger Games versione Fungosa!
In collaborazione con DebbyGattaTheBest.
Genere: Avventura, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La luce del sole passa a stento tra le fitte fronde degli alberi, agitate da un caldo venticello d’estate.

Questa è la stagione più favorevole alla caccia. Gli animali si stancano e si assetano più velocemente per il caldo, e io li attendo, come al solito, vicino al ruscello, l’arco in mano, con la freccia già incoccata, i sensi tesi fino all’inverosimile, pronto ad alzarmi di scatto, scagliare la freccia e a uccidere la preda prima che questa se ne renda conto.

Questo è uno dei pochi modi per procurarsi il cibo nel distretto 12.

Il mio travestimento mi lascia dei dubbi. Temo che sia troppo semplice scorgere un paio di occhi all’interno di un cespuglio, ma non è il momento di farsi questi problemi.

Finalmente, la futura cena per la mia famiglia si mostra: un coniglio si avvicina al torrente lentamente. I suoi occhietti tondi non mi inteneriscono, in fondo ho ucciso centinaia di suoi simili, e nulla gli impedirà di unirsi ai due scoiattoli che ho già collezionato oggi, i cui corpi morti sono legati per la coda alla mia cintura.

Tendo l’arco verso il terreno, pronto a sbucare fuori dal cespuglio, mirare velocemente e allentare la presa delle dita della mano destra sulla corda dell’arco, e infine ottenere altra carne per la cena di questa sera.

Sono pronto a balzare fuori, quando sento una presenza alle mie spalle:

-Sarà un altro scoiattolo.- dico tra me e me con un tono di voce impercettibile.

Poi, il “qualcosa” mi sfiora la schiena, e allora dimentico tutto: il coniglio, l’appostamento, e mi volto di scatto con l’arco ancora teso verso quello che credo sia qualcosa di molto pericoloso, sto per scoccare la freccia, ma mi fermo all’istante quando riconosco una voce familiare:

-Abbassa quell’arco, volevo toglierti il ragno che hai sulla schiena!-

Inizio a urlare contro Debby senza accorgermi che faccio scappare non solo il coniglio, ma tutti gli animali presenti nel raggio di un paio di chilometri.

-Ma che ti è preso? Era necessario spaventarmi così per uno stupido ragno?-

Debby è terribilmente tranquilla, e continua a squadrarmi con uno sguardo di chi dice: “che sarà mai, non è una tragedia” e questo mi manda ancora più in bestia. Poi risponde:

-Al contrario di te ho un buon bottino oggi… e secondo i patti dobbiamo dividere il tutto. Quindi datti una calmata.-

Smetto di urlarle contro e cerco di immaginare cosa può aver preso di tanto grande, e quando estrae dallo zaino la sua preda, rimango a fissare con lo sguardo ebete l’enorme cinghiale morto che si para davanti a me, con un coltello piantato nella fronte fino all’impugnatura.

Non mi chiedo nemmeno come abbia fatto a infilarlo nello zaino, so soltanto che lei può.

La rabbia passa subito alla vista di quella gigantesca fonte di cibo, e

tranquillizzato, inizio ad avviarmi verso casa.

 

Il mio nome è Peter Evergreen, vivo nel Distretto 12 che non è altro che un ammasso di catapecchie che cadono a pezzi. È uno dei distretti più insignificanti, per Fungopoli.

Vi vivono esclusivamente umani, che per la capitale non sono altro che lavoratori instancabili per estrarre carbone dalle miniere.

Le condizioni di vita sono tra le peggiori di tutta la nazione: i salari dei minatori, ai quali mi unirò quando sarò maggiorenne, non bastano per mantenere le famiglie, e molti, compreso me, si guadagnano da vivere grazie al mercato nero o con la caccia illegale, a volte, come nel mio caso, con entrambi.

Vado tutti i giorni nei boschi intorno al distretto per trovare qualcosa da mangiare o da barattare, e grazie alla mia abilità con l’arco tiriamo avanti a fatica, ma non moriamo di fame, come succede troppo spesso a molte persone.

Debby Twohorns, è come me un’abile cacciatrice, che al contrario di me, è una schiappa con l’arco e le frecce, ma abilissima con coltelli e lame di ogni tipo: è in grado di centrare un bersaglio –come il cinghiale di oggi- a distanze incredibili, semplicemente lanciando un coltello.

Oltre al nostro, ci sono anche altri undici distretti, sempre e comunque al soldo di Fungopoli: Si sa poco di ciò che c’è fuori dal 12, ma ho sentito dire che nei distretti più ricchi, come l’1 o il 2, si vive quasi come a Fungopoli.

Però conosciamo meglio i distretti più vicini a noi, come l’11, sebbene nessuno sia mai uscito dai confini, sappiamo che fornisce i prodotti dell’agricoltura, da ortaggi a frutta di ogni tipo, e che ci vivono le creature più sfruttate di tutta Baguetten, molto peggio di noi umani, costretti a  lavorare ogni giorno e soprattutto di notte, visto che sono dotati di una particolare vista notturna, e si sono adattati perfettamente all’oscurità: noi li chiamiamo Oscuri.

Neanche nei distretti intermedi come il 5 si vive dignitosamente: gli Yoshi che lo abitano non hanno un impiego unico, ma questa razza è molto presente anche nella stessa Fungopoli, dove sono usati come cavalcature o bestie da soma.

Tra i distretti più poveri, anche se si vive sempre meglio che da noi o nell’11, c’è il distretto 8, abitato da Toad che vengono usati per produrre medicinali e torte: nessuno ha mai capito la relazione tra le due cose, neanche la capitale.

 

Mentre ridiamo e scherziamo sul modo in cui Debby ha fatto fuori qual cinghiale –lanciando un pugnale a casaccio-, mi ricordo che oggi non è il giorno adatto per ridere e scherzare sul modo in cui Debby ha fatto fuori quel cinghiale –lanciando il pugnale a casaccio-, e cambio completamente discorso:

-Piuttosto…lo sai che giorno è oggi…?-

-Nessun ragazzo di nessun distretto può permettersi di dimenticarselo…-

Mi risponde lei assumendo un espressione preoccupata, poi mi chiede:

-In quanti biglietti c’è il tuo nome in quella boccia di vetro?-

- Sessantadue. Era meglio rinunciare alle forniture che ho preso l’anno scorso. E tu?-

-Io? quattro volte, perché?-

-Cosa? Solo quattro? Non hai preso delle forniture?-

-Certo che le ho prese!-

E se ne va verso casa sua senza aggiungere altro.

Ormai la conosco bene. È una ragazza strana, mi sono arreso all’idea tempo fa, quando l’ho conosciuta:

 

Giravo tranquillamente per il bosco, quando un sonoro “Ehilà!” mi fece sobbalzare. Mi guardai intorno e la vidi, appesa a testa in giù per una caviglia da un enorme cappio. Tagliai la corda con un sasso affilato e le chiesi:

-Come ci sei finita in quella trappola?-

-Era per catturare un drago, ma ho sbagliato qualcosa…-

-Un drago? Non esistono i draghi!-

-Bè, prima o poi Fungopoli li creerà in laboratorio, e ho sempre desiderato cavalcarne uno… Comunque mi chiamo Debby, tu saresti…?-

-Peter, piacere di conoscerti!-

 

Anch’io mi dirigo verso casa, con uno scoiattolo e mezzo cinghiale che basteranno per una settimana.

Intanto, ripenso a ciò che mi aspetta oggi pomeriggio: la falciatura. Ogni anno, in ogni distretto di Baguetten si tiene una pubblica estrazione a sorte, che decide quale ragazzo e quale ragazza verranno spediti a partecipare ai Mushrooms Games.

Un’arena, ventiquattro tributi, ventitrè morti, un solo vincitore. Queste sono le parole chiave di quello che per quegli sfruttatori di Fungopoli non è altro che il reality show più atteso di sempre.

Si svolgono da centoquarantotto anni, dai tempi della fine della Rivolta, durante la quale il Distretto 0 è stato completamente distrutto, i dodici distretti rimasti sono stati obbligati, ogni anno, a sorteggiare due ragazzi, i tributi, a combattersi in un’arena sterminata finche non rimane un unico vincitore.

E quest’anno, la terza volta che sono costretto a partecipare alla falciatura, sono terrorizzato dal pensiero che ci sono ben sessantadue possibilità che stavolta tocchi a me.

Arrivo a casa con l’ansia a mille, e non faccio caso nemmeno ai miei genitori che mi chiedono dove ho preso quell’enorme cinghiale tagliato a metà per lunghezza, perché io e Debby abbiamo trovato questo accordo per non litigare su chi doveva prendere la testa e chi…la parte che non è la testa.

Frugo nell’armadio per trovare i vestiti che più odio fra tutti quelli che ho: una camicia azzurra e un paio di jeans: è così che mi vesto tutti gli anni per la falciatura, che si tiene appena tra un paio d’ore, durante le quali la preoccupazione e l’ansia salgono a livelli vertiginosi.

 

Quando esco da casa, sono pettinato, profumato, lavato e con la camici appena stirata addosso, che in breve tempo è già infradiciata dal mio sudore, e insieme alla mia famiglia, mi dirigo verso la piazza centrale.

Come tutti gli anni, è stato eretto un palco, sul quale, ai due angoli, si trovano due sfere di vetro, piene di biglietti di carta ripiegati, con dei nomi scritti sopra. In quella dei ragazzi, all’angolo sinistro, c’è il mio nome in sessantadue biglietti diversi.

La piazza è già piena di possibili tributi, divisi in due perfetti schieramenti, uno di ragazze e uno di ragazzi, alcuni sul punto di svenire, alcuni che non danno a vedere la propria preoccupazione.

Mi sistemo in un angolo della fila dei ragazzi e cerco con lo sguardo Debby, e la vedo al centro della fila con espressione annoiata, che gioca pigramente con uno yo-yo. Vorrei urlarle che la sua tranquillità mi dà sui nervi, ma la piazza è sorvegliata da Attaccabrigatori armati fino ai denti appostati a ogni angolo.

 

Sale sul palco l’annunciatrice di sempre, che ogni anno da dieci anni chiama su quel palco i tributi: Lilly Koopa, che prende subito il microfono e annuncia:

-Buongiorno, Distretto 12! E felici Mushrooms Games a tutti!-

Come sempre, silenzio di tomba sulla piazza: nessuno applaude, in quanto qui i giochi sono visti come effettivamete sono: uno sterminio di massa.

-Come sapete, i giochi hanno raggiunto la loro centoquarantottesima edizione! Sono impaziente di sapere chi saranno i tributi di quest’anno…-

Se quei soldati in divisa nera non puntassero una mezza dozzina di fucili da cecchino sulla piazza dai terrazzi del Palazzo d’Ingiustizia, sarebbe bastato questo commento per far scoppiare una manifestazione.

-…e non dovrò aspettare molto per scoprirlo!-

Continua Lilly, avvicinandosi alla sfera di vetro di destra, quella delle ragazze.

Cala lentamente la mano sinistra nel contenitore e agita lentamente i fogli di carta, come se ne stesse cercando uno in particolare, continuando a guardare il pubblico con un largo e irritante sorriso.

Finalmente ne estrae uno, lo dispiega lentamente, inizia a leggerlo, e in un istante il suo sorriso si trasforma in un espressione stupita e infastidita allo stesso tempo. È chiaro che non riesce a leggere il nome scritto lì sopra. Squadra il biglietto allontanandolo o avvicinandolo agli occhi, ruotandolo o mostrandolo al cameraman lì  vicino, che come lei non capisce che cosa ci sia scritto.

 

Passano i minuti, e la mia impazienza che adesso ha rimpiazzato momentaneamente la paura prende il sopravvento e mi allontano dal mio posto urlando:

-Vogliamo darci un taglio? Lo leggo io quello stupido biglietto!-

In un istante vedo i puntatori laser di tutte le armi della piazza che mirano me, quando Lilly dice nel microfono:

-No, no, lasciatelo venire, forse lui riesce a leggerlo!-

Le lucine rosse che ho puntate su tutto il corpo si ritirano, e io mi muovo a passi decisi verso il palco, salgo gli scalini, strappo il biglietto di mano a Lilly e lo fisso per cercare di leggere l’incomprensibile grafia con cui sono scritti nome e cognome di una delle ragazze presenti.

Il sollievo per essere finalmente riuscito a leggere quella scritta viene sostituito in una frazione di secondo da tristezza e incredulità quando annuncio quel nome:

-Debby Twohorns.-

Debby assume la mia stessa espressione, lo yo-yo le cade di mano e lentamente si avvicina al palco e si siede su una sedia indicata da Lilly e fissa il pubblico, con lo sguardo vuoto e la bocca spalancata, tipiche di chi ha perso in un attimo tutta la sua sicurezza.

Anch’io non sono da meno, ma devo risvegliarmi quando l’annunciatrice mi chiede:

-Visto che ci sei, puoi leggere anche l’altro nome?-

Estraggo un biglietto dall’altra boccia di vetro e la mia disperazione raddoppia, anzi triplica, quando leggo il nome: Io

Annuncio al pubblico:

-Io!-

Commento d'autore:

Questa è la mia prima fan fiction in assoluto! Ho deciso di creare questa parodia dopo aver letto HG, che Debby mi ha spronato a leggere. Dopo aver finito entrambi di leggere, ci siamo decisi a creare questa parodia stile Super Mario dal momento che entrambi lo adoriamo ( W Luigi!)! Il testo è mio ma la trama è nata dalla collaborazione con DebbyGattaTheBest. Spero vi abbia appassionato e che continuerete a leggere i prossimi capitoli! Ora vi saluto.

~SuperLuigiGalaxy

   
 
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