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Autore: Cloud394    28/07/2014    0 recensioni
Durante i meravigliosi anni '60, Eleanor è sola come tanti giovani ragazzi di quell'epoca, vuole essere indipendente, cerca la libertà così dalla romantica Parigi migra a Londra in cerca di libertà, uguaglianza ma soprattutto di sé stessa.
**Avviso**
La storia non è originale, ho fatto un errore. Questa è una fanfiction sui Beatles, spero che non mi segnaliate la storia e spero anche che se c'è qualche fan dei Beatles potesse leggerla. Grazie mille
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chiudo la chiamata dalla cabina telefonica esco, sono a Liverpool. Mi guardo in giro. Questa è la cittá dove sono cresciuti i Fab Four, i meravigliosi quattro. Gli straordinari quattro che io adoro e ammiro dal profondo del mio cuore, nulla togliendo ai Rolling Stones..o ai The Doors.. Cammino per un po', vado in cerca delle loro case d'origine, mi commuovo un po' anche se non è bello vedere le altre fan ridacchiare come oche facendosi foto credendosi grandiose, ma io non me ne curo tanto. Lasciare Paul è una delle cose più difficili che io abbia mai fatto, lasciare Maxwell lo stesso.. ma lui non sa nemmeno che io l'abbia lasciato, sono partita senza dire nulla a nessuno, nemmeno a Pattie.. Non voglio darle preoccupazioni visto che deve sposarsi.. Sono così felice per loro, infondo glielo si legge negli occhi dell'uno e dell'altra.. li ammiro, nonostante tutto loro sono riusciti, loro hanno superato le peggiori cose.. sono favolosi.. tutto il contrario di me infondo..
Giá..io che non sono riuscita a tenermi una sola persona affianco, ma forse lui c'è sempre stato, lui è il primo che ha saputo di mio figlio, il primo che mi ha saputo consigliare, l'unico che sa che io sia qui.. L'ho sentito qualche ora fa al telefono, Dan mi ha detto di aver fatto la scelta sbagliata, ma io ho l'abbonamento alle scelte sbagliate, mi fermo davanti alla casa di Paul. Rimango nascosta nei cespugli, vedo il padre di Paul, Jim McCartney, che caccia le fan, mi nascondo tra le foglie cercando di mimetizzarmi, le ragazze vanno via, "Lo vedi tesoro? Quello è Nonno Jim, Jim McCartney, il papá del tuo papá" dico pensandoci, ma mi sento stupida parlare con un essere che deve ancora nascere, non m'importa, mi fa stare meglio parlare con il mio bambino, lui è l'unico che sará con me, forse l'unica persona che non mi lascerá sola. Mi rivedo io a cantargli una ninna nanna, io che gli prepararo la sua torta preferita, io che lo rimprovero per essere tornato tardi a casa..io che lo guardo crescere e diventare un uomo, un uomo che assomiglierá sempre più a suo padre, suo padre..l'uomo che amo e che amerò per il resto dei miei giorni.
Nuotando nei miei pensieri un ragazzo entra nel cancelletto dei McCartney mettendo le chiavi nella toppa, mi guarda e io lo guardo. Prendo una sigaretta spenta e la infilo tra le labbra, faccio finta di accenderla, lui mi guarda storto ed entra
Metto a posto la sigaretta e inizio a camminare per la cittá '' Amore, quello era lo Zio Mike, il fratello di papá" pensarlo mi fa stare bene, pensare che una piccolo cresca dentro di me mi terrorizza, mi rende felice ma molto spesso mi dimentico che adesso siamo in due.
