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Autore: nigatsu no yuki    28/07/2014    2 recensioni
Mi ero sempre chiesta perché la gente si ostinava a vedere solo luce o oscurità.
Ricordo i miei anni a Hogwarts e meglio ancora le voci sussurrate la prima volta che salii sull'espresso per il castello: i ragazzini come me fantasticavano sulla Casa alla quale sarebbero stati assegnati, le uniche nominate: Grifondoro o Serpeverde. Perché i maghi dimenticano Corvonero e Tassorosso?
Il bene e il male. Quello che vi era in mezzo non era tenuto in conto da nessuno.
-Pensavi sarebbe finita così?- sussurrò, le sue parole già lontane da me.
Scossi la testa, senza accettare la realtà -No, ho sempre creduto in te fino alla fine-
Un sorriso amaro gli dipinse il viso, era uno di quei vecchi sorrisi che solo io o le mura di Hogwarts potevano vantare di aver visto -Hai sempre creduto in una parte di me che non esiste- replicò.
Guardai i suoi occhi azzurri, per me erano diventati irraggiungibili, si sfiorò il braccio sinistro dove sotto la stoffa pulsava il segno del Male che lo aveva trasformato in ciò che aveva sempre odiato poi si girò andandosene e lasciandomi sola.

Storia interrotta, spero potrà riprendere a breve.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 21 - Piangere su quella maledetta notte


 
 
-È un bel pasticcio, non credi anche tu Vrail?-
Era un pomeriggio piovoso di Giugno al castello; già dalla sera prima spesse nubi avevano coperto il cielo cariche di pioggia. Tutto quello aveva distrutto i buoni propositi degli studenti del quinto e del settimo anno che avevano voglia di festeggiare la fine dei G.U.F.O. e dei M.A.G.O.
Da quel che sapevo i Grifondoro del mio stesso anno avevano organizzato una festa la sera prima, me l'aveva accennato Peggy quando ancora si trovava nel dormitorio con me.
Si era preparata in tutta fretta quel pomeriggio, dicendomi che doveva vedere un ragazzo di Tassorosso (di cui non mi aveva voluto svelare il nome) che proprio la sera prima aveva preso coraggio per chiederle un appuntamento. La sua euforia travolgente aveva quindi gettato all'aria mezzo dormitorio; mi aveva persino promesso un resoconto dettagliato appena sarebbe tornata.
Presi un profondo respiro.
Sai Evey chiederò a Ja... volevo dire, al ragazzo che vedo oggi se magari ti può presentare un amico, insomma avresti bisogno di svagarti un po' questo mi aveva detto la mia amica prima di lasciare di dormitorio.
Probabilmente non si era accorta dell'occhiataccia che le avevo riservato dopo quelle parole.
Sbuffai, non avevo tempo per uscire con qualcuno e poi...
E poi... cosa? Sembrò chiedere una vocina dentro la mia testa.
Scossi la testa con vigore, non avevo tempo per quei pensieri, erano proprio gli ultimi sulla mia lista infinita di preoccupazioni.
Ero ancora sdraiata sul mio letto quando qualcosa balzò sul mio stomaco, chiedendo con un miagolio, in modo inequivocabile la mia attenzione. Vrail puntò i suoi occhi gialli su di me, poi si accucciò proprio dove si trovava, muovendo pigramente la coda.
Con una mano gli accarezzai il capo -Ti ho già raccontato tutto, egocentrico di un gatto, aspettavo la tua opinione mentre ero assorta nei miei pensieri- spiegai.
Quello si posizionò meglio, lanciandomi quasi un'occhiataccia, ma cercando con la testa altre carezze.
Sorrisi -Sarà molto pericoloso- dissi -e ti dovrò lasciare da solo a casa-
Era passata già una settimana dal mio discorso con il Preside, Vrail come sempre amava sparire, l'avevo ritrovato al bordo del mio letto solo quella mattina. Lui non sapeva della mia nuova missione, come non sapeva nulla Harry, e io avevo bisogno di parlarne con qualcuno.
-Tra l'altro Remus non l'ha presa benissimo sai- continuai ricordando la lettera a toni furiosi mandata dal mio padrino, dopo che gli avevo spiegato il volere di Silente.
Vrail miagolò -Sì lo so, neanche a te va giù quest'idea, ma ormai ho deciso- spiegai anche se il gatto allungò una zampa verso il mio petto -tutto questo deve finire, e io ho un modo in cui posso aiutare l'Ordine- continuai convinta.
Se il fatto che fossi un'Animagus non registrato poteva aiutare, avrei aiutato, ero grande abbastanza per prendere quelle decisioni, anche se Remus non era per nulla d'accordo.
Vuole proteggerti non è ovvio?
Sì, sapevo che si comportava così solo per quello, ma io mi sentivo già troppo inutile. Era Harry quello coraggioso, quello che aveva affrontato Voldemort in persona, il Prescelto. Io a volte gli ero più di impiccio che altro, non potevo continuare così, anche io avrei fatto qualcosa per la causa, lo dovevo all'Ordine.
-Non mi è molto chiaro come funziona l'incantesimo di Silente in ogni caso- continuai guardando di nuovo Vrail -per ora ricordo tutto, ma lui ha detto che ci metterà tempo ad attivarsi-
Vrail mosse la coda, poi si alzò scendendo dal mio ventre dove era stato sdraiato per tutto quel tempo, sedendosi sul letto.
Mi alzai a sedere anche io fissando un punto davanti a me -Che vuol dire che ricorderò quando me lo dirà lui?- chiesi a me stessa.
Vrail sembrava concentrato sulla porta del dormitorio, infatti balzò giù dal letto posizionandosi vicino a questa. Qualche secondo dopo la porta si aprì e lui schizzò fuori diretto alla Sala Comune.
-È proprio veloce quel gattino!- sulla porta c'era Luna che ora fissava il fondo delle scale, quando si voltò verso di me sorrise -ciao Evey-
Mi alzai dal letto -Ciao Luna- risposi.
-Ho incontrato Harry qui fuori sai, mi ha chiesto se ti potevo chiamare- iniziò la ragazzina -tra l'altro sembrava un po' fuori di sé, non ha voluto prendere il Cavillo di questo mese che avevo tenuto da parte per lui-
Perfetto pensai, ora mi sarei subita una sfuriata.
-Grazie Luna, vado subito a vedere cosa è successo- le dissi.
-Buona fortuna- sussurrò lei prima si sparire saltellando verso il suo dormitorio.
 
