Sochi
2014
La
televisione ci ha soprannominate gli angeli del ghiaccio, io per lo più mi
sento come una diavolessa intrappolata in un inferno di ghiaccio.
Penso ai
sacrifici che mi hanno portato qui e il solo pensiero mi fa rabbrividire.
Ero
felice? Sono felice?
Domande,
solo domande a cui non so dare una risposta.
Le
imposizione e le regole che odio seguire, ma che allo stesso tempo ha portato
me ed Edward qui a gareggiare per l’oro olimpico.
Entrambi
membri ufficiali della nazionale americana e partecipanti nelle gare
individuali e in quella di coppia. Destino più brutto poteva mai non essere?
“Edward ci hanno scoperti, non
possiamo più continuare.”
dissi quel giorno infernale.
“Frequenterai Edward solo per gli
allenamenti Bella, non puoi buttare tutto così, la tua carriera, il tuo
futuro.” Ho
difeso il nostro amore, il nostro rapporto ma tutto ci ha portato a separarci e
tu sei andato avanti.
Nella
mia stanza, al Sun-SvetGuesthouse, l’albergo più vicino allo stadio Olimpico Fist
ascolto come sempre un po’ di musica per distrarmi e per non pensare a lui e
alla competizione insieme.
“Bella non puoi farti manovrare
così, stai rinunciando a noi. Ne risentiremo sia nel nostro privato che nella
nostra vita di coppia nello sport.”
Alla
fine aveva avuto ragione. Ne abbiamo risentito entrambi.
“Lo sai che non sono permessi
relazioni in questa palestra, è scritto nel regolamento. Devi pensare alla tua…
alla nostra carriera. Non possiamo buttare tutto al vento, per cosa poi!?!”
Ripensai
a parola per parola ciò che gli dissi, chiusi gli occhi e calde lacrime
rigavano le mie guance, sulle note di “I'll be there waiting for you”. Paolo
Nutini con la sua voce ha sempre saputo catturare ogni mio sentimento.
-Aspettiamo,
fino a dopo la competizione.- avrei dovuto dire, sono solo parole che sono
rimaste ad aleggiare nello spogliatoio, che non hanno avuto il coraggio di
uscire dalla mia bocca.
Alla
fine lui è andato avanti, adesso lui ha una storia con Kia almeno così si
vocifera nello spogliatoio femminile e lei ovviamente non fa nulla per
smentire.
Ecco
cosa mi ha fatto precipitare in questo inferno di ghiaccio.
Ovviamente
siamo ancora una coppia del pattinaggio artistico, per il momento.
Mark il
nostro allenatore mi ha già anticipato che dopo Sochi, qualunque sia il
risultato, lui ha chiesto un cambio partner o se ne andrà.
“Bella queste non sono parole
tue, ma dei tuoi genitori. Ti rendi conto a cosa stai rinunciando? Fanno così
perché hanno paura di perdere i soldi che tu guadagnerai. Sono interessati ai
soldi che può farli vivere nel lusso, non a te. Lo hai detto tu stessa. Bella
se tu non sei forte, lo sarò io per entrambi.”
Poi
guardandomi bene aveva già capito.
Ora ho
capito lo sbaglio gigantesco che ho commesso e proprio qui a Sochi lo riporterò
da me.
Con
questo pensiero mi addormentai.
Il
mattino successivo mi svegliai di buon ora, dopo aver fatto tutto scesi in
caffetteria per fare colazione, avevo fame, ero andata li con quell’intento ma
dopo aver visto la nauseante scena di Edward e Kia che si baciavano... Capirete
come mi si sia chiuso lo stomaco. Andai dritta verso il tavolo più isolato,
presi il mio succo quasi senza pensare, era solo un abitudine però poi tornai indietro e presi un caffè.
So che
non è una buona abitudine, ma il caffè mi rilassa e la camomilla mi fa
incazzare come una iena. Tornai al tavolo e incominciai ad ammirare il panorama
che mi si presentava fuori, alle orecchie sempre il mio fidato I-pod.
