“Sebastian, dove sei? Hai finito quel lavoro?”
“Si, boss. Sto rimettendo a posto il fucile e sto per tornare a casa.”
Tra sé e sé Jim sorrise, scorrendo con il mouse la lista dei tanti hotel disponibili per la vacanza che aveva in mente di far fare al suo fidanzato. Attaccò il telefono e lo poggiò vicino al suo pc.
 
Jim dalla camera da letto sentì il solito cigolìo della porta d’ingresso, si catapultò sul letto facendo scrocchiare la rete sotto al materasso. Sbadigliò e con unan mano si accarezzò il petto e gli addominali tirandosi su la canottiera, proprio mentre Sebastian faceva il suo ingresso nella stanza. Il biondo fece un sorriso che si allargò solo sulla guancia destra, tenendo gli occhi fissi sul corpo del ragazzo disteso sul letto, che ricambiava sia lo sguardo che il sorriso sghembo.
“Ho una sopresa per te, tigre” disse il moro con la testa seppellita nell’incavo della spalla di Sebastian, annusando profondamente il profumo della sua pelle mischiato all’Acqua di Colonia. “Che cosa?” chiese il biondo accarezzando dolcemente i capelli di Jim.
I due regazzi si guardarono teneramente per un istante sorridendo, dopodichè Jim rotolò sul letto fino al bordo, stendendosi meglio per arrivare ad aprire il cassetto del suo comodino ed estrarre alcuni fogli.
“Non ci credo, hai davvero prenotato una vacanza solo per me? E tu che farai, perchè non vieni?” chiese Sebastian sorridendo, ma allo stesso tempo abbattuto per non poter passare altro tempo con il suo amato.
“Io ho delle cose da sbrigare, e ho bisogno di farle da solo. So quanto odi stare qui a casa senza fare niente così ti ho prenotato tre giorni di vacanza...” disse il moro sulla difensiva.
“Non mi convinci, James Moriarty, lo sai?” Sebastian, sorridendo, attirò il ragazzo a sé baciandolo sulla fronte.

***

 
“Jim, vuoi venire con me a fare un giro per la città? Guarda, sta nevicando!” Disse Sebastian indossando i suoi jeans preferiti, sbirciando fuori dalla finestra.
“Mi porti a vedere Londra dall’alto, Seb?” chiese Jim mettendosi il suo giubbotto verde super imbottito. Lo odiava, lo faceva sentire enorme. Sebastian invece, lo trovava tenero quando indossava quel giubotto.
“Certo che ti ci porto, kitten.” Rispose Sebastian dalla sua camera da letto.
 
Passarono una serata camminando mano per la mano, tirandosi di tanto in tanto le palle di neve, proprio come fanno gli innamorati nei film.
Arrivati in cima alla loro terrazza, da cui si poteva vedere l’incanto che era Londra tutta innevata, si sedettero sulla prima panchina libera.
Non parlarono, Jim non aveva idea di cosa dire, ma si tennero stretti uno accanto all’altro rannicchiati nei loro giubotti pesanti con ognuno le braccia dell’altro a circondarlo.
Dopo un tempo indeterminabile, finalmente si guardarono. Sebastian sorrise alla vista del naso arrossato di Jim, il quale guardò il suo ragazzo negli occhi, volendosi perdere in quel mare azzurro. Con un piccolo sospiro divertito, il biondo schioccò un tenero bacio sulla punta del naso del suo ragazzo, il quale chiuse gli occhi per assaporare l’ultima volta quel gesto che tanto amava.
In un istante, i due ragazzi avvicinarono i loro visi, facendo dapprima sfiorare le loro labbra. Subito dopo, quando Jim sentiva fisicamente il bisogno di quel bacio, i due si abbracciarono, e baciandosi dolcemente si dimenticarono del mondo intorno a loro.
 

***

 
“Mi raccomando, non far saltare in aria questa città mentre sono via, okay?” disse Sebastian, raccogliendo lo zaino da uno dei sedili del gate dell’areoporto.
“Non posso garantirtelo...” disse Jim facendo l’occhiolino. “Ma tu promettimi che farai buon viaggio e non ti preoccuperai di me, mh?”
Sebastian sbuffò. “Non capisco perchè continui a dire che non ti serve il mio aiuto...”
“Perchè voglio che ti rilassi un po’, nelle ultime settimane ti ho dato un bel po’ di lavoro e capisco che sarai stanco... Una vancanza te la sei meritata.” Disse Jim cercando di sembrare il più convincente possibile. Si sentì uno schifo ad avergli mentito. “Adesso devo andare, tigre. Ti amo, non dimenticartelo.” Disse il moro dando un ultimo, tenero bacio al suo ragazzo che in tutti i modi cercava di tenere al sicuro.
“Ti amo anche io, kitten.”
 
Una volta uscito dall’areoporto, Jim si diresse verso il primo taxi libero. “Dove la porto?” chiese il tassista. “All’ospedale St. Bart’s.” Rispose deciso.
Quando il taxi si fermò davanti all’edificio, Jim pagò velocemente senza rivolgere il minimo sguardo all’uomo alla guida.
Tirò fuori il suo cellulare e inviò un messaggio. ‘Sto aspettando... JM’
 
Una volta arrivato fino in cima al tetto dell’ospedale si mise seduto sul cornicione ad aspettare. Pochi secondi prima che la porta della terrazza di aprisse, Jim ricevette una chiamata da Sebastian. La suoneria del suo cellulare, Stayin’ Alive, riempiva l’aria in quella fredda mattina di Novembre.
Sherlock Holmes fece la sua entrata silenziosa, mentre la canzone continuava. Sebastian stava ancora aspettando che il suo ragazzo rispondesse.
Jim sapeva che quella era la sua ultima occasione di sentire la voce del suo compagno, ma con un sorriso tirato in una smorfia, attaccò il telefono quasi con rabbia.
 

***

 
Circa mezzora dopo, Sebastian riprovò invano per l’ultima volta a chiamare Jim. Sconsolato, ripose il cellulare nella tasca e si diresse verso l’uscita del gate seguendo le indicazioni della hostess, guardando distrattamente le ultime news che scorrevano sugli schermi.
“Duplice suicidio poco fa nei pressi dell’ospedale St. Bart’s di Londra: Il celebre investigatore Sherlock Holmes si toglie la vita lanciandosi dal tetto dell’edificio. Ritrovato poco dopo dalla polizia locale anche il cadavere del criminale James Moriarty, famoso per il furto ai Gioielli della Corona.”
 
Il cuore del colonnello Sebastian Moran, in quel momento, smise di battere.