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Autore: New Red Eyes    28/07/2014    3 recensioni
Sette chiavi planetarie.
Sette nuove guerriere.
Sette nemici da sconfiggere.
Una nuova storia sta per cominciare; la Terra è nuovamente in pericolo e solo Lei può salvarla. Ma per risvegliarla dal suo sonno millenario serviranno tutto il coraggio, la forza d'animo, la scaltrezza, lo spirito di sacrificio, la pazienza, l'abilità e la testardaggine delle nuove Sailor.
Un ringraziamento speciale a PinkPhanterLady, per la sua pazienza, i suoi consigli e l'aiuto, ma soprattutto per l' idea dei Vizi Capitali.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Nuovo personaggio | Coppie: Chibiusa/Helios
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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-Kahita sconfitta dalla nuova  Sailor Jupiter; Sana, dalle novelle Sailor Sun e Sailor Venus, Ankha prima da New Sailor Mars e poi anche da New Sailor Mercury.- elencò con precisione glaciale mentre le demoni nominate tremavano nel sentirsi chiamate in causa.
-Mia signora…- iniziò l’ultima donna con la bocca piena, ma venne zittita da un’occhiata sprezzante di Zohoria, che ringhiò :-Taci, buona a nulla!-
La ragazza incappucciata non disse niente, ma strinse le labbra con fare contrariato.
La sua rabbia e la sua frustrazione erano quasi visibili, come un’aura silente che si dipartiva dal suo corpo in onde e tentacoli magnetici, capaci di assoggettare tutte le volontà più deboli della sua al suo volere.
Come quelle le demoni, che parevano ormai incapaci di articolare un solo pensiero in sua presenza.
-Andatevene. Sparite!-
Le sue parole parvero scintille nella penombra che la circondava. Le servitrici obbedirono, felici di sottrarsi alla sua inquietante presenza.
Ormai erano irrimediabilmente sotto il suo controllo.
Tutte, meno una.
 
Dopo che anche Niho, trascinata fuori da Eris, ebbe lasciato il salone,  la ragazza incappucciata si concesse un po’ di tregua. Anche lei aveva bisogno di riposo, specialmente dopo tutto ciò che era successo.
Decise di salire nella sua stanza, l’unico posto, insieme all’enorme terrazzo del castello, in cui si sentisse a suo agio in quel castello così vuoto. Imboccò una porta laterale dietro quello che ormai era diventato il suo trono e attraversò il  corridoio parzialmente rischiarato dalla luce che filtrava dalle vetrate  laterali che davano sul grande roseto esterno.
Non degnò nemmeno di uno sguardo gli arazzi della parete opposta; anzi, sembrò quasi accellerare il passo alla vista della luna nera su sfondo bianco, viola, oro o rosso.
I suoi passi veloci riecheggiarono nel cupo silenzio del palazzo; finchè, salito anche l’ultimo gradino della scala a chiocciola,  raggiunse la cima della torre ovest e quindi la sua camera, una stanza circolare e ampia, arredata in modo essenziale.
Il soffitto, a cupola, raffigurava  un cielo notturno  punteggiato di stelle dorate,  ma, stranamente, mancava la Luna. Appoggiata ad un lato, un’enorme libreria traboccanti di vecchi libri, mentre all’opposto vi erano  due ampie finestre ad arco, per illuminare il più possibile la stanza.  Sulla destra prendeva posto il letto a baldacchino, su cui la giovane donna si lasciò cadere stancamente.
Affondò tra le coltri  rosa antico, lasciando che i suoi capelli si perdessero in quel colore. Aveva bisogno di far scorrere il tempo senza dire o fare nulla, senza nemmeno dover pensare.
Si stava…consumando.
E non era  una cosa piacevole.
Si sentiva stanca; come se le fossero piombati addosso cento e più anni di maledizioni, come se catene invisibili la stessero soffocando,  come se il sangue nelle sue vene stesse rallentando sempre più, fino  a fermarsi…
Sospirò, raggomitolandosi su sé stessa nonostante le lunghe vesti l’impacciassero un po'.
Se lei fosse stata lì, le si sarebbe avvicinata e le avrebbe accarezzato i capelli, sciogliendo quei fastidiosi nodini con le dita, e l’avrebbe rimproverata per quei pensieri così sciocchi e l’avrebbe fatta ridere e alzare da quel letto nel giro di un secondo, le avrebbe proposto di sgraffignare i biscotti appena sfornati da Luna e lei avrebbe accettato,  sarebbero state beccate come sempre e avrebbero riso…
Quanto le mancava.
Quanto le mancavano gli scherzi, i sorrisi, le urla, le battaglie con i cuscini, gli allenamenti, le confidenze, tutto.
Perché lei adesso non era più niente.
Perché lei adesso era sola.
 