 
 
-Si può saper cosa diavolo ti è saltato in mente? Perché non mi hai avvertito di una cosa simile?-
Come immaginavo Harry era davvero arrabbiato con me, i suoi occhi verdi sembravano fiammeggiare dietro agli occhiali tondi, presi un respiro profondo prima di rispondere, anche perché sapevo bene che aveva ragione lui.
-Scusami avrei dovuto dirtelo prima, hai ragione... - iniziai.
-Tu non farai qualcosa di così pericoloso- mi interruppe subito -non so neanche con che logica Silente abbia potuto proportelo-
-Anche tu fai qualcosa di pericoloso Harry- precisai fissandolo -andare in giro a distruggere quei...- mi bloccai mentre vicino a noi passava un gruppetto di Corvonero del terzo anno, diretti alla Sala Comune sulla sommità delle scale a chiocciola.
Un lampo illuminò la mia espressione triste, ma decisa -Io non posso continuare a stare con le mani in mano- spiegai -ho bisogno di sentirmi utile, di continuare ciò che hanno fatto mamma e papà e di aiutare te-
-Ma così è troppo Evey- replicò lui, riuscivo a vedere la paura nel suo sguardo -e se ti succedesse qualcosa?-
-Non mi succederà nulla, non sono una sprovveduta- cercai di alleggerire la tensione sforzando un sorriso.
-Ma io non posso perdere anche te- aveva sussurrato lui.
Fissai i suoi occhi identici ai miei e non mi trattenni dall'abbracciarlo; capivo fin troppo bene la sua paura, dato che apparteneva anche a me.
Mi strinse lui invece, dicendomi -Prometti che farai attenzione-
Annuii -Certo, per chi mi hai preso?-
 
