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Autore: _Marika98    28/07/2014    2 recensioni
Ora era davvero senza fiato, perché senza volerlo aveva realizzato l'irrealizzabile, aveva visto l'impossibile, aveva sentito l'inesistente. Era assurdo e lei lo sapeva, ma lui era li e tutto quello che sentiva era grazie a lui, ai suoi occhi di una tonalità impossibile, al suo odore, che quando lo sentivi entravi in estasi, al suo tocco, leggero come una piuma e potente come un tuono che fa tremare la terra.
Julian. Il suo Julian.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. I'm getting married

 

Jenny non aveva mai pensato al giorno in cui si sarebbe sposata: lo vedeva come un evento così distante, lontano molti anni dalla sua realtà, pieno di promesse e buoni propositi per il futuro facili da giurare davanti a Dio e difficili da mantenere tutti i giorni.

Ora però quel giorno così tanto distante non le sembrava affatto lontano chissà quanti anni, mesi o giorni, ma esattamente due ore e quarantacinque minuti.

La sveglia segnava le otto e trenta.

Si sarebbe dovuta presentare in chiesa un po' prima per sistemare ancora alcuni preparativi con Dee, ma qualcosa dentro lei la faceva rimanere immobile dinnanzi allo specchio di camera sua.

Guardava la sua immagine riflessa nello specchio e tutto le sembrava un sogno: il bianco quasi accecante del suo lungo vestito con i bordi di pizzo le conferiva un'aria nobile, e i capelli raccolti in un piuttosto elaborato chignon la facevano sembrare più giovane di qualche anno. Il tessuto di cui era rivestito internamente l'abito le dava un leggero prurito ai fianchi, ma poteva sopportare di tutto dopo quello a cui aveva dovuto rinunciare per pagarlo.

Il suo viso era pallido e asciutto nonostante il trucco che prima Audrey le aveva messo con tanta cura, e gli orecchini brillanti cominciavano a darle fastidio ai lobi delle orecchie: pensò di toglierli, ma poi si ricordò che le erano stati regalati da Tom per il suo diciannovesimo compleanno e decise di sopportare anche quel piccolo inconveniente.

Non era mai stata una ragazza vanitosa e aveva sempre detestato stare davanti allo specchio così a lungo, ma in quel momento non riusciva proprio a distogliere lo sguardo dalla sua immagine, quel vestito le stava magnificamente, e Tom lo avrebbe adorato, pensò tra se e sé.

Nella mente presero forma le sue possibili reazioni a quando l'avrebbe vista percorrere la navata rossa della chiesa, con il bel vestito bianco e il buché di fiori in mano, a come sarebbe stata la sua espressione al suo 'Lo voglio', a quando le avrebbe messo l'anello al dito, poi pensò al suono delle campane e al riso, agli auguri dei parenti, le foto, gli abbracci e il pranzo dopo la cerimonia.

La perfezione, in tutto il suo splendore.

Tutto tutto stava funzionando al meglio, nessun problema, pensò Jenny, avrebbe potuto rovinare quel giorno, il loro giorno.

Avrebbe sposato Tom e poi avrebbero trascorso la luna di miele in Italia, a Firenze, come avevano stabilito qualche mese prima dopo una lunga discussione.

Non si sentiva così bella ed emozionata dal ballo dell'ultimo anno, dopo la terribile avventura nella casa di carta e con... Julian.

Oh, Julian. Si era ripromessa più volte di non pensare a quel ragazzo nel momento in cui chiudeva gli occhi per dormire, ma la sua immagine talmente bella e affascinante da sembrare eterea, i suoi capelli argentei sotto la luna e gli occhi come laghi invernali impossibili continuavano a presentarlesi davanti ogni volta che vedeva il buio, o quando nella sua dormiveglia raggiungeva quel luogo tra il sogno e la realtà, riusciva a scorgerlo tra le ombre nell'oscurità e a sentire la sua presenza, forte e temibile, anche se poi una volta cosciente dimenticava tutto. Più notti in passato si era accorta di essere osservata, se da lui o da altri Uomini Ombra, questo non poteva saperlo, ma dall'ultima volta, quella sensazione opprimente era sparita, proprio grazie a lui.