Il cielo
grigio, mi è sempre piaciuto, mi aiuta a trovare la concentrazione e a trovare
una nuova canzone per la mia esibizione singola. Sono giorni che ascolto musica
a go-go e ancora non ho deciso, che frana micidiale eppure Mark sa bene che i
pezzi classici non mi piacciono, ma lui insiste... anzi forse è meglio dire che
mia madre ha insistito, ed allora che la rabbia è esplosa.
Ascolto
musica di ogni genere e di ogni continente e proprio nelle note di Gary Jules –
Mad World– mi avvio verso la palestra
che è stata allestita per noi della nazionale statunitense. Nel fare quei
quattro passi verso l’uscita della caffetteria, vedo la coppia felice fare
colazione, noto lui che mi guarda, i nostri occhi che si scrutano e
l’accendersi del nostro antico desiderio mai morto. Kia anche se stupida,
riesce a percepire qualcosa e fa di tutto per distoglierlo da me ... risultato?
Ci riesce benissimo con le sue moine da cagna in calore.
Nei miei
occhi solo fuoco.
Arrivo
finalmente a destinazione e Mark è già in pista ad impartire ordini, mi vede e
sorride per poi farmi cenno di entrare in pista.
-Bella
allora come ti senti?-
-Mark
hai una domanda di riserva? Sai come sto, quindi evita per favore. Ma dimmi hai
chiesto ai giudici se posso cambiare la musica della mia esibizione?-
-Bella
sai che tua madre mi farebbe a pezzi.-
-Mark
allora mi rimane una cosa da fare, lascio.-
-Cosa?-
Una voce
alle mie spalle che conoscevo benissimo fece quella domanda. Ecco la mia solita
fortuna, ma dico un po’ di privacy?
-Edward
per favore non sono cose che ti riguardano.- mi guardò dritto negli occhi come
se volesse farmi una ramanzina mamma-style, e con l’amaro in bocca gli dissi –
Vai da Kia, la vedo in difficoltà- e con l’aiuto di Mark, supplicandolo con gli
occhi, allontanò il mio cuore da me.
-Grazie.-
e sospirai per la difficoltà della situazione, - Mark ... Mark ascolta ci penso
io a mia madre, lei sarà sicuramente d’accordo e anche se non lo fosse credimi
lo sarà, visto che io pago i suoi conti.-
-Ok
Bella, ma quello che vuoi non credo che ti verrà permesso, visto la tua
playlist. Sono tutte musiche con parole e quelle sono vietate.-
-Tranquillo
accetteranno, anche perché ho rinnovato la mia esibizione e comunque credo di
poter trovare la canzone strumentale. Mark tranquillo e sorridi, perché se sono
felice l’esibizione non ne risentirà.-
-Ok, ma adesso
pensa ad allenarti.-
-Senti
io intanto faccio riscaldamento e con le cuffie alle orecchie provo la mia
esibizione con le varie musiche per scegliere quella giusta. Mark ... Grazie di
cuore.-
Detto
questo incominciai la mia esibizione e tra spirali e sequenza basi di passi
diedi il via, poi la canzone arrivò “I’ll
be missing you” di Puff Daddy*.
I
movimenti arrivavano naturali, tanto che notai come tutti mi guardavano e come
estasiati dai miei movimenti eleganti e leggeri, forti e precisi proprio come
l’andamento della canzone.
Altro
giro di pista e raggiunsi il centro, dove partì da una trottola bassa e poi
rialzarmi per fare una spirale, giravo e giravo mi sentivo leggera, la musica
era dentro di me e mi stava scorrendo nelle vene come un mare in tempesta.
Ricominciai a girare e fare movimento che avevo prese in prestito dalla danza
classica,più o meno questo era l’andamento dell’esibizione tra salti e danza,
alla giusta nota finale chiusi con triplo Axel.
Mark
così come gli altri erano estasiati ed io con loro.
Sorridendo
mi girai e vidi due pozze verdi, non mi lasciavano andare via mi seguivano ad
ogni passo. Vidi comparire il suo sorriso sghembo, quello che non vedevo da
mesi, ero senza respiro e non per l’allenamento ma per il solo fatto che lui
era li a guardarmi.
-Bella
hai davvero superato te stessa, adesso vai a riposarti perché dopo dovrai
provare l’esibizione in coppia con Edward.- al solo sentirlo nominare la mia
pelle fu attraversata da un brivido, posso assicurare con certezza che non era
freddo, era solo pura eccitazione per l’aspettativa.