 
La notizia della vittoria di Grifondoro, nell'ultima partita di Quidditch, mi aveva raggiunta senza sollevare ovviamente il mio entusiasmo. Cosa che invece aveva fatto, la nuova notizia che era serpeggiata nel castello proprio dopo la finale.
Harry e Ginny si erano messi insieme.
Ovviamente tutto questo aveva scombussolato parecchio la casa di Grifondoro, e forse anche il resto degli studenti; Dean Thomas era furioso, insieme a Romilda Vane, Hermione davvero troppo felice, mentre non avevo captato appieno lo stato d'animo di Ron.
Io ovviamente ero felicissima, solo successivamente all'accaduto però, mi ero quasi offesa con mio fratello per essere venuta a conoscenza di quella storia da una voce di corridoio.
-Cosa avrei dovuto dirti Evey?- mi aveva chiesto lui una sera, abbastanza imbarazzato.
-Avresti dovuto dirmi che lei ti piaceva-
-Beh neanche tu mi hai detto chi ti piace- si era giustificato lui.
Non avevo fatto in tempo ad arrossire o ribattere perché era arrivato Ron ad interrompere il nostro discorso.
Che poi cosa mai avrei potuto rispondergli? Non mi capivo da sola, figuriamoci doverlo spiegare ad Harry.
Inevitabilmente ritornò alla mente quella sera dopo il party di Lumacorno e lo sguardo indecifrabile di Daniel, insieme ad esso il ballo del Ceppo di due anni prima, a come ero stata bene insieme a George.
Scossi la testa, dannazione non avevo proprio tempo per quei pensieri.
 
 
Quel giorno, rincontrai mio fratello al settimo piano insieme alla professoressa Cooman, mai avrei immaginato cosa sarebbe successo quella sera, come tutto sarebbe cambiato di nuovo, lasciando cadere tutti noi in un baratro sempre più profondo.
-Harry?- lo raggiunsi, mentre anche la professoressa di Divinazione si voltava verso di me guardandomi attraverso i suoi occhiali tondi e spessi -che succede?- avevo sentito la sua voce fino dall'inizio del corridoio, sembrava sconvolto ed arrabbiato.
-Evey, che ci fai qui?- chiese lui.
-La stanza ragazzo- si intromise la Cooman -la userai dopo, io sono di fretta, devo nasconderlo...- si avviò verso quella che era entrata della Stanza delle Necessità.
Mi voltai nuovamente verso mio fratello -Tu cosa fai nella Stanza delle Necessità?- chiesi con sguardo inquisitorio.
-Cerco di mettere nel sacco Malfoy- disse tra i denti -ma ora non è questo l'importante, so chi è stato!-
Non mi soffermai troppo sulla sua, ormai abituale, paranoia per Malfoy, mi incuriosirono di più quelle ultime parole condite di un'insolita rabbia.
-Che vuoi dire?-
-È stato Piton- ringhiò -lui ha detto a Voldemort della Profezia, è per causa sua che mamma e papà sono morti-
Spalancai la bocca anche se non vi uscì nessun suono, rivolgendo uno sguardo sconcertato ad Harry -Co... Come?- sussurrai.
-La professoressa Cooman era presente... Io... Devo parlare a Silente- la sua rabbia repressa stava per uscire, proprio nei confronti di chi sempre aveva difeso Piton.
-Harry- lo chiamai cercando di fermarlo, ma lui era già marciato via, il passo pesante.
Mi portai una mano davanti alla bocca cercando di metabolizzare quelle parole.
Io non ero fatta per la rabbia come Harry, io non sapevo mai come reagire, in un caso come quello ben che meno; a chi credere? A Silente? All'ovvietà di quei fatti?
Harry non aveva mai creduto alle parole del preside sul professore di Difesa contro le Arti Oscure, io invece mi ero sempre fidata di Silente. Perché dovevo molto a quel mago, e perché mai mi aveva delusa, mai avevo avuto modo di dubitare del suo giudizio.
Sarà la verità? Mi chiesi sentendo le gambe tremarmi appena.
Harry aveva visto i ricordi di Piton, lui e nostro padre si odiavano, ma potevo pensare che il professore sarebbe mai arrivato a tanto?
Non so come facciate tu o la mamma a credere ancora in lui ricordai quelle vecchissime parole di Daniel sussurrare in una notte decorata dalla neve.
Fissai il fondo del corridoio dove Harry era sparito pochi minuti prima, se aveva intenzione di parlare a Silente, volevo sentire cosa avrebbe detto questa volta per discolpare Severus Piton.
 