Infondo il mio bambino non ha nome, non so nemmeno se sia maschio o femmina.. ma alcuni nomi ce li ho giá in mente, se è femmina Jaqueline, se è maschio Louis o James, essendo il primo nome di Paul. So giá che non incontrerá mai suo padre, che Paul non vorrá più vedermi, si dimenticherá di me nonostante mi abbia dichiarato il suo amore, nonostante l'avessi fatto anch'io
Jaqueline McCartney suona bene, anche Louis McCartney,  purtroppo anche loro avranno il cognome Morel, come il mio. Camminando ci sono persone che suonano, una ragazza mi colpisce. Ha una chitarra, i capelli riccissimi e rossi, le lentiggini sul viso. Suona divertendosi, ha le gambe accavallate,  muove il piede penzolante tenendo il ritmo. Ha un'armonica a bocca sul collo, le altre ragazze intorno a lei hanno dei cartelli con le scritte 'STOP WAR' oppure 'USA 0 WAR 1'  o anche 'PEACE!', sono colorati. Capelli lunghi, fasce intorno la testa e i pantaloni a zampa di elefante, gli Hippy, mi sembra di conoscerli così bene. Anche Maxwell lo è, anche Paul. Non lo fa capire nel vestirsi, nei modi, ma nel modo di pensare lo è. Sorrido,  li guardo, loro mi guardano di sfuggita ma io evito il loro sguardo girandomi,  mi siedo sulla panchina e prendo il mio blocco da disegno. Mi sembrano secoli che non prendo in mano un foglio e una matita, invece il mio ultimo disegno risale a stanotte durante il viaggio, non so dove dormire penso che alla mensa abbiano qualcosa. Sono anche incinta quindi spero che abbiano qualche posto letto, per il resto devo trovare al più presto un lavoro e una casa. Non qui, a New York. Ho comprato il biglietto e domani ho l'aereo, ma volevo passare da qui, volevo conoscere la sua vita da bambino, della sua famiglia. Il mio cuore non vuole lasciarlo andare, io non voglio lasciarlo andare. Se qualcuno dovesse vedere i miei disegni vedrebbe un album pieno di ritratti di Paul McCarney, eccolo, ho davanti la mia prima opera, ho immaginato mio figlio. Non ho immaginato un maschietto o una bambina, ma un neonato di cui non si capisse il sesso. Mi sono disegnata e ho disegnato anche Paul, un quadretto famigliare meraviglioso, ma impossibile. Il piccolo ha i capelli del papá gli occhi verdi miei,  il mio naso e le labbra piccole e leggermente carnose di Paul e la forma del viso simile a Jaqueline e Louis.
Finita l'opera la vedo, sfoglio velocemente il blocco, mi fermo a metá tra le pagine vuote, una scritta, prendo quella pagina. Un disegno, la riconosco è Jackie mia sorella. È fatta molto abbozzato, poi eccomi anch'io stilizzata, siamo io e lui che passeggiamo mano nella mano. Poi un testo scritto in modo ordinato, come consono da lui. "Hey Honey" ho un colpo, questa non è la scrittura di Louis è di Paul. Non m'interessa, cosa ci fa lì la sua frase,  il modo in cui mi chiama, mi cala una lacrima lungo la guancia, inizio a leggere il testo scritto da  Louis "Elean, so che riconoscerai la mia scrittura, so che non mi crederai con la testa dura che ti ritrovi, io sono dalla tua parte, anche se per alcuni versi non sono d'accordo con le tue straordinarie pazzie, papá voleva che diventassi un avvocato, un imprenditore, un dottore. Qualsiasi cosa che non fosse quello che amassi fare: un artista, così quando tu iniziasti m a disegnare ero entusiasta, per questo ci tennero a debita distanza da te. Questo non ha rafforzato per niente il rapporto tra me e te, mi sentivo segretamente con Jackie, che mi parlava di te come un ciclone di fantasia, un turbine di emozioni; che dovevano fermare per questo be..sei cresciuta così.. male, come noi del resto. Mi dispiace per Jackie, per te, per me.. è un ingiustizia. Ma nonostante tutto io credo in te e lo farò per sempre. Ti voglio bene Eleanor qualunque cosa accada." Rimango allibita, prendo l'album,  lo riaggomitolo tra le mie braccia e lo stringo a me. Inizio piangere da sola.