Nonostante la sua natura malvagia, Julian amava Jenny, e questo la rendeva in qualche modo triste, rincuorata, perché sapeva che, nonostante il terrore e il dolore che le aveva fatto passare, alla fine era stato sincero, buono con lei e con i suoi amici, si era sacrificato per loro, liberandoli dagli altri Uomini Ombra. Il gesto più altruistico che qualcuno potesse mai fare per lei.

Inoltre Julian era sempre stato innamorato di lei, avrebbe solamente voluto farla sua, occupare il posto di Tom nella sua vita, renderla felice, ma avrebbe dovuto fare tutto questo nelle ombre, il Mondo delle Ombre, il suo mondo. E questo a Jenny non andava. Non avrebbe lasciato la sua vita, la sua famiglia, i suoi amici, Audrey, Dee, Summer, Zach, Micheal e...Tom, non avrebbe mai potuto, perché loro erano tutto per lei... anche se una parte di lei, quella più nascosta e invisibile agli occhi altrui, non avrebbe esitato un' attimo a lasciarsi alle spalle tutta quella assillante monotonia e fastidiosa routine.

Quando però Julian morì, una parte di lei restò con lui. E mai e poi mai avrebbe potuto dimenticarlo, non dopo averlo conosciuto fino a quel punto: il suo lato malvagio, quello degli Uomini Ombra, ovvero la forza, violenta e distruttiva, il gusto sadico e malato di raggiungere i suoi scopi, i suoi modi terrificanti e spiazzanti di comportarsi, la crudeltà, l'odio. Ma Jenny sapeva che le apparenze ingannano e quel Julian dall'animo tanto duro e impenetrabile, in realtà era molto più dolce e sensibile di quel voleva far credere. Lo pensava da tanto, e voleva crederci.

Si portò una mano alla bocca per coprire un piccolo sbadiglio, promemoria di quanto avesse dormito poco quella notte: qualche misera ora di sonno di solito non le bastava per stare in piedi tutto il giorno, ma decisamente non si sarebbe messa a dormire, doveva sposarsi e quello era ciò che importava davvero. Chiuse per un attimo gli occhi e quando li riaprì la usa attenzione cadde sul mazzo di rose che Tom le aveva portato il giorno prima: quei petali rossi e il delizioso profumo di freschezza e vita le fecero comparire un sorriso non del tutto naturale sul volto già tirato. Allora, solo allora si ricordò del dono di Julian, la rosa bianca, quella così perfetta e di un bianco luminoso da sembrare finta, quella che aveva rifiutato, gettandola via, così, come fosse un fiore qualsiasi... perché l'aveva fatto? Non si poteva fare un paragone tra le rose normali e quella, perché nulla eguagliava la sua rifinitura nei minimi dettagli e il suo forte profumo. Oh, quella piccola distrazione l'aveva scossa abbastanza da farla riflettere se quello che stava per fare, sposarsi e costruirsi un nuovo futuro. Ma le girava la testa ed era confusa. Ora più che mai. Stava per sposarsi e pensava a un' altro, si sentiva una traditrice, ma il suo cuore e la sua mente non erano chiaramente sintonizzati sullo stesso canale: la sua testa pensava a Tom, il ragazzo dei suoi sogni, quello dai capelli sempre scompigliati e semplice e buono come pochi, mentre il cuore le faceva desiderare qualcosa di impossibile, qualcosa di ormai scomparso e troppo lontano da lei.

Quel giorno si sarebbe sposata, con Tom. Non Julian.

Doveva seriamente smetterla di pensarlo, soprattutto in quel m0mento.

La sveglia sul comodino segnava le nove e quarantuno. Distolse velocemente lo sguardo dallo specchio, come se si fosse svegliata da un sogno ad occhi aperti e si diresse verso la porta. Ma poi qualcosa attirò la sua attenzione, un piccolo oggetto luccicante sul cuscino del letto. Jenny si avvicinò cauta e spalancò leggermente gli occhi dallo stupore quando lo mise a fuoco. Il suo cuore batteva forte e si sentiva avvampare: era l'anello che Julian le aveva regalato.

Oh non è possibile.