 
-Oh Evey, immaginavo saresti arrivata prima- così mi accolse il preside quando intercettai lui ed Harry poco fuori dal suo studio, entrami davano le spalle al gargoyle. Non riuscii a decifrare lo sguardo di Harry, che in ogni caso sfuggì al mio.
-Professore, io...- incominciai, ma Silente non mi lasciò continuare.
-So che hai parecchie domande per me- disse -probabilmente le stesse che urlava tuo fratello poco prima di raggiungermi nel mio ufficio, ma temo che dovremmo rimandare a più tardi le spiegazioni-
-Lei lo sapeva?- chiesi solo stringendo i pugni, nascosti dal mantello, e abbassando lo sguardo.
Vidi Harry fremere al suo fianco -I fatti non sono così semplici- iniziò il preside -ma credo che il professor Piton abbia pagato caro ciò che ha fatto-
-Come può...?-
-Evey non possiamo parlarne ora- mi interruppe Harry -dobbiamo andare, ne abbiamo trovato uno-
Presi un respiro profondo, soffocando in qualche modo la rabbia, riuscendoci anche meglio di quanto mi aspettassi -Cosa avete trovato?-
-Un Horcrux- mi rispose lui.
Horcrux... rimasi un attimo confusa davanti a quella affermazione ma certo un Horcrux, quelli che Silente ed Harry vogliono distruggere!
-Il mio incantesimo sta funzionando- sentii sussurrare il preside, a quel punto mi ricordai dell'incantesimo della memoria modificato.
-Verrò con voi- dissi facendo un passo avanti.
-Neanche per sogno!- mise subito in chiaro Harry -non posso coinvolgerti anche in questo-
-Sono già coinvolta Harry, tutti lo siamo-
-No, è troppo pericoloso-
-Mi spiace Evey, ma tu dovrai rimanere qui- si intromise a quel punto il preside.
Lo guardai sbalordita -Ma signore!- cercai di oppormi.
-Ti ho tenuta fuori da questa storia, lo sai- continuò -in più perché l'incantesimo continui a funzionare è di vitale importanza che tutto ciò ti rimanga estraneo-
-Lei non mi ha ancora spiegato con quale logica preside, ha deciso di affidare ad Evelyn una missione da spia che è quasi più pericolosa di ciò che stimo per fare noi- Harry si voltò verso Silente, lo stesso sguardo furioso che avevo visto diversi minuti prima,
-Perché confido nelle sue capacità Harry- disse semplicemente in preside -e so che corre meno pericoli in questo modo, piuttosto che in quello che la potrebbe avvicinare di più a Voldemort, dato che credo che lei sia il tuo vero punto debole-
-Mandarla in un covo di Mangiamorte è meno rischioso?!- sbottò mio fratello.
Silente sorrise -Comprendo le tue parole, ma ora non è il momento giusto per affrontare il problema- si voltò verso di me -mi dispiace Evey, ma vorrei che tu tornassi nel tuo dormitorio-
Mi sorrise un'ultima volta, mentre io lanciavo ad entrambi uno sguardo preoccupato; alla fine abbracciai Harry -Fate attenzione-
 