Come sempre, correva.
Il salone delle feste, la sala del trono, i giardini interni…tutto scorreva intorno a lei.
Non sapeva da quanto tempo, né quanto ancora le sue gambe avrebbero resistito.
Ma quella – questa – volta non era caduta.
Neanche quando aveva svoltato su per le ripidissime scale che portavano al terrazzo.
Aveva continuato a correre, nonostante tutto, e l’avrebbe raggiunta!
Era vicina, così vicina da poter distinguere il rosa pallido dell’abito da quello più scuro dei capelli, quasi un magenta.
Un delizioso batuffolo, a vederla.
Ma quando si girò verso di lei, non riuscì a trattenere un grido d’orrore.
Il volto roseo e paffuto che conosceva era deformato in un espressione indefinibile; un misto di dolore, rabbia, paura, odio e risentimento che ogni volta la sconvolgeva.
Inciampò e fu costretta a rallentare.
La pregò di fermarsi, ma come sempre lei  non l’ascoltò e continuò la sua folle corsa senza meta.
Si lasciò cadere a terra, sul freddo, lucido  pavimento della Sala degli Specchi, e pianse.
Niente, niente tutto ciò che l’attorniava non era niente.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterla riabbracciare e poterle dire che le dispiaceva…ma farlo sarebbe stato come ammettere al mondo la verità.
E il mondo non doveva sapere, sarebbe stato troppo difficile da spiegare.
Attorno a lei, brandelli di voci si sovrapposero e confusero in una danza macabra.
E’ successo stanotte…una disgrazia per il regno…è ancora troppo giovane…cosa faranno a questo punto? …c’è il bisogno di un tutore…deve crescere subito, non c’è più tempo!...andare avanti sarà difficile…per il bene del regno deve prendere lei il potere…ha solo ventidue anni!...devi metterci tutta te stessa, o non ci riuscirai!...tralasciare tutto il superfluo…mente pulita, anima pulita…
Le avevano tolto tutto quello che aveva di più prezioso, l’avevano svuotata.
Pianse ancora, mentre l’oscurità si richiudeva su di lei.
 
Non l’avrebbe mai più raggiunta.
Perché ormai l’aveva persa  per sempre.
 
 
 
*Mensola dell’Autrice*
 
Innanzitutto qualche spiegazione: la prima a parlare è, come detto, la ragazza incappucciata; che sente di vivere in un incubo che ormai è diventato la sua realtà quotidiana  e da cui non può sfuggire se non addormentandosi e quindi tuffandosi nei ricordi della sua “vita passata” che vede sotto forma di sogni.
La seconda parte si riferisce all’attuale regina di Crystal Tokio, che, all’opposto, durante il giorno si lascia travolgere dai mille impegni che derivano dalla sua posizione per dimenticare, ma, durante le ore di sonno sprofonda negli inquietanti ‘riflessi’ di un passato allo stesso tempo vicino e lontano.
Questo capitolo può essere considerato inutile come il più importante di tutta la long, dipende dalle chiavi di lettura; io dico solo che si tratta di un’introspezione (a mio parere necessaria) dei due personaggi principali, che restano nell’ombra per quasi tutta la prima parte  della fanfiction  ma che proprio dall’ombra tirano le fila di tutta l’intera  storia nonché della maggior parte dei personaggi che agiscono in prima persona.
Lo dico ora, anche se forse avrei dovuto dirlo prima: io ho visto le prime tre serie dell’ anime di Sailor Moon, ho sentito parlare anche della versione del manga (che però, purtroppo, non ho potuto leggere) e ho remixato il tutto, aggiungendo ovviamente la mia fantasia e le mie convinzioni personali.
Quindi, tutto ciò che leggete è la fusione di anime, manga, film, special, miei headcanon e cose che son saltate fuori così ma che ho voluto inserire comunque, sperando di creare qualcosa di originale e tuttavia armonico.
Io mi sono davvero divertita a cercare su Wikie, a prendere appunti, a fantasticare su i ‘miei’ personaggi, che; no, in realtà non sono miei!, ma che dopo tutto questo tempo e questa faticosa crescita (sia mia che loro, beninteso!)  sento anche un po’ miei.
Sono davvero felice di aver trovato loro un nome, un carattere, un volto quando non l’avevano; mi sono divertita ad immaginarmi le loro reazioni a determinati eventi, il loro modo di agire e parlare, perfino i loro vestiti e i loro hobby…perché no; forse anche le loro manie!
Spero solo che questo mio piccolo grande lavoro nascosto possa incuriosirvi e magari anche piacervi.
E’ strano, eh? Questo probabilmente andava all’inizio, dell’intera storia.
Ma io sono fatta così, bastian contrario di natura, e credo che questo sia il vero inizio della fanfiction, che finalmente riparte con tanto di esplosioni varie fuochi artificiali (basta vedere il capitolo precedente….spero che Melania possa mai perdonarmi per lo scontro con Zohoria!).
E allora, non saprei che altro dire se non : ripartiamo insieme, tutti insieme!
Le vecchie e nuove Sailor, i lettori, le ragazze del gruppo, chi entra anche solo per sbaglio, le due  regine misteriose, il nuovo Milord, Diana e gli altri, e sì, anche i Vizi Capitali, chè senza di loro questa storia non sarebbe come la conosciamo.
Are you ready? Let’s go!
                                                                                     
 
NOTE :
 
Capitolo 0 (Prologo) :  riscritte piccole parti e/o cambiati alcuni dettagli, corretti errori ortografici e di battitura.
 
Capitolo 1 :  rivisto e corretto, aggiunte le traduzioni dei nomi dei personaggi e le note relative al testo. Ah, e ho pure cambiato il titolo!
 
Capitolo 2 : riscritta la Mensola dell’ Autrice, aggiunte spiegazioni, corretti errori di battitura.
 
Capitolo 3:  rivisto e corretti errori di battitura.
 
Capitolo 4 :  riscritta la prima parte e la quella dedicata a Raito, aggiunta l’immagine di Inori.
 
Capitolo 5: rivisto, corretti errori ortografici e di battitura, cambiato il titolo in “Doppio attacco”.
  
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