Ora prendeva nuovamente forma nella sua immaginazione quel ragazzo. Si ricordò di quando l'aveva visto la prima volta nel negozio di giochi, quando l'aveva ingannato, rinchiudendolo nel ripostiglio, quando danzava con lei, come in una favola, quando l'aveva salvata nella grotta, con la paura di non poterla rivedere mai più, quando gli strinse le mani fredde per la prima volta, vedendolo lentamente dissolversi tra le sue braccia.

Subito le sovvennero alla mente le sue parole, quelle del giuramento, oh, non aveva dimenticato nemmeno quelle, nonostante fossero passati sette lunghi anni, pensò con un brivido di nostalgia:

Questo anello, simbolo del mio giuramento

Mi legherà alle parole che pronuncio:

Tutto il resto rifiuto e scelgo te.

 

-Oh, Julian...

Se solo le cose fossero andate diversamente, se solo ti avessi conosciuto prima di Tom, se non mi avessi fatto passare tutti quegli incubi terribili, se solo...fossi qui. -

 

Ormai le vampate di calore si erano trasformate in veri brividi di paura incontenibile.

Tremava dal freddo e un urlo le morì in gola.

Non capiva, era tutto così irreale: l'anello d'oro che Julian le aveva donato sette anni prima era magicamente apparso davanti a lei proprio nel giorno del suo matrimonio...?

Voleva scappare, era sull'orlo di una crisi. I nervi non tenevano più il peso del corpo e la ragazza si dovette sedere per riprendere fiato, altrimenti sarebbe crollata a terra dallo sconforto...sembrava fatto apposta, un brutto scherzo.

Si girava quel cerchietto d'oro tra le dita da minuti ormai e non riusciva a smettere di rileggere la frase al suo interno: Tutto il resto rifiuto e scelgo te.

Ne osservava il carattere, la grandezza con qui venne inciso, la grazia, la precisione.

La sua mente ormai vagava nel passato: improvvisamente sembrò dimenticarsi di ogni evento accaduto in quegli ultimi anni con Tom e rammentò invece la perfetta sequenza dei discorsi spiegativi di Julian in quel giorno lontano sette anni addietro:

 

Un anello del diciassettesimo secolo, usato come pegno d'amore dagli amanti”.

 

Con un'iscrizione all'interno. Significa che rifiuti tutto ciò che è nel mondo tranne colui che ti da l'anello. Le parole ti toccano la pelle e ti vincolano col loro potere”.

 

La promessa non potrà essere sciolta, il legame non potrà essere modificato. È una cerimonia breve. Vuoi farlo?”

 

L'aveva fatto. Aveva giurato con l'anello al dito. Era promessa a lui per sempre.

Ma era tutto un imbroglio, un' inganno: aveva promesso solo perché doveva salvare i suoi amici da lui e dal suo gioco malato. Poi l'aveva rinchiuso nel ripostiglio ed era riuscita a scappare con gli altri. Era stata un'infame, scorretta, si disse, accennando una smorfia di dolore.

Un tuffo al cuore le fece finalmente scendere le lacrime che si rifiutava di far lasciare i suoi occhi. Piangeva, ora. Se per nostalgia, amore, odio o confusione, non lo sapeva. Piangeva e basta.

 

Luce.

 

Un lampo di lucidità attraversò il suo cervello, così si alzò con uno scatto improvviso dal letto con l'anello ancora in mano, lo strinse forte e, con rammarico e rabbia lo gettò fuori dalla finestra, con la stessa terribile sensazione di rifiuto che aveva provato quando aveva lasciato cadere la rosa bianca di Julian.

Fu semplice.

Ora la razionalità aveva preso il posto dell'amarezza di quei dolci ricordi e adesso che se ne era liberata, si poteva tranquillamente asciugare le guance e dopo aver ritoccato il trucco sbavato si diresse alla chiesa. Da Tom.

Nota autrice:

Salve a tutti, questa è la prima storia che pubblico, all'inizio non volevo pubblicarla, ma poi ho pensato che qualche parere o critica mi sarebbe stata utile ;) così eccola qua, in tre capitoli. Grazie a chiunque abbia voglia di recensire o aggiungerla ai preferiti!!

Baci M.

 

  
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