 
Seguire quell'ordine da parte di Silente non fu difficile, ma cercare di fare quello che mi ero auto-imposta quella sera, fallì miseramente.
A cena rimasi tutto il tempo con Peggy, chiacchierando con lei riuscii quasi a distrarmi. Ma l'effetto di tutte le sue parole sparì quando lei si addormentò nel suo letto, ed io continuai a rigirarmi senza sosta nel mio, cosa che Vrail non prese troppo bene, continuando a miagolare e graffiandomi i piedi.
Era quasi mezzanotte quando frustrata mi misi a sedere fissando nel buio la finestra che lasciava vedere uno splendido cielo stellato. Acchiappai Vrail prima che potesse scapparmi, infilai le pantofole e scesi nella Sala Comune; arrivata davanti al camino il gatto si dimenò dalla mia stretta per avvicinarsi il più possibile al fuoco morente, io mi sedetti su una delle poltrone.
-Non ce la faccio a rimanere qui con le mani in mano- sussurrai -chissà se sono in pericolo, chissà cosa starà succedendo...-
Vrail miagolò minaccioso.
Sospirai -C'è Silente con lui questo lo so, ma sono terribilmente in ansia-
Lui continuò a guardarmi muovendo la coda, poi mi balzò in braccio, appoggiò il muso sul mio braccio cominciando a far le fusa, sorrisi accarezzandogli la testa -Amo quando cerchi di tirarmi su di morale- dissi davvero riconoscente.
Rimase lì con me ed i miei pensieri; quando però il grande orologio del castello suonò la mezzanotte la mia preoccupazione riprese a travolgermi come un fiume in piena: perché ci stavano mettendo così tanto?
Per tutti i draghi Evey è insieme al mago più potente del mondo, perché ti preoccupi in questo modo? Mi chiese una vocina nella mia testa, quando mi alzai, lasciando Vrail sulla poltrona, e cominciando a fare avanti e indietro per tutta la Sala Comune.
Perché dovevo sempre preoccuparmi in quel modo? Non era la poca fiducia negli altri, Harry lo aveva chiamato un incredibile sesto senso per i guai.
Sospirai avvicinandomi alla porta ornata in bronzo scuro, che era l'uscita per la Sala Comune; Vrail a quel punto mi richiamò con un miagolio.
Feci qualche passo indietro giusto per agguantare il mantello lasciato sulla poltrona e lanciarmelo sulle spalle -Vado a fare un giro- borbottai quella specie di giustificazione lasciando l'ampia sala e richiudendomi alle spalle la pesante porta; sembrò quasi che l'aquila scolpita sopra mi lanciasse un'occhiataccia.
Pensavo fosse abituata alle mie uscite notturne, insomma negli ultimi anni non erano più così frequenti, ma ricordavo bene come amassi girovagare per il castello buio, anni addietro. Rallentai appena il passo lungo la scala a chiocciola, stringendo più forte il corrimano di metallo, cercando di arginare i miei ricordi di quel periodo, di non ricordare il volto sorridente, con profondi occhi blu, che accompagnava quelle mie bravate.
Hai ancora una promessa da mantenere, per Charlotte non mi ero dimenticata di quello, solo che non riuscivo davvero a fare qualcosa, continuavo ad affondare in quella dannata situazione che si era creata in quegli ultimi anni, intrappolata dall'orgoglio e dal rimpianto di aver fatto in modo che proprio questo mi portasse via il mio migliore amico.
Ripresi a fare le scale di corsa, dovevo mettere come priorità quella sera Harry e Silente, o non sarei riuscita a sopportare tutte quelle cose insieme, rischiavo di crollare.
 