Andai a
sedermi per riprendere fiato e bere un pò di gatorade, lo vidi avvicinarsi e il
mio corpo s’irrigidì, non sapevo cosa fare e cosa dirgli e poi lui cosa aveva
da dirmi?
-Bella, complimenti
per la tua esibizione, era a dir poco fantastica. Quale musica ti ha ispirato
tanto?-
-E’ un
segreto.- dissi con il sorriso ben stampato sulle labbra.
-già....
segreti? Dimenticavo che fra noi adesso ci sono solo segreti.-
-Lo sai
che se poi te lo dico poi dovrei trovare il modo di chiudere per sempre la tua
bocca?-
-Allora
ne vale la pena direi.- Ecco e adesso mi chiedo cosa pensa di aver capito,
anche se la verità era proprio quel doppio senso. Labbra, lingua e tanto ma tanto
gioco che entrambi sapevamo fare.
-A
proposito di musica, che ne dici di cambiare base per la nostra esibizione?-
-Ma
dimmi quando avremo mai il tempo di sceglierla? Siamo impegnati tutto il giorno
per i prossimi quattro giorni.-
Ecco la
mia occasione.
-Allora
da stasera passa da me così possiamo pianificare ogni cosa. Che ne dici? Oppure
Kia non vuole che tu possa parlare con me?-
-Smettila
di dire cretinate, io non sono di nessuno.-
-Benissimo
allora siamo d’accordo. A stasera.-
Ecco la
mia possibilità, non devo aspettare gli eventi li devo solo provocare.
“-Sai che la tua pelle è
morbidissima? Hai un sapore tutto tuo che non riuscirei a trovare in nessun
dolce.-
-Amore non ti facevo così
romantico.-
-Riesco a mostrare me stesso solo
se tu sei con me.-
I baci si fanno sempre più
profondi, una danza che soltanto noi sappiamo. I suoi baci sul collo....”
Alla
fine sono solo sogni, no ricordi.....
Rimisi
alle orecchie le cuffie per poi dirigermi verso gli spogliatoi, non vedevo
l’ora di fare una doccia calda e togliermi tutto lo stress accumulato.
“Accidenti
dovrei cambiare sport e farne uno meno stressante.... la mia vita mi sta
stretta e i miei genitori altrettanto. Vivono alle mie spalle, sfruttano me e i
miei soldi.
Forse
farei meglio a sparire e spostare i miei capitali all’estero.
Che
dannato casino.”
-Ehi
Bella! Proprio non ne puoi fare a meno di dare fastidio al mio fidanzato?-
-Kia per
cortesia non è il momento, fammi il
favore di levarti di torno.-
-Non hai
così tanto potere.-
-Davvero?
Ti ricordo che sono la stella di questa squadra, sono stata campionessa
mondiale sia nella coreografia singola che in coppia col tuo fidanzato....
quindi fammi pensare!?!? Tu! Sei solo la sostituta di Rose che ha avuto un
infortunio prima di questa competizione.
Mi
ripeto, levati di torno.-
“Ed ecco
come per magia che quella vipera si dissolse dalla mia vista. Dio ti
ringrazio.”
Sono
stanca di questa situazione, degli allenamenti.
Mi
domando se sono pronta a cambiare vita, a rinunciare a tutto questo solo per
avere una mia stabilità e forse senza Edward, senza il suo sguardo...
Passarono
ore.
La mia
pazienza si stava esaurendo, lo volevo qui con me almeno per qualche ora e
avere la possibilità di parlare o anche guardarlo. Sono stanca di tutto, la mia
vita sta prendendo una piega davvero misera, sto perdendo tutto quello che
avevo – la fiducia in me stessa e negli altri – chi doveva proteggermi e
sostenermi non ha esitato a vendermi e a mettermi in mostra come la figlia
trofeo.
Presi il
telefono e telefonai alla sola persona che poteva aiutarmi.
“Derek devi aiutarmi, non voglio
più fare questa vita. I miei genitori stanno tentando di controllarmi, più che
altro i miei soldi ed io sono stanca. Sai cosa devi fare. Porta tutti i miei
soldi all’estero e lascia la proprietà della villa di Los Angeles a loro.
