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Autore: gaeshi    28/07/2014    0 recensioni
"Come stai?" è ben diverso da "Come va?". Smuove una parte di noi più profonda e interna, e merita un'attenzione particolare che non tutti riescono a dare.
Piccola analisi notturna di questa coppia di parole e del loro immenso potere.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiediamo sempre “Come stai?”, ma dovremmo essere pronti a sopportare il peso di una risposta.

Vogliamo che ci chiedano come stiamo, ma non sempre siamo in grado di rispondere.

“Come stai?” è molto diverso da “Come va?”.

“Come va?” è in generale: la vita, il mondo, come si muove attorno a noi.

“Come stai?” è come sei tu, all'interno. Sotto la maschera, oltre la superficie calma e piatta del lago.

Come stiamo non è qualcosa di cui è sempre facile parlare.

Le convenzioni sociali ci impongono di chiedere fin da subito come vada, e le risposte possono essere variabili. Tutto bene grazie, mah non mi lamento, sopravvivo. Nessuno chiede come vada all'inizio della conversazione perché vuole veramente sapere in quel momento come stia andando.

Chi vuole davvero sapere come stai aspetta. Parla, chiacchiera d'altro, ti dice quello che doveva dirti, poi si prende del tempo in più e te lo dedica. C'è una leggera pausa nella conversazione, prima della vera domanda, una pausa che chi ti vuol bene aspettava per poter sapere come stai. Ma veramente.

È in quel momento che puoi scegliere; se ne hai poca voglia, accenna solo qualcosa. Dì che non vuoi parlarne, se c'è stata quella pausa l'altro è pronto a questa risposta, e aspetterà.

Se invece ne hai bisogno, smuovi le acque; qualche onda è già stata sollevata, la conversazione è avviata. Un sospiro, un monosillabo di risposta, tanto per cominciare a tirare fuori quello che hai dentro e che le acque smosse ora mostrano. Magari il bicchiere è mezzo pieno, o la schermata del computer ha già una lunga barra di scorrimento.

“Come stai?” è una faccenda seria. Complicata, come tutti gli esseri umani.

Non necessariamente è una cosa brutta, oh no. Si può anche stare bene, si può essere felici per qualcosa o per un periodo positivo, in generale. Si può stare male, per motivi stupidi o drammatici, e tutti questi alterano il nostro stato.

“Come va” sta all'inizio, “come stai” in mezzo.

Collochiamoli bene.

  
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