 
Accadde tutto prima che potessi realmente fare qualsiasi cosa, che fosse stata correre a chiedere aiuto, intervenire o disperarmi.
Ero al quarto piano di fronte ad una grande finestra lasciata aperta; avevo pensato che in qualche modo fosse colpa di Gazza, e che quindi fosse ancora nei paraggi, in ogni caso non era il caso di farsi beccare lì a quell'ora di notte, quando la sentii.
Una risata isterica e liberatoria.
Mi ero affacciata dalla finestra, per quanto mi fosse possibile, voltandomi a sinistra verso la torre di Astronomia, che dava sul cortile principale del castello. Ero abbastanza lontana, ma riuscii comunque a vedere qualcuno là sopra.
Avevo aggrottato le sopracciglia, quella risata l'avevo già sentita da qualche parte, era legata a qualcosa che preferivo non ricordare.
Vidi lo svolazzare di un mantello e poi un lampo verde.
Spalancai gli occhi pietrificata, quella risata che risuonava ancora, il Marchio Nero lanciato sopra gli alti tetti di Hogwarts.
E qualcosa, anzi qualcuno, che cadeva dalla torre, in un vortice di vesti chiare, che risaltavano troppo sullo sfondo scuro della notte.
Mi sporsi ancora di più da quella finestra, incurante del pericolo, guardando giù; mi portai una mano alla bocca trattenendo un singhiozzo strozzato, la vista che mi appannò all'istante.
Ancora urla e il boato di qualcosa di pesante che si infrangeva al suolo.
Non può essere, non può essere...
Continuavo a ripetermelo senza staccare gli occhi da quella figura che non si muoveva, lì nel cortile interno del castello.
Poi voci e passi che si avvicinavano veloci, mi voltai piano solo per vedere due uomini in abiti neri correre al fondo del corridoio dove mi trovavo, poco dietro loro c'era una donna dalla disordinata capigliatura corvina e un ghigno divertito a dipingerle il volto.
Bellatrix Lestrange.
-Ma guardate un po'- trillò nel vedermi -Evelyn Potter- rise alzando la sua bacchetta verso di me.
Io non potevo difendermi, non potevo fare nulla, non ero stata abbastanza veloce da tirar fuori la mia bacchetta. Tutto ciò che riuscii a fare fu riempire d'odio la mia espressione, trovando un coraggio che non mi apparteneva.
Ma prima che altro potesse accadere una mano le fece abbassare il braccio diretto verso di me.
-Non abbiamo tempo per questo, in più lei non può essere una tua vittima, come neanche l'altro Potter-
Riconobbi subito la voce, ancor prima che il professor di Difesa Contro le Arti Oscure entrò nel mio campo visivo.
Sentii le gambe tremare prepotentemente, quando lui si voltò verso di me rivolgendomi uno sguardo sprezzante -Via di qui- disse a quelli che lo stavano seguendo, che io non vidi perché chiusi gli occhi appoggiandomi al muro dietro di me.
Mangiamorte nel castello, Piton con loro e Silente... Silente... Tutto questo è un sogno!
Mi portai le mani agli occhi già chiusi sperando che le urla che serpeggiavano per i corridoio decidessero di tacere e spegnarsi, non poteva essere vero, non poteva la disperazione risucchiarmi come stava facendo in quel momento.
Una voce sopra le altre mi fece riaprire di scatto gli occhi: Harry, bacchetta in pugno, uno sguardo che non gli apparteneva correva per quello stesso corridoio dove poco prima erano spariti i Mangiamorte e Piton.
Lo chiamai e la mia voce mi risultò impossibile da riconoscere.
Lui si fermò venendomi incontro -Evey cosa ci fai tu qui?- chiese, la voce interrotta e spezzata, stava correndo dietro ai Mangiamorte, perché lo stava facendo?
-Io...- sussurrai trattenendo il respiro -ero qui, vi stavo aspettando... Poi quella risata, il Marchio Nero e Silente... lui...-
Harry si rialzò in piedi.
Non mi ero accorta di essermi accasciata contro il muro.
-Lo ucciderò!- ringhiò Harry -lui ha ucciso Silente, dopo tutto quello... Lo ucciderò- si voltò tornando sui suoi passi, riprendendo a correre.
-Harry!!- e io mi trovai a correre dietro di lui, lasciandomi alla spalle i corridoi del castello fino al parco davanti alla Foresta Oscura.
 