Farò la mia ultima esibizione qui
a Sochi e poi Puf!
Ahahahahahh ma dai, saprai solo tu dove potrai trovarmi.
Grazie per esserci sempre.”
Ed
esattamente trenta minuti dopo ecco Edward.
-Te la
sei presa comoda vedo.-
-Bella
sei sempre così acida nei miei confronti, ma ti ricordo che tu hai preso la tua
decisione ed io sto andando avanti.-
-Già.
Scusa per l’ennesima volta. Allora che ne pensi di parlare dell’esibizione?-
dissi accennando ad un sorriso.
-Allora
avrei deciso di cambiare la nostra base, niente Bach o Mozart.-
Il suo
sguardo era molto spaesato ed io non sapevo come l’avrebbe presa.
Alla
fine presi il coraggio a quattro mani e feci la mia proposta per la nuova
coreografia.
-Sacrifice
di M. Nyman, che ne pensi? Potremmo stupire tutti oltre la giuria.-
Mi
guardava come se fossi stata un marziano ed io quasi offesa da quella occhiata
gli misi le cuffie alle orecchie e poi feci partire il play. Le note suonate al
scorrevano e nei suoi occhi riuscivo a vedere un susseguirsi di emozioni, lo
specchio delle mie.
Movimenti,
prese, Axel semplici e doppi, poi noi due con una carica di passionalità
struggente, Ed sarà unica come esibizione. Sanno tutti che abbiamo una chimica
assurda e ci conosciamo benissimo
I suoi
occhi di solito limpidi erano scuri, mi prese la mano e mise l’Ipod sulla piastra
per diffondere le note del pianoforte in camera, quello che posso dire e che
non mi aspettavo che prendesse l’iniziativa.
Fremevo.
Il mio
cuore batteva mentre lui mi prendeva tra le braccia, mi accarezzava e sfiorava
i seni, i movimenti e i passi sempre più lievi, la lentezza dei nostri
movimenti erano passione pura e struggente dolore per me. Le sue labbra mi
sfioravano la calda pelle, potevo sentire la sua eccitazione tra le natiche, mi
domandavo se con Kia provava le medesime sensazioni.
Quando
ci ritrovammo nella posizione base, non ragionai, persi direttamente la testa.
Il suo
profumo inebriava le mie narici, colonia misto al suo odore speziato, il suo
tocco bruciava sulla mia pelle.
Le mie
mani quasi in automatico, gesto che normalmente facevo, attirarono il suo volto
vicino al mio, occhi negli occhi, finalmente dischiuse le labbra.
Ne
approfittai per immergere la mia lingua nella sua, intraprendere una battaglia
di lingua e saliva, ricordarmi del suo gusto e dei movimenti che riuscivano a
mandarmi in orbita.
Accarezzavo
il suo petto, le sue guance..... un gemito.
Ero io
forse? Entrambi? Non saprei....
C’era un
solo posto dove volevo essere, in un letto
e con lui.
Ma la
sfortuna era dalla mia, perché qualcuno “gentilmente”bussò alla porte, la
realtà torno come un macigno ed entrambi ci guardammo. Fui la prima a reagire,
mi sistemai e aspettai che lui facesse lo stesso, quando aprì la porta Kia era
li sorridente che reclamava il suo ragazzo.
Mi
rabbuiai, nuvole nere volteggiavano sopra la mia testa.
-Allora
Edward buonanotte, ci vediamo alle prove domani mattina dopo colazione.
Parliamo con Mark della coreografia che abbiamo in mente e ci mettiamo a
lavoro.-
Adesso
mi chiedo lui a che coreografia pensava? Perché io pensavo a quella di cinque
minuti fa.
-Notte
Kia.-
-Notte
Bella.-
-Notte
Bells.-
Il mio
nomignolo, erano mesi che non lo sentivo, soltanto lui aveva l’abitudine di chiamarmi
così. A quelle cinque lettere persi un battito e guardandolo negli occhi
sorrisi.
Passai
una nottata tranquilla.
La
mattina dopo feci più o meno quello che feci il giorno prima, solo che questa
volta vidi Edward che si stava dirigendo proprio verso di me.
