Jonathan non sapeva cosa voleva dire vivere. Non aveva mai saggiato cose talmente belle come l’amore, la vera amicizia, né brutte come il dolore e la sofferenza. Si rende conto, seduto su quel letto, mentre fissa il soffitto bianco latte, di averne paura. Insomma, se non era stato all’altezza di un’esistenza da assassino, come può essere all’altezza di vivere appieno la vita? In quelle poche ore che aveva passato da solo, si era fatto 300.000 domande a cui aveva trovato 0 risposte. La verità, pensa, è che non conosce nulla del mondo, nulla della vera vita,e ora, si chiede, come farà a trovarsi un posto nel mondo. Sta giusto cercando una risposa quando entra Clary. Jonathan non ha mai visto sua sorella in abiti che non siano la tenuta da Cacciatrice e le pare più bella che mai. Ha sempre negli occhi quello sguardo altero e fiero che fa di lei una Morgenstern, ma i lineamenti sono dolci, sinuosi, da Fairchild, come la loro madre. << Clary… >> accenna lui, timido. << Jonathan >> fa Clary, sbrigativa. << So che stai meglio e ne sono felice. E’ davvero bello che tu sia qui. >> dice. Lui si chiede se stia dicendo la verità. Come può dire una cosa del genere, dopo tutto quello che le aveva e che aveva fatto a tutti? << Dici sul serio? >> le chiede, infatti. << Certo. So che Jace ha già parlato con te. So cosa ti ha detto e concordo con lui, Jonathan. Quello che eri è acqua passata. Ora devi pensare al presente. Non sei più quello di prima. >> risponde lei, fissandolo attentamente. << Ma tutte le persone che ho ucciso o a cui ho fatto del male non tornano indietro. Perché dovrei tornarci io? >> ringhia lui. << Per Raziel, Jonathan, quello non eri tu. Quello era Sebastian. TU non sei Sebastian. Sebastian era infettato dal sangue di demone per colpa di nostro padre, Valentine, era un assassino e faceva cose orribili ma non era colpa sua, capito? Tu non sei Sebastian. Tu sei Jonathan Morgenstern e sei mio fratello. Qui conoscerai molte persone che ti tratteranno per la persona nuova che sei e che diventerai, non per ciò che sei stato. >> dice Clary, poi gli sorride e gli scosta i ricci bruni dal viso. Lui ricambia il sorriso, sente un calore nel petto mai provato prima. Poi la porta si spalanca e Magnus e Jace fanno il loro ingresso. << Come ti senti, Jonathan? >> chiede Magnus. << Oh, molto meglio >> risponde lui, notando lo scambio di sguardi tra Jace e sua sorella. << Bene, allora direi che puoi levare le tende. Voi due, farete gli innamorati dopo. Portatelo a fare un giro, fategli vedere tutto e dategli una bella stanza. Ci vediamo più tardi. >> . Aveva parlato velocemente, come se gli costasse fatica. Jace articolò in silenzio a Clary “Alec”. Lei sorrise. I problemi di coppia dello stregone erano risaputi. Jonathan si alza, lentamente, si tiene per la spalla di Jace, il quale manda a chiamare un servitore per far portare gli effetti del ragazzo nella stanza 21. << Avrai la 21 >> gli dice << A me è sempre piaciuta. C’è un panorama bellissimo. E poi io sono nella 20 e tua sorella nella 22. Siamo gli unici sul piano. Ci sarà da divertirsi! >> ride. Jonathan si unisce a lui, si sente rincuorato. Clary li raggiunge un attimo dopo. << Ho sentito tutto. La discoteca sul piano te la sogni, Jace. E tu, te lo dico prima, non iniziare ad assecondarlo, o non si fermerà più. >> dice, ma ride anche lei. Jonathan si ferma. << Tutto bene? >> chiede Jace. <
ANGOLO AUTRICE
Siamo al quarto capitolo e abbiamo visto Jonathan ambientarsi più un problemino per i nostri Malec. Ringrazio chi legge la mia storia e chi recensisce. A quest'ultimo proposito, vi prego, qualche recensione o commento non fa mai male, accontentatemi. Al prossimo capitolo!!