-Piton!- urlò Harry arrivati ormai in prossimità dei primi alti alberi.
Io quasi non riuscivo a stargli dietro, ero inciampata più di una volta, le gambe si facevo più pesanti dopo ogni passo, quasi stessi arrancando nel fango.
-Lui si fidava di lei!- continuò Harry, questa volta accompagnando il grido con un incantesimo che però non raggiunse mai il professore, infrangendosi sul Protego che aveva abilmente evocato; decise così di voltarsi verso mio fratello.
Mi bloccai di colpo, rivedendo davanti agli occhi quel raggio verde, quel corpo che cadeva.
-È stato lei?- sussurrai più a me stessa -perché...?- le gambe stavano per cedermi.
Continuavo a non poter credere a tutto quello che stava succedendo negli ultimi minuti, volevo solo chiudere gli occhi e vedere quella realtà sparire, come fumo sottile. Perché tutto quello rimarcava soltanto il fatto che io non ero abbastanza forte per cambiare le cose, per proteggere le persone a cui volevo bene.
-Combatti codardo!- Harry lanciò un altro incantesimo che venne respinto, e lui colpito e scaraventato a pochi passi da me.
-Andate- ordinò Piton a Bellatrix Lastrange che aveva lanciato quell'incanto su Harry -tutti, ora!- continuò lui rivolgendosi a due figure al suo fianco.
A quel punto caddi in ginocchio trattenendo un grido.
Vidi Malfoy lanciare uno sguardo al professore, voltarsi per seguire gli altri. Vidi Daniel rimanere immobile al suo posto, lì accanto al padre continuando a non staccare il suo sguardo dal mio.
Improvvisamente tutto il resto era sparito, riuscivo a vedere solo lui.
Stavo tremando e stavo anche evitando di nasconderlo -No...- fu tutto quello che uscii dalle mie labbra.
-Lo sapevo- sibilò Harry -anche tu...-
-Ho detto via di qua- la voce di Piton sovrastò quella di Harry, quando si rivolse al figlio.
Daniel si voltò appena verso il professore e fece per dire qualcosa.
-So cosa mi hai chiesto- lo anticipò -e manterrò la promessa, ma ora devi andare via-
Daniel a quel punto mi guardò ancora, il suo sguardo distantissimo, come mai lo era stato. Quegli occhi che mi guardavano senza lasciar trapelare proprio nulla fecero offuscare la mia vista, finché non sentii una lacrima rigarmi la guancia.
Ero lì, a terra e completamente inerme quando lui si voltò per andarsene.
-No ti prego, ti prego, non prenderti anche lui- incomiciai a sussurrare, la voce spezzata -ti prego... mi dispiace-
Si bloccò e in quel momento Harry lanciò un altro incantesimo, prontamente deviato da Piton.
Mi portai le mani sugli occhi e tutto ciò che ricordai fu un altro scambio di incantesimi, parole velenose sputate da Piton su Harry e proprio mio fratello che dopo un tempo che pareva infinito si era chinato su di me, cingendomi le spalle con un braccio chiedendomi di alzarmi, anche se tutto quello che ero riuscita a fare era stato aggrapparmi disperatamente a lui e piangere su quella maledetta notte.
 
 
Avevo pensato sarebbe stato più facile dopo.
Era ciò che mi ripetevo un po' troppo spesso in quegli anni, di sopportare, di andare avanti, che il dolore sparirà, che quelli che abbiamo amato non ci lasceranno mai.
Ero andata avanti attraverso quegli anni, quegli ultimi due specialmente, come una mosca che cerca di camminare sul miele, mi sentivo solamente affondare. Ogni passo in avanti mi gettava solo più in basso, mi bloccava, mi lasciava sola e senza la forza di continuare.
Avrei ricordato sempre come quel giorno, davanti a quella tomba bianca, con il canto di una fenice a riscaldare quei cuori congelati ed impauriti, avevo stretto una mano di Harry fissando lo sguardo verso l'orizzonte, dove il cielo si mescolava con il Lago Nero, chiedendomi solamente perché avevo lasciato che tutto quello accadesse. 












Angolo Autrice

Salve a tutti voi lettori!
Sono tornata con un nuovo capitolo ;)
Un pochino in ritardo rispetto a quanto pensassi, ma ho avuto problemi con la sessione di esami di Luglio ma a voi questo non vi importa ^///^
Bene con questo capitolo chiudiamo definitivamente il Principe Mezzosangue (nonché il mio libro preferito della saga) che ne pensate?
Forse avrete notato "qualcosa di strano" nella parte della morte di Silente, ma ho deciso questa volta di rifarmi più al film... solo perché amo quella scena! Perdonatemelo ^////^

Beh a questo punto direi che ci rivedremo nel prossimo capitolo :D
Dato che ad Agosto sarò al mare, il prossimo capitolo arriverà per la fine del mese (ormai ho capito che riesco ad aggiornare solo una volta al mese -___-")
Se ci saranno vari ritardi o altri potete andare a controllare sulla mia pagina autore qui su efp, al fondo tra le "Informazioni di servizio" aggiornerò le fasi di scrittura per tutti i prossimi capitoli, quindi se avete dubbi andate pure a controllare lì ^_^

Ora vi saluto davvero, un grazie gigante gigante a chi mi fa sapere ogni volta il suo parere :*
Alla prossima


 

   
 
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