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Autore: Hogwarts_lady    28/07/2014    7 recensioni
Primavera del quinto anno, una nottata in compagnia di latte, cannella, elfi domestici e frasi non concluse, perché anche Hermione può sbagliare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Latte, tè, cioccolata, biscotti...'
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LATTE E CANNELLA


    Le due e trentasette. Era pressappoco la decima volta che Hermione guardava l'orologio, si poteva dire che stesse studiando le costellazioni attraverso il loro riflesso sul quadrante. Non riusciva proprio a dormire! Aveva la sensazione di aver dimenticato qualcosa, ma nulla, proprio non le tornava alla mente cosa fosse.

   Decise quindi di scendere in Sala Comune. Alzò piano le coperte, per evitare che il fruscio svegliasse le sue compagne di stanza. Con un piede penzolante cercò a tastoni sulla pietra fredda le sue ciabatte -se così si potevano definire quegli adorabili "coniglietti batuffolosi" che era solita infilare ai piedi. Non riusciva proprio a trovarle, così dovette prendere la bacchetta, che meccanicamente da sempre lasciava nel primo cassetto del comodino, proprio accanto al libro che Lui le aveva regalato qualche Natale addietro. Pronunciò silenziosamente l'incantesimo che le avrebbe permesso di intravedere le sue ciabattine preferite. Si chinò ai piedi del letto per trovarle sotto quest'ultimo in modo tanto scomposto che una sola persona, anzi, un solo essere poteva averle lasciate, ovviamente dopo un'estenuante battaglia: << Grattastinchi! >> sussurro all'oscurità. Una volta infilate ai piedi scese piano dal letto e, mentre stava ancora indossando la sua vestaglia color panna, cominciò ad addentrarsi nell'oscurità che avvolgeva le scale.

    Si ritrovò in una sala comune totalmente deserta, se non fosse stato per Lui, Ron, che dormiva in una posizione che sarebbe stata scomoda per qualunque persona, ma lui non era una qualunque persona. Così non gli era minimamente scomodo dormire su una poltrona con le gambe a ciondoloni, che da tanto era alto, i suoi piedi quasi sfioravano il suolo, la testa malamente appoggiata tra schienale e bracciolo e la coperta, che invece di coprire lui, copriva tappeto e pavimento.

    Hermione rimase interdetta per alcuni secondi, poi svegliatasi dalla sua romantica trance, decise di risalire al dormitorio. Non prima di aver coperto il ragazzo e, grazie alle sue "ciabatte batuffolose" era praticamente impossibile che lui sentisse i suoi passi.

    Si avvicinò piano piano, si chinò leggermente per raccogliere la coperta e delicatamente gliela sistemò. Ma, come si sa, la vita è fatta di imprevisti che nemmeno un'Hermione Granger assonnata può immaginare. Proprio mentre gli stava rimboccando la suddetta coperta, Ron cominciò a muoversi e, così facendo, aprì gli occhi trovandosi difronte un Hermione tanto rossa che poteva fare concorrenza ai suoi capelli, ma anche alle tonalità che la sua faccia stava assumendo.

    << Hermione >> fu l'unica cosa che uscì dalle labbra del ragazzo, che stava fissando la sua migliore amica, trovandola carina come al solito. Nonostante l'aria assonnata, le labbra screpolate e i capelli scarmigliati.

    I due erano impegnati a vivere temporaneamente in una realtà tutta loro, quando ad un tratto un brontolio irruppe in tutta quella magia.

    << Ops! >> disse la ragazza toccandosi la pancia con una man. "Stupida, stupida, stupida" ecco cosa si era dimenticata di fare: cenare. Aveva lasciato la cena a metà per scappare in biblioteca ed aveva perso di vista l'orologio, sentendo tornare la fame solo in quel momento.

    Ron ridacchio e le disse << Quando si ha fame a quest'ora c'è un unico posto in cui andare, e se Fred e George mi hanno insegnato qualcosa è che quel posto è la cucina! >> Hermione lo guardò sorpresa << Non mi sembra il caso di disturbare quei poveri elfi a causa della mia sbadataggine. >>

   Il ragazzo le sorrise e imbarazzato come non mai le chiese << Sbadataggine? E da quando tu saresti sbadata? >> Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato ed un sorrisetto spiritoso che stranamente le si addicevano talmente bene da mandare ancor di più il povero Ron in confusione, tanto da rendergli difficile proseguire con il discorso. Gli ci vollero un paio di minuti a ritrovare la voce e poter continuare << Non penso che tu possa disturbare mai, cioè... Stanno già preparando la colazione, anche se per una volta tu l'anticipi un po', che male c'è? >>

    Ai suoi occhi pareva convinta, così con un balzo scese dalla poltrona e, tenendola per mano, la trascinò letteralmente oltre il quadro della Signora Grassa e giù, lungo le scale.

   Quando varcarono le "porte" della cucina, una frizzante e già più che sveglia Winki era affaccendata insieme ad un'altra decina di elfi a preparare la colazione.

   << Oh, signorino Ron, che bello rivederla! Posso fare qualcosa? >> chiese squittante un elfo, che superava di una spanna o poco più gli altri, a Ron. Lui rivolse uno sguardo interrogativo ad Hermione che in tutta risposta alzò le spalle.

   << Latte e cannella, grazie! >> disse il ragazzo con un sorrisone. << E biscotti >> disse la riccia, aggiungendo poi << Per favore >> temendo d'essere stata sgarbata.

   Poi Ron rivolgendosi alla sua dolce compagna disse << Quando non riesco a dormire me lo prepara sempre mamma... Aspetta un secondo, da quando possiedi un paio di ciabatte così? >>

   La sua interlocutrice per togliersi un po' dall'imbarazzo, tentò di ridere, ma riuscì solo a strillare un seguito di "i". Fortunatamente per i due ragazzi l'elfo ritornò da loro con due bicchieri di latte e un bel piatto colmo di biscotti. I ragazzi ringraziarono e lentamente raggiunsero la sala comune. Una volta attraversato il ritratto, i due si sedettero difronte al camino e cominciarono a mangiare biscotti. Ad un tratto la fragorosa risata di Ron irruppe nella tranquillità che si era creata, Hermione gli rivolse un occhiata perplessa << E ora che ti prende? >> Lui ancora con il sorriso sulle labbra rispose << Non ti sembra strano? >> << Cosa mi dovrebbe sembrare strano? >> chiese lei, << Che noi due siamo qui seduti, soli, a mangiare, più o meno, come due persone normali. Senza litigare, urlare o tutto. E' bello, mi piace, non ti sembra? >> le chiese << Si, hai ragione. >> disse, senza nemmeno rendersene conto, lei.

   Pochi istanti dopo Hermione si alzò dal divano e raggiunse la finestra. Era una notte incredibilmente stellata, si riuscivano a vedere molte costellazioni, nonostante la leggera nebbia. Non sembrava nemmeno una notte d'inizio primavera.

   Ron era pochi passi dietro di lei, che la fissava incuriosito. Gli pareva sempre un mistero la ragazza, anche se la conosceva da anni, gli sembrava che ci fosse una parte di se che gli teneva nascosta. Sembrava che fosse circondata da un alone di magia quella fredda sera di marzo.

   << Come mai eri sveglia a quell'ora? >> le chiese, facendola voltare di scatto, << Avevo fame. >> rispose lei.
<< Sicura? >> 

  
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