//////////
__________
-Paul Calmati-dice John
-Calmarmi?! Come posso calmarmi scusami?! Chissá dove è..non ce la faccio io vado.-
-Ma vai dove? Non sai nemmeno da dove ti ha chiamato!-
-La cercherò-
-può essere ovunque,  ascoltami Paul, forse vuole rimanere sola-
A queste parole Paul fulmina con lo sguardo John
-Sola?! Ma se voleva sposare quel deficiente!-
-Paul lasciala libera!- dice John quasi urlando sbuffando il fumo, dopo prende le sigarette e le getta aperte sul tavolino
-Prendi, siediti e calmati-dice John buttandosi sul divano con le scarpe sul divano, Paul le prende e si mette sulla poltrona. Mette le gambe sul bracciolo e si accende la sigaretta, tira la prima boccata es espira del fumo gettandolo per aria
-Aspetta un bambino da me.- dice Paul soffiando il fumo
-Bel colpo amico- dice John ridendo
-sai che divertimento quando Cynthia aspettava Julian eh..- dice Paul con la sigaretta tra le labbra
-Nonostante tutto la amavo..- dice John
-E adesso no?- chiede Paul guardandolo, John volta uno sguardo a Paul, inspira del fumo  
-diciamo che le cose non sono andate come avevo immaginato.- dice John con la sua solita aria strafottente    -Be caro amico, la maggior parte delle cose non vanno come ti immagini- dice Paul     
-No, le cose che penso io devono andare come voglio io.- dice John posando la sigaretta sul posacenere
-Poco viziato dalla zia eh- dice Paul, John lo guarda con le palpebre strette, si alza e va in cucina
-Tieni Paul!- dice lanciando la birra verso il divano, ma nessuno la prende e finisce sul pavimento. La porta aperta e un biglettino che come sua abitudine lascia sul tavolino come saluto.
-Cazzo, io come un coglione gliel'ho lanciata- dice John
-che palle- dice prendendo un'altra birra, si sentono le urla di un bambino che sale le scale
-cazzo..- lascia la birra per prendere al volo il piccolo
-Eh no Julian qui ti fai male-dice buttandolo sul divano per fargli il solletico
-Stai fermo qua che ci sono i vetri- dice John
////////////
________
Sono ancora su quella panchina da sola? No, sono in una chiesa a raccongliere il riso di un matrimonio, il mio matrimonio. Il mio matrimonio in cui non mi sono presentata.. sto sognando? No sei seduta sul riso gettato,  non sto fumando, nè ho sniffato, nè bevuto. Niente di tutto ciò, è solo che ho fame, molta fame. Leccandomi le labbra sento il sapore di fragole, buone le fragole.. Le vedo tutte intorno a me, ammiro ancora il ritratto della mia famiglia, accarezzo sul foglio quel bambino
-Bel disegno- dice l'ombra dietro di me, lo riaggomitolo in me e velocemente guardo terrorizzata la persona dietro di me
-Ti ho fatto spaventare scusami. Sai disegnare benissimo-dice lei sorridendomi, evidendemente sono sbiancata, fisso il cestino di fragole che un  ragazzo ha sotto braccio
-Hai fame? Dalle il cestino- dice lei  al ragazzo, per non sembrare davvero un animale dopo che ha poggiato il cestino di fronte a me, pian piano lo finisco senza accorgermene, lo stesso accade per il mio viso. Sento che le guance siano diventate di fuoco,  fantastico sto anche arrossendo!
-Grazie mille..scusatemi..- dico con la testa bassa, io ororgogliosa, testarda, abbasso la testa? Improbabile ma reale..   
-Non ti preoccupare so che sei incinta, ne hai bisogno.- dice lei aiutandomi ad alzarmi
-Mi perseguiti ?-le chiedo
-No l'ho capito, anche perché si vede ,sto studiando per diventare ostetrica quindi conosco i sintomi- dice lei  -Sarei contenta se fossi tu a far nascere il mio bambino- dico sorridendo
-sarebbe un piacere- dice lei mostrando i denti un po storti
-Scusami, il mio nome è Eleanor- dico porgendole la mano
-Anna, piacere mio- dice lei stringendola nella mia, ritorniamo nella panchina di prima, arrivano gli altri e si uniscono a noi,  all'improvviso anche Dan, mi saluta con un bacio sulla guancia e un abbraccio quasi stritolante, ma il ragazzo con i capelli neri gli tira una manica,  Dan gli volta uno sguardo penetrante, lui inizia a ridere. Ha i capelli neri e i tratti sottili, gli occhi sono a mandorla neri,vuno preme sulle labbra dell'altro. Mi fa una strana impressione per un momento, ma un attimo dopo me ne pento immediatamente, sento una strana dolcezza nel modo in cui si guardano Mi ricorda qualcosa, si e sai chi?
