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Autore: AriadnesLinon    28/07/2014    3 recensioni
La poesia può trovarsi nella realtà?
Dal testo:
"O forse, pensò, era solo un modo per fuggire da un mondo troppo poco perfetto rispetto alle parole che apparivano nella sua testa: dove altro avrebbe potuto trovare tanta bellezza, se non nella poesia?"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'anima di un poeta



Le anime grandi sono sempre un po' fuori dal comune: per essere speciali, occorre essere diversi, e spesso ciò che diverso può sembrare strano agli occhi di chi non sa vedere.
La sua lo era: diversa. E forse anche grande.
Lui era un'artista. E i suoi occhi, seppur così particolari, quelli sì che sapevano vedere.
O meglio, sapevano leggere.
Leggevano la poesia: quella su carta stampata, ovviamente, ma soprattutto quella nascosta fra le pieghe della vita. Per lui, ogni giorno, dietro ogni avvenimento, erano nascoste parole nuove, sussurrategli dalla vita come le note di una musica soave.
La sua era un'anima di artista: adorava vedere i suoi pensieri rincorrersi sulle pagine del suo quaderno nero. Amava, più di ogni altra cosa, il momento perfetto in cui il segreto si svelava, e lui riusciva a tradurre in parole ciò che la vita gli svelava, in un attimo di sacra contemplazione.
Era come un incantesimo, era come credere per un attimo nella magia.
Perché la sua era l'anima di un artista. No, di più: la sua era l'anima di un poeta.
 
Quella mattina il parco brillava della luce di una primavera appena sbocciata. Lysandre camminava nel bagliore dorato, pensieroso, diretto alla sua panchina preferita.
Da che aveva memoria, gli era sempre capitato di vivere quegli strani momenti estatici, tanto inaspettati e coinvolgenti da fargli dimenticare il resto. Per questo tutti credevano che fosse uno smemorato, e lui li lasciava credere; ma non sapevano, loro, che il momento in cui dimenticava il presente, quello era il momento in cui iniziava a creare.
Quando era bambino e viveva ancora in campagna con i suoi genitori, sua madre gli diceva spesso che era nato nell'epoca sbagliata: troppo frenetica, per lui. Forse era anche da questo che era nata in lui la passione dell'epoca vittoriana.
O forse, pensò, era solo un modo per fuggire da un mondo troppo poco perfetto rispetto alle parole che apparivano nella sua testa: dove altro avrebbe potuto trovare tanta bellezza, se non nella poesia?
 
Era talmente preso dalle sue riflessioni, che si accorse che la sua panchina era occupata solo quando fu ad un passo dallo sbatterci contro.
Si fermò di colpo, lanciando un'esclamazione sorpresa: c'era una ragazza, lì.
Era esile, ma piuttosto slanciata, e sedeva dritta, rigida come un fusto. Portava un semplice abitino nero a fiori, e aveva allacciato intorno al collo una collanina di velluto con una rosa bianca.
Gli sembrò di conoscerla: forse era una ragazza del suo liceo, ma non gli veniva in mente nessun nome.
Temette di aver fatto una figuraccia, ma lei non si era accorta di nulla: teneva un libro aperto sulle ginocchia e sembrava completamente assorta; ogni tanto, con le mani bianche e affusolate, si scostava dagli occhi una ciocca della cascata di capelli corvini che le ricadeva sulle spalle, oppure portava il pollice alla bocca e prendeva a mordicchiarsi la pelle pallida.
Lysandre pensò che fosse molto carina, così eterea e delicata.
Si fermò a contemplare la scena, immobile. In quel momento, la ragazza alzò il viso dal libro e venne trafitto da uno sguardo di un azzurro accecante. Le mani presero a prudergli dalla voglia di scrivere versi, di mettere su carta ciò che vedeva.
Hey, io ti conosco, frequenti la mia scuola, disse lei inaspettatamente.
Allora Lysandre la riconobbe: era una ragazza del suo anno, piuttosto solitaria, che aveva visto giusto qualche volta in compagnia di Violette.
Perdonami, mi rincresce se ho disturbato la tua lettura, non era mia intenzione. E' che questa è la mia panchina preferita, e non credevo che qualcun altro fosse a conoscenza della sua esistenza.
La ragazza sorrise a quelle parole, e il prurito sulle le dita di lui divenne quasi un dolore.
Figurati, ho quasi finito. Anzi, tra poco vado via, se vuoi puoi sederti tu. Non volevo rubare la tua panchina, scusa.
Cosa leggi?, chiese Lysandre accettando l'invito a sedersi quasi senza accorgersene.
Le Fleurs du màl
Baudelaire..?
Sì, lo conosci?
Che domande erano? E pensare che aveva persino cercato di convincere Castiel ad adattare uno dei suoi testi per una canzone.
In realtà, è il poeta che preferisco. Adoro soprattutto leggerlo in lingua originale, confessò lui.
Gli occhi di lei brillarono (erano incredibilmente azzurri!) e girò il libro verso Lysandre perchè potesse leggerne la copertina: era una vecchia versione del 1857.
Anche io: ha una musicalità incantevole, mi fa quasi venir voglia di cantarne i versi.
Lys rimase senza parole.
Io sono Cèline, comunque.
Piacere di fare la tua conoscenza, io sono Lysandre. Si fece coraggio: Scusa la domanda terribilmente indiscreta, ma per caso scrivi, oltre che leggere?, le domandò.
Lo sguardo di lei si fece tanto intenso da accecarlo.
A volte, rispose.
Lysandre la guardò, sbalordito e rapito al tempo stesso.
Allora pensò di essersi sbagliato: quella ragazza non era carina.. Era bella.
Già... Bella proprio come una poesia.

 
 

NdA:Questa è la prima One Shot che io abbia mai scritto. Ho deciso di pubblicarla per prima perchè le sono molto affezionata, diciamo che ha significato l'inizio di un nuovo ciclo di idee. 
Come trama non è un granchè, e ne sono perfettamente consapevole. Quello che mi interessava era dare un piccolo spazio al personaggio di Lysandre, che trovo molto complesso, sfaccettato ed affascinante.
Prendetela per quello che è: un primo tentativo.
Ultima cosa: so che Dolce Flirt è, a rigor di logica, ambientato in Francia, e che Baudelaire è effettivamente un poeta francese, indi per cui la precisazione sulla lingua è piuttosto inutile. Putroppo però, amandolo io immensamente, non posso fare a meno di scegliere il suo capolavoro come "galeotto" (Dante docet xD) del nascente amore tra i due personaggi. Fingiamo magari che con "lingua originale", Lys intenda il francese lievemente arcaico con cui è scritto.
Be', non ho altro da aggiungere, se non che s
pero di ricevere qualche misero commentuccio, più che altro per sapere che ne pensate del modo in cui ho cercato (con esito molto vago, lo so) di caratterizzare il protagonista.
Vi ringrazio per l'attenzione e vi mando un bacio :*

 

  
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