-Ok ci
sto! E se questo vuole dire mandare a quel paese quella strega di tua madre,
allora sono tutto tuo.
Cioè non
in quel senso....tutto tuo per l’esibizione...-
“Quanto lo amavo”
-Allora
siediti e fai colazione con me e organizziamo meglio il tempo rimanente, perché
i passi vanno bene, solo un’aggiustatina qua e la.-
Finalmente
il suo sorriso per me.
Alla
velocità della luce facemmo colazione e poi in pista.
Eccoci entrambi
in pista a danzare, a librarci nell’aria e sentire l’elettricità nei nostri
corpi.
Eravamo
una cosa sola, i nostri cuori battevano all’unisono, occhi negli occhi, e la
magia si era ricreata.
Ogni
salto, presa era come se fosse l’ultima.
La
passione era palpabile ed io sentivo il suo tocco come se fosse stato un
marchio sulla mia pelle, lo volevo.
La
musica struggente di Nyman riusciva perfettamente a descrivere il mio stato
d’animo e la passione che legava me ed Edward, l’emergenza e la voglia di
toccarci era superiore a qualunque altra esibizione.
Finì il
nostro ultimo allenamento, ore ed ore a perfezionare tutto, e domani sarebbe
stata veramente la nostra ultima esibizione.
-Edward
vieni con me per favore-
Non ho
alcuna vergogna ad ammettere cosa stavo per fare, volevo una parte di lui con
me e stanotte l’avrei avuta. C’erano ancora scintille e la passione e la voglia
erano nei nostri occhi.
Venti
minuti dopo eravamo in camera mia a fare l’amore, eravamo avvinghiati, i nostri
corpi si conoscevano perfettamente, mi stavo donando a lui anima e corpo perché
un giorno avrei avuto bisogno di questi ricordi.
-Ti amo
Edward, ho sbagliato a lasciarti ora lo so- mentre dicevo quelle esatte parole
copiose lacrime scendevano lunga la mia guancia. Le sue dita ad asciugarle e le
sue parole a rendermi felice.
-Siamo
sempre rimasti un noi, continuo ad amarti perché i sentimenti non si possono
spegnere, non esiste un interruttore.-
Restammo
ancora un po’ a letto a coccolarci, poi ritornò nella sua stanza.
Domani
sarebbe stato il grande giorno.
Tutti
erano in fermento, chi pregava, chi vomitava e poi chi come me faceva i
classici riti scaramantici, vidi Edward che stava facendo riscaldamento e tra
poco sarebbe toccato a me, prima la categoria femminile poi quella maschile ed
infine quello di coppia.
Mi
avvicinai lentamente e poggiai le mie labbra sulle sue morbide e calde.
Kia e le
altre rimasero di sasso, ma questo a me non importava lui era il mio
portafortuna.
Le ore
si susseguirono così velocemente che faticavo a stare dietro a tutte le
esibizioni, il risultato alla mia categoria non era stato così scontato, ero a
pari merito con una ragazza russa davvero bravissima.
Poi
arrivò finalmente quello di coppia, ci esibimmo dopo cinque coppie, non ero
nervosa perché accanto a me avevo lui, il mio portafortuna.
Le note
di Nyman fluttuavano nell’aria e così come in allenamento i nostri corpi come
due piume volteggiavano in aria tra salti, prese e axel eravamo semplicemente
tutt’uno passione pura che ci bruciava dentro.
Solo due
minuti e cinquanta di esibizione che fece ammutolire tutti, alla fine ci stavamo
dirigendo insieme alla postazione dove si aspettava di ricevere i punti.
Fino a
quel momento eravamo stati i più bravo con un punteggio che ci fece arrivare
primi, c’erano ancora quattro coppie, però alla fine l’oro olimpico era nostro.
Tutti
eravamo in festa per quel traguardo, stavo li a guardare tutti e aspettavo il
momento opportuno per andare via, avevo già avvertito Mark che non avrei preso
l’aereo con la nazionale olimpica americana, semplicemente sarei andata via.
Forse
lui aveva intuito qualcosa, ma non disse nulla.
Alla
fine andai via da tutti certa che dentro di me avevo portato via la cosa più
importante.