-Sei una patita dei Beatles?- mi chiede una ragazza con le trecce castane e gli occhi tondi
-ehm..si i primi disegni li ho fatti quando ero più piccola- dico
-Favolosi- dice la terza con i capelli corti e il naso ad uncino
-Questo è il padre di tuo figlio- dice indicando Paul sul foglio dove ci siamo io e lui sotto le coperte abbracciati, ho sempre amato quei momenti
-Si- dico flebilmente
-Sembra Paul McCartney- dice ridacchiando il fratello gemello di Anna. Tutti annuiscono con un ''è vero''. Dan si siede affianco a me, abbassa lo sguardo e si sistema il ciuffo, mentre il suo ragazzo va a controllare la veridicitá di quello che ha detto il fratello di Anna.
-Gli assomiglia molto - dico sorridendo
-Hey Ragazza, se vuoi far parte della banda devi saper suonare- dice Anna,
mi butta la chitarra sulle gambe. Paul mi ha insegnato, la so suonare, suono la cosa che mi fa ricordare lui, ho bisogno di lui anche se mi rifiuto di dichiararlo a me stessa, ma so che è vero. Suono ''I'm Happy Just to dance with you", gli accordi sono come ricordi per me; dal primo momento ad adesso che diventerò madre in meno di un anno, suonare mi fa riapparire alla mente i suoi occhi sui miei, la sua presenza rassicurante.
Uno sparo, il piccolo sciopero che si stava esercitando era diventato un orda di persone che correvano, l'ansia cresceva senza farmi finire di suonare, Anna prende la chitarra dalle mie mani e ci incita a scappare, corriamo. Ma io ho giá il fiatone, mi tolgo le scarpe e rimango con il vestito verde che mi svolazza intorno, gli spari continuano dietro di noi, svolta l'angolo. Lo vedo da lontano è lui o è una allicinazione? Lo guardo corrermi incontro, le lacrime tendono a scendermi imperterrite, gli corro incontro, anche lui mi guarda. Si è Paul, anche lui sembra quasi sul punto di piangere, mi viene da ridere, poi niente. Un vuoto. Una cosa mi trapassa, cado a terra, il mio volto sull'asfalto, sento il freddo della strada sulla mia guancia, l'album davanti a me colmo di sangue rosso. Il mio sangue, i miei capelli  striati di rosso vivo che sembra pulsare, sento un dolore atroce vicino al cuore, non riesco a respirare, mi sembra di dover patire qualsiasi cosa. Mi raggiunge, sento i suoi singhiozzi, io respiro boccheggiando, ho difficoltá.
-Paul..-dico quasi sottovoce nonostante la confusione, lui è preso dal panico, piange imperterrito e continua a dire
-Ce la farai, andrá tutto bene- ma so che fra non molto morirò,  non ho mai avuto paura di morire, mi dispiace solo non aver dato la possibilitá di vivere a mio figlio.
-Paul..guarda ..mi- dico respirando, lui mi fissa con gli occhi spaventati, lentamente lo avvicino a me,lui mi bacia. Sento le forze abbandonarmi ,gli sorrido piangendo. Respiro a tratti
-Sono stata felice.. di aver balla..to con te- dico sorridendo, le lacrime finiscono di cadere, la vita mi passa davanti in un secondo, mia nonna, mio padre, mia madre, Jackie, Louis, la scuola, Maxwell, Penny, le mie emozioni. Tutto e inifine lui, sempre lui, Paul,l'unica persona che io abbia mai amato, sono contenta di aver vissuto la mia vita, la mia sfortunatissima vita, ma la migliore che avrei potuto vivere. I suoi occhi l'ultima cosa che vedo, le sue labbra l'ultima cosa che assaporo, le sue mani l'ultima cosa che tocco, la sua voce l'ultima che ascolto. Il suo odore che ho tanto amato, è il mio ultimo respiro.

___spazio autrice___
Ecco l'ultimo capitolo,alla fine ho deciso di pubblicarlo subito,vi ringrazio di tutto voi che mi avete supportato; vabbé vi lascio questo spazio per l'epilogo, si c'è l'epilogo! Ahah ringrazio infinitamente Jennifer_Mockingjay per tutto,il titolo è preso dalla canzone 'Eleanor Rigby' dei beatles alla quale mi sono ispirata per tutta la storia,e anche al nome della protagonista,vi rigrazio tanto Recensite ci vediamo nell'epilogo! Buona lettura
  
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