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Autore: Andromeda Lair    28/07/2014    3 recensioni
Una ballerina e il suo ultimo spettacolo, ciò che prova in uno dei momenti di svolta più importanti della sua vita.
L'ho scritta per una delle mie più care amiche, che purtroppo ha lasciato la danza nonostante ne fosse perdutamente innamorata.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una linea di eye-liner e un velo di rossetto sulle labbra, gli ultimi ritocchi ed era pronta. Si guardò allo specchio e sorrise, ma quello non era un vero sorriso, era tirato e la tensione era chiaramente leggibile sul suo volto. Sospirò. Quella sarebbe stata l’ultima volta, poi si sarebbe lasciata tutto alle spalle, si sarebbe sbarazzata di quel mondo tanto bello quanto difficile.
Era stato parte di lei sin dalla nascita, aveva segnato periodi della sua vita, scandendo il tempo di sedici anni e dandogli un ritmo quasi frenetico.

Improvvisamente si rivide bambina, i capelli biondi legati in uno chignon e il sorriso sulle labbra, e le tornarono in mente tutti i pomeriggi passati in quella stanza, davanti allo specchio che occupava tutta la parete, tutte le volte in cui si era slogata una caviglia o fatta male in qualche modo, ogni sgridata, ogni complimento, ogni competizione, tutto ciò che le era successo fino a quel momento. Il tempo era passato così in fretta che quasi non se ne era accorta ed erano successe talmente tante cose… Una voce interruppe bruscamente il filo dei suoi pensieri.

“Arianna! Ci sei?“ esclamò una ragazza facendo capolino da dietro la tenda. “Wow… Sei mozzafiato.” disse poi. Arianna aveva lo sguardo perso e, notandolo, la ragazza le si avvicinò.
“ Vieni dalle altre, stiamo per iniziare.”

“Sì.“ rispose Arianna, con in viso lo stesso sorriso tirato di prima. Dire che era nervosa non sarebbe stato abbastanza. Mentre camminava nel corridoio, il cuore le batteva così forte che aveva paura che tutti potessero sentirne il rumore. Prese un  respiro a pieni polmoni. Tremava. Ancora una volta. Per l’ultima volta si disse.

Appena dietro le quinte le sue compagne la assalirono con un coro di voci confuse.

“Sei bellissima!“
“Farai un figurone là fuori!“
“Sei tesa?“
“Vuoi un po’ d’acqua?“

Fortunatamente erano sempre state un gruppo abbastanza unito, salvo rari casi, ma quella situazione la metteva a disagio. Essere al centro dell’attenzione non era proprio uno dei suoi hobby preferiti.
Con suo sommo sollievo, fu salvata dal battito di mani dell’insegnante. “Su ragazze, lo spettacolo comincia. Ai vostri posti.“ disse sorridendo.
Le ragazze si guardarono e quella che aveva accompagnato Arianna parlò per prima.

“Facciamolo. Tutte insieme, per l’ultima volta.”

Tutte annuirono.

“Si va in scena allora!”

Ognuna di quelle ragazze prese posizione sul palco e, appena tutte furono ai propri posti, il sipario si alzò.
La platea era strapiena, affollata di persone di ogni età. Il cuore di Arianna tremò per una frazione di secondo, poi  le luci si abbassarono e la musica diede inizio all’esibizione. Mosse un passo in avanti e per i primi minuti seguì la coreografia meccanicamente, il corpo rigido e la mente sotto pressione.

Poi si sciolse, e il corpo cominciò a muoversi in modo più fluido e senza seguire la logica della mente. Certo, ricordava i passi alla perfezione, ma era il cuore a fare da guida, quel cuore insicuro e tremante che aveva paura di lasciarsi alle spalle qualcosa d’importante. Aveva paura sì. Paura di lasciarsi sfuggire un passato ed un presente a lei cari, paura di stare facendo la scelta sbagliata. Ma Arianna sapeva che quello non sarebbe stato il suo futuro e non voleva precludere ad altri la possibilità di realizzare il loro sogno. Lei aveva altri progetti per il domani.

Mentre si spostava sul palco, era consapevole che il suo corpo non avrebbe mai dimenticato quei movimenti, né quelle melodie, né quelle sensazioni. I piedi che strusciano sul legno del palco senza produrre un unico suono, la stoffa del costume che sfiora la pelle, le gocce di sudore che la imperlano, i muscoli tesi e scattanti pronti per il passo successivo.
E piano piano entrava in un mondo tutto suo. Non esisteva nient’altro al di fuori di un sentiero tracciato dalle note, ora lente ora veloci, della melodia, una dimensione a parte dove esistevano solo lei ed il suo corpo, in perfetta armonia.

Mano a mano che il tempo scorreva, il respiro si faceva più pesante e affannoso, il cuore batteva più veloce. E non era solo colpa dello sforzo fisico. La invase una tristezza indicibile, che mai aveva provato prima. Ma siamo sempre tristi quando finisce qualcosa, no? Un film, un libro, un’amicizia, un amore. Per lei finiva una parte della sua vita, qualcosa di così grande da non poterlo immaginare.
Se fosse diventata una ballerina, di quelle che girano il mondo visitando i più grandi teatri, l’avrebbe fatto solo per amore della danza.

E per questo amore pianse, ma pianse in silenzio, senza farsi notare.
Le lacrime sulle sue guance sembravano la rugiada che si posa al mattino sui petali di un giglio, e quando cadevano a terra diventavano piccoli diamanti dal valore smisurato. Perché le emozioni sono più preziose persino del platino, soprattutto la tristezza.

Mancavano pochi secondi alla nota di chiusura, rimaneva solo una cosa da fare. Un ultimo passo in avanti per tornare in posizione, trovare qualcosa che potesse amare altrettanto e potesse riempire – almeno in parte – il vuoto che si era venuto a creare dentro di lei.
Perché la vita continua, il mondo continua a girare, comunque e nonostante tutto, e l’unica cosa che gli umani possono fare è crearsi un sogno, ogni volta uno nuovo. Lei quel sogno ancora non lo aveva, ma sapeva che davanti a lei c’era una distesa di fogli bianchi, che aspettavano solo di essere scritti. Sapeva anche che ci sarebbero stati momenti belli e brutti, per questo avrebbe aspettato che quella tristezza se ne andasse per dare inizio a qualcosa di totalmente nuovo.

Emozioni, amicizie, amori, pianti, sorrisi e tanti, tanti ricordi. Era tutto davanti a lei, chiaro e luminoso. Con decisione fece un passo.
E così era finita, con una nota, un inchino, una lacrima, un sorriso e uno scroscio di applausi che sembrava dire addio, ma allo stesso tempo era un caloroso benvenuto